30 aprile 2013

LA COLONNA SONORA DELLA NOSTRA INFANZIA




"Gol o rigore?": una delle frasi che ho più ascoltato durante la mia infanzia. Negli anni '80, le mie giornate volavano via con infinite partite a pallone sin quando non si sentivano i primi "E' pronto! Vieni a casa!". Le porte erano degli informi sassi che fungevano da pali e quando la palla passava sul masso, non si capiva mai se fosse gol oppure palo o fuori. I più furbi prendevano il Super Santos e lanciavano subito un "Gol o rigore?" per guadagnarsi, tra mille discussioni, un tiro dal dischetto.
Quando non era il calcio, erano partite a campana (con la tipica "stozza", un pezzetto di pietra appuntita da lanciare) o drammatici scontri a figurine: ero una schiappa e perdevo sempre, una lunghissima mano la mia, si, ma da checca. Non ho mai completato un album dei calciatori Panini, traumi esistenziali mai guariti.
Ciò che riusciva a distrarmi da tali dottissime attività consisteva in tre paroline magiche: Bim Bum Bam. Ogni pomeriggio che Dio mandava in Terra c'erano Paolo (un Bonolis preistorico e già antipatico), Licia (Colò, poi sostituita da Manuela) e il pupazzo peloso Uan a farmi compagnia. Ai più giovani questi nomi non diranno nulla ma chi è cresciuto negli anni '80 se li ricorda sicuro molto bene.
Con un occhio guardavo distratto le tabelline e con l'altro spiavo la circumnavigazione terrestre sullo spazio di un campo da calcio di Holly e Benji; con mezzo lobo temporale cercavo di imparare a memoria "La spigolatrice di Sapri" e con l'altro mezzo sorridevo di Pollon o dell'Ispettore Zenigata.
Bim Bum Bam lanciò quasi tutti i cartoni animati più belli, dagli anime giapponesi a produzioni americane ed europee e le canzoni divennero parte della crescita di ogni bimbo, tanto che ancora oggi sono cantate con affetto e nostalgia.

                      Le sigle più belle dei Cartoni Animati - Pt. 1

29 aprile 2013

QUELLI CHE SHOCKARONO IL FESTIVAL




"Arrivammo secondi dietro Ron e Tosca, festeggiammo in pizzeria con Ron, il giorno dopo ci fu Domenica In con Mara Venier in diretta dal Teatro Ariston di Sanremo, dove coinvolgemmo tutti in un trenino e poi lunedì tornammo a casa. 
Sarebbe finita così, se non fosse accaduto qualche tempo dopo che il giudice Giovanna Ichino mi convocò in tribunale per un interrogatorio. Per me era la prima volta ed ero curioso, anche se un pò mi cagavo addosso.
Poi entrai nell'ufficio e scoprii nell'ordine: che al posto del giudice c'era un ufficiale dei carabinieri; che l'interrogatorio consisteva in una serie di domanda sullo svolgimento del Festival, tipo: "Pippo Baudo ha collaborato alla composizione della vostra canzone?" e altre che non ricordo; che dalle indagini dei carabinieri risultava che il Festival l'avevamo vinto noi, ma che non potevo dirlo perchè l'indagine era ancora in corso. Uscii dal tribunale felice ma al tempo stesso amareggiato: la mia fiducia nel Festival era stata tradita. Maledetto Festival, cosi pericolosamente attraente."
Elio - Vite Bruciacchiate (2006)

                                  QUANDO GLI ELII VINSERO SANREMO

26 aprile 2013



THE SMASHED SIDE OF PUNK


"Ahhhh, è tempo di rilassarsi, e tu sai che significa:
un bicchiere di vino, la tua poltrona preferita e,
naturalmente, questo compact disc che gira nel tuo stereo.
Dai, fallo pure, conceditelo,
è la cosa giusta, butta via le scarpe e tira su i piedi.
Appoggia la schiena e goditi le canzoni.
Dopotutto la musica placa persino le bestie più selvagge."

                      SMASH - OFFSPRING di Angelo Lo Bianco

24 aprile 2013

QUANDO I BIG FANNO FLOP






"Lulù è una cosa diversa. Non è il nuovo album dei Metallica nè di Lou Reed. Siamo noi e lui che facciamo una cosa di nome Lulù. Sono sicuro che ci saranno molti fan dei Metallica che penseranno "Questo è il nuovo album dei Metallica: non mi piace, la cosa mi spaventa!". Beh, non è cosi. E'un progetto che ci è stato presentato e nel quale ci siamo voluti impegnare. Ok, ci sono dei grandi riff su questo lavoro e anche molte mie parti cantate. Si tratta dei testi di Lou Reed per i quali noi abbiamo scritto la musica, questo è quello che abbiamo fatto. 
Per alcuni fan sarà difficile da capire ma non possiamo smettere di essere i Metallica, non possiamo smettere di fare quello che vogliamo come artisti. Non vogliamo limitarci. Ma non vogliamo fare questo per dar fastidio ai fan, questo sia chiaro. Se a loro non piace, che aspettino il prossimo disco dei Metallica, al quale stiamo lavorando proprio ora."
James Hetfield - Metallica.

                            I tonfi della musica - Pt. 1

22 aprile 2013

QUANDO NELLA MIA CAMERETTA SCOPPIO' LA GUERRA





"War parla della guerra tra la gente: amanti, cattolici, protestanti, politici. Parla della lotta personale, del conflitto psicologico nella conquista di sè. E' una guerra vista a livello emotivo."
BonoVox - U2

                       WAR - U2  di A. Rosiello - A. Chimenti

20 aprile 2013

L'UOMO CHE ATTRAVERSAVA GLI OCCHI ALTRUI




"Ci siamo incontrati la prima volta quando eravamo ragazzini. Ci vedevamo spesso allo Sheep's Garden dove Storm non faceva altro che travolgerci con la sua forza, le sue idee e il suo entusiasmo. Da quei momenti non era cambiato assolutamente nulla, eravamo sempre gli stessi.
Lui è stato una forza costante nella mia vita, sia sul lavoro che nel privato, ed è stato sempre una spalla su cui poter piangere. Tutti i lavori che ha creato a partire dal 1968 sono stati parte inseparabile del nostro percorso. Mi mancherà."
David Gilmour, Pink Floyd.

               STORM ELVIN THORGERSON 1944-2013

18 aprile 2013

BLUFF, SESSO E DROGA: I BEATLES PROIBITI




"Dovunque andassimo la scena era sempre la stessa. Avevamo quattro stanze da letto separate ma le camere dei road managers erano sempre piene di droga e puttane e di chissà cos'altro, a nostra disposizione... All'epoca non le chiamavamo "groupies" ma in un altro modo, e ci scopavamo quelle, oppure delle prostitute... Erano orge o roba simile, perchè le nostre tournèe erano proprio come il Satyricon di Fellini. Eravamo dei veri bastardi."
John Lennon.


                     I BEATLES PROIBITI - Pt. 2 di A. Vanzelli - A. Chimenti

17 aprile 2013

BLUFF, SESSO E DROGA: I BEATLES PROIBITI





"John Lennon raccontò... che si era lasciato masturbare da Brian (nd. Epstein, il loro manager) perchè "dovevo controllare l'uomo che aveva il controllo delle nostre vite e della nostra carriera".
In realtà John e Brian non si limitarono ad un singolo rapporto sessuale durante la loro vacanza in Spagna. Furono sessualmente coinvolti per il resto della vita di Epstein e la loro relazione fu basata sul dominio, con John che recitava il ruolo del padrone crudele e Brian quello dello schiavo sottomesso.
Quanto a ciò che accadde in Spagna, Brian raccontò all'amico Peter Brown la storia vera: aveva fatto un pompino a John Lennon. John non poteva permettersi di rivelare quel tipo di intimità perchè l'avrebbero marchiato come omosessuale. Infatti la prima volta che qualcuno prese in giro John per quel viaggio in Spagna, Lennon per poco non lo ammazzò."
Albert Goldman - The lives of John Lennon (1988)


                                           I BEATLES PROIBITI - Pt. 1

16 aprile 2013



QUELLI CHE RESISTONO ANCORA




Potenza, 1999. La casa era in periferia, nel quartiere Francioso, a due passi dall'università.
Abitavo con altri ragazzi, in una camera singola piccola e fredda, come la città; la finestra no, era ariosa e regalava colori sulle alture circostanti.
Il libro di Matematica restava aperto davanti, a guardarmi più lui di quanto facessi io; un paio di evidenziatori, alcune penne, libri, armadi chiusi e la radio aperta.
Vedevo queste minuscole formiche colorate che andavano su e giù per le strade di montagna, spesso innaffiate di bianco neve, e lasciavo che Radio Italia mi facesse compagnia. Non amavo molto i loro deejay e talvolta zigzagavo tra le stazioni alla ricerca di altro.
Radio Potenza Centrale: è una potenza di radio!
Quella voce imperiosa dal retrogusto di guttalax mi ha impestato l'università. Ogni volta che mi chiedevano dove studiassi:
"Si, sono andato a Potenza. Sai, a Lecce non c'era geologia..."
"Ah, Potenza... Radio Potenza Centrale, è una potenza di radio!"
Gesù, l'originalità delle genti...

                             Quelli che resistono ancora - Pt. 1

13 aprile 2013


 
SEMPLICI OMAGGI  O        

PLAGI SPUDORATI - Pt. 2





LED ZEPPELIN - Lungi da me infangare il buon nome di Plant e soci (chiacchiere, non me ne può fregar di meno...) ma qui c'è roba pesante. In origine fu "You need love" di Willie Dixon, cantata da Muddy Waters (1963). A questa seguì la cover (o cosi sembra almeno) "You need loving" degli Small Faces e infine apparve dalle acque "Whole lotta love" (1969) degli Zeppelin. Ascoltate, è meglio:



e qui l'antesignana:


I Led Zeppelin, con poco ritegno, ne saccheggiarono anche il testo. Willie Dixon ha fatto causa al gruppo - vincendola chiaramente - e ora il suo nome appare tra i crediti. Anche Wikipedia ormai la bolla come "rielaborazione": Page e Plant dietro la lavagna.

11 aprile 2013


 RADIOFRECCIA - LUCIANO LIGABUE




"Mi colpisce molto l'accusa di incoraggiare alla droga. Il messaggio del film va nella direzione opposta. La scena in cui Freccia viene iniziato all'uso dell'eroina da parte di una bella ragazza mostra il sangue di lei ancora nella siringa che viene passata. La scena è forte per il semplice motivo che farsi una pera è un atto forte.
La presa di distanza dal gesto è immediata. Mentre si buca s'odono le note di "Rebel rebel" di Bowie. Come la droga entra in circolo la musica cessa di colpo. Silenzio. Il resto del film è l'odissea di una generazione, quella di gente come me che si è salvata per il rotto della cuffia. Freccia è l'esempio di questa odissera e morirà di eroina. Vi sembra che questo sia un incoraggiamento all'uso della droga o la santificazione di un drogato?"
Luciano Ligabue, 1998 - Corriere della Sera.


                                                         RADIOFRECCIA - Pt. 2 

10 aprile 2013

RADIOFRECCIA - LUCIANO LIGABUE




"Ohhh, non ve lo ripeto più eh! La vita non è perfetta, le vite nei film sono perfette... Belle o brutte ma perfette... Nelle vite dei film non ci sono tempi morti, mai! E voi ne sapete qualcosa di tempi morti eh?"
Bonanza, dritto in camera. Buio.

"Meno male che questa radio di merda chiude."

                         RADIOFRECCIA - Pt. 1 di A. Vanzelli - A. Chimenti

8 aprile 2013



LUIGI SCHIAVONE, CHITARRA ED EMOZIONI




La prima volta che ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo la chitarra di Luigi Schiavone è stata nel 1999, o forse era il 2000. Era il tour de "L'isola dei tesori" di Enrico Ruggeri, uno dei migliori album del cantautore milanese, ed erano in concerto a Pietragalla, un paesino in provincia di Potenza.
La platea sembrava impagliata. Loro ruggivano rock sul palco e, a parte una sparuta minoranza che si dimenava sotto il palco, il resto delle persone aveva l'entusiasmo di un ragazzino a cui è appena scoppiato il Super Santos nuovo.
Durante una ballata, Ruggeri lasciò il proscenio a Schiavone per uno dei suoi meravigliosi assoli e la gente rimase in silenzio. Avvicinai la mano alla bocca e urlai un "Vai Schiavone!" che risuonò nel bel mezzo della piazza, ridestando dal sonno quelle cariatidi. Un bel momento. Lui non si scompose, nemmeno alzò gli occhi, continuando a deliziarci.
Anni dopo, trasferitomi a Milano, ho avuto la fortuna di incontrarlo in un ristorante giapponese. Conoscendo il suo essere persona riservata, non l'ho disturbato sebbene la voglia di chiedergli un autografo fosse tanta.
Ero con una mia ex, una che non sapeva la differenza tra De Gregori ed Emma, e che mi prendeva in giro per l'emozione che provavo al suo cospetto. Non poteva comprendere l'affetto di un fan verso uno dei suoi chitarristi preferiti. Non è difficile capire perchè con lei non è durata e perchè, per questa intervista, fossi emozionato come un adolescente.

                                                    L'INTERVISTA


5 aprile 2013



MEXICO, NUVOLE E LACRIME





Non è una novità. E' già successo e succederà ancora.
Un cantante praticamente dimenticato da tutti viene riscoperto e rivalutato solo dopo la morte.
I dischi di Franco Califano non li comprava praticamente nessuno, men che meno quelli di Enzo Jannacci. In tempi in cui si arriva in classifica vendendo 5mila copie in una settimana, loro dubito vendessero 5mila copie in un anno.
Forse qualcuno si scaricava illegalmente le loro raccolte, certo venivano guardati con quel misto di sufficienza di chi ormai ha fatto il suo tempo ed è meglio si tolga dalle palle.
In Francia artisti così li avrebbero portati sul palmo della mano. Saranno antipatici e supponenti ma hanno rispetto per i propri cantanti, per i personaggi che hanno fatto la storia. Noi no. Preferiamo dimenticare, o metterli da parte, come si fa con le foto scolorite.

                                              AVVOLTOI E IPOCRISIA

3 aprile 2013


THE PSYCHEDELIC SIDE OF THE MOON



"Il messaggio di "Dark side of the moon" è che la vita non è un gioco. Abbiamo un solo colpo in canna e dobbiamo fare scelte basate sulla posizione morale, filosofica o politica che abbiamo adottato. Possiamo rendere il mondo un pò più luminoso o più buio. Siamo confusi dalla religione come dal mondo politico. Ma a tutti è offerta l'occasione di trascendere le proprie tendenze egoistiche e la propria avidità, lasciando il segno sulla grande tela della vita."
Roger Waters, L'espresso - 2003


                                DARK SIDE OF THE MOON - PINK FLOYD


2 aprile 2013



 QUELLI CHE SHOCKARONO IL FESTIVAL




"Avevamo attraversato quattro nazioni in meno di 24ore e cominciato a bere dal pomeriggio, dopo due notti in bianco. In platea c'erano tutti questi vecchi in giacca e cravatta, con le loro donne in abito da sera. Non gliene fregava niente di noi.
Qualcosa ha fatto click nella mia testa..."
Brian Molko, Placebo - 2003.