27 gennaio 2014

QUELLI CHE "PRENDONO MAZZATE"





Mia madre si fermò dal fruttivendolo per comprare le mele e i pomodori. Ero appena uscito da scuola e rimasi in macchina, non mi andava di scendere. Ragionavo sul lusso degli interni della Fiat Panda 30, quando sbucarono due ragazzi che litigavano. Uno era molto più grande e stava strattonando l'altro, poco più di un bimbo. D'un tratto cominciò a picchiarlo selvaggiamente, lasciandolo per terra in lacrime. Gli occhiali erano volati via e giacevano informi a bordo strada. Io tremavo, avrò avuto sette anni. Non avevo mai visto due prendersi a botte, ma quello che mi aveva traumatizzato era stato vedere quel bimbo rialzarsi piangendo. Si asciugò gli occhi e nessuno gli diede una mano. Andò a prendere gli occhiali, se li sistemò alla bell'e meglio e andò via, con una guancia gonfia e il grambiule strappato. Non l'ho mai più visto.
L'altro invece si, abbiamo giocato spesso a pallone insieme, ma ogni volta che lo incontravo mi percorreva un filo di inquietudine. Ne avevo paura. O forse avrei voluto andare da lui a dirgli quanto fosse stato meschino a picchiare un bambino, e non ne ho mai avuto il coraggio.

                                              STORIE DI BOTTE E LIVIDI

23 gennaio 2014

INTERVISTA AD ENRICO RUGGERI




Enrico Ruggeri non è uno come gli altri, è un artista libero, ma libero nel senso più intimo della parola, e per questo mi piace. E mi piace perchè sa ammettere di divertirsi più al campetto con gli amici e un pallone che con la musica, proprio come noi che appena vediamo dei ragazzini e due zaini come porte vorremmo correre a giocare con loro.
Ruggeri è un numero 10 come non ce ne sono più. Già, perchè i fantasisti nel calcio sono sempre di meno, messi in panchina per far posto all'ennesimo centrocampista muscolare tutto corsa e zero tecnica. Lui no, vive e mai sopravvive, fregandosene di allenatori, avversari ed età. Continua a insegnare musica col tocco del campione, quello che ti mette la punizione all'incrocio al 92esimo e poi corre a prendersi gli applausi. Il Rouge è cosi, è rimasto lo sfrontato punk dalla montatura bianca e con l'animo da Peter Pan, e riesce a divertirsi ancora. Vorrebbe che la partita non finisse. Per quelli come lui, ne sono certo, l'arbitro la fine non la fischierà mai.

                                        IL NUMERO 10 DELLA MUSICA

20 gennaio 2014

IL VASO DI PANDORA DEI PLAGI





Una volta aperto il vaso di Pandora dei plagi, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Più scandaglio e più scopro rassomiglianze, talvolta casuali, molto spesso consapevoli. E più scopro, più cresce la delusione, lo ammetto. Non sono rari i casi di canzoni che amo e che scopro essere fin troppo debitrici di un originale risalente a qualche anno addietro. Non si può certo fare i salti di gioia scoprendo che "Karma Police" dei Radiohead o "I feel fine" dei Beatles sono dei... No, non riesco neppure a dirlo.

                 I PLAGI MUSICALE CHE FANNO SCENDERE LA LACRIMUCCIA

17 gennaio 2014

I 100 ALBUM PIU' VENDUTI





Ci sono cose che non capirò mai. Qualche giorno prima di Natale, in rete è circolata la classifica dei 100 album più venduti del 2013. Lanciata da un noto sito musicale di cui per rispetto preferirei non fare il nome (Soundsblog), in molti hanno rimbalzato la notizia, senza neppure chiedersi come facesse ad esserci una classifica quando l'anno solare non era neppure terminato. E infatti, questi geni citavano una fonte che non esisteva, perchè la FIMI non aveva ancora chiuso alcuna classifica di fine anno.
Queste teste ripiene di solitarie particelle di sodio avevano almeno pensato che la maggior parte dei cd si vende sotto Natale e che non si può fare una classifica al 22 di Dicembre? Questi novelli Renzo Bossi del giornalismo musicale che volevano per primi lanciare la notizia e fare lo scoop, si sono resi conto che per primi hanno solo fatto una figura letamica?

                                 I CD PIU' VENDUTI IN ITALIA NEL 2013

15 gennaio 2014

INTERVISTA A DARIO CIFFO




Alcune canzoni ti arrivano per sfinimento, altre - le migliori - per un regalo del caso. Era notte, i miei dormivano della grossa e io cazzeggiavo davanti alla tv, zappingando: vecchio western anche no, commedia americana già vista, televendite e 899 a luci rosse. Avevo già un occhio e mezzo chiusi quando su MTV partì un pezzo dal sound scarno, ma coinvolgente. Nelle nebbie del sonno, mi persi chi fosse la band e passai le notti successive a sorbirmi canzoncine irritanti, pur di scoprire di chi si trattava: "Insieme a te sto bene" dei Lombroso. Un "E chi sono?" sgorgò naturale. Non potevo saperlo, era il loro primo singolo e alla voce c'era Dario Ciffo, violinista degli Afterhours e mente del progetto insieme ad Agostino Nascimbeni. Quella fu la scintilla, vivissima ancora oggi. Personaggio eclettico e di indubbia simpatia, lo abbiamo incontrato.

                        DI AFTERHOURS, LOMBROSO ED ALTRE STORIE

13 gennaio 2014

THE REAL MAGNIFICENT BASTARDS





"The Real Magnificent Bastards.
Erano unici. Ineguagliabili. Eccezionalmente creativi. E strani."
Così inizia il racconto di Steffan Chirazi nel libretto di "Who Cares a lot? The Greatest Hits". Cinque pagine sentite, sincere, scritte dal giornalista che è riuscito maggiormente a catturare lo spirito di una carriera epica.
Ero ancora un liceale quando comprai questa doppia raccolta e non li conoscevo bene. Non ci misi molto ad innamorarmene e oggi non saprei trovare parole migliori di quelle di Chirazi.

                                 WHO CARES A LOT? - FAITH NO MORE

10 gennaio 2014

LE MATRICOLE DELLA MUSICA




Ci sono persone che entrano nell'immaginario collettivo: basta poco, e segnano una generazione. Noi nati a cavallo tra i '70 e gli '80 siamo cresciuti con il Drive in, coi cartoni di Cristina D'avena, con il Lemonissimo alla Coca Cola, il Commodore 64 e i telefilm. C'era Mork e Mindy, i Chips, Hazzard e Supercar. E c'erano anche i Ragazzi della 3 C e Willy, Il principe di Bel Air. Durante le vacanze natalizie, ci hanno lasciato Antonio Allocca, il mitico professore di "Sacchi... 3!", e James Avery, lo Zio Phil di Willy.
Quando ci affezioniamo a certi personaggi (piccoli o grandi che siano), restano cristallizzati nei nostri ricordi, senza più un'età. Pensiamo non se ne andranno mai. Poi se ne vanno e ci fanno capire che stiamo crescendo anche noi. E fa male.

                                             COM'ERANO E COME SONO DIVENTATI

7 gennaio 2014

I CD PIU RARI





Il cd è un vecchio moribondo col fegato spappolato. Se ne vendono sempre di meno, soffocati dal download selvaggio, legale o illegale che sia, da Spotify e dal tubo. Non c'è più la cultura del comprare e goderselo, quasi fosse un onanistico atto d'amor proprio. Il concerto rimane un'avventura collettiva da ricordare, è ancora un'emozione rara. Il cd no, comprarli è sempre più considerato un gesto stupido, " tanto lo scarico in pochi minuti con Fastweb, perchè sprecare soldi?".
Non voglio addentrarmi nei meandri della crisi e dei tagli alle spese superflue, ma io continuo ad amare l'originale. Negli anni, la mia passione per il collezionismo e quella per il cd originale si sono fuse in un curioso amplesso. Sì perchè molti ignorano il frizzante mercato che esiste riguardo i cd, edizioni limitate, box o singoli che siano.
Dieci anni fa mi aggiravo poco convinto tra gli scaffali colmi di cd dell'Ipercoop di Taranto. Non cercavo nulla di particolare, cazzeggiavo mentre mia madre decideva tra Barilla e Divella o se prendere plumcake o nastrine. L'occhio mi cadde su "Giro d'Italia" di Luciano Ligabue, il live acustico nei teatri. Mi ci fiondai, era l'introvabile edizione limitata in tre cd, quella normale ne ha solo due. Costava la bellezza di 30euro, ma capii subito che non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione, sarebbe diventata preda ambita dei collezionisti. E cosi fu.

                                          MUSICA E COLLEZIONISMO