31 marzo 2014

VECCHI CON ESPERIENZA





Dalle parti di via Bossoli, ultimamente, il venerdì sera va di moda il sold-out. Verso le 22 arrivo nel cortile dell'Hiroshima Mon Amour e, in attesa di incontrare i miei compagni di avventura, noto il cartello alla cassa. Recita: "Tutto esaurito, senza se e senza ma..."
Stavolta non ci siamo fatti fregare come per Brunori Sas, i biglietti li abbiamo presi in anticipo. Calcheranno il legno della sala Majakovskij i pisani Zen Circus, che tornano insieme dopo un anno di pausa. Il 2013 i tre lo hanno dedicato ai rispettivi progetti solisti: Andrea Appino ha portato in giro "Il Testamento", album che gli è valso la Targa Tenco come miglior esordio; Karim Qqru si è dedicato al progetto hardcore-punk "La notte dei Lunghi Coltelli" mentre Ufo ha vagabondato tra locali danzerecci e balere con la sua valigia di vinili, facendo ballare con i suoi dj-set (se vi capita, non perdeteli).
Tornano ora con il loro ottavo lavoro di studio "Canzoni contro la natura", edito dalla prolifica "La Tempesta Dischi". Se lo sono autoprodotto, andando a ricercare arrangiamenti più semplici e meno puliti rispetto a "Nati per subire" (loro precedente lavoro), con l'intento di avvicinarsi maggiormente a quello che succede nella sfera live.

    THE ZEN CIRCUS - HIROSHIMA MON AMOUR - 28.03.2014 di Vito Possidente

28 marzo 2014

IL RITORNO DEL KOMANDANTE




"L'anno scorso a Caserta, dopo l'ultima canzone dell'ultimo concerto del tour, sono inciampato e caduto. Ovviamente mi hanno ripreso con i telefonini e l'hanno messo su Youtube. Sono andato a vedere i commenti e ho letto insulti così pesanti da rimanere senza parole. Un odio pazzesco. All'inizio mi ha sconvolto, pensavo che dopo gli anni Novanta mi volessero un pò tutti bene. Poi ho pensato che anche io a volte dico delle cose tremende, che è normale. Mi ha fatto rendere conto della realtà, che c'è anche l'odio, e come si odia un cantante non si odia nessuno, e io di passioni ne ho scatenate." Vasco Rossi - Intervista a TgCom (2011)

L'espressione "O lo ami o lo odi" sembra essere stata coniata per Vasco, personaggio come ce ne sono pochi in Italia, nel bene e nel male. E' la Juventus della musica: quello con più seguito ma anche con più detrattori e rabbia intorno. Dove sta la verità? Forse nel mezzo. Il primo Vasco è inattaccabile, ha messo la sua firma sulla storia della musica italiana, perdendo però via via i contorni e i colori. Gli ultimi album hanno lasciato l'amaro in bocca a molti fan della prima ora e così abbiamo pensato di creare un articolo a più voci, per capire se "Dannate nuvole" sia soltanto l'ennesimo inutile capitolo di un libro che andava chiuso anni fa o possa essere l'inizio di un nuovo gran bel film.

                               DANNATE NUVOLE - VASCO ROSSI

26 marzo 2014

PERTURBAZIONE DI PRIMAVERA





Primavera 2004, o giù di lì. E' tardi, ed io ed i miei coinquilini abbiamo il tavolo apparecchiato di matite colorate, pennarelli sballanti, gessetti, borotalco e lacca da discount, pronti per l'ennesima notte in bianco, chini sui fogli da disegno: belli, giovani, dannati e con il sogno di cambiare il mondo del design... Il tappeto musicale era fornito da MTV, quella di una volta, che trasmetteva quasi solo musica, e che la sera accontentava anche i miei gusti con MTV Brand New. E' stata proprio in una di queste notte che ho sentito per la prima volta i Perturbazione. Fu il loro video di "Agosto" a colpirmi, uno splendido cartone animato tratteggiato in modo poetico, che benissimo si sposa con la canzone, altrettanto suggestiva e malinconica. E da lì ho iniziato a seguirli negli anni, anche se, nonostante siano torinesi, non avevo ancora avuto modo di vederli live. Almeno fino a venerdì scorso, primo giorno di primavera.

    PERTURBAZIONE - HIROSHIMA MON AMOUR - 21.03.2014 di Vito Possidente

24 marzo 2014

I DISCHI PIU' VENDUTI DI SEMPRE




Nasci e scatta automatico il "Uhhh che bel bambino" e poi da dietro: "E' proprio brutto, tutto sua mamma".
Vai a scuola e "Si, è bravo ma non si applica".
Arrivi in terza media e i tuoi ti dicono "Impegnati, il voto finale è importante".
Entri al liceo (dove se ne fottono del voto d'entrata) e "Devi prendere il massimo, altrimenti all'università non ti prendono".
Vai all'università (dove se ne fottono al quadrato del voto del liceo) e "Laureati col massimo e avrai più chance nel mondo del lavoro". E resti disoccupato.
In amore? Sei troppo buono, o troppo stronzo, o troppo dolce, o troppo mammone, o troppo tifoso, o troppo appiccicoso, o troppo noioso, o troppo troppo...
In ogni sfumatura della vita, ci sarà sempre un professore, una donna, un amico, un parente pronto a rompere con il suo insindacabile giudizio. Si vive sempre in funzione di un voto, sempre in competizione in una classifica immaginaria senza traguardo. Il mondo è una sfida continua a chi fa meglio, a chi conquista la donna più gnocca, a chi ha il cellulare nuovo e sbrilluccicante o la macchina più imponente. Perché? Non lo so, vorrei solo ritornar bambino quando una pista di macchinine o un album di figurine bastavano per essere felici.

                                       LA CLASSIFICA DEI PIU' VENDUTI

21 marzo 2014

I CONSIGLI DI BIG





Non sono uno che si sbilancia facilmente su una band, men che meno su un artista emergente, ma questa volta non potevo rimanere inerte di fronte a tanta classe, soprattutto se espressa da un ragazzo appena ventenne.
Ero in auto, appena uscito dal lavoro, e Virgin Radio stava proponendo un pò di hits britanniche, fin quando non è arrivata "A song about love" di Jake Bugg. Non conoscevo praticamente nulla di suo, ma rimasi subito incuriosito dalla linea vocale di impatto, e nello stesso tempo delicata ed elegante.
Una volta arrivato a casa, ho cercato tutte le informazioni possibili su Jake e i suoi singoli youtubiani, e da allora è stato amore.

                                         JAKE BUGG di Antonio Chimenti

18 marzo 2014

VOLA PIANO





Frank Zappa diceva: "Gli articoli dei giornalisti di musica rock sono scritti da gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere". Una delle sue provocazioni, ma non credo sia così. Ho cominciato con questo blog per divertimento e passione, ispirandomi a gente che ha trattato la musica con il pennino intinto sempre nei colori giusti. Penso a Fausto Pirito, a Massimo Cotto, a Franco Zanetti, a Ernesto Assante o a Luca Valtorta, tutti giornalisti capaci di elevare la musica a cultura, in un Paese come l'Italia che continua a tenere l'Iva al 22% sui cd non considerandola alla stregua dei libri, l'unica forma di cultura secondo qualcuno.
Stefano Ronzani era uno di questi giornalisti, ma prima ancora era una persona a cui era facile volere bene. E' volato via troppo presto, a causa di una bastardissima leucemia, ma è ancora qui, nelle canzoni che gli dedicarono i suoi amici e nei ricordi di chi ebbe la fortuna di averlo vicino.

                               STEFANO RONZANI - 18.03.1955 - 14.08.1996

17 marzo 2014

10 EURO TAGLIO COMPRESO




Vito - "Gente da concerti! Come state? Domani sera i Nobraino all'Hiroshima, si va?"
Laura - "Non so, non mi fanno impazzire su cd, si potrebbe fare però."
Luca - "Come al solito non li conosco, non saprei... Ci aggiorniamo domani".
Sono stato io a proporre un concerto questa volta, e per fortuna ho una buona compagnia che mi asseconda. Raccontare un concerto della folk rock band romagnola, parlare della scaletta, del loro ultimo album ("L'ultimo dei Nobraino") e del loro passaggio ad una major (che non ne ha stravolto la produzione) non gli renderebbe affatto giustizia. Venerdì sera più che un semplice live sembrava un vero e proprio spettacolo. Le gesta dell'istrionico Lorenz Kruger e tutto quello che accade sopra e sotto il palco, oltre al suonato, ha la stessa importanza delle canzoni, e viene anche difficoltoso mettere ordine tra tutto quello che è successo lassù, ma ci provo.

          NOBRAINO - HIROSHIMA MON AMOUR - 07.03.2014 di Vito Possidente

13 marzo 2014

MARE DI MALE E MIELE





I ricordi non tendono ad infinito, alcuni album si. Talvolta però ricordi e musica si fondono in un unico mare di male e miele e le sue onde rimangono lì a bagnarti i piedi. Ho ben piantato in testa il lento volteggiare degli Afterhours: era Videomusic, era il video di "Voglio una pelle splendida", era un'altra epoca. Quell'epoca è adesso, visto che Manuel Agnelli e soci hanno festeggiato il ventennale dell'album con tre anni d'anticipo. Il rock è anche questo.
Arrivo alla Fnac di via Torino con tre quarti d'ora d'anticipo ma non basta. Compro la nuova edizione di "Hai paura del buio?" e in fila davanti a me ho cinque persone con in mano l'album. Inizio a preoccuparmi del casino che ci sarà e appena arrivo al secondo piano, vedo una sessantina di persone già in fremente attesa. Qualcuno avrà dormito qua stanotte.
Mi guardo in giro con curiosità e noto molti ragazzi, sono uno dei più vecchi. Agnelli è fuori dai talent, fuori dal circuito mainstream, e questa affluenza giovanile è segno inconfutabile di come la band abbia seminato e continui a seminare con cura i propri semi (germi?) musicali. In Italia c'è sempre tanta fame di rock, e il loro è roba prelibata.

                HAI PAURA DEL BUIO? - AFTERHOURS - MILANO 11.03.2014

12 marzo 2014

ASPETTANDO APE REGINA





Non sono più un ragazzino, ormai anche i concerti vanno ponderati. E come un ciclista in là con gli anni, che prepara poche ma importanti gare, il concerto dei Marlene Kuntz rappresenta una di quelle occasioni da non fallire.
Un rockissimo panino con la salsiccia, varie birre all'immancabile camioncino lungo la strada e qualche amaro al baretto: ecco le tappe di avvicinamento al Sonar di Colle Val d'Elsa. L'aria fredda e l'attesa in coda per comprare il nostro agognato biglietto infliggono il colpo di grazia alla mia voce, rendendo sicuramente più confortevole il live ai miei vicini di gomito tra il pubblico, che risulta assai numeroso e ben stipato ai piedi del palco. Per una volta non c'è nessun energumeno a sporcarmi la visuale ed è una piccola ma sottile goduria.
Inganno l'attesa con due chiacchiere con il beone di turno, con cui discuto su quanto sarebbe deleterio/bello un inizio con "Ape regina" e "Sonica". Conveniamo insieme che un'eventualità del genere segnerebbe all'istante la fine del nostro concerto.

  MARLENE KUNTZ - SONAR DI COLLE VAL D'ELSA - 08.03.2014 di Donato Pace

11 marzo 2014

ELVIS, THE KING OF ROCK'N'ROLL





Per lunghi anni sono stato un nerd, uno di quegli sfigati pieni di amici ma che delle donne si doveva accontentare del profumo. Ho recuperato crescendo, ma all'università era un continuo rincorrere gentildonne troppo fidanzate, troppo belle o semplicemente troppo zoccole. E quelle troppo zoccole, si sa, la danno a tutti meno che a te.
Sperimentavo modi per mascherare l'insicurezza e  per mettermi in mostra, ma in fatto di look ero all'abc, anzi, la "c" era fin troppo. Non trovai di meglio che smaltarmi le unghie, e non solo di nero: provai il turchese e il verde, roba che se mi avesse visto mio padre me le avrebbe date a due a due fin quando non fossero state dispari.
Giocare al trasgressivo nel 2000 era certo più facile che farlo negli anni '50. C'era un ragazzo che come me mascherava le sue timidezze indossando pantaloni rosa, camicie gialle e giubbotti verde pisello colmi di adesivi. Era solo un giovane che dissimulava il suo malessere con un anticonformismo estetico fuori dal tempo. Il suo nome era Elvis Presley e presto sarebbe diventato il Re del Rock.

   ELVIS PRESLEY - L'AMORE, LA DROGA, IL SESSO di A. Vanzelli - A. Chimenti

7 marzo 2014

CALDO, POPCORN E LA NEW NEW WAVE




"Salve, biglietti?"
"Eccoli."
"No, questi non vanno bene", - panico e goccia di sudore ghiacciato lungo la schiena - "ma li facciamo andare bene, altrimenti non partiamo più..."
"Ehm, grazie.", diciamo con un filo d'imbarazzo.
Eravamo alla stazione centrale di Bologna e non avevamo ben capito come arrivare a Casalecchio di Reno.Noi eravamo organizzati per il concerto al Pala Dozza, al centro di Bologna o giù di lì, ma la grande richiesta per l'unica data italiana degli Editors ha "costretto" gli organizzatori a ricorrere alla ben più capiente Unipol Arena.
Siamo arrivati comodamente in treno proprio davanti al luogo prefissato, ma, pur essendo arrivati lì con il giusto anticipo, ci si para davanti una discreta coda.
"Certo, mica come il pienone che c'era per i Depeche Mode la settimana scorsa!", figheggia un tipo dietro di noi.
Entriamo in modo ordinato e, dopo i rigorosi controlli anti tappo di bottiglie di plastica, ci mettiamo in attesa, ingannandola con le giuste dosi di birra, panini, birra, torte e birra.
A farci compagnia ci pensano il caldo e un fortissimo odore di pop corn. Alle 20 muoiono le luci e si parte!

                              EDITORS - BOLOGNA 28.02.2014 di Vito Possidente

5 marzo 2014

GLI UOMINI NON CAMBIANO






Quelli che "Che ne vuoi sapere tu di musica..."
Quelli che "I neri hanno il ritmo nel sangue".
Quelli che "La canzone più bella dei Beatles è Imagine".
Quelli che "I Metallica sono morti con il Black Album".
Quelli che in spiaggia continuano a cantare solo Battisti, da vent'anni.
Quelli che un gruppo sfonda e "Si sono venduti, che schifo".
Quelli che si fottono i tuoi cd e se li reincontri per strada fanno finta di non vederti.
Quelli che se osi criticare il loro gruppo preferito prendono il broncio.
Quelli che continuano a tenere cd ammuffiti in vendita a 15euro e poi chiudono per fame.
Quelli che continuano a scaricare e poi dicono "Che tristezza vedere i negozi di cd che chiudono".
Quelli che ascoltano solo indie, che fa figo.
Quelli che "Eh, ma le note sono solo sette".
Quelli che tengono i capelli lunghissimi sino a 40anni, con la stempiatura che arriva al culo.
Quelli che "Io l'unica cosa che so suonare è il campanello".
Quelli che "Chissà che fine ha fatto il biondino degli 883".
Quelli che "Il rock è morto".
Quelli che "Ma tu tra Vasco e Ligabue chi preferisci?"
Quelli che "Ma tu sei di destra, com'è che ti piacciono i Modena City Ramblers?"
Quelli che "Chissà come fa Ozzy Osbourne a essere ancora vivo."
Quelli che "Ma il cantante degli Aerosmith è il padre di quella di Armageddon no?"
Quelli che shazammano l'ovvio.

                                          YESTERDAY BOM BOM BOM