25 dicembre 2014

BUON NATALE



I Dire Straits, Otis Redding e Aretha Franklin, i Creedence Clearwater Revival, Lucio Battisti e Lucio Dalla... E Joe Cocker. Mio padre mi ha cresciuto così. Ama ricordare di quando ero piccolo, mi avvicinavo allo stereo perché volevo ascoltare i suoi dischi.
E quella cassettina di Joe che sparì quando ci rubarono la vecchia Golf...
E "With a little help from my friends" come sigla di "Blue Jeans"...
E la biografia di Zucchero e i passaggi sull'amicizia con Cocker.
E Verdone che va al concerto di Joe in "L'amore è eterno finchè dura".
Piccoli grandi ricordi. Oggi sono tornato a casa e una delle prime cose che papà mi ha detto è stata proprio su di lui. Fosse ancora qui, non saprebbe che farsene degli articoli come questo e dei servizi su di lui e se ne andrebbe al bar a festeggiare il Natale con una bottiglia di whisky.
E allora durante questi festeggiamenti, facciamo un brindisi in suo ricordo.
E' stato un 2014 colmo di soddisfazioni e non possiamo che ringraziarvi dell'affetto mostrato a questo piccolo blog, augurandovi Buone feste, e che il Natale vi regali bei momenti con le persone che amate e tanta buona musica. Auguri!

22 dicembre 2014

SANREMO 2015: I NOMI IN GARA





Ridatemi i vinili e i negozi di dischi. Ridatemi i messaggi in bottiglia, i libri con in mezzo un petalo di rosa e i Diari Vitt. Ridatemi le ore passate alla cabina telefonica, a imparare le parole dell'amore. Ridatemi i bambini che giocano a pallone per strada, le partite solo su Tutto il Calcio Minuto per Minuto e i tressette con gli amici, vi lascio Sky e gli smartphone.
Ridatemi chi il cassetto lo lascia chiuso e i sogni li stringe forte tra le mani. Ridatemi le donne che arrossiscono. Ridatemi chi guarda sempre oltre la siepe, chi riguarda lo stesso film dieci volte e dieci volte piange sulla stessa scena.
Ridatemi le radio libere, perché ora di Libero c'è solo il giornale e ne faccio volentieri a meno. Ridatemi lo stupore e l'ingenuità. Ridatemi Pertini, Falcone, Borsellino e la dignità. Ridatemi gli accendini ai concerti. Ridatemi chi sa perdere e magari anche chi continua a sognare di volare. Ridatemi chi insegue gli arcobaleni, chi coi piedi nel letame guarda alla Luna, chi anche sulla Luna ha l'umiltà di aiutare chi è nel letame. Ridatemi Pippo Baudo e i suoi cast sanremesi, degli ultimi non so che farmene.

                      UN CAST COLMO DI FORZATURE di Antonello Vanzelli

18 dicembre 2014

IL GRAN RIFIUTO DI DAVID BOWIE




"Però Giovanna io me la ricordo, ma è un ricordo che vale dieci lire e non c'è niente da capire", cantava De Gregori. Io invece ricordo Monica. Era piccina, mi guardava dal basso verso l'alto coi suoi occhioni da manga giapponese, e sorrideva sospettosa, senza mai aprirsi fino in fondo. Eppure riuscii a rubarle un angolo di complicità e diventammo amici. Parlavamo di musica, di ex che non capivano niente, di futuri possibili e sogni impossibili. Fu lei a farmi ascoltare i Coldplay per la prima volta, "Shiver", e fu subito feeling. Da lì a "Yellow" e "Trouble" fu un attimo.
Amici, sempre e solo amici, anche se a me piaceva in quel modo in cui ti piacciono gli arcobaleni, la nutella e la centomila del nonno. Peccato che a lei piacesse molto di più uno di cui non ricordo neppure il nome. Camminava in modo dinoccolato, ma aveva fascino e carisma. Gli piaceva il jazz e a me il jazz ha sempre fatto schifo. Finirono per mettersi insieme e ci perdemmo in fretta. E' rimasta la nostalgia di quei momenti, della musica ascoltata insieme e del cuore che batteva forte, un ricordo che vale dieci lire e non c'è niente da capire.

                     UN RICORDO CHE VALE DIECI LIRE di Antonello Vanzelli

16 dicembre 2014

IL MISTERO DELLA MORTE DI BRIAN JONES




Un uomo, il suo uomo, è lì. Sgrana gli occhi e lo vede, vicino al bordo della piscina, con le braccia larghe come se fosse in croce. Si muovono solo i suoi boccoli biondi cullati delle acque. Anna, la fidanzata di Brian Jones, grida. Il panico vibra veloce nelle vene, poi si tuffa, mentre quell’uomo, Frank Thorogood, rimane quasi impassibile. Lo porta in superficie, il cuore del polistrumentista e mente creativa dei Rolling Stones non batte più. Quando arrivano i soccorsi, Anna sta provando la respirazione bocca a bocca, dice che sente ancora il battito, continua, continuano anche loro, ma per l'uomo non c’è più niente da fare. Com’è morto Brian Jones? E’ stato davvero un incidente? E chi è Frank Thorogood?

                           INCIDENTE O ASSASSINIO? di Antonello Vanzelli

12 dicembre 2014

BRUTTE FIGURE





Vacanze natalizie di un'inverno già troppo lontano. Io, Antonio, Mino e una birra che ci sta aspettando. Varchiamo la soglia del "Piazza del Congo", il locale straripa di gente e di risate. D'un tratto ci troviamo davanti un viso conosciuto.
CiaoTerrycomestai?Beneevoi?Quantotempo,chebellovedervi e bla bla bla.
Al che, io ho la brillante idea di chiederle: "E Gildo?"
Ecco, lei e Gildo si erano lasciati mesi e mesi prima e io non ne sapevo un beneamato organo riproduttore maschile. Vedo il sorriso di Terry contrarsi in una smorfia indefinibile, che nemmeno Munch avrebbe saputo ritrarre, mentre una palla enorme di pelo rotola via, portandosi la mia boccaccia maledetta.
Ovviamente Antonio e Mino lo sapevano, ma gli amici a cosa servono, se non a riderci insieme quando fai una solenne figura emmè? Beh, anche a ricordartele vita natural durante, si...

                                           LE GAFFE IN MUSICA di Antonello Vanzelli

10 dicembre 2014

RITORNI




Sarà stato il terzo o il quarto anno di liceo. Mimmo, un carissimo amico, venne e mi disse: "Antonè, i nostri compagni delle medie stanno organizzando una rimpatriata. Ci andiamo?"
Non vedevo l'ora, non ci eravamo più visti. E poi volevo far bella figura con le più belle della classe. Non che mi avessero mai particolarmente calcolato, o forse proprio per quello. Mi sbarbai con cura, Denim come se piovesse, coprii le occhiaie e i brufolazzi (cit.) col fondotinta di mia madre (sic) e tirai fuori la camicia nuova. Aspettavo Mimmo per le 16, erano le 17 passate e ancora non si era visto. Dovetti attendere un'altra mezz'ora prima di vederlo arrivare a casa, ubriaco fracico. Aveva fatto una grigliata con gli amici e una birra aveva tirato l'altra, come ciliegie.
"Rotta per casa di Dio, ci stiam perdendo la festa", avrebbe cantato uno che la sa lunga di queste cose, e infatti rimasi mestamente a casa: Mimmo era in condizioni pietose e per poco non mi vomitava sul divano. Non ho più rivisto nessuno degli amici delle medie e quel pomeriggio mi fa ancora venire il magone.

                                      SPAZIO NOVITA' di Antonello Vanzelli

4 dicembre 2014

UNA VOCE, UN TEATRO, MILLE EMOZIONI



Si era al tramonto del 1998 quando Francesco Renga lasciò uno dei miei gruppi preferiti, i Timoria. Come in ogni storia d'amore, rimasero dietro rimpianti e lacrime, sia in loro che in noi fan. Pur avendo cambiato genere però e abbandonato il rock duro, ci sono rimasto sempre profondamente legato. Come dimenticare l’attesa per il suo primo album solista, le emozioni all'ascolto della coinvolgente "Affogo Baby" che fece da apripista al disco, e tutte le infinite discussioni con gli amici sulla nuova strada intrapresa. Ricordo ancora uno dei suoi primi spettacoli da solista a Roma: la platea chiamava a gran voce "Sangue impazzito" o "Senza vento", hit del periodo Timoria, ma difficilmente veniva - venivamo - accontentati. Renga sembrava restio a riproporre i pezzi composti con Omar Pedrini, o per questioni legali o semplicemente per dare un taglio netto alla sua carriera. Ricordi lontani. Passano le estati e gli inverni, ma l'affetto è immutato, e con lui le emozioni.

               FRANCESCO RENGA - MILANO 29.11.2014 di Antonio Chimenti

2 dicembre 2014

STUDENTESSI VS L'ALBUM BIANGO



La prima comitiva del paese aveva degli equilibri tutti suoi. C'era quello navigato, che con l'altro sesso ci sapeva fare e che al Nord era stato in un night club. Io non sapevo nemmeno com'era fatto un night club.
C'era poi l'amico paciarotto, buono ma silenzioso, e quello che parlava solo di calcio, ficcandoci Del Piero anche se si discuteva della crisi in Medioriente. C'era il barzellettiere e il timido, che però quando parlava erano sciabolate. C'era anche il brutto butterato che tornava a casa prima perché su Telecapri davano i porno e il pallonaro, che millantava storie di passione con forestiere: peccato che nella realtà si chiamassero tutte Federica.
Ecco, gli Elio e le Storie Tese sarebbero quegli amici che nella compagnia vorremmo ci fossero sempre, perché con loro la serata svolta e se sai che non escono, stai a casa anche tu. E quando è uscito "L'album Biango" ho ritrovato amici che non vedevo da tempo.

       ELIO E LE STORIE TESE - RECENSIONI FUORITEMPO di Antonello Vanzelli

1 dicembre 2014

CHE FINE HANNO FATTO?




Il  Crystal ball.
Il Pranzo è servito.
Porco il mondo che c'ho sotto i piedi!
L'Amiga 500, gli Sgorbions e l'Uniposca.
Il Burghy, le Zigulì e le Tabù.
Le musicassette e la coccoina. 
Io il 18 lo rifiuto!
A-Team e Genitori in Blue Jeans.
Il succo di frutta Billy, il Soldino e la Girella Motta, il Twister e il Blob.
A Peo, com'è che lo chiamavano? Lo schiantatope? Ma vattenaffanculo!
Benny Hill.
La Pista Polystil e le Hot Wheels.
La Polaroid sventolata e Ciripiripì Kodak!

Non so se gli Anni '80 siano stati migliori o peggiori, ma hanno lasciato dietro tanta nostalgia. Piccole cose, nulla che non abbiamo anche oggi, ma un tempo quelle piccole cose bastavano sul serio a essere sereni. Ti spruzzavi le mani di Vinavil e tiravi via, mentre guardavi Vito Catozzo o Jerry Calà fare gli idioti dall'altra parte dello schermo. Oggi vedo persone con lo sguardo fisso sul cellulare o sul tablet, tirare dritto senza nemmeno degnare gli altri di uno sguardo, abbruttiti dallo stress e incattiviti dal loro stesso - balordo - stile di vita. Li prenderei uno per uno e gli farei giocare a nascondino, a Indovina Chi?, all'Allegro Chirurgo e al Gioco della Bottiglia, per ritirare fuori il bambino che avevano dentro e che hanno perso da tanto tanto tempo.

                                     ICONE PERDUTE di Antonello Vanzelli