31 luglio 2015

BUONA ESTATE A TUTTI!




Mare a oltranza. Vagabondaggi in mountain bike, sempre col walkman a regime. Partite a calcio per strada sino all'immancabile "E' pronto!". Serate in giro con gli amici, col paese che pian piano si svuotava e rimanevi lì a goderti la pace delle tre di notte e la libidine dell'ultima birra. Ah, la mia adolescenza... Ora invece bisogna lottare per due settimane di ferie, in cui spesso non vuoi far altro che riposarti e passare un po' di tempo con i tuoi familiari. E anche se ogni anno tocca sorbirsi tormentoni sempre più ruffiani e inutili, per fortuna ci sono ancora i Dave Grohl, che - anche con una gamba rotta - riescono a far capire anche alle nuove generazioni che il cuore del rock batte ancora, sempre più forte. E proprio lui è venuto ad salutarvi per la pausa estiva. Antonello Vanzelli, Antonio Chimenti (autore della splendida caricatura) e tutto lo staff di Mexicotears vi augurano una meravigliosa estate!

28 luglio 2015

QUELLO CHE (FORSE) NON SAPEVI SUI PINK FLOYD




Gli hotel nell'immaginario del rock? Una fucina di aneddoti a luci rosse, piscine colme di ragazze vogliose e di sostanze di ogni tipologia, camere sfasciate, e piccole incredibili leggende metropolitane. Raramente i Pink Floyd hanno fatto parlare di se per questioni di questo tipo, anzi. Era il 1970 ed era appena uscito "Atom Heart Mother". Waters, Gilmour, Wright e Mason si trovavano a New Orleans per un concerto, quando la loro roba venne rubata. Tutta la strumentazione - dal valore di 40mila dollari, cifra enorme per l'epoca - sparì nel nulla. La polizia le provò tutte, ma di strumenti e amplificatori nemmeno l'ombra. Caddero tutti nello sconforto, il concerto non si sarebbe potuto tenere e qualcuno iniziò a pianificare il ritorno in Gran Bretagna. Poi sbucò una ragazza che lavorava nel loro hotel e disse: "Mio padre lavora nell'FBI, se volete io ci provo...". Che avevano da perdere? Waters e soci acconsentirono. Dopo poche ore tutta la strumentazione era tornata al proprio posto. Nessuna orgia, niente ragazze vogliose, una storia normale in una carriera che di normale non ha nulla, solo colori meravigliosi, quelli di un arcobaleno senza fine.

               TUTTI I COLORI DELL'ARCOBALENO PINK FLOYD di A. Vanzelli

24 luglio 2015

DUE DA RICORDARE




Stavano arrivando i quindici anni, erano lì, a portata di mano. Ero un ragazzino a modo, solare e tranquillo. Quella sera, a fine cena, era passato Vito, un vicino di casa, a salutare. Il telegiornale volgeva al termine quando diedero la notizia della morte di Alessandro Bono per Aids. E proprio Vito - che non aveva mai brillato per apertura mentale - commentò con un caustico: "Madonna che cose, lo avevano pure fatto andare a Sanremo..." e io scossi il capo, come se fosse una colpa portare addosso un male tanto terribile. Mi alzai da tavola e andai via...

                    IN RICORDO DI FEIEZ E ALESSANDRO BONO di A. Vanzelli

21 luglio 2015

TERREMOTO LITFIBA A MILANO





E' capitato a tanti grandissimi gruppi: dopo anni di successi la magia svanisce - vuoi per scazzi interni, vuoi per mancanza d'ispirazione - e ognuno va per la sua strada. Poi, quella stessa magia svanita si ricrea e decidono di riprovarci, chi dietro spinta dei discografici (vedi alla voce "dollaro sonante"), chi per necessità, chi ancora per voglia di tornare a calcare i palcoscenici più prestigiosi. Tanto si è detto del terremoto interno che frantumò la storia dei Litfiba alle fondamenta (se n'era parlato qui), ma da quando sono tornati insieme Piero Pelù e Ghigo Renzulli se la stanno proprio godendo. Del resto una reunion di questo genere rimane un evento tanto misterioso e nostalgico quanto entusiasmante. E' come se il tempo si fosse cristallizzato e tu sali sulla Delorean e vieni riportato indietro negli anni senza nemmeno sapere come.

                           LITFIBA - 17.07.2015 MILANO di Antonio Chimenti

20 luglio 2015

"EDO RINNEGATO" - EDOARDO BENNATO




Quel giorno la sveglia suonò che i galli erano ancora nella fase R.E.M.. Il cielo iniziava a stiracchiarsi nel suo letto di nuvole minacciose, mostrando i denti dell'inverno. Niente scuola, stavamo andando in montagna, che per uno che viene da Taranto vuol dire emigrare: la meta erano i monti lucani. C'erano anche gli zii e i cugini. Ricordo distintamente la BMW di mio zio Giuseppe che si conteneva, per non seminare la nostra malandata Ritmo. Flashback sparsi: mio cugino Nico che vomitò sangue (poi si capì che era una caramella gommosa alla fragola annegata nel caffèllatte); sciammo e facemmo la battaglia a pallate di neve, con una colpimmo la macchina della Polizia che non aveva di meglio da fare che venire a spaccar le balle a dei bambini che si divertivano. E poi ricordo la musica di quel viaggio: i Sanremo di Baudo, Gianni Togni, le canzonette Anni '60. Musica ingenua, alla fine papà mi ascoltò: mise su Edoardo Bennato e il viaggio cambiò.

                                   RECENSIONI FUORITEMPO di A. Vanzelli

16 luglio 2015

SEPARATI ALLA NASCITA




Da ragazzino la mia lettura preferita in spiaggia era Topolino: si, banale. Poi sono passato a Tex Willer e Dylan Dog. Mai amato le parole crociate, men che meno il Sudoku, la morte. Ora invece è una coltivazione intensiva di umani smartphonizzati, ormai nascono già con l'Iphone in mano. E visto che al mare la voglia di leggere è sempre meno (o confinata alle frasette concise di twitter, sia mai che il cervello inizi a funzionare...), ecco un articolo scacciapensieri sulle somiglianze nel mondo della musica, dello sport e dello spettacolo.
Iniziamo con una piuttosto curiosa: Ringo Starr dei Beatles e Yasser Arafat:

10 luglio 2015

LE CANZONI ITALIANE PIU' BRUTTE




Come la ventenne a cui fai il filo che si fidanza con il più idiota della comitiva.
Come il Super Santos che finisce nel giardino del vicino bastardo.
Come un film meraviglioso rovinato da un finale tirato via.
Come la radiolina a cui si scaricavano le pile appena prima di "Tutto il Calcio Minuto per Minuto".
Come la pizza che aspetti da mezzora e ti arriva bruciata.
Come quando apri il frigo e ti accorgi che le birre sono finite.
Come l'amico che ti pugnala alle spalle dopo dieci anni di amicizia.
Come un nuovo singolo che ascolti la prima volta e ti delude talmente tanto che lasciarti sconsolato.

                       SINGOLI SBAGLIATI E DELUSIONI di Antonello Vanzelli

6 luglio 2015

PLAGI MUSICALI? NO, OMAGGI!




Credo sia arrivato il momento di chiarire una volta per tutte che non esistono solo i plagi, ci sono anche gli omaggi. Ho notato come in tanti siano arrivati su questo blog digitando su Google "Ligabue plagio" e non ci è voluto poi molto a capire che si riferissero a "C'è sempre una canzone", primo singolo estratto da "Giro del Mondo" (e rivisitazione del pezzo scritto in origine per Luca Carboni). Ecco, a molti è sfuggito che il Liga ha volutamente citato "Numb" degli U2 e i Tears for Fears della celeberrima "Shout". Era così difficile immaginare che i rimandi - plateali - fossero voluti?

                                    OMAGGI MUSICALI di Antonello Vanzelli

3 luglio 2015

NOMADI & OMNIA SYMPHONY ORCHESTRA LIVE 2007




Scusa Luciana, se non ho avuto la pazienza di aspettarti.
Scusami Mina, se non mi sono comportato da uomo. Mi piacevi molto, ma non ero pronto.
Scusami Aileen, per non avere avuto il coraggio di crederci.
Scusami Azzurra, ero ancora un bambino.
Scusami Diana, dicevo di amarti e non era vero.
Scusa Stefania, per non aver preso quel treno.
Scusami Rosa, se non ci fosse stata la differenza d'età, allora... Forse...

                                          OCCASIONI PERSE di A. Vanzelli

2 luglio 2015

CANZONI CONTRO LA GUERRA




Questa è una storia vera, non è Hollywood. Nel 1942, in un campo di concentramento di Kiev, furono segregati dei calciatori ucraini di alto livello. Quando i nazisti lo vennero a sapere, li sfidarono per dimostrare la loro superiorità. Gli ucraini sapevano che avrebbero dovuto perdere, ma quando videro sugli spalti il loro popolo festante, non ce la fecero a metter da parte l'orgoglio: dominarono, vincendo 5 a 1 e regalando una speranza di riscatto alla propria gente. I tedeschi ingoiarono, proponendo una rivincita. Il mese dopo, lo Start (così si chiamava la selezione ucraina) affrontò un team di ufficiali nazisti, in uno stadio blindato dalle forza di occupazione. Il primo tempo si chiuse sul 3 a 1 per i prigionieri, che durante l'intervallo subirono minacce per perdere la partita. L'orgoglio e l'amor proprio però vincono ogni minaccia e dopo il 3 a 3 tedesco, gli ucraini dilagarono, vincendo 5 a 3. Questa storia ha ispirato il meraviglioso "Fuga per la Vittoria" con Sylvester Stallone e Pelè, film dal lieto fine: i detenuti infatti riescono ad evadere. La realtà è che i prigionieri con quella vittoria siglarono la loro condanna: furono fucilati o estradati in un lager, solo in due si salvarono. La vita non è Hollywood, nella guerra non c'è mai un lieto fine.

                  NON E' LA ROSA NON E' IL TULIPANO di Antonello Vanzelli