9 marzo 2013


I DISCHI CHE MI HANNO CAMBIATO LA VITA - Pt.1



Correva l'anno 2001, Potenza regalava nevicate e nuove amicizie ad un ragazzo che faceva finta di studiare i testi di Geologia e Geomorfologia.
Non troppo convinto rimettevo in sesto appunti presi a lezione, facendo zapping alla radio.
L'inconfondibile voce di Friedrick Van Stegeren, meglio conosciuto come Federico l'Olandese Volante, lanciò su RTL 102,5 "Sole spento", il nuovo singolo dei Timoria.
Un crescendo inarrestabile. Brividi. Emozioni. Nuvole e nuovi soli tutti insieme a illuminarmi.
Quel pomeriggio non lo dimenticherò mai.


                                            EL TOPO GRAND HOTEL - TIMORIA

L'uscita di Francesco Renga, storico vocalist del combo bresciano, aveva scosso le radici.
Omar Pedrini, leader e autore della maggior parte dei pezzi, lo aveva sostituito con Sasha Torrisi, ottima chitarra ritmica e nuova voce, una delle tante, nelle intenzioni dello stesso Pedrini.
C'era stato nel frattempo "1999", ottimo album di passaggio, lievemente acerbo in alcune scelte ma che riscosse critiche positive da parte di fan e giornalisti. Vendette 30mila copie, cifre che adesso garantirebbero il disco d'oro. Altri tempi.
Pedrini si crucciava del fatto che il produttore di "1999" non aveva spinto abbastanza sulle chitarre: il produttore era lui stesso e ne fece tesoro per l'album successivo.
I vecchi fan andarono in visibilio quando filtrarono le prime notizie, ovvero di un ideale seguito di "Viaggio senza Vento", il loro lavoro più apprezzato.
"Sole spento" conquistò l'airplay radiofonico, passando spesso anche sulle emittenti videomusicali della penisola. Ricordo quanto attesi l'album, andando un giorno si e l'altro pure nello storico negozio di Via Pretoria a chiedere se fosse arrivato.
No. Forse domani. Tranquillo arriva. Non so perchè sta tardando.
Era inverno e il vento tagliava il viso.Quando però arrivò, bastò poco a scaldarmi, con quella copertina così psichedelica.

SOLE SPENTO, song dedicata a tutti coloro che avevano scritto loro dal carcere, comincia con la voce di Sasha crescendo sino ad esplodere nel ritornello cantato da Omar. Arrangiamento perfetto e la meravigliosa voce di Lucia Tarì nel finale da pelle d'oca.
Il pezzo era stato scartato da Sanremo. Pippo Baudo, grande conoscitore di musica, quell'anno cannò alla grande, cercando di rimediare invitandoli l'anno dopo. Inutile dire che la sincera "Casa mia" non aveva lo stesso impatto e non colpì le grandi platee.


CIELO IMMENSO è una canzone delicata, impreziosita nuovamente dai gorgheggi della Tarì. Inizia con la voce profonda di Carlo Alberto Illorca Pellegrini, bassista del gruppo, per poi esplodere in un ritornello a più voci che ricorda certe atmosfere beat anni '60. L'intermezzo di flauto peruviano è un gioiello.

MANDAMI UN MESSAGGIO: La prima volta che la ascoltai pensai: "Eh? Che cavolo di pezzo balordo è questo?"
Continuai a skipparlo per poi provare a dargli un'altra chance. Mi accorsi di non avere capito una fava. Questo è un signor pezzo, dal testo graffiante
"Datemi un passaggio per sfuggire dai locali intelligenti 
e dagli sguardi dei clienti
con le loro auto nuove stretti a donne seminuove
senza libri e pessimi DJ"
che fu giustamente scelto come terzo singolo e che trovava la sua naturale dimensione nell'ambito live.

VINCENT GALLO BLUES è una ballata malinconica e sconsolata, un classico dello scrittore Pedrini.
"E c'è un vecchio amico che dirà Come va? Come ti va?
Come un vecchio blues, ecco come va..."
è una perla letteraria che da sola vale l'acquisto dell'album.
JOE Pt2: torna Joe, il richiamo è al protagonista di "Viaggio senza vento". Torna e lo fa con amarezza, le speranze sono state seppellite: vuole andare via e scappare in Messico. Un rock-funky di passaggio.

SUPERMARKET è rock-punk allo stato puro. Comincia con un cantato in francese, poi parte Omar che canta delle gesta di Joe che rapina supermarket con una pistola ad acqua e che invoca un "Aiutami" finale da applausi.

NEVE (IL CAPOSTAZIONE) è un pezzo semplice,in cui Omar lascia spazio a Sasha, grande amante dei treni (sempre lui il "Sole spento" cantava "Quando la vita sembra un treno lento, penso agli amici fuori e muoio dentro...").

1971 (LIVE IN AMSTERDAM) è un pezzo divertito e divertente, molto orecchiabile. Comincia con Omar che sussurra "In via Guicciardini" e poi si parte con una risata allegra. Joe è arrivato nella capitale olandese e vaga tra coffe shop, Piazza Dam, Van Gogh, Jim Morrison e Pippi Calzelunghe.
Sul finire citano "This is not a rebel song" ovvero "Sunday bloody sunday" degli U2.
Curiosità: su TV Sorrisi e Canzoni, il giornalista scrisse che nell'album c'era questo pezzo suonato live: scivolate di chi parla senza nemmeno ascoltare.

MAGICO, a mio parere, è forse il pezzo meno forte del lavoro, nonostante la buona prova di Sasha.

FERLINGHETTI BLUES è poesia: le parole di Lawrence Ferlinghetti, cazzutissimo poeta statunitense, si adagiano su un tappeto di sax e di applausi. Eleganza allo stato puro.

SUNDAY è un intrecciarsi di voci, in cui Omar Pedrini e Elena Skoko dei Cut giocano a fare Nico and The Velvet Underground, un omaggio sincero e riuscito, grazie soprattutto alla voce femminile, fascinosa e perfetta nel ruolo.

VALENTINE (L'ULTIMA TENTAZIONE DI JOE) è una scossa punk in cui appaiono il Chet Baker Hotel e Tokyo Decadence di Murakami. Il soldato Joe deve salutare Valentine, la sua pelle che è un prato bianco, e Amsterdam.

FEBBRE: Pezzo sentito, ben cantato da Sasha e Omar, e con un sax sontuoso di James Thompson.

MEXICO: Secondo singolo dell'album, riscosse buon successo di pubblico, anche grazie all'apporto degli scatenati Articolo 31, amici di Pedrini, da lui definiti i Timoria del pop/hip hop.
Ruvida e grintosa, segna l'esordio alla scrittura di Sasha; il pezzo inizia con la voce del Maestro Ghedi per poi innalzarsi con il ritornello dello stesso Sasha, ottimo.
J Ax in stato di grazia prende il largo augurando a tutti di prendersi il suo terzo dito,è omaggio.
La chiusura è con il clacson di Vittorio Gassman de "Il sorpasso", ennesima squisita citazione.


EL TOPO GRAND HOTEL: Joe arriva in questo albergo dove lo aspetta l'astronave pronta alla partenza.
Ci accompagna nuovamente la voce di Ghedi al ritornello corale. Momenti psichedelici e visionari che si aprono su una citazione di Alejandro Jodorowsky, artista poliedrico e regista de El topo,a cui si riferisce il titolo del cd.

MORK inizia con una citazione di Profondo Rosso di Dario Argento per poi aprirsi in una base metropolitana che si squarcia in un ritornello rabbioso, urlato,
"Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, parti per primo sei avvantaggiato...
Per me la dignità vale più di un cazzo di concerto ad Imola..." 
che fa riferimento ad un episodio realmente accaduto al gruppo: la loro esibizione all'Heineken Jammin Festival fu cancellata perchè arrivati in ritardo a causa di un incidente trovato per strada.
Joe è pronto a partire, Mork (l'indimenticato alieno interpretato da Robin Williams) lo prende per mano per portarlo su Europa 3.
Canzone priva di sbavature, sia a livello di testi che di musiche. Tanto di cappello.

In ALBA FRAGILE (ULTIMA NOTTE SULLA TERRA) fuoriesce tutta la capacità compositiva del reverendo Illorca, autore anche de "La cura giusta" e della successiva "Mr Run".
"Sento che sei con me in quest'alba fragile, io lo so tu sarai giovane per sempre..." 
Ballatona riuscita, Joe sta per partire, fa il punto della situazione prima di lasciare questo mondo. Lascia però aperta una speranza dicendo che forse un giorno tornerà qui.


Il cerchio si chiude con la scarica rock di CIELO IMMENSO Pt2: il viaggio è iniziato, c'è un cielo immenso via di qua e Joe dormirà sino a Europa 3.

Ricordo bene lo smarrimento del primo ascolto. C'era dentro il rock, il blues, il rap, l'hip hop, il punk, il funky, il metal, il jazz. Avevo 22anni e rimasi stordito, un pugno nello stomaco dato con la calma dei giusti.
Un cd così carico di suggestioni e di citazioni non lo avevo mai provato: incontrai Tognazzi, il portiere del Topo Grand Hotel (omaggiato con una splendida foto sul singolo di "Sole spento", gentile cadeau del figlio Ricky, fan dei Timoria), incontrai i Doors e Castaneda, appunto Jodorowsky, Vincent Gallo e Ferlinghetti; c'erano dentro i sogni di un gruppo di musicisti che volevano regalarci un altro sogno visionario dopo "Viaggio senza vento": ci siete riusciti ragazzi, si, ci siete riusciti.


1 commento:

Unknown ha detto...

Mi ricordo bene quel periodo (mi sa che abbiamo la stessa età)… c'erano davvero tante cose in quell'album. Bellissimo!