23 dicembre 2013

BUON NATALE




Natale era la canzone della Coca Cola, le scuole chiuse e i regali sotto l'albero. Era la pasta al forno di nonna, la tombolata coi parenti e il nonno che ti sgancia furtivamente la 50mila. Era la poesia da recitare in piedi sulla sedia. Ora Natale non è più niente. Si cresce e diventa un giorno come un altro.
Per un'ultima volta, però, voglio tornare in piedi sulla sedia. Voglio infatti ringraziare chi ha seguito questo blog, chi ha scritto e chi ha avuto la pazienza di leggerci, chi ci ha criticato e chi invece ci ha fatto una carezza. Si dice che a fine anno si debbano tirare le somme. Beh, stiamo per tagliare il traguardo delle 60mila visite, un risultato insperato quando io e Antonio Chimenti abbiamo iniziato, quindi non possiamo che abbracciarvi uno ad uno e augurarvi un felice Natale e un ancor più felice 2014.
Si, il Natale non è più quello di una volta. Però la pasta al forno di nonna c'è sempre, e anche il nonno che furtivamente ti sgancia la 50euro. Se poi arrivano gli AC/DC a farci gli auguri, come si fa a non farsi prendere dallo spirito del Natale?


20 dicembre 2013

PERCHE' SANREMO E' SANREMO, FORSE




Un tempo gli uomini andavano a caccia o in guerra. Ora guardano i programmi di cucina in tv. Io nemmeno ce l'ho una tv. E non ne sento la mancanza, quando voglio gustarmi un film o una partita di calcio mi basta la rete ad avere il mondo a portata di mouse. Eppure c'è un programma che seguo ogni anno con lo stesso immutato piacere di quando ero piccolo: il Festival di Sanremo. Aborro quei radical chic che dicono "Ma davvero guardi il Festival? E' il solito schifo!" e poi non si perdono una puntata del Grande Fratello. Anche perchè per parlarne male bisogna vedere e ascoltare. E quest'anno a parlarne male si è cominciato presto: è bastato scorgere i nomi in gara. Una smorfia è scappata anche a me.
Quando ero piccolo, Sanremo era un appuntamento imprescindibile, come Pasquetta con gli amici o il pokerino notturno a Natale. Mamma comprava TV Sorrisi e Canzoni, con la copertina con i cantanti in posa e i testi delle canzoni, e Baudo era sempre lì: lo scongelavano ogni anno appositamente. Mi è sempre piaciuto quel friccicore del primo ascolto, e quella piacevole tensione nell'aspettare uno dei tuoi artisti preferiti, sperando portasse la canzone perfetta. Si, tutto smaccatamente nazionalpopolare, lo ammetto, ma nel jingle "Perchè Sanremo è Sanremo" c'è tutta una tradizione italica dura a morire. E quella tradizione a me piace.

                                       IL CAST DI SANREMO 2014

19 dicembre 2013

IL RITORNO DEGLI AUTARCHICI





Era l'inizio degli anni zero. Con un'amica si discuteva di musica e lei affermava che gli anni '90 avevano sfornato poca musica interessante, o comunque, oltre ai nomi conosciuti, c'era ben poco. A suo avviso, tutto era finito negli anni '70 e '80: non c'erano più band come i Led Zeppelin, gli Who, gli Area, o cantautori come De Andrè e Gaetano. Io al contrario sostenevo che era presto, che bisognava lasciar sedimentare le cose: i grandi vengono sempre fuori alla distanza.
Oggi: 2013 moribondo e 2014 lì lì per nascere. Eccomi sotto il palco dell'Hiroshima Mon Amour, storico locale torinese, con la mia fida Canon. L'età media del pubblico travalica i 35anni: finalmente! Dopo l'ultimo concerto hipster a cui ero stato, mi ha rincuorato non essere il più anziano in sala.

              MASSIMO VOLUME - TORINO 13.12.2013 di Vito Possidente

18 dicembre 2013

QUANDO IL ROCK FINISCE DIETRO LE SBARRE





"E' tanto che non ci sentiamo. Volevo solo farti tanti auguri di buon compleanno. Un abbraccio."
Fa sempre piacere ricevere messaggi del genere a Dicembre quando compi gli anni ad agosto. Chiarimmo in fretta l'equivoco, Emma aveva sbagliato numero ma risposi in modo simpatico (altresì detto piacione) e da lì' iniziammo a messaggiare. Avevo poco più di vent'anni, un'epoca fa: facebook non esisteva e internet lo usavano quattro gatti. A quel tempo la Christmas card della Vodafone era una manna dal cielo. Non sapevo che faccia avesse, eppure nacque del feeling. Fortuna volle che fosse pugliese come me. C'era tuttavia qualcosa che non mi tornava: chiudeva le conversazioni in fretta, spariva per giorni, si nascondeva quando andavo sul personale. Alla fine capii:
"Sei sposata vero?"
"Si."
Aveva anche un bimbo, ma me ne fregai. A quell'età l'ormone è un tifone che travolge tutto, anche la ragione, e non vedevo l'ora di incontrarla. Partii con la mia vecchia Opel Corsa scassata, c'erano 150km da fare. Gli amici puntavano su di me, sembrava quasi una missione.
Respiravo emozione, paura, senso del brivido, eccitazione. Fu bello abbracciarla, persa in un sorriso più lucente del mio. Era lì per me, nonostante un marito, nonostante avesse tutto da perdere.
Non potevamo certo camminare mano nella mano o mangiare qualcosa, c'era il grosso rischio fosse scoperta, abitava in un paesino. Ci fermammo in un parcheggio riparato, per coccolarci. La cosa ovviamente ci sfuggì di mano e ci ritrovammo mezzi nudi. Ero a mille, stava andando tutto bene, quando vidi arrivare la luce dell'auto della polizia. Panico.

                                            ARRESTI ECCELLENTI

16 dicembre 2013

IL MATTINO HA IL PLAGIO IN BOCCA





Non so perchè la questione plagio faccia incazzare così tanto. Se fai notare ad un fan che il suo artista preferito ha scopiazzato dal compagnuccio di banco, sembra quasi tu gli stia insultando la madre. Capisco bene quando le accuse sono infondate (su youtube è pieno di canzoni accomunate tra loro che avranno si e no tre note in comune), ma talvolta lo sporco è talmente evidente che non si può far finta di nulla e nascondere tutto sotto il tappeto (musicale). E certo non cambia nulla prendersela, perchè spesso ci sono dietro strategie discografiche, chiare scelte del produttore o accordi sottobanco che noi non immaginiamo neppure. Insomma, incazzatevi se vi fregano il portafoglio, se vi fanno le corna o se vostra suocera spacca i cabbasisi a oltranza. Per queste cose credo sia inutile. Ora scusate, m'hanno fregato il portafoglio.

                                 NEL GIARDINO DEI PLAGI MUSICALI

13 dicembre 2013

NON TUTTI I CD RIESCONO COL BUCO





Dal pannello di controllo di blogger, si può risalire al modo in cui i visitatori giungono su questo sito. Esempio? In molti gugolano "Beatles sesso droga" e trovano uno dei miei articoli tra i primi risultati.
Quest'estate ho avuto parecchi visitatori che cercavano "Nek flop", perchè si imbattevano in un mio vecchio articolo riguardante il fallimento del film "Laura non c'è". Non cercavano quello, si riferivano evidentemente al flop commerciale del suo ultimo album "Filippo Neviani". Album suonato interamente da Nek, intitolato col suo nome di battesimo e dedicato alla memoria del padre scomparso... Insomma, un lavoro sentito e personale, eppure non è andata come sperava.

          I FLOP DELLA MUSICA - NEK, BRITTI E IL CLAN DELLA DE FILIPPI

12 dicembre 2013

THROUGH THE NEVER, THROUGH THE BUSINESS





Il torneo universitario di calcetto del 2004 rimarrà sempre ben impresso nei miei ricordi. Lo organizzarono dei miei coinquilini, grandi figli di buona donna. Non ci andavo molto d'accordo, erano più piccoli oltre che più stupidi: passavano le giornate a dormire e a cercare un modo per fottere il prossimo. E si, riuscirono a fottere anche me...
Avevo tirato su una bella squadretta, tutti grandi amici quindi risate a non finire. Zero campioni ma eravamo ben messi, e poi lo facevamo per divertirci. Caso vuole che finiamo nel girone dei miei compagni di casa. Entrambi vinciamo le prime due partite. La terza è in programma il lunedi mattina, ma durante il weekend, ricevo una strana telefonata. Numero anonimo... Il tizio, presentatosi come uno degli organizzatori, mi dice che la partita è stata spostata dalla mattina al pomeriggio. Va bene, dico, no problem. Giro di telefonate e avviso tutti.
In casa i miei coinquilini non ci sono per chiedere conferma ma mi fido. E faccio malissimo: era tutto un bluff per farci fuori. La partita era sempre per il lunedi mattina e noi ovviamente non ci presentiamo: perdiamo a tavolino. Quegli stronzi avevano organizzato tutto alla perfezione.
Non è finita. L'ultima partita loro dovevano giocarla con noi, e non erano ancora qualificati. Noi eravamo già fuori ma loro dovevano vincere. Da una parte noi, incazzatissimi; dall'altra loro, tranquilli e tronfi. Andarono sotto 2 a 0 riuscendo a rimontare solo nel finale, ma non oltre il 2 a 2. Giocammo alla morte, e io la ricordo come una delle mie migliori partite di sempre. Non ci qualificammo noi, ma neppure loro, e rosicarono ancora di più, convinti com'erano di essere già ai quarti.
Entrambi i miei coinquilini, qualche giorno dopo, si ritrovarono l'auto con le quattro gomme bucate. Non si venne mai a sapere chi fosse stato...

                          IL FILM DEI METALLICA - FLOP O NO?

11 dicembre 2013

DA MISTER HIDE A DOTTOR JEKILL





Torno giù dai miei solo due volte l'anno. Poco, pochissimo. Una volta lì, ho bisogno di poche cose per stare bene. Tra queste, le mie cianfrusaglie accumulate sin dall'infanzia in cartoni e mobili in garage: in quell'inutile c'è la mia vita. Conservo ancora le orribili sorpresine di gomma del Mulino Bianco di quando ero piccolo, i quaderni delle elementari con su scritto "Bravissimo" della maestra Frigiola. I vecchi Topolino mischiati ai Tutto Musica, gli Sgorbions e le macchinine tra cui quella che mettendola nel freezer cambiava colore. E che dire dei pacchi di fiammiferi di Italia '90, del marsupio della Juve, dell'orologio di jeans della Benetton e della collezione di fogliettini dei Baci Perugina? Tutto molto kitsch. mio padre vorrebbe buttare tutto. Se ci prova, gli metto la Fanta nel Primitivo.
L'ultima volta, tra l'album di figurine di Beverly Hills 90210 - che avete capito? Era di mia sorella - e quello dei calciatori del 1994, è apparso il più figo di tutti: l'album del wrestling. Ultimate Warrios, Andrè The Giant, Macho Man Randy Savage... Tutti eroi per noi pischelli di inizio anni Novanta. Ci credevamo davvero alle loro sanguinose mazzate e alle incredibili vittorie di Hulk Hogan, che dal coma riusciva sempre a resuscitare e a spazzare via l'Undertaker di turno. Lo trasmettevano su Italia 1 e mi innamorai alla follia di una delle sigle musicali. Non si poteva mica shazzammare a quel tempo, e figurarsi se c'era Yahoo Answers, quindi rimasi con l'atroce dubbio su chi fosse a suonare quell'orgasmante assolo di chitarra.

                              MARK KNOPFLER - MONEY IS NOTHING

9 dicembre 2013

DONNE DU DU DU




Le donne e la musica, un binomio talvolta schizoide. Quanti uomini ho visto immolare i propri ottimi gusti musicali in nome del "triangolino che ci esalta" di Eliana memoria; quanti ne ho visti impazzire di fronte a donne dall'equilibrio di un elefante alcolizzato; quanti altri hanno mollato sconvolti da donzelle con caratteristiche perfette per un racconto di Bukowski. Qualche esempio? Vai col tango, dirige l'orchestra il Maestro Vince Tempera. Ah, è un articolo che mira solo ad essere scherzoso, se non lo dico rischio di ritrovarmi le femministe sotto casa a lanciarmi le molotov...

La Yoko Ono - Si innamorerà perchè suonate in un gruppo. Andrà in estasi, sempre vogliosa di voi e del vostro fascino da rocker maledetto. Quando vedrà che la band vi succhia tre quarti del tempo libero, inizierà a ingelosirsi e farà di tutto per farvela mollare. Quando avrà raggiunto il suo scopo, perderà interesse perchè non siete più così maledetti e vi lascerà.

La commessa - Dopo anni ad ascoltare la musica tunz tunz sparata al massimo dentro Terranova o H&M, ha l'encefalogramma musicale piatto. Se provi a farle ascoltare i Queen, ti lancia dietro un tacco dodici. Se azzardi un cd dei Pink Floyd, ha una crisi epilettica che si stoppa iniettandole in vena un mp3 di Gigi D'agostino. Irrecuperabile. 

                       20 TIPOLOGIE DI DONNE IN MUSICA (E AMORE)

6 dicembre 2013

UNA NOTTE DI ORDINARIA MAGIA





L'università, anni di vino, amici e playstation. Capitavano anche serate grigie, rinverdite da stille di buona musica. Non mi perdevo mai i bellissimi Live di RadioItalia: i Litfiba con Cabo, Enrico Ruggeri, i Timoria e, last but not least, i Negrita.
Correva il 2001 quando andarono a presentare "Radio Zombie", discone dai testi illuminati. Fu una serata particolare, in cui si alternarono video dei loro successi, canzoni live e telefonate da casa. Un ragazzo chiese a Pau: "Senti, ma che vuol dire 'passare dal sesso a fare l'amore?". E lui: "Beh, mi pare abbastanza chiaro. Senti, passami i tuoi genitori..."
Quella serata fu un rock blues intriso di colori pastello. La band riarrangiò i pezzi in chiave acustica e un altro fan lanciò la pietra: "Potrebbe essere l'idea per un disco unplugged?" e il frontman toscano, dalla battuta sempre pronta, rispose: "Si, non sarebbe male. Ma fai il discografico te?"
E' bastato attendere un alito di tempo e il cerchio si è chiuso da solo: a distanza di dodici anni è infatti arrivato nei negozi "Dejà Vu", il doppio live unplugged dei ragazzi aretini. Chissà se quel ragazzo è davvero diventato un discografico, certo è stato buon profeta.

                                        NEGRITA - MILANO 02.12.2013

4 dicembre 2013

LONG WALK TO FREEDOM, LONG LIFE TO ROCK




Le nuvole sono fragili ricordi che se ne vanno altrove.
VideoMusic.
Umberto Smaila e Colpo Grosso.
Gigi la Trottola e le mutandine bianche di Anna.
Le Mille lire di carta con Marco Polo.
"M'avete preso per un coglione..." - "No sei un eroe!"
Le Ragazze Coccodè di Indietro Tutta.
Fujiko che manda in bianco Lupin.
"Sacchi... 3".
Le Polaroid.
Le Ore.
La Girella e lo Yo-Yo Motta.
Il culo della testimonial delle Morositas.
Il Dos e il Das.
Nomi, cose, città.
"Che cavolo stai dicendo, Willis?"
Lamù e il suo completino leopardato.
Il Winner Taco, il Blob - altresì detto Cono Palla - e il Solero.
I gettoni per telefonare.
Moana Pozzi.
Alf e Hazzard.
Attila, flagello di Dio.
Tonino Carino da Ascoli.
"Son sempre io, il paninaro!"

                                                                    ORDINARY LOVE - U2

2 dicembre 2013

SOGNI DI MUSICA E PAROLE



 

Italia, popolo di santi, poeti e navigatori. Questo tanto tempo fa. Non sto a dilungarmi sul perchè i santi siano diventati pedofili e i navigatori degli assassini di gente in crociera. I poeti no, ci sono ancora, anche se non li legge più nessuno. Tutti scrivono e nessuno legge, infatti siamo uno dei popoli più ignoranti d'Europa. I veri poeti degli ultimi decenni si sono reinventati, imbracciando una chitarra e mettendo il sale sulle piaghe della nostra società - penso ai De Andrè, ai De Gregori, ai Guccini.
Dietro ad una grande canzone, a volte, ci sono dei grandi parolieri che rendono speciale l'amplesso tra musica e parole, e qui la menzione è per Mogol o per Valerio Negrini, storico autore dei Pooh.
In Italia, tutti vogliono arrivare, tutti sognano la televisione e la top ten di Itunes, ma c'è bisogno di grandi canzoni, e lì arrivano autori come Roberto Casalino, uno che in pochi anni ha firmato alcune delle più importanti canzoni pop della scena tricolore. Il paragone con i nomi succitati è ancora azzardato ma, se manterrà la testa sulle spalle e l'umiltà che traspare da questa chiacchierata, continueremo a sentirne parlare per tanto tanto tempo.

                                                 INTERVISTA A ROBERTO CASALINO