20 dicembre 2013

PERCHE' SANREMO E' SANREMO, FORSE




Un tempo gli uomini andavano a caccia o in guerra. Ora guardano i programmi di cucina in tv. Io nemmeno ce l'ho una tv. E non ne sento la mancanza, quando voglio gustarmi un film o una partita di calcio mi basta la rete ad avere il mondo a portata di mouse. Eppure c'è un programma che seguo ogni anno con lo stesso immutato piacere di quando ero piccolo: il Festival di Sanremo. Aborro quei radical chic che dicono "Ma davvero guardi il Festival? E' il solito schifo!" e poi non si perdono una puntata del Grande Fratello. Anche perchè per parlarne male bisogna vedere e ascoltare. E quest'anno a parlarne male si è cominciato presto: è bastato scorgere i nomi in gara. Una smorfia è scappata anche a me.
Quando ero piccolo, Sanremo era un appuntamento imprescindibile, come Pasquetta con gli amici o il pokerino notturno a Natale. Mamma comprava TV Sorrisi e Canzoni, con la copertina con i cantanti in posa e i testi delle canzoni, e Baudo era sempre lì: lo scongelavano ogni anno appositamente. Mi è sempre piaciuto quel friccicore del primo ascolto, e quella piacevole tensione nell'aspettare uno dei tuoi artisti preferiti, sperando portasse la canzone perfetta. Si, tutto smaccatamente nazionalpopolare, lo ammetto, ma nel jingle "Perchè Sanremo è Sanremo" c'è tutta una tradizione italica dura a morire. E quella tradizione a me piace.

                                       IL CAST DI SANREMO 2014


Mi è scappata una smorfia sul cast, dicevo. Ecco, i cast di Baudo erano spesso sovraccarichi (ricordo edizioni con 20 canzoni in gara, troppe), ma anche molto eterogenei come gusti. Quello di quest'anno lo vedo davvero male assortito. Vediamo i nomi in gara:
  • Raphael Gualazzi feat. Bloody Beetroots con "Liberi o no" e "Tanto ci sei"
  • Arisa con "Lentamente" e "Controvento"
  • Noemi con "Bagnati dal sole" e "Un uomo è un albero"
  • Perturbazione con "L'unica" e "L'Italia vista dal bar"
  • Cristiano De Andrè con "Invisibili" e "Il cielo è vuoto"
  • Francesco Sarcina con "Nel tuo sorriso" e "In questa città"
  • Francesco Renga con "A un isolato da te" e "Vivendo adesso"
  • Giusy Ferreri con "L'amore possiede il bene" e "Ti porto a cena con me"
  • Antonella Ruggiero con "Quando balliamo" e "Da lontano"
  • Renzo Rubino con "Ora" e "Per sempre e poi basta"
  • Frankie Hi-Nrg con "Pedala" e "Un uomo è vivo"
  • Giuliano Palma con "Così lontano" e "Un bacio crudele"
  • Riccardo Sinigallia con "Prima di andare via" e "Una rigenerazione"
  • Ron con "Un abbraccio unico" e "Sing in the rain"
Andiamo con ordine. Raphael Gualazzi: terza partecipazione in quattro anni. Ha preso il posto di Baudo all'Ariston e lo scongelano ogni anno? Battute a parte (e chi scherza?), Gualazzi è diventato sinonimo di "qualità trasversal/bipartisan" e quindi "mettiamocelo che così facciamo contenti tutti". Tutto bello, tutto giusto, ma a Sanremo vedere sempre gli stessi artisti è di una pesantezza mortale. E non mi lascia tranquillo la sua accoppiata con i Bloody Beetroots, genietti dell'elettronica con seguito in tutto il mondo. Spero di essere smentito, del resto il duetto del gruppo con Paul McCartney m'ha fatto godere non poco.
Cosa ci fa Renzo Rubino tra i big? Domanda che si stanno facendo in molti, soprattutto quelli che non hanno idea di chi sia. Io lo so e continuo comunque a chiedermelo. Fazio deve proprio essersi invaghito del talento tarantino, visto che già lo scorso anno calcava il palco tra i Giovani. Nonostante abbia lasciato ben poche tracce, ora è tra i big: perchè? 
Frankie Hi-Nrg è un personaggio stuzzicante, oltre che particolare. Come lo definisci uno che in Italia faceva l'MC già negli anni '90, terra in cui l'hip hop e il rap non avevano alcuna tradizione? C'erano lui, gli Articolo 31, Bassi Maestro, i Sangue Misto e poco altro. E lui lo faceva bene. "La Morte dei Miracoli", l'album contenente "Quelli che benpensano", fu un successo da centinaia di migliaia di copie. Non si può dire sia uno prolifico il buon Francesco Di Gesù, solo cinque album di studio dal 1992 ad oggi: ottimi successi ("Ero un autarchico") e rare basse maree, una coincisa proprio con la partecipazione a Sanremo nel 2008 con "Rivoluzione". Non so perchè non funzionò appieno: mi piaceva, non era tuttavia al livello delle sue cose migliori.
Vi ricordate chi cantava il ritornello di "Quelli che benpensano"? No? Non ci siamo... Era proprio quel Riccardo Sinigallia con cui Frankie dividerà il palco nella città ligure. E sempre loro due contribuirono alla scalata dei Tiromancino, perchè - e anche qui molti l'avranno dimenticato - i due erano insieme a Zampaglione quando portò la splendida "Strade" a Sanremo Giovani (2° posto nel 2000). Ne è passata di acqua sotto i ponti e il rapporto con i Tiromancino si chiuse malamente, ma quella è un'altra storia. Io so solo che "Bellamore" di Sinigallia è una canzone splendida, un abbraccio mattutino alla donna che ami in un letto di petali di rose. Insomma, è uno di quelli che seguirò con maggior interesse.

La presenza di Giusy Ferreri era una di quelle preannunciate da settimane. Il suo è un ritorno (quante volte ho sognato di dirlo...), avendo già calcato il palco nel 2011 con "Il mare immenso", gradevole episodio pop. Torna a collaborare col fido Roberto Casalino (di cui trovate una lunga intervista qui), l'autore dei suoi primi successi, e vedremo se la collaborazione sarà nuovamente fruttuosa.
Anche per Arisa e Noemi si tratta di un ritorno, dopo la fortunata esperienza del 2012 in cui erano finite entrambe sul podio, bruciate sul filo di lana da Emma Marrone. Quel palco ha sempre portato bene a entrambe: Arisa ha vinto nei giovani nel 2009, bissando il successo con "Malamorenò" l'anno dopo. Noemi suggellò la partecipazione a X-Factor con "Per tutta la vita". Se devo trovare il pelo, anche loro le ho viste troppo spesso negli ultimi anni. Migliaia di cantanti in Italia e poi gira che ti rigira, ci sono sempre gli stessi nomi... Fantasia saltami addosso.
Cristiano De Andrè mi fa incazzare. Non che sia tra i partecipanti, mi fa incazzare sapere quanto abbia sprecato il suo talento sino ad ora. Pezzi meravigliosi come "Dietro la porta" in un Sanremo troppo lontano da poterlo toccare, alternati a periodi di buio completo, nel mondo discografico e soprattutto nel privato. Spero porti una "Lady Barcollando" e non la trascurabile "Un giorno nuovo" del Sanremo 2003.
Discorso simile potrei farlo per Giuliano Palma: grandioso con i Bluebeaters, dannatamente efficace in coppia o nei featuring (i Messaggeri della Dopa, i Casino Royale, i Club Dogo, La Pina), tristemente moscio quando se la canta da solo. E' uno dei grandi misteri della musica italiana il perchè questo ottimo vocalist e autore non riesca mai a spiccare il volo. Ci aveva provato a inizio millennio ma "Gran Premio" non aveva convinto; ci ha riprovato quest'estate ma il singolo con Marracash non era dei migliori, mettiamola così. Si spera concretizzi al meglio quanto seminato finora, ce lo auguriamo tutti, altrimenti i Bluebeaters lo aspettano e la cosa non può che farci felici ugualmente.
I Perturbazione sono un qualcosa di diverso. Fazio è andato a pescare nell'indie questa band di indubbia eleganza e dalla lunga gavetta, ma che non mi ha mai fatto impazzire. Davvero non c'era di meglio? Marta sui Tubi 2.0.
Fa piacere ritrovare Antonella Ruggiero, alla undicesima partecipazione e ospite proprio dei Marta sui Tubi la scorsa edizione. La vittoria nel 1978 con i Matia Bazar, il secondo posto con "Amore lontanissimo", il podio con "Echi d'infinito" e svariati premi della critica: insomma, una garanzia di qualità.

Curiosando in giro per la rete, ho letto più volte un "Ma Francesco Sarcina chi è?" e questo la dice lunga sulla cultura media italica in fatto di musica. E l'ex cantante de Le Vibrazioni - band con cui andò a Sanremo nel 2004 con "Ovunque Andrò" - è proprio per questo motivo che si presenta in gara. Dopo l'ottimo successo estivo di "Tutta la notte", seguito dall'elegante ballata "Odio le stelle" (ancora in rotazione radiofonica), c'è curiosità di capire che direzione musicale voglia intraprendere senza la band con cui ha raggiunto il successo.
La prima partecipazione di Ron è stata nel lontanissimo 1970. Aveva solo 16anni e portò "Pà diglielo a Mà" in coppia con Nada. Ha vinto nel 1996 con "Vorrei incontrarti fra cent'anni" in coppia con Tosca, vittoria molto discutibile la sua, tra plagi e brogli ai danni degli Elio e le Storie Tese (come raccontato qui). La sua partecipazione accontenterà la frangia più nazionalpopolare, ma meglio lui di tante altre vecchie glorie incartapecorite.
Chiudo - non casualmente - con Francesco Renga. A riveder le immagini della sua partecipazione nel 1991 con i Timoria (premio della critica per i giovani istituita apposta per loro quell'anno) mi scappa una lacrimuccia. Sono seguite altre cinque partecipazioni e, a parte l'impalpabile "Uomo senza età", ha sempre regalato delle perle, tra cui "Angelo" con cui ha meritatamente trionfato nel bonolisiano Festival del 2005. Ho già avuto modo di parlare dei suoi alti e bassi recenti e secondo me si gioca tanto, tantissimo del suo futuro. No, non deluderà.

A vederlo nell'insieme, ci sono fin troppe scommesse e nomi azzardati. Continuo poi a non capire la formula a due canzoni: non avrebbe maggior senso preparare un cast a 16-18 artisti?
Rispetto poi al cast dello scorso anno (Gazzè, Silvestri, Elio, Malika Ayane per dirne alcuni) c'è un abisso. La parola d'ordine secondo Fazio doveva essere la "contemporaneità" ma c'è dell'incoerenza di base, visto che gli artisti sono quasi tutti navigatissimi. Mi sta benissimo che abbia finalmente dato un taglio ai figli di "Amici" e dei talent, ma dov'è finito il rock? Negli anni passati c'erano sempre gli Afterhours, i Negrita, i Timoria stessi, i Subsonica, i Bluvertigo... Non bastano i Perturbazione, che di rock hanno ben poco.
Altro acido sale vedendo gli esclusi. I Nomadi si meritavano lo schiaffo dell'esclusione proprio nell'anno del loro cinquantenario? Non credo proprio, assurda caduta di stile di Fazio, per fare spazio a chi, ai Rubino? Siamo seri.
Sembra poi che tra i papabili ci fossero Britti (bocciato per il secondo anno consecutivo), Nek, Dolcenera e Alice. Evidentemente non erano abbastanza contemporanei... Spiace non ci sia il gustoso trio Fabi-Silvestri-Gazzè, dicono non fossero pronti. Fazio sono due anni che invita il bravo Niccolò Fabi, ma in entrambi i casi non aveva un disco pronto: massima stima, un altro ci sarebbe andato di corsa, arrangiando un album alla bell'e meglio.
In un lampo di lucidità, la giuria ha - per fortuna - fatto fuori la coppia Violante Placido - Roberto Dell'Era (bassista degli Afterhours), almeno quello. Cara Violante, te la cavi anche (vedi "Bang Bang", in duetto con Mauro Ermanno Giovanardi), ma non sentiamo la necessità di nuovi cantanti estemporanei/improvvisati, ne abbiamo già molti in Italia.
Fazio ha confermato la squadra dello scorso anno, con Luciana Littizzetto: l'effetto "minestra riscaldata" è dietro l'angolo. L'ultima parola resta sempre alle canzoni; le mie congetture al momento sono polvere d'angelo, senza ascolti alle spalle. Magari la mia smorfia si trasformerà in sorriso, è quello che spero. Altrimenti scongelate Baudo, inizio già a sentirne la mancanza.

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