30 aprile 2015

RACCOLTI - MODENA CITY RAMBLERS




Ho un debole per chi si ferma a giocare con ogni randagio che incontra, per chi usa la vibrazione sul cellulare (si, esiste), per chi ai concerti continua ad alzare al cielo l'accendino.
Ho un debole per le donne che arrossiscono, per quelle che fanno il tiramisù e le polpette, per quelle che "Mi piace l'uomo con un po' di pancetta", per quelle che il bicchiere lo vedono sempre mezzo pieno e se lo bevono d'un fiato.
Ho un debole per gli uomini che ancora regalano dischi, per quelli che "Oh quanto tempo...Come stai? Dai, allora ci si vede!" e poi ti chiamano sul serio, per quelli che sono più pettegole di una comare di paese.
Ho un debole per chi aiuta un anziano, per chi torna nei posti in cui è cresciuto e si commuove, per chi ogni tanto va in garage a togliere la polvere dai giochi della sua infanzia. E si, ho un debole per quegli album che profumano di pane appena sfornato. Come "Raccolti" dei Modena City Ramblers.

                               RECENSIONI FUORI DAL TEMPO di A. Vanzelli

27 aprile 2015

STORIE DI ROCK E DI BURLONI




Su Keith Moon, il compianto batterista degli Who e uno dei più grandi di sempre, si potrebbero scrivere enciclopedie e forse non basterebbero a racchiudere tutte le sue follie. Se penso che Dio si sta godendo una band con Freddie Mercury alla voce, Jimi Hendrix e Brian Jones alle chitarre, Cliff Burton al basso e Keith Moon dietro le pelli, ci rosico un bel po'. Sto divagando, stavamo parlando di Moon appunto. Non si contano le camere d'albergo sfasciate, gli incidenti, le bombe fatte esplodere qui e là (già, le bombe...) e le volte che ha rischiato la galera per i motivi più disparati. Era però un ragazzo d'oro, benvoluto da tutti, anche perché aveva sempre un sorriso contagioso stampato in volto. Ed era famoso per i suoi scherzi, a volte talmente ingegnosi da lasciare a bocca aperta.

                                            SCHERZI di Antonello Vanzelli

23 aprile 2015

LE COPERTINE MUUUSICALI




C'è chi piazza il primo piano in copertina, puntando sul proprio accattivante faccino. Chi se la gioca con fotografie suggestive o panorami mozzafiato. C'è poi chi coglie la mela dall'albero della perfezione anche senza strafare: la trasversata sulle strisce di Abbey Road, un bimbo che nuota rincorrendo un dollaro, un prisma di luce. C'è chi invece va dritto al sodo: la patta degli Stones, il culo di Bruce Springsteen, il discutibile nudo di John Lennon e signora.
E c'è anche chi si inventa copertine che all'apparenza sembrano prive di senso. Ecco, quando ho visto quella di "Atom Heart Mother" dei Pink Floyd ho pensato: "Come gli è venuto in mente di metterci una mucca?". Poi mi sono accorto che non sono i soli...

                      MI E' SEMBRATO DI VEDERE UNA MUCCA di A. Vanzelli

20 aprile 2015

LA LUCE CHE SQUARCIA IL NOSTRO VUOTO BANALE




Io e la mia fidanzata ne abbiamo passate tante, ma tante: dall'iniziale distanza a problematiche continue di lavoro, dall'invasione di blatte in due case differenti ad automobili in fumo. Eppure ogni momento insieme cancella tutto il resto. Pochi mesi fa l'ennesima: lei si è dovuta trasferire a Napoli per lavoro e ho capito, si, ho capito che Dio o chi per lui mi sta dicendo: "Con questo amore ti ho fatto un regalo, ma devi meritartelo ogni giorno." E un regalo così bello farò di tutto per tenermelo stretto, soprattutto se il sentimento è profondo come il nostro e si hanno in comune tanti interessi, la musica ad esempio. Sabato siamo andati insieme al concerto dei Negrita, uno dei nostri gruppi preferiti, e ad un certo punto, era talmente felice, talmente carica di vibrazioni e adrenalina che si è dovuta fermare. Ha avuto un momento di smarrimento, quasi di paura, e le avrei voluto dire "Stai tranquilla, non è niente, è solo vita che entra dentro..."

                        NEGRITA - 18 APRILE MILANO di Antonello Vanzelli

15 aprile 2015

LE 30 CANZONI ROCK ITALIANE DEGLI ANNI '90




I Dear Jack? I Modà? Ah annamo bene, annamo proprio bene... Le nuove generazioni del Belpaese non sanno più nemmeno cos'è il rock, certo non possono saperlo se radio e tv spacciano le melodie zucchero miele e noia di gruppetti che al club del rock non farebbero neppure entrare.
La fiamma del rock continua a bruciare, ci sono i Verdena, ci sono i Ministri, c'è Il Teatro degli Orrori solo per dirne alcuni, e molte vecchie glorie continuano a tenere botta da par loro, ma è ben lontana la golden age del nostro rock. Mettendo da parte le meravigliose gesta del progressive Anni '70 (che insegnò musica al mondo), il genere ha esploso arcobaleni soprattutto alla fine del millennio. Ecco quindi a voi le 30 canzoni rock italiane migliori di quel periodo...

                       LA GOLDEN AGE DEL ROCK ITALIANO di Antonello Vanzelli

13 aprile 2015

QUELLO CHE (FORSE) NON SAPEVI SULLE CANZONI CHE AMI




Non vi dirò chi è la popstar italiana tornata alla ribalta grazie ad un recente Sanremo e a cui la casa discografica ha imposto - si, imposto - un tristissimo duetto con una starlette da due soldi uscita da "Amici". Non vi dirò chi è lo scatenato rocker che si vantava di scrivere tutti i suoi pezzi, ma aveva alle spalle dei giovani ghost writer. Non vi dirò quegli artisti che dal vivo ricorrono puntualmente a basi preregistrate su cui i musicisti suonicchiano qualche nota, in un finto playback musicale a mò di karaoke. E Non vi dirò nemmeno chi in pubblico fa il simpaticone e in privato se la tira da far schifo, pensando solo alle rughe e al fatto che non si vedano i capelli bianchi. Mi farei qualche altro nemico e ne ho già fin troppi da tenere a bada. Meglio raccontarvi quelle piccole curiosità nascoste nei riflessi delle canzoni che amiamo.

                                         SPIGOLATURE di Antonello Vanzelli

8 aprile 2015

GROUPIES




Quando un uomo forma una band non lo fa per puro amore della musica, non lo fa nemmeno per i soldi o per la gloria: l'uomo pensa in primis alle ragazze. Su un palco anche Thom Yorke dei Radiohead ha il suo fascino (o quasi). Lo sa bene Anthony Kiedis, il carismatico frontman dei Red Hot Chili Peppers, da sempre abituato ad annegare nei piaceri più sopraffini della vita. Quella volta era a New Orleans. Il concerto è appena finito quando una ragazza attira la sua attenzione: bionda platino, le labbra rosse come mele mature e quel fascino irresistibile della lolita. Non perde tempo e ci prova, lei non aspettava altro. La porta nel backstage e si fa una doccia per rinfrescarsi. Esce ancora gocciolante e si trova davanti il più bel panorama del mondo: lei, tutta nuda e vogliosa. Lo fanno per terra, lo fanno per tutta la notte, con una passione insaziabile che brucia senza spegnersi mai. Lui le chiede di seguirlo nella prossima tappa della tournèe e lei accetta con entusiasmo. Una volta finito il concerto, però, lei lo prende da parte, gli deve dire qualcosa: "Mio padre è il capo della polizia di New Orleans. Secondo, l'intero stato della Louisiana mi sta cercando perché non sono tornata a casa. Ah si, ho solo quattordici anni..."

                                LE DONNE DEL ROCK di Antonello Vanzelli

2 aprile 2015

RIMANDATI A GIUGNO




Devo essere sincero, mi trovo davanti ad un compito difficile ed ingrato. Come si fa a parlare del concerto di una delle mie band preferite, uno dei più attesi, e doverlo stroncare? Non so da dove iniziare...
Facciamo ordine: il gruppo in questione sono i Verdena e le premesse per una grande serata c'erano tutte. Uscito il 27 gennaio, "Endkadenz vol.1" (il volume 2 uscirà per giugno) è il loro sesto lavoro e arriva a quattro anni da "Wow". Già ad un primo ascolto ci si rende conto di trovarsi davanti ad un lavoro di pregio, che dimostra come il trio lombardo sia arrivato a piena maturità e ad una indiscutibile consapevolezza in fase di songwriting e sperimentazione. Dovrei parlarvi di effetti, di fuzz, muri sonori di chitarre, cavalcate rock e psichedelia, di richiami ai Melvins e Flaming Lips, un po di stoner e spruzzate di Battisti, ma per coglierne ogni sfumatura vi invito ad ascoltarlo, ne vale la pena.

                           VERDENA - TORINO 27.03.2015 di Vito Possidente

1 aprile 2015

RITORNI IN GRANDE STILE




Io e lo shopping ci amiamo come Noel Gallagher e suo fratello Liam. Quando io e la mia fidanzata siamo in giro, sigliamo un armistizio: lei continua serena a godersi le gioie - tutte femminili - dello shopping all'ombra della Madunina e io vado a spiaggiare al bar della Feltrinelli. Un bombolone alla crema, un'acqua tonica e un paio di biografie musicali: non mi serve nient'altro. Ho cosi avuto modo di scoprire - prima di comprarla - l'intensa biografia di Paola Turci "Mi amerò lo stesso". Del suo incidente d'auto del 1993 avevo già raccontato qui, ma sentirlo dalle sue parole, dai suoi vibranti ricordi è stata un'altra cosa. E' un racconto privo di maschere, che va a toccare corde molto intime, sia in chi scrive che in chi legge. Come quando confida che per dormire deve esserci il buio più assoluto, perché dopo l'incidente non riesce più a chiudere completamente l'occhio destro. Mi piace pensare che con la copertina del suo nuovo disco - il suo volto a nudo, senza più un velo tra i suoi occhi ed il mondo - si sia definitivamente chiuso il conto col passato...

                            PICCOLO SPAZIO NOVITA' di Antonello Vanzelli