2 aprile 2015

RIMANDATI A GIUGNO




Devo essere sincero, mi trovo davanti ad un compito difficile ed ingrato. Come si fa a parlare del concerto di una delle mie band preferite, uno dei più attesi, e doverlo stroncare? Non so da dove iniziare...
Facciamo ordine: il gruppo in questione sono i Verdena e le premesse per una grande serata c'erano tutte. Uscito il 27 gennaio, "Endkadenz vol.1" (il volume 2 uscirà per giugno) è il loro sesto lavoro e arriva a quattro anni da "Wow". Già ad un primo ascolto ci si rende conto di trovarsi davanti ad un lavoro di pregio, che dimostra come il trio lombardo sia arrivato a piena maturità e ad una indiscutibile consapevolezza in fase di songwriting e sperimentazione. Dovrei parlarvi di effetti, di fuzz, muri sonori di chitarre, cavalcate rock e psichedelia, di richiami ai Melvins e Flaming Lips, un po di stoner e spruzzate di Battisti, ma per coglierne ogni sfumatura vi invito ad ascoltarlo, ne vale la pena.

                           VERDENA - TORINO 27.03.2015 di Vito Possidente

Quando sono state diramate le date del tour di presentazione del disco sono rimasto di sasso. C'erano concerti ad ogni latitudine, ma non era prevista alcuna tappa torinese. Sconforto e tristezza, avevo pensato ad una trasferta, ma causa lavoro e date infrasettimanali, avevo le mani legate. Poi però, visto il successo della prima tornata, ne sono state aggiunte altre e, gioia e giubilo, la prima è proprio a Torino. Prevendite bruciate in 3 giorni, d’altronde il Cap 10100 è limitato a circa 800 posti, facile da prevedere il tutto esaurito in così poco tempo.

Ed eccoci arrivati al 27 di Marzo. Faccio lo spettatore diligente e seguo alla lettera le raccomandazioni degli organizzatori della serata. Mi reco nel locale in riva al Po con un discreto anticipo, faccio ordinatamente la coda per ritirare il mio biglietto e, in una sala buia e fumosa, mi godo una signora birra rossa. Niente Jennifer Gentle ad aprire (come nella prima parte della tournèe), e così poco dopo le 21e30 Alberto, Luca e Roberta, supportati da Giuseppe Chiara (turnista che accompagna la band e trovato tramite un annuncio on line), si presentano sul palco per dare una prima accordata agli strumenti. Dopo pochi minuti si parte con "Ho una fissa", canzone di apertura anche dell’ultimo cd. Il suono è molto potente ed il pubblico ne è entusiasta, ma appena terminata la canzone, ci accorgiamo che qualcosa non va: i tecnici del suono intervengono a sistemare qualcosa davanti ad Alberto. Pochi minuti e si riprende con "Un po’ esageri", il primo singolo estratto. "Bene, tutto risolto" pensiamo, ma già con "Sci Desertico" (il mio preferito tra i pezzi nuovi) ci si ferma di nuovo, con la band che si scusa, soprattutto Roberta Sammarelli, capelli biondi e vestita di blu. Nuovo tentativo, ma i problemi (sembra la pedaliera del cantante) continuano imperterriti, ed il pubblico comincia a mostrare insofferenza, dovuta anche al fatto che l'acustica per noi era perfetta e non si capiva dove fosse il problema.
Le mie amiche, complice anche la temperatura da sauna (tant'è che la maglietta di Luca addosso dura pochissimo), decidono di abbandonare il sottopalco per spostarsi più indietro. Io resisto, ma noto che tra i più serpeggia malumore: il ritmo viene spezzato di continuo, facendo perdere tutta l’atmosfera. I tecnici sono ad ogni canzone o quasi sul palco e questo, unito al caldo soffocante che c'è in sala, fa si che lo scazzo generale salga. Vorrei essere qui a dire che hanno aggirato il problema e che il concerto è scivolato via comunque alla grande, ma non è stato così...


La scaletta è quasi tutta composta da pezzi del primo volume di "Endkadenz" e ci regalano "Vivi di conseguenza", "Derek", "Contro la ragione" , "Nevischio" e "Puzzle". La band però prende a piene mani anche dallo splendido "Wow" del 2011, ripescando "Loniterp" (per quanto mi riguarda scelta azzeccatissima), "Rossella Roll Over", "Attonito" e "Razzi arpia inferni e fiamme". C'è spazio anche per "Requiem" con "Canos" e "Trovami un modo semplice per uscirne". Nota lietissima, due grandi pezzi di vecchia data, accolti molto calorosamente dalla platea: "Starless", dove sul dilatato finale strumentale ho chiuso gli occhi e mi sono lasciato trasportare, e "Valvonauta", che ha risvegliato l'entusiasmo dal pubblico, o almeno quello che ancora ci credeva.

"Muori Deelay" è l’ultima canzone prima del bis. Pausa di pochi minuti e poi tornano in scena con "Funeralus", la miglior scelta possibile per concludere. Si, perché ci sarà un solo pezzo, il loro umore è molto basso e frustrato. Ci salutano dicendo: "Scusateci, siamo dispiaciuti davvero, ma non possiamo continuare", e mestamente si ritirano, così come noi che guadagniamo l'uscita e un po' d'aria.
Inutile girarci attorno, siamo tutti delusi. Non si mette di certo in dubbio il valore dalla band o dell'ultimo lavoro, le cui canzoni live rendono molto bene, ma senza ritmo, non c'è stato coinvolgimento ed è mancata la magia. Posso ben capire che sono cose che non dovrebbero accadere (lo dirà anche Alberto: "E meno male che dicono che siamo la miglior band italiana") e loro si sono piu volte scusati con la platea (in particolar modo Roberta, che sorrideva e ringraziava per ogni applauso a fine canzone), ma forse è mancata empatia con il pubblico, unita alla mancanza di un po' di italico ingegno per metterci una pezza e portare avanti degnamente lo spettacolo. È stato come riuscire a portare fuori la ragazza tanto desiderata, e una volta in giro le si rompe un tacco, il locale dove andate serve dei pessimi cocktail e incontrate un suo vecchio ex che manda all'aria tutto il romanticismo. Insomma, non un disastro ma quasi. E a quel punto non rimane che sperare in una seconda uscita, ovvero il volume 2 di Endkadenz e il prossimo concerto. Loro sanno come farsi perdonare.

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