Vito - "Gente da concerti! Come state? Domani sera i Nobraino all'Hiroshima, si va?"
Laura - "Non so, non mi fanno impazzire su cd, si potrebbe fare però."
Luca - "Come al solito non li conosco, non saprei... Ci aggiorniamo domani".
Sono stato io a proporre un concerto questa volta, e per fortuna ho una buona compagnia che mi asseconda. Raccontare un concerto della folk rock band romagnola, parlare della scaletta, del loro ultimo album ("L'ultimo dei Nobraino") e del loro passaggio ad una major (che non ne ha stravolto la produzione) non gli renderebbe affatto giustizia. Venerdì sera più che un semplice live sembrava un vero e proprio spettacolo. Le gesta dell'istrionico Lorenz Kruger e tutto quello che accade sopra e sotto il palco, oltre al suonato, ha la stessa importanza delle canzoni, e viene anche difficoltoso mettere ordine tra tutto quello che è successo lassù, ma ci provo.
NOBRAINO - HIROSHIMA MON AMOUR - 07.03.2014 di Vito Possidente
Si accendono - poco - le luci ed i cinque romagnoli si presentano sul palco, attaccando a suonare "Muro di Berlino", tratta dall'ultimo lavoro, al quale viene dedicata l'intera prima parte. Non è certo un male, l'album è meritevole e godibile e ci fa ballicchiare con allegria.
Kruger sbarbato - nel mio immaginario ha la barba - è come sempre vestito in stile "vintage-stravagante", con uno strano cappello ed un lungo cappotto che sembra un'uniforme del XIX secolo, a metà tra una divisa militare e quella di un ferroviere, e gli altri lo seguono, con creste, barbe, salopette a mezza gamba e suppellettili varie, sono acconciati in modo da creare subito simpatia. Il rapportarsi con il pubblico è parte fondamentale del loro show, il frontman interagisce con noi, ascolta le richieste (per poi non assecondarle), insulta bonariamente, e si tuffa più volte dal palco.
Gli stage diving non sono una novità, certo, ma prendere un poveretto del pubblico e farsi trasportare in spalla per un'intera canzone non mi sembra trovata da tutti i concerti. Così come non è solito vedere un taglio di capelli ad un volontario, che si offre di farsi rasare sul palco durante "Mangiabandiere". Il tutto nasce dal Concerto del 1° Maggio del 2013, dove Kruger si rasò sul palco in diretta nazionale. Ai più potrebbe sembrare una pagliacciata, ma il gesto non nascondeva solo scopi d'intrattenimento, dato che era a corredo di una canzone di denuncia sull'utilizzo dei militari in quelle che vengono impropriamente definite "missioni di pace. Alla fine ragazzo rasato e contento e stage diving anche per lui. Se avesse tirato sul palco il riccioluto davanti a me, che mi ha offuscato mezzo concerto, sarebbe stato meglio.
Si procede a gran ritmo, tra scarpe che si rompono, megafoni, canzoni cantate al telefono, cambi d'abito (di cappello più che altro), arrivando alle belle canzoni di "Disco d'oro" (il loro terzo album) e pezzi più vecchi, con l'aggiunta di alcune cover, accompagnate da dichiarazioni del tipo: "Ora vi suoniamo una canzone di De Andrè, ma l'abbiamo migliorata" ("Hotel Supramonte"), oppure "Clandestino" dei Mano Negra in versione tradotta e rivisitata.
La serata vola, e a quelli che si lamentano che stiano già per finire, Kruger - in modo canzonatorio - risponde che con più di 20 pezzi fatti per 10euro, hanno pagato meno di 50centesimi a canzone.
A tutto però c'è una fine e dopo due ore di concerto si arriva al sipario, con lui in mezzo ai fan che va in giro con una scala alla ricerca di un soppalco che non c'è più, ed inizia a intonare "I signori della corte", che recita così: "Alla luce dei fatti di cui sono a conoscenza, posso dire con certezza di non essere più pazzo di un cavallo, al limite più bello". Sulla bellezza non giudico - ho capito anni fa che non potremo mai entrare nella psiche femminile e comprenderla - ma sulla pazzia mi permetto di dubitare. Lorenzo Kruger è affetto da una forma sana di "pazzia", di quella buona, che ti fa divertire, quel tipo di follia che ammiri e che vorresti fosse anche tua.
Laura - "Lo ammetto, avevo dubbi, ma è stato davvero un bel concerto. Promossi!"
Peccato che Luca non ce l'abbia fatta a venire. Certo, avendo lui una pettinatura simile alla mia e ispirata a Vin Diesel - o se volete, Lino Banfi - non avrebbe potuto usufruire dell'offerta musica e taglio compreso, ma con questo ottimo rapporto qualità-prezzo, si sarebbe di sicuro divertito.
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