20 gennaio 2015

BLACKBIRD FLY AWAY




Prendete una strada, una strada tra le città di Detroit e Grosse Pointe, in Michigan. Prendete un ponte, non un ponte qualsiasi, ma quello che ancora oggi vive nei ricordi di infanzia di Mark Tremonti. E infine aggiungeteci il richiamo del rock, quello che sale dal di dentro e brucia, pulsando sempre più forte. Miscelate bene il tutto con la straordinaria voce di Myles Kennedy, il basso di Brian Marshall e le bacchette di Scott Philips. Scommetto che già avete indovinato di chi stiamo parlando... Sì, proprio loro: gli Alter Bridge.

                         "BLACKBIRD" - ALTER BRIDGE di Carmen Schettino

"Blackbird", il loro secondo lavoro in studio, esce nel 2007 e, nonostante non sia riuscito a ripetere il successo della loro opera prima, resta - forse proprio per questo - l’album più a fuoco e quello che sento più mio. Un disco musicalmente più potente ed aggressivo rispetto all'album di debutto.

"L’unico obiettivo che avevamo era quello di fare qualcosa di completamente diverso rispetto al passato", ha raccontato Tremonti in un’intervista rilasciata a "Ultimate Guitar" nel 2008. "Abbiamo attraversato un periodo difficile, ricco di lavoro, e l'album rappresenta dunque un’istantanea della nostra vita negli ultimi due anni. Non sono stati i due anni più piacevoli, ma siamo contenti sia andata così, perché solo in questo modo il disco poteva venir fuori così com'è uscito". (Fonte: http://www.ultimate-guitar.com)


"Before tomorrow comes", la sesta traccia dell’album, regala parole che arrivano e colpiscono, ti dice che "non devi lasciar correre, perché prima che arrivi domani, tu puoi cambiare tutto". Myles Kennedy non canta, Myles Kennedy sembra volerti davvero convincere a dare il cento per cento per cambiare il tuo piccolo angolo di mondo, quello in cui vivi, perché "we could be so much more than we are".
Un arpeggio di chitarra di Tremonti introduce, subito dopo, un’altra canzone che ci spinge a migliorare la realtà che ci circonda perché, come dice "Rise Today" - il pezzo che chiude ogni concerto degli Alter Bridge - "only love can set it right". Abbandonare l’oscurità di un’esistenza fallimentare, riscattando la nostra vita, è poi ciò a cui ci esorta la potentissima "Buried Alive", un pezzo di puro hard rock che dal vivo spacca di brutto. La stessa intensità musicale contraddistingue altre due tracce di grande impatto: "Come to life" e "One by one", quest’ultima fortemente legata alla triste attualità delle guerre al terrorismo. Non possono poi mancare, seppur in un disco dai ritmi così serrati, momenti di dolcezza dalle sfumature malinconiche, quelli che troviamo nella bellissima "Watch over you", una ballad da brividi (forse ancor più bella nella duet version con Cristina Scabbia dei Lacuna Coil), e in "Blackbird". La title track è dedicata al defunto maestro di chitarra di Tremonti ed è una testimonianza più che evidente, l'ennesima, della bravura tecnica del chitarrista americano, tanto che la rivista "Guitarist" ha eletto l’assolo del musicista come il migliore di tutti i tempi.


"Blackbird è decisamente l'album che preferisco della nostra carriera. Penso sia il preferito di tutti. Dovevamo fare il miglior disco che potevamo. Tutti hanno lavorato al meglio, la produzione, l'etichetta, tutti. L’album ha preso vita esattamente come volevamo, anzi, anche meglio. Ne siamo orgogliosi. Ora non ci rimane che pensare al prossimo!" (Fonte: http://www.ultimate-guitar.com ).
Così la pensava Tremonti sei anni fa. Chissà se ha cambiato idea o se "Blackbird" resta ancora il suo lavoro preferito a firma Alter Bridge. Sarebbe bello chiederglielo. Di certo sappiamo che "AB III" e "Fortress", ossia i dischi pubblicati in seguito dalla band, hanno ottenuto un grandissimo riconoscimento presso il pubblico.

Chiudiamo con un’annotazione. Forse qualcuno di voi sa già delle voci e dei video che girano su Internet a proposito delle presunte somiglianze tra "Coming home", una delle tracce più ruvide del disco, e uno dei successi di Giusy Ferreri. Cosa può esserci di più differente di due mondi così distanti tra loro? All'apparenza nulla. Eppure pare proprio, e sottolineiamo "pare", che i suoi autori dell'epoca (Tiziano Ferro e Roberto Casalino, mica due qualunque) si siano un po’ troppo ispirati al brano in questione. Non ci credete? Ascoltate il ritornello di "Non ti scordar mai di me"...

2 commenti:

Antonio ha detto...

Grandissimo disco. Brava Carmen!!!

Anonimo ha detto...

Grazie mille Antonio!!! Ho adorato quest'album fin dal primo ascolto!!!!
Carmen