15 gennaio 2015

I SINGOLI DEL MOMENTO



Non ci crederete ma un tempo esistevano i negozi di cd.
"Ooooohhhhhh..."
Già, sembra una leggenda metropolitana al pari degli gnomi, degli alieni e del cervello di Giovanardi, ma esistevano. Ogni volta che dovevo comprare un cd nuovo, partivano i referendum mentali. Non potevi sprecare trentamila lire su una gigid'alessiata. Debaser o Rockol non esistevano, e neppure Youtube per ascoltare qualcosa in anticipo: tutto al buio. Ricordo settimane di travaglio, se comprare gli Afterhours o rischiare i Verdena, se lanciarsi sul nuovo dei Marlene Kuntz o andare sul sicuro con i Depeche Mode. Quando poi lo avevi un mano, iniziava un orgasmante rituale solitario in cui chiudevi la porta, infilavi il cd nello stereo, aprivi con cura il libretto e iniziavi a sfogliarlo. E lì entrava tua madre urlando "Studia!" e partivano le bestemmie...

                               PICCOLO SPAZIO NOVITA' di Antonello Vanzelli

Oggi ogni canzone la si svergina sul web, per poi condividerla maniacalmente sui social. Sembra una corsa a chi la condivide prima, in un iocel'holunghismo un po' triste. L'amore (per la musica) non esiste se è superficiale, esiste il sentirselo addosso, il berlo con calma come un whisky invecchiato, lo svegliarsi con la melodia in testa. E' un brivido che sfugge quando la canzone termina e ti accorgi di aver trattenuto il fiato, in un'apnea d'emozioni che cercavi da tempo. L'amore non esiste se non ti fermi un attimo e ti gusti una canzone come "Come mi pare".

Tanto si è detto dell'incontro musicale Fabi - Silvestri - Gazzè e di un disco a rilascio lento. Non hanno cercato l'easy listening, non sono corsi dietro una nuova "Vento d'estate" o una "Salirò" 2.0, avrebbero potuto ma non l'hanno fatto. Si sono fatti prender per mano da una ormai conclamata consapevolezza musicale, arricchita dalla loro decennale amicizia. Sarò sincero, non reputo l'album un capolavoro, ma un buonissimo disco, soprattutto a livello di testi. C'è qualche piccolo passaggio a vuoto, ma nei picchi si rasenta la perfezione, come appunto in "Come mi pare", il terzo singolo de "Il Padrone della Festa". Parole calibrate col bilancino e musicalità fresca. Nella parte cantata da Max Gazzè, il baffuto bassista cita se stesso, riverberando "Non era previsto", tratto da "Ognuno fa quello che gli pare?" (2001). Ecco, lì c'era ancora il punto interrogativo, ora no. I tre cantautori sono finalmente arrivati a fare come li pare, e per nostra gioia si sente.


Quando nei negozi arrivava il loro disco non c'era storia o titubanza, soldi sonanti nella cassa e cd nuovo in loop nello stereo. Si, con gli Articolo 31 ci sono cresciuto. Li ho persi per strada nella loro svolta rap 'n roll degli ultimi lavori, ritornando poi a godermi il J-Ax ispirato di "Deca Dance" e "Meglio prima (?)". E ora, dopo la fortunata esperienza televisiva di "The Voice", Alessandro Aleotti torna in pista con "Uno di quei giorni", singolo che apre la strada a "Il bello d'esser brutti" (in uscita il 27 gennaio). Andatura reggaeggiante che ricorda "L'impresa eccezionale" e sound fresco e accattivante. Ax rimane quasi in un angolino, lasciando il proscenio alla voce d'altri tempi di Nina Zilli (e anche alla sua bellezza nel video). Mentirei se dicessi che è una delle cose migliori che abbia fatto, è un easy listening un po' gracilino, ma che andrà bene nelle radio. Dall'album però mi aspetto molto di più. Consterà di 20 tracce e i tanti featuring non fanno che aumentare l'acquolina in bocca.


"Gimme Five", "La mia moto", "Vasco"... Sembra di parlare di un altro artista. Ne ha fatta davvero tanta di strada Jovanotti. Di fronte a dieci - facciamo cento - grandi artisti che ripetono la stessa formula all'infinito, lui continua a evolvere. Sembra che dopo il flop del live "Autobiografia di una Festa", sia scattato qualcosa in Lorenzo, come se ne "la notte dei desideri" abbia visto la stella giusta. Un'escalation continua, che lo ha portato a trionfare negli stadi col "Backup Tour". E a dimostrare che la formula elettronica di "Ora" può ancora essere spinta più in là, ecco che arriva "Sabato", il singolo del ritorno. Sempre fortissimamente dance, ma con meno strizzatine d'occhio all'ascoltatore. Non c'è linearita strofa-ritornello in loop come da tradizione pop, la base pulsa e il primo ascolto è spiazzante. Jovanotti dimostra di aver preso a piene mani dagli ascolti americani, cucendosi addosso un tormentone sghembo, perché all'inizio sembra non dirti nulla e poi cresce, prende, rimbomba. Il testo forse non è al livello delle sue cose migliori, ma Lorenzo è talmente a suo agio, talmente consapevole di essere atterrato tra i grandi di sempre del nostro pop, da potersi permettere nel video di citare Michael Jackson e partire con un balletto.
"Gimme Five", "La mia moto", "Vasco"... Sembra di parlare di un altro artista. No, è sempre lui, è arrivato al "Sabato" della sua carriera e ora se la gode.

3 commenti:

Blackswan ha detto...

I negozi di cd ci sono anche adesso, pochi ma buoni, e io ne sono un assiduo frequentatore :)
Però, spenderei i miei soldi per un genere completamente diverso :)

Antonello Vanzelli ha detto...

Ahahahah, lo sai che sono onnivoro musicalmente, direi schizofrenico. Non ho problemi a passare dai Faith No More a Max Pezzali.
Però sbagli, perché ad esempio un disco come "Il Dado" di Daniele Silvestri dovrebbe far bella mostra di sè in ogni collezione di dischi che si rispetti :-)

Nella Crosiglia ha detto...

Buone le tue proposte Antonellino, anche se non ascolto molta musica italiana..ma no dimentichiamoci della Mannoia , la Nannini, Mengoni etc etc ..quando parliamo di musica italiana...
Che ne dici?
Sfavillante 2015 e bacio serale!