16 marzo 2015

QUANDO UN PRODUTTORE CAMBIA LA STORIA




Justin Timberlake ha sfondato nella musica, ha fatto centro al cinema, ha soldi a palate, fama e donne meravigliose. Eppure c'è un neo nel suo presente: nel 2011 ha comprato Myspace per 35milioni di dollari sperando di rilanciarlo, ma ha fallito miseramente. L'antesignano social network non ha retto all'esplosione di Facebook e Twitter e, nonostante un profondo restyling e la possibilità di creare una propria web radio, ormai cammina sul ciglio del baratro. Peccato, ho bellissimi ricordi a lui legati, avevo creato una mia pagina davvero sfiziosa, con musica rock di sottofondo, le copertine dei miei dischi preferiti e via dicendo. Insomma, il papà di questo blog. Mi feci nuove amicizie, ma anche qualche nemico. Come quella volta che scrissi un post piuttosto pesante sulla bacheca di Francesco Renga...

                 IN RICORDO DI CARLO UBALDO ROSSI di Antonello Vanzelli

Stiamo parlando del 2007 (sono passati già 8 anni, dannazione...) e l'artista bresciano arrivava dall'ottimo "Camere con Vista", disco colmo di buone canzoni a cavallo tra il suo passato da rocker con i Timoria e un presente sulle spiagge del pop. Nelle interviste prima dell'uscita, Renga  - della cui carriera avevamo già parlato qui - parlò di un album dalle due anime, una più rock e una più morbida, da cui il titolo "Ferro e cartone". Mi venne l'acquolina in bocca, a pensarlo nuovamente su sonorità rockeggianti. Peccato che quando ascoltai l'album, di ferro non v'era traccia e il disco si perdeva in ballatine prive di mordente.
Mi venne un magone da qui all'Isola di Wight e glielo scrissi sulla bacheca, ovviamente in modo educato ma pungente, perché la delusione era palpabile. Renga - che nelle intenzioni avrebbe voluto fare un disco maturo - aveva scelto uno dei migliori produttori sulla piazza, ovvero Corrado Rustici, ma il risultato fu modesto. A parte rari episodi a fuoco ("Cambio direzione" e la title track, in particolare), il disco veleggia nella mediocrità, complice scelte errate in fase di produzione e una voce meravigliosa lasciata a marcire in cantina. Alcuni arrangiamenti sono anche eleganti, ma nell'insieme il disco puzza di occasione mancata. Lo stesso Renga disse che l'album aveva raggiunto buoni risultati nelle vendite (intorno alle 100mila copie), ma ammise che alla gente non era arrivato. Fu sincero, e forse lo disse con un pelo di amarezza, perchè sono sicuro sappia anche lui che in mano ad un altro produttore quel disco sarebbe potuto essere ben altra cosa.


Corrado Rustici è emigrato una vita fa a Los Angeles (e poi a San Francisco) e si è fatto un nome dal nulla. Un personaggio cazzuto insomma, che ha prodotto cose davvero molto buone e altre più modeste. Ad esempio, non credo abbia fatto del suo meglio con "Arrivederci Mostro" di Luciano Ligabue (di cui avevamo parlato pochi giorni fa riguardo la querelle con Vasco). Quello secondo me è uno dei dischi meno riusciti del recente passato del rocker di Correggio. A parte la strepitosa "Un Colpo all'Anima", il lavoro è molto altalenante, e lo dimostrarono gli scarsi riscontri radiofonici di alcuni singoli, penso a "Quando canterai la tua canzone" e "La Linea Sottile". Un risultato molto differente da "Giro d'Italia", ad esempio, in cui il maestro Mauro Pagani regalò arrangiamenti al bacio ad un tour teatrale da ricordare.
D'altro canto lo stesso Rustici è uno degli artefici dell'esplosione di Zucchero, che arrivò in America carico di sogni e con soli 40milioni per produrre il disco. Non era ancora nessuno e, grazie a Rustici che lo circondò di musicisti dal pedigree di razza, nacque "Zucchero & The Randy Jackson Band", album che conteneva "Donne" e "Un piccolo aiuto".
Nel suo palmares spiccano successi anche per Elisa e Negramaro, per citarne solo alcuni... Dove voglio andare a parare? Credo che ci siano producer adatti per alcuni artisti e non ideali per altri. A volte si cercano alcuni produttori più per il nome che per la reale affinità musicale che si potrebbe avere e nascono dischi viziati, a metà.


La storia del rock è piena di produttori particolari ed eccentrici. Ecco, sul vocabolario alla voce eccentricità c'è la foto di Phil Spector. Produttore e musicista, ha rivoluzionato il panorama discografico grazie alla creazione del "Wall of Sound". Uno degli album più belli di sempre, sto parlando di "Let it be" dei Beatles (qui 15 curiosità che forse non sapevi sui Fab Four), è stato prodotto proprio da Spector. Furono John Lennon e George Harrison a convincerlo a riprendere in mano le registrazioni dell'abortito Lp di "Get Back". E lui ribaltò tutto, inserendo archi e coriste e creando qualcosa di meraviglioso, forse un pelo pomposo ma avvolgente e di grande impatto. Di diverso avviso Paul McCartney che non apprezzò affatto il suo lavoro, e ne scaturirono forti frizioni. Non è un caso se nel 2003 lo stesso Macca pubblicò "Let it be... Naked", ovvero i nastri originali.
Ma torniamo a Spector... Personalità molto controversa, ha sofferto di disturbi psichici di carattere paranoico, probabilmente causati da un incidente automobilistico avvenuto nel 1974 e da cui si salvò per miracolo. Ha sempre avuto uno strano rapporto con le armi (oltre che con l'alcol) e non è un caso che la sua attuale dimora sia un carcere della California: è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio di una modella nel 2003.
Portava sempre con sè un revolver. Si vocifera che durante una delle sue ultime produzioni, lo puntò contro gli Starsailor, e per futili motivi. Ma ha fatto anche di peggio: una volta, durante le session di "Imagine" gli partì un colpo accidentale che per poco non prese in pieno John Lennon. Si, un pazzo...


Questo articolo, pubblicato adesso, non è casuale. E' appena morto Carlo Ubaldo Rossi, uno dei più noti producer italiani. Molto spesso i fan non capiscono quanto sia importante la figura del produttore nella buona riuscita di un disco. I più bravi riescono a tirare fuori il meglio dagli artisti e dai loro provini, li stimolano, li provocano, li mettono nelle condizioni di raggiungere il 110%, limando gli spigoli e le asperità. Rossi era uno dei migliori e c'è la sua firma in alcuni degli album che amo di più. Ha collaborato con gli illuminati Litfiba di "Desaparecido", ha mixato le cose migliori dei Negrita (con cui è poi nata una grande amicizia), ha preso per mano il talento di Subsonica, Baustelle e Caparezza portandolo in paradiso. Ultimamente aveva prodotto Nina Zilli e Chiara, ma in passato aveva toccato con mano alcuni dei singoli di successo di Jovanotti e Max Pezzali. Ah, prima si parlava del Liga... Ecco, in "Buon compleanno Elvis" c'è anche il suo zampino, visto che ne ha curato il mixaggio.
Un incidente stradale se lo è portato via, ma l'affetto dei tanti artisti che avevano avuto il piacere e il privilegio di poter lavorare con lui è ancora tutto qui. E infatti si parla di un concerto in suo onore, sarebbe il modo migliore per ricordarlo. Lascio la chiusura a chi lo ha conosciuto, col messaggio apparso su Facebook dei suoi amici Litfiba: "Ci hai accompagnato con professionalità ed amicizia in studio e in tanti concerti. Hai visto nascere tanti nostri lavori, Desaparecido, Transea, Onda araba, Versante Est, Amsterdam... e un altro brano che prima o poi pubblicheremo, e li hai vissuti insieme a noi. Fai buon viaggio Carlo. Grazie per tutto ciò che abbiamo vissuto insieme."

2 commenti:

-Alma- ha detto...

Mi dispiace molto per la sua tragica fine. Ha messo le mani sulle canzoni che più amo dei Litfiba oltre che su "Desaparecido", uno dei miei album preferiti in assoluto. E lo ringrazio molto per questo.
Lacio Drom ragazzaccio!

Bellissimo articolo, grazie per averlo ricordato.

Nella Crosiglia ha detto...

Trovo essenziale per un artista anche di grande livello avere un ottimo produttore, può fare la fortuna o la sfortuna del disco..
Esempi ce ne sono a bizzeffe e tu ne hai dato una prova lampante con questo dettagliatissimo post..
Bravo Antonello e grazie ..
Un bacio della sera!