Roberta la conobbi al mare. Quella sera sulla litoranea di Taranto c'era mezza provincia: c'era chi giocava a pallavolo nella penombra della spiaggia, chi ci provava con la cameriera della frutteria - piccolina ma con un seno che ti sorrideva - e chi limonava appoggiato al muretto. Roberta aveva degli occhi chiari, limpidi, che ricordavano lo Jonio di settembre, quando il mare rimane immobile a guardare l'estate che se ne va. Non era la classica bellona, aveva qualche chilo in più, ma anche una simpatia strabordante di cui ti innamoravi subito. Una ragazza frizzante ma a modo, e che sapeva bene quello che voleva: una storia seria. Iniziammo a sentirci spesso, ma c'era qualcosa che non girava, un angolo che non riuscivo proprio a illuminare. Poi una domenica la chiamai, era appena tornata dal mare e nella voce risuonava prepotente la birra bevuta. Stordita dall'alcool, ammise di essersi divertita, anche troppo. Sul pedalò con gli amici la situazione era sfuggita di mano: avevano fatto un'orgia, e non era neppure la prima volta. Si era creata un'immagine fittizia pur di non perdermi, aveva capito che ero un bravo ragazzo e la vera Roberta non mi sarebbe mai interessata. La mollai in fretta, capendo che i suoi occhi non riflettevano lo splendido Jonio di settembre, ma solo quello fasullo e inquinato dagli scarichi dell'Ilva.
PICCOLO SPAZIO CURIOSITA' di Antonello Vanzelli
Era il 1980 quando Ron pubblicò "Una città per cantare". L'artista veniva dallo strepitoso successo del Banana Republic Tour con Lucio Dalla e Francesco De Gregori e decise di rifare una misconosciuta canzone americana, "The Road" di Danny O'Keefe. Ne uscì un capolavoro, grazie anche alla traduzione italiana dello stesso Lucio Dalla. "Caffè alla mattina, puoi fumarti il pomeriggio", peccato che nella versione originale dicesse "Coffee in the morning, cocaine afternoons". In Italia c'è ancora identificazione canzone-autore da parte del pubblico, come se l'artista sia o faccia ciò che canta, cosa che altrove non avviene. Lucio Dalla lo sapeva bene e addolcì il testo.
Quando si pensa alla saga cinematografica di Rocky, la prima canzone che viene alla mente è "Eye of the Tiger" dei Survivor. Riff senza tempo e ritornello che brucia subito nelle vene. La canzone fu scritta su richiesta dello stesso Sylvester Stallone, ma si trattava di una seconda scelta. In realtà lui avrebbe voluto "Another One Bites The Dust" dei Queen, ma non ne ottenne i diritti. Meglio così.
Se dovessi scegliere il mio album preferito dei Dream Theater, difficilmente avrei dubbi: "Images & Words" tutta la vita, anno di grazia 1992. "Another Day", "Surrounded", "Learning to Live", adrenalina e lussuria da gustare sino all'ultima goccia. E poi c'è l'esaltante "Take the Time", che al suo interno contiene una frase in italiano. Per i fan duri e puri, nulla che non sappiano già, ma all'interno si sente distintamente "Ora che ho perso la vista ci vedo di più": vi rammenta nulla? E' una frase tratta dal capolavoro cinematografico di Giuseppe Tornatore "Nuovo Cinema Paradiso", inserita grazie ad un oversampling di Kevin Moore per volere di Mike Portnoy, il cui padre è sempre stato un amante del cinema.
Bryan Adams non è nato nel 1969, in quell'anno aveva dieci anni, troppo pochi per vivere un'estate indimenticabile. E allora di che parla la sua "Summer of '69"? Eh, non ci vuole molta immaginazione, parla proprio della famosa posizione del Kamasutra. Non stento a crederlo, conoscendo la sua fama di latin lover. Una volta, in Italia per il Festivalbar, ci provò in ascensore con una ragazza appena incontrata. Lo ha raccontato - tra il divertito e il risentito - Nicola Savino a Deejay Chiama Italia: era la sua ragazza. E il buon Bryan si prese un bel due di picche.
"Chiedi un autografo all'assassino, guarda il colpevole da vicino", cantava Samuele Bersani in "Cattiva", anno 2003. Era una canzone provocatoria, corrosiva, surreale. E anche profetica. Si, perché nessuno poteva immaginare che appena dieci anni dopo l'assassino sarebbe diventato una star. Come Michele Misseri, a cui sono andati a chiedere l'autografo.
Innamorato di Bob Dylan e Jimi Hendrix, annoiato da De Andrè e Guccini. Questo è Ludovico Einaudi. Ed è innamorato anche della musica dei Beatles, che lo hanno ispirato nella creazione di "Rose". Il titolo arriva da una poesia di Shakespeare, mentre la musica fa sua la lezione degli esperimenti di Lennon e McCartney sui nastri al contrario. Il pianoforte viaggia sereno, ma alle sue spalle, di sfondo, c'è lo stesso pianoforte messo al contrario (come se Einaudi stesse leggendo lo spartito da destra a sinistra).
Suggestiva anche l'ispirazione per "Divenire": il grande pianista torinese ha raccontato di essersi ispirato ai quadri di Giovanni Segantini, pittore di inizio '900, in particolare al trittico "La vita, la natura e la morte".
"La vita, la natura e la morte" di Giovanni Segantini |
"Stadium Arcadium" ha diviso molto fan e aficionados dei Red Hot Chili Peppers. Per qualcuno è stata "una lunghissima cacata" (cit. da twitter di una nota deejay), per altri un buon lavoro. E così la penso anche io: magari tagliato di alcuni rami secchi sarebbe stato un capolavoro, ma anche così è un signor album. Il terzo singolo fu "Snow (Hey Oh)", che all'apparenza parlerebbe di neve. Solo all'apparenza visto che il chiaro riferimento è alla cocaina e all'eroina, amiche bastarde di Anthony Kiedis per lungo tempo. Il passaggio "The more I see, the less I know, the more I’d like to let it go" si riferisce al fatto che più era in fondo al tunnel, meno riusciva a capire cosa stesse succedendo e i suoi sforzi per uscirne erano vani, come neve che si scioglie appunto. Kiedis ha combattuto i suoi fantasmi per anni, anche "Under the bridge" e "Knock me down" parlano della sua tossicodipendenza, ma lì c'era ancora dentro, quando ha cantato "Snow (Hey Oh)" era pulito. Come oggi per fortuna.
L'ultima canzone in assoluto suonata a Woodstock '69? "Hey Joe" di Jimi Hendrix, un buon modo per chiudere un pezzo di storia della musica.
Il Cile, al secolo Lorenzo Cilembrini, è uno dei migliori cantautori rock della nuova generazione. E' stato svezzato dai suoi concittadini Negrita, che a lui hanno dedicato la bella "La mia canzone". "Resta ribelle, non ti buttare via", e Il Cile non ha deluso, sparando un ottimo secondo album. Non in molti però sanno che è un appassionato di fumetti, di Dylan Dog in particolare. Molti utenti del forum dylaniato "CravenRoad7" si ricordano i deliri notturni e alcolici di "UncertoChucho", Era proprio Il Cile prima di sfondare con "Cemento Armato", che alcuni forumisti ascoltarono in anteprima molto tempo prima. Fortunati.
Capita spesso che una canzone venga fraintesa. Col Maestro Franco Battiato può capitare, vista la profondità di certi testi. Curioso però che sia accaduto anche con una delle sue canzoni più note, "Cuccurucucù", da molti vista come leggera. Di questo si rammaricava il grande autore catanese, facendone notare la poesia, la divertita nostalgia e i sapori del viaggio, sottolineando che "Cuccurucucuù" non è uno sberleffo, ma un fonema che appartiene ai sentimenti popolari alla cultura sudamericana, per tanti versi affine alla Sicilia della sua infanzia. Ma Battiato sa già che in una "Povera Patria" il non fermarsi alla superficie è per pochi.
Quando uscì non ebbe alcun successo, ma si sa, le grandi canzoni poi arrivano. E "Hallelujah" di Leonard Cohen sconfina ogni appellativo o aggettivo si voglia usare. Se ne contano oltre 180 cover, un numero pazzesco, anche se la versione più conosciuta, oltre che intensa, è certamente quella di Jeff Buckley. E fu lui a chiarire che, nonostante i riferimenti biblici e l'aura religiosa che molti pensano abbia, il pezzo è molto altro, come disse in un'intervista: "Chiunque ascolti chiaramente "Hallelujah" scoprirà che è una canzone che parla di sesso, di amore, della vita sulla terra. L'alleluia non è un omaggio a una persona adorata, a un idolo o a Dio, ma è l'alleluia dell'orgasmo. È un'ode alla vita e all'amore". Ed è un'ode alla vita anche riascoltarlo.
7 commenti:
Molte di queste le conoscevo (quelle sui gruppi/artisti rock angloamericani, per capirci), altre no anche perché non è molto il mio genere, ma in ogni caso è stato un post interessante!
Quella su "Hallelujah" mica la sapevo! E nemmeno che Bryan Adams ci avesse provato con la ragazza di Savino :)
Questa frase è molto triste ma vera: " In una "Povera Patria" il non fermarsi alla superficie è per pochi".
Già.
Articolo molto interessante, complimenti :)
Piccole curiosità interessanti, quella sul Cile davvero gustosissima! Grazie ^_^
Jeff avrebbero dovuto clonarlo. 10, 100, 1000 volte.
In un'epoca in cui tutti grazie alla rete leggono e scavano, non è facile trovare pillole interessanti. Ho riportato solo quelle cose che mi sarebbe piaciuto leggere :-)
Adry, sapevo che quelle su Il Cile e i Negrita ti sarebbero piaciute particolarmente :-)))
Su Jeff non dico nulla, non serve, sarei retorico, quindi basta un po' di silenzio. Al resto ci pensa la sua musica.
Tutte le canzoni composte da Fabrizio De Andrè fra il 1961 e il 1966 furono censurate dalla RAI: erano ritenute immorali. Tutte, tranne "La canzone di Marinella".
"E’ una ballata che racconta un fatto di cronaca nera letto su un giornale di provincia" disse il cantautore genovese in un’intervista.
Una ragazza di 16 anni, senza genitori e costretta a prostituirsi, morì perchè venne scaraventata nelle acque del fiume Tanaro ( o della Bormida) da un delinquente. De Andrè rimase così colpito dalla vicenda che volle con i suoi versi fiabeschi “addolcire la morte” a quella giovane.
"Si ruppe la barca, ero tra Sorrento e Capri. Mi ospitarono degli amici proprietari dell’albergo dove morì Enrico Caruso. Per tre giorni sentii raccontare la storia del tenore e di quella ragazzina che prendeva lezioni di canto e della quale si era innamorato. Mi dissero che in punto di morte gli tornò la voce così potente che anche i pescatori la udirono e tornarono in porto per ascoltarla. E così nacque il pezzo". Così Lucio Dalla racconta una decina di anni fa ad un incontro sulla lingua italiana della Fondazione Corriere della Sera.
Oggi considerato un classico della musica italiana, il brano "Caruso" ha venduto oltre 9 milioni di copie nel mondo.
Il testo “Tutti Frutti” di Little Richard prima di essere inciso è stato “ripulito” perché faceva allusioni troppo esplicite sul sesso anale.
E per finire non può mancare una curiosità "Vaschiana"...
"Albachiara" era semplicemente "La Giovanna", la figlia del padrone del bar sotto casa della famiglia Rossi, la quale andava e veniva da scuola in corriera mentre Vasco dal balcone si faceva ispirare dall'innocenza dei suoi tredici anni....
Grazie dello spazio Vanz! Un abbraccio. Valium
Ciao Valium, grazie dell'interessante commento! Conoscevo gli aneddoti riguardanti Lucio Dalla e il buon Vasco, suggestivo che Albachiara sia nata da una ragazzina innocente che aspetta l'autobus...
Non sapevo invece delle continue censure subite da Faber e nemmeno dei tagli di "Tutti Frutti", ma Little Richard era personaggio particolare, molto. Prediligeva i maschietti a quanto sembra, meglio se ragazzini...
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