29 maggio 2015

QUEL CHE (FORSE) NON SAPEVI SULLE CANZONI CHE AMI




Ogni volta che penso a Tiziana penso al mare calmo di settembre. Era una ragazza molto dolce, che stava provando a far pace col suo passato e a surfare sul presente. Amicizia, niente di più. Ricordo lunghe chiacchierate su Msn messenger a parlare di futuro. Mi disse di amare la musica italiana, e che la sua canzone preferita era "Ferite" di Luca Carboni. Non ce l'aveva, non aveva mai comprato il cd e gliela scaricai, per farle una sorpresa. Quando la ricevette, si mise a piangere. Era gioia, ma anche dolore: le ricordava suo padre, che era andato via da casa quando era ancora piccola.

                                             FERITE di Antonello Vanzelli

"Sembra impossibile che con tutto quello che hai lì
all'improvviso però sentire un vuoto così..." 
Da piccola la ascoltava e riascoltava su una vecchia cassettina che le avevano prestato, guardando negli occhi il nulla. Mi disse che un giorno sua madre andò da lei e in lacrime le disse: "Cosa ti manca? Cosa ti ho fatto mancare che ancora pensi a lui?".
E quando me lo raccontò rimasi in silenzio, non sapevo cosa dire e cercai io il nulla. Ci siamo persi, non so dove sia. Ogni tanto riascolto quella canzone e penso a lei, penso a quante cose nascondano i sorrisi, e a quante cose nascondano le canzoni per ognuno di noi.


Ecco alcuni dei retroscena più gustosi:
Ci sono artisti che in concerto non parlano molto, lasciano parlare le proprie canzoni. Ed altri che intrattengono, per spiegare o introdurre il pezzo successivo. Per anni, ad esempio, si è pensato che "Per Elisa" di Alice parlasse di eroina, ma è leggenda metropolitana, come narrammo qui. Cosi come "La Mia Signorina" di Neffa è dedicata alla marijuana, cosa ormai acclarata. Non si sapeva con certezza di cosa parlasse "Better Man" dei Pearl Jam. Qualcuno la sospettava autobiografica, poi Eddie Vedder tolse ogni dubbio durante un live: "E' dedicata al bastardo che sposò mia madre.", vedi alla voce patrigno.

Ci sono riff che mi hanno ormai stufato, penso a quello di "Smoke on the Water" ad esempio. Ce ne sono altri che potrei ascoltare e goderne a oltranza, "Sweet Child O' Mine" ne è l'esempio perfetto. Ma anche "More Than a Feeling" dei Boston mi regala orgasmi sonori ogni santo ascolto. In pochi direbbero che "Smells Like Teen Spirit" dei Nirvana debba molto a questa canzone dei Boston (oltre che a "Louie Louie"). Lo stesso Kurt Cobain lo ammise durante un concerto a Reading nel 1992 suonando "More Than a Feeling" mentre Novoselic cantava, prima di partire proprio con "Smells Like Teen Spirit".

E' sempre bello scoprire le canzoni preferite di un grande artista, e quando si parla di Caparezza l'aggettivo "grande" è persino riduttivo. In un'intervista (su intervistemadyur) gli chiesero cosa pensava dei cantautori, lui rispose che la buona scrittura lo aveva sempre affascinanto e che la canzone perfetta esiste. E snocciolò titoli illuminati come "Maraja" di Vinicio Capossela, "Bocca di Rosa" di Fabrizio De Andrè e "La Storia Siamo Noi" di Francesco De Gregori.

L'arte non sempre ha vetri infrangibili a proteggerla. Era il 2011 e il network radiofonico canadese Oz-FM mandò in onda la versione originale della meravigliosa "Money for Nothing" dei Dire Straits. Quella versione contiene la parola "faggot" che vuol dire finocchio, in senso spregiativo verso gli omosessuali, chiaro. Peccato che chi conosce la canzone, sa che Knopfler l'ha scritta dal punto di vista di un ignorante sempliciotto, che parla in modo scurrile. La radio però ricevette la lettera di un ascoltatore che diceva: "Esistono tante versioni dello stesso pezzo ripulite. Come membro della comunità omosessuale mi sono sentito offeso e chiedo che il brano non venga più trasmesso in questa versione." Secondo la legge canadese basta una sola lettera di questo tenore per mettere al bando un brano e da quel momento non è più possibile passare la versione originale. Pare il Medioevo, era il 2011...


La bella copertina di "Decadancing" di Ivano Fossati è stata scattata su un'isola greca. Uno scatto che infonde serenità e che gli ha ispirato "Nella terra del vento", una carezza in musica. Un album intriso di atmosfere londinesi, di pioggia e di vento appunto. Il cantautore genovese ammise che non era un caso: aveva soggiornato in una delle case appartenute a David Gilmour dei Pink Floyd e di bel tempo ne aveva visto davvero poco.

Una delle grandi hit dei Foo Fighters è stata la celeberrima "Learn to Fly", rimasta negli annali per l'esilarante video girato tutto su un aereo. Lascia basiti il sapere che anche questo episodio sia stato censurato in radio, e questo a seguito dell'11 settembre perché aveva dei contenuti non graditi ai familiari delle vittime. Capisco tutto e alzo le mani, sia chiaro, ma la canzone era uscita due anni prima e vederci qualcosa di offensivo o irrispettoso vuol dire davvero andare a trovare un pelo minuscolo in un uovo di brontosauro.

Una delle canzoni più amate della grande storia degli Iron Maiden è "Run to the Hills", anno di grazia 1982 in cui uscì "The Number of the Beast". Descrive le guerre indiane dell'Ovest e uno dei punti di forza di questo pezzo è il testo, bifronte. Si perché prima narra il punto di vista degli indiani ("L'uomo bianco è venuto dal mare, ci ha portato solo dolore e sofferenza") e poi quello della cavalleria ("L'unico indiano buono è quello ammaestrato"). Quando grandi note e splendide parole vanno a braccetto.

Certe canzoni sono talmente baciate dal sole che sembrano il frutto di grandi amicizie e di feeling che sfociano in note da ricordare. "Pescatore", di Pierangelo Bertoli e Fiorella Mannoia, è la storia di un uomo che combatte contro il mare, quello stesso mare che ama e odia, mentre a casa la sua donna lotta contro i suoi sentimenti. Una storia bellissima. Peccato che tra Bertoli e la Mannoia non ci fosse nè amicizia nè feeling quando la registrarono: nemmeno si conoscevano a dirla tutta. Ognuno registrò la sua traccia vocale e si incontrarono per la prima volta tre mesi dopo. Curioso davvero.


All'alba del nuovo millennio Max Gazzè diede alle stampe "Ognuno fa quello che gli pare?", disco ispirato ma svilito dalla casa discografica, che fece una promozione molto blanda, forse non capendone il potenziale. Contiene due grandi duetti con Paola Turci e Carmen Consoli, ma anche qualcos'altro. L'artista romano infatti ammise che avendolo registrato in casa, in tutte le tracce registrate (dalle voci alle chitarre) si sentivano i suoi bambini che urlavano dietro! E che a volte era costretto persino a registrare di notte, mentre dormivano, cantando sottovoce...

Tanto si è detto di "Padre Davvero", canzone cantata da Mia Martini nel lontano 1971. Molti pensarono fosse dedicata al padre padrone di casa Bertè, uomo manesco e all'antica. Invece no, la canzone fu scritta da Pintucci e De Sanctis ancor prima di conoscere la splendida voce originaria di Bagnara Calabra. Scatenò molte polemiche e fu censurata dalla Rai, oltre a mettere in giro dicerie sul privato di casa Bertè, che la Martini smentì. Col tempo ci pensò sua sorella Loredana Bertè a far capire che uomo fosse davvero, e senza troppi giri di parole: "Mio padre era un bastardo. Lui odiava le donne e ha avuto solo figlie femmine. L’unico maschio che avrebbe potuto avere l’ha ucciso prendendo a calci mia madre durante l’ultimo mese di gestazione". Meglio non aggiungere altro.

C'erano stati quattro album, quattro, e tutti passati quasi inosservati. Quando invece "A Boy Named Goo" fa il botto arrivando a vendere 2 milioni di copie, John Rzeznik e i suoi Goo Goo Dolls traballano. Il successo è talmente abbagliante che il frontman cade vittima di una profonda crisi creativa, tipico blocco dello scrittore. Dovette ricorrere a lunghe sedute di psicoterapia, che evidentemente diedero i frutti sperati visto che solo pochi anni dopo Rzeznik compose la meravigliosa "Iris", per 18 settimane in testa all'airplay americano, record tuttora ineguagliato.

"Sovrappensiero" dei Bluvertigo è una di quelle canzoni che vorrei aver scritto io. Non c'è una parola fuori posto, sono tutte lì, abbaglianti come quadri di Van Gogh. Nel finale, però, c'è un ospite a sorpresa di cui molti ignorano la presenza. Come dite, canta solo Morgan? No, perché negli ultimi secondi si sente una voce, quasi nascosta, che canta in arabo, o meglio in un finto arabo. E' quella di Franco Battiato.


5 commenti:

-Alma- ha detto...

Mamma mia quante curiosità!

E' allucinante pensare come ai nostri tempi si cerchi il pelo nell'uovo chiedendo la censura di alcune canzoni ritenute offensive nonostante si dovrebbe capire il periodo della loro composizione.

Quando uscì "Money for nothing" era il 1985 e non credo che la parola faggot (che Knofler dice tre volte nel giro di pochi secondi) all'epoca fosse tanto offensiva quanto lo è oggi, e bisogna sempre pensare, come hai giustamente specificato, che il grande Mark scrisse testualmente le parole di un tipico italo-americano tutto muscoli e niente cervello che durante il suo lavoro in un negozio di elettrodomestici guardava un video musicale sulle tv in esso esposte sintonizzate su MTV, dicendo che il cantante in questione era un "faggot", ed è un fatto realmente accaduto. Capisco il disappunto degli omosessuali ma oltre a dire che Knopfler si limitò a scrivere ciò che sentì quel giorno in quel negozio, dico che questa canzone ha trent'anni (e non li dimostra!). Se fosse stata scritta oggi sarebbe un altro paio di maniche. Ci tengo a dire, inoltre, che sono dalla parte degli omosessuali e dei loro diritti, sempre!

Stessa cosa vale per "Learn to fly" dei Foo Fighters. Come si faccia a dire che sia offensiva per le vittime di quel terribile attentato, non lo so. E' precedente a quel disastro e liquidare la cosa così, buttando la canzone in un angolo, non mi sembra giusto.


Grazie per le tue continue perle, Vanz! :)

Antonello Vanzelli ha detto...

Grazie a te Alma per la pazienza nel sopportare i miei lunghi articoli, non ce la faccio proprio a essere conciso :-)))
Concordo con te, la censura in certi episodi ha anche le sue ragioni, ma nei due casi succitati non me ne capacito, basterebbe del sano buon senso. Certo che la legge canadese è davvero ridicola...

Valium ha detto...

Dovremo censurare la censura, ma tant'è ne parliamo.
Ci son stati casi in cui si trasformò in vera e propria scomunica. Tra Vaticano, radio, TV, ed un provincialismo clerico e bigotto, sopratutto il nostro bel paese ne ha stroncato parecchi. Tanti, troppi.
Vere e proprie opere d'arte da tutti noi amate, violentate.

I Nomadi sono stati bollati d'infamia nel 1965 per "Dio è morto", scritta da Guccini, che fu bandita dall'etere. I versi recitavano infatti che "Dio è morto, nei bordi delle strade, nelle auto prese a rate, nei miti dell'estate". A nulla servirono le proteste dell'autore, che si prodigava a spiegare che si trattava di un testo ripreso da una poesia di Ginsberg , "L'urlo". 😱

Un altro classico che subì la censura fu "Bocca di rosa" di De Andrè, il quale scandalizzò il censore con la storia della prostituta che sconvolge la tranquilla vita di un paesino, e sfiorò l'anatema osando accostare "l'amore sacro e l'amor profano" nella processione religiosa..ovviamente la canzone fu giudicata intrasmettibile e riabilitata solo molto tempo dopo. E le grane non vennero solo per le prestazioni sessuali della protagonista, ma anche da pressioni dell'Arma dei carabinieri. Il testo diceva e dice: "Spesso gli sbirri e i Carabinieri al loro dovere vengono meno, ma non quando sono in alta uniforme e l'accompagnarono al primo treno" e diventò: "Il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i Carabinieri, ma quella volta a prendere il treno l'accompagnarono malvolentieri" 😳

Nel 1971, problemi a sfondo religioso per Lucio Dalla con la celeberrima "4/3/1943", che in origine doveva chiamarsi "Gesù Bambino", titolo giudicato poco opportuno, e che nel testo vide alcuni suoi versi originali tipo "e ancora adesso che bestemmio e bevo vino / per i ladri e le puttane mi chiamo Gesù Bambino", modificato nel più composto "e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino / per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino" oppure l'iniziale "giocava alla Madonna con un Bimbo da fasciare" e modificato in "giocava a far la donna, con un bimbo da fasciare"...

Sempre in quell'anno, e sempre gli stessi autori di 4/3/1943, furono stroncati dalla signora censura. Rosalino Cellammare, ancora si faceva chiamare così, apparve a "Un disco per l'estate" per cantare "Il gigante e la bambina", storia di uno stupro, censurata da mamma Rai, alla quale "Il gigante con la sua spada d'amore" non poteva proprio andare giù.

Ed ancora, nel 1976 Mina decise di proporre un pezzo che la raccontava in pieno amplesso carnale dal titolo "L'importante è venire". Come sperava di farla franca non lo capirò mai...Il titolo venne aggiustato in "L'importante è finire" ed entrò nella Hit Parade nazionale, tuttavia nel testo rimane una certa atmosfera peccaminosa che fece storcere il naso a parecchi moralisti...👎

Alla prossima. Valium

-Alma- ha detto...

Questa bella lista di Valium ne ha fatta venire in mente una anche a me.

1990, i Litfiba pubblicano "El Diablo". Manco a dirlo nessuno voleva passarla in radio ritenendola blasfema e, sorpresa delle sorprese, la prima radio a trasmetterla fu nientemeno che Radio Vaticano! Da non crederci :)

Anonimo ha detto...

e poi c'è quella di Biagio Antonacci che parla di cocaina PAZZO DI LEI





































































poi c'è quella di Biagio Antonacci che parla di cocaina PAZZO DI LEI