17 giugno 2015

JOHN FRUSCIANTE E' RIENTRATO NEL GRUPPO




Io e Flavio facemmo amicizia in fretta. Entrambi fuorisede, entrambi con poca voglia di studiare. Quel primo anno di università a Potenza fu come un infinito giorno d'estate. Seguivamo le lezioni, si, ma per il resto era un continuo cazzeggio, tra piacenti matricole da rincorrere, lughe partite a tressette a perdere (ovviamente in facoltà e con i prof che ci guardavano malissimo) e serate a parlare di musica e di futuro davanti ad una birra. Il futuro ci sembrava così lontano, eppure arrivò e lo fece troppo in fretta. Alla fine del primo anno, Flavio decise che quella città non faceva per lui (come dargli torto) e tornò a Salerno. Da un lato lo capivo, dall'altro ci rimasi davvero male, mi sentii tradito. Venne a trovarmi dopo qualche mese, ma qualcosa si era ormai rotto. Chissà dov'è ora... Sento però ancora addosso la ferita di un'amicizia perduta, una di quelle che non cicatrizzano mai, a ricordarti uno dei crocevia della tua vita.

                                I GRANDI CROCEVIA DEL ROCK di A. Vanzelli

"Quando John lasciò il gruppo, ero risentito perché non era rimasto mio amico e perché aveva abbandonato il nostro cameratismo musicale." Anthony Kiedis - Scar Tissue

L'amicizia cammina sempre sulle stesse dannatissime strade e come io rimasi - egoisticamente - deluso dalla scelta di Flavio, così accadde per il frontman dei Red Hot Chili Peppers nei confronti di John Frusciante. Gli amori e le amicizie si incrinano, non è colpa di nessuno, ma intanto i Red Hot con Dave Navarro alla chitarra sembravano la brutta copia di se stessi: "One Hot Minute" non aveva nemmeno avvicinato i risultati di vendita di "Blood Sugar Sex Magik", e qualitativamente viaggiavano su binari molto distanti. Erano in balia di un passato troppo ingombrante, ma anche di vizi profondi come voragini. Navarro ballava il tango coi suoi fantasmi: era continuamente fuori a causa della sua tossicodipendenza (dovuta al tragico omicidio della madre, di cui avevamo narrato qui). La band - allo sbando - decise di farlo fuori, serviva una scossa. Ma la scossa vera la diede Flea: "Il solo modo in cui potrei immaginare di andare avanti sarebbe se John tornasse nel gruppo."


Il chitarrista aveva abbandonato il gruppo nel 1992: sei lunghissimi anni di silenzi e rancori lasciati a marcire. Eppure quei rancori non facevano più male, era come se fossero diventati cenere: la voglia di tornare a fare musica insieme fremeva dentro e scalciava. Frusciante, però, era ancora nel buco del culo della tempesta, perso tra i fumi del crack e le nebbie dell'eroina. Era deperito e con ascessi alle braccia perché non aveva mai imparato a farsi un'iniezione. E Kiedis, che stava cercando di riavvicinarsi a lui, pian piano si rese conto anche dei suoi errori:
"Non avevo ancora riconosciuto quanto fosse stata malata la mia relazione con lui prima che abbandonasse il gruppo. Non mi rendevo conto di quanto fosse sensibile e di quanto potessi ferirlo. Non sapevo che tutte le battute, le prese in giro, il sarcasmo avevano davvero urtato i suoi sentimenti, lasciando il segno. Molto dopo che John se ne era andato, Flea mi disse: "Hai idea del dolore che hai causato a John?"
Fu lì che qualcosa cambiò, come se anche il frontman avesse finalmente capito come chiudere la canzone che aveva in testa da anni. Quando si videro, non c'era più risentimento, non c'era più buio, ma la canzone si chiuse sul serio quando Frusciante decise di entrare in clinica per disintossicarsi. Mancava poco, davvero poco, e la cicatrice si sarebbe richiusa.


"Un giorno di aprile, Flea andò a trovarlo, si sedettero insieme e ascoltarono dei dischi. Poi Flea fece la domanda bomba: "Che ne pensi di tornare indietro e suonare nel gruppo?"
"John cominciò a singhiozzare e disse: Niente al mondo mi farebbe più felice." Piansero tutti e due e si abbracciarono a lungo." Anthony Kiedis - Scar Tissue
Frusciante era ancora legato, non imbracciava una chitarra da tantissimo tempo, ma ritrovarsi a casa di Flea a suonare tutto insieme cancellò il passato e ridisegnò il futuro: da lì a poco sarebbe arrivato "Californication".

Poco importa se poi Frusciante sia di nuovo uscito dal gruppo. Non voleva ricadere in certe sabbie mobili e lo capisco, va bene così. Del resto non avrei mai creduto di rivederli insieme e poi arrivò "Scar Tissue" ("cicatrice") e mi aprì in due sin dal primo ascolto. Il video - crepuscolare - mostrava ogni ferita, ti sbatteva il sangue colato dritto in faccia, con John che suonava una chitarra spezzata. Ma c'erano, erano ancora vivi. "Californication", "By The Way" e "Stadium Arcadium" hanno fruttato decine di milioni di copie vendute, tutte meritate. Perché a volte si può anche andare a fare quattro passi all'inferno e tornare qui, carichi di cicatrici, a scrivere nuove bellissime pagine nella grande storia del rock.

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