2 luglio 2015

CANZONI CONTRO LA GUERRA




Questa è una storia vera, non è Hollywood. Nel 1942, in un campo di concentramento di Kiev, furono segregati dei calciatori ucraini di alto livello. Quando i nazisti lo vennero a sapere, li sfidarono per dimostrare la loro superiorità. Gli ucraini sapevano che avrebbero dovuto perdere, ma quando videro sugli spalti il loro popolo festante, non ce la fecero a metter da parte l'orgoglio: dominarono, vincendo 5 a 1 e regalando una speranza di riscatto alla propria gente. I tedeschi ingoiarono, proponendo una rivincita. Il mese dopo, lo Start (così si chiamava la selezione ucraina) affrontò un team di ufficiali nazisti, in uno stadio blindato dalle forza di occupazione. Il primo tempo si chiuse sul 3 a 1 per i prigionieri, che durante l'intervallo subirono minacce per perdere la partita. L'orgoglio e l'amor proprio però vincono ogni minaccia e dopo il 3 a 3 tedesco, gli ucraini dilagarono, vincendo 5 a 3. Questa storia ha ispirato il meraviglioso "Fuga per la Vittoria" con Sylvester Stallone e Pelè, film dal lieto fine: i detenuti infatti riescono ad evadere. La realtà è che i prigionieri con quella vittoria siglarono la loro condanna: furono fucilati o estradati in un lager, solo in due si salvarono. La vita non è Hollywood, nella guerra non c'è mai un lieto fine.

                  NON E' LA ROSA NON E' IL TULIPANO di Antonello Vanzelli

Una mia vecchia amica mi ha fatto notare come abbia parlato molto raramente di Fabrizio De Andrè. E' stato come esser punti su un nervo scoperto, perché io adoro Faber, ma è molto difficile trovare le frasi giuste per descrivere le sue canzoni. Per parlare del genio l'unica è cercare parole semplici, quelle con cui lui ha squarciato i decenni. E così non potevo che cominciare con lui questo articolo dedicato alla canzoni contro la guerra, con la celeberrima "La Guerra di Piero". Un giro di chitarra inconfondibile e sfilano quadri impressionisti: i papaveri rossi, i lucci argentati, il torrente che accompagna il lungo sonno dei soldati caduti. Una poesia che ricorda "La Spigolatrice di Sapri" di Luigi Mercantini (che ispirò "Ciao Amore Ciao" di Luigi Tenco), ma cinica, beffarda, come l'umano dubbio se uccidere il nemico - un uomo come te - oppure fargli salva la vita. E mentre ci rifletti, lui spara, per paura - perché la guerra è paura - e tu crolli tra le spighe di grano a morire sognando Ninetta e un futuro senza futuro. Ecco perché non parlo di De Andrè, ogni parola non gli renderà mai giustizia sino in fondo.


Le canzoni di denuncia sono spesso appannaggio del cantautorato, ma anche della cultura rock e metal. Viene subito alla mente il rock blues di "War Pigs" dei Black Sabbath, anno di grazia 1970. Sarebbe dovuta essere la title-track del secondo disco della band di Ozzy Osbourne, prima che saltasse fuori come per magia - e poco prima della chiusura dell'album - l'incredibile "Paranoid". Tony Iommi cesellò un riff granitico, prima di sparare nel cielo del rock un assolo fuori dal tempo, ma fu Geezer Butler a far la differenza, con un testo lacerante.
"I maiali della guerra strisciano sulle ginocchia, 
implorando pietà per i propri peccati. 
Satana, ridendo, spiega le ali."
Lontani dalla poetica di De Andrè (perché in effetti la guerra ha ben poco di poetico), Butler usa parole pragmatiche, acide, avvelenato com'era dalla guerra del Vietnam. Note che pulsano vita, ecco.

E che dire di "Civil War" dei Guns N' Roses? Fu concepita per un disco di beneficenza per gli orfani della Romania e poi confluì in quel disco spaccia-singoli che fu "Use Your Illusion II" (1991). L'inizio è molto soffuso, con echi western, e Axl sussurra come se ti fosse al fianco. Tu chiudi gli occhi e ti godi ogni attimo, prima che Slash splettri alla grande aprendo ad un'entusiasmante cavalcata sonora. Axl Rose passa in serie Kennedy e la guerra del Vietnam (una ferita mai cicatrizzata della liberale America), prendendo a pugni la società e girando il coltello dentro la piaga, uomini che controllano drogherie umane, che spostano miliardi come caramelle, che creano dolore senza il minimo scrupolo. Una power ballad arrangiata da Dio, con un Axl Rose in stato di grazia. Che cosa c'è poi di così tanto civile in una guerra?


Diversa la prospettiva dei Metallica di "Disposable Heroes". Non c'è critica sociale, nessuno schiaffo ai poteri forti, anzi il punto di vista è proprio di chi comanda, di chi manovra dall'alto come un burattinaio.
"Di nuovo al fronte. Farai quello che io dico, quando lo dico!
Di nuovo al fronte. Morirai quando lo dirò io, devi morire!
Di nuovo al fronte. Tu codardo, tu schiavo, tu cieco!"
Raccontano di questo soldato di soli 21 anni, piccolo pedone su una scacchiera di sangue, che però ha un sussulto, prende coscienza del suo esser nato per uccidere e morire, e di esser destinato alla polvere. Sussulto vano, il destino non lo cambi. Eroi a perdere appunto, senza speranza, senza domani.

Eppure un domani c'è sempre, anche nelle terre segnate dai conflitti. Penso ad una delle tante grandi canzoni di Enrico Ruggeri: "Primavera a Sarajevo". L'incedere è da banda di paese, con ritmi balcanici, e l'atmosfera è solare, quella che accompagna ogni rinascita. Il cantautore milanese aveva gia trattato il tema della guerra nel 1988 con "Lettera dal Fronte (Tapum)", dopo il ritrovamento del diario di un suo zio, morto in un campo di concentramento in Grecia. Una canzone carica di lacrime, a cui il Rouge rispose quasi quindici anni dopo con "Primavera a Sarajevo" appunto, e quindi con un moto di speranza, quello di un amore sbocciato in una città ferita. Perché qui non siamo a Hollywood, ma la speranza non deve mai morire e - come diceva qualcuno - alla pace bisogna sempre dare una chance.

5 commenti:

Tony76 ha detto...

Bell'articolo,ma mi permetto di dire che è un po' povero...come si fa a non citare Generale di De Gregori o Viva la Guerra di Bennato..e molte molte altre del cantautorato italico...??

Antonello Vanzelli ha detto...

Caro Tony76, se avessi dovuto elencare tutte le canzoni contro la guerra avrei scritto un'enciclopedia. E' pieno di grandi canzoni, materiale per una prossima puntata sull'argomento, vedrai :-)

-Alma- ha detto...

Canzoni meravigliose, ed è meraviglioso il fatto di usare la Musica per fare qualcosa di importante come schierarsi apertamente contro le guerre ed ogni forma di violenza.


Io aggiungerei delle perle targate Litfiba, che da sempre sensibili a questo tema ci hanno regalato varie opere contro la guerra e sull'antimilitarismo:

"Prima guardia" con la sua bellissima frase finale "Trasforma il tuo fucile in un gesto più civile";

"Ferito" dove Pelù canta "Grande capo bianco dice che noi siamo forti e siamo pronti per attaccare";

"Santiago" dove si condanna la famosa visita di Papa Giovanni Paolo II al dittatore Pinochet con conseguente saluto dal balcone dove proprio sotto la polizia caricava i dimostranti. "E dittatura e religione fanno l'orgia sul balcone";

"Versante est", contro l'invasione sovietica in Afghanistan del 1979. "Nemico per voi è ogni uomo che cerca la sua libertà, nemico per noi quello che la trova sulla pelle mia";

"Linea d'ombra" che si oppone con forza all'arruolamento nell'esercito. "Io obbietto! Disobbedisco! Guerre per soldi, gioco d'amore nero, prole assassina, frutto marcio dell'avidità";

"La battaglia sacra", che con l'incredibile live in Toulouse del 1985 è stata resa immortale. "Dì a tuo figlio che non morirà nella battaglia sacra";

"Guerra" dove con voce provata Pelù descrive la devastazione della guerra e il silenzio assordante che lascia dopo il suo terribile passaggio. Questa canzone per me è straordinaria perchè anche senza le parole l'atmosfera musicale fa percepire lo stato d'animo angosciante del pezzo;


I Beau Geste, progetto parallelo di Aiazzi e Maroccolo dei Litfiba hanno sfornato "Battaglia aerea" un pezzo quasi del tutto strumentale con la collaborazione di Piero Pelù. "Capo pendente! Capo riverso! Capo forato!"


E poi non posso tralasciare "Il mio nome è mai più" del trio Liga, Jova, Pelù del 1999.

Lo sapevo, mi sono dilungata, chiedo venia :)

Bell'articolo come al solito, complimenti :)

Antonello Vanzelli ha detto...

Ehhh i nostri amati Litfiba, avevo pensato anche a loro ovviamente, l'impegno di Piero Pelù è sempre stato profondo (come avevo già detto nell'articolo sulle canzoni contro la mafia). Diciamo che per variegare gli artisti trattati ho puntato su altre canzoni :-)
Anche perché a breve arriverà qualche sorpresa legata a Pelù e Renzulli, ma non anticipo nulla :-)))

-Alma- ha detto...

Hai fatto benissimo a citare altri artisti, facciamo un po' di turn over :)
Però mi ha fatto piacere citare queste canzoni per me molto importanti. E poi, come si dice, diffondiamo il verbo :)
Attendo la sorpresa su quei ragazzacci allora :)