20 luglio 2015

"EDO RINNEGATO" - EDOARDO BENNATO




Quel giorno la sveglia suonò che i galli erano ancora nella fase R.E.M.. Il cielo iniziava a stiracchiarsi nel suo letto di nuvole minacciose, mostrando i denti dell'inverno. Niente scuola, stavamo andando in montagna, che per uno che viene da Taranto vuol dire emigrare: la meta erano i monti lucani. C'erano anche gli zii e i cugini. Ricordo distintamente la BMW di mio zio Giuseppe che si conteneva, per non seminare la nostra malandata Ritmo. Flashback sparsi: mio cugino Nico che vomitò sangue (poi si capì che era una caramella gommosa alla fragola annegata nel caffèllatte); sciammo e facemmo la battaglia a pallate di neve, con una colpimmo la macchina della Polizia che non aveva di meglio da fare che venire a spaccar le balle a dei bambini che si divertivano. E poi ricordo la musica di quel viaggio: i Sanremo di Baudo, Gianni Togni, le canzonette Anni '60. Musica ingenua, alla fine papà mi ascoltò: mise su Edoardo Bennato e il viaggio cambiò.

                                   RECENSIONI FUORITEMPO di A. Vanzelli

Conservo ancora la cassettina di "Edo Rinnegato", mio padre l'aveva comprata da qualche vù cumprà, come si usava a quei tempi. Zero testi, copertina risicata, ma poco importava, partiva "Venderò" e non esisteva più niente. I rumori del mondo, i colori senza colore dell'inverno, le ansie, tutto spariva, cancellato da pennellate di Monet fatte di musica e parole. Con la sua chitarra e la sua armonica mi portava altrove, e rimanevo a chiedermi come si potesse vendere la rabbia o la libertà. Un gran testo di suo fratello Eugenio, riflessi diversi della stessa famiglia musicale.
Mi solleticava "Quando Sarai Grande", sprigionava all'istante fantasie sul mio futuro. Non mi rendevo però conto di quanto il testo fosse sì semplice ma anche molto amaro, di come si è spesso burattini senza fili. Arrangiata splendidamente, resta attualissima.
Un'altra dei miei capisaldi è "Ogni Favola è un Gioco", lui che con le favole ci ha creato fior di capolavori: "Ogni favola è un gioco 
che si fa con il tempo 
ed è vera soltanto a metà."
Tre versi, eppure disegnano un mondo intero. Qualche anno fa l'ha riletta a modo suo anche Raf, non è venuta granchè. Certe canzoni sono come arcobaleni, e gli arcobaleni non puoi toccarli, sono già perfetti così.


Non è un album di inediti "Edo Rinnegato", ma una raccolta con riarrangiamenti acustici di vecchi successi, che tirano fuori l'anima più country folk del cantautore napoletano. Nonostante questo si sente distintamente battere il suo cuore rock, l'eterna dicotomia che ha fatto di Bennato il Bob Dylan italiano. E quel rock palpita nitido in "Rinnegato" o in "La Chitarra", alternandosi a ballate scintillanti come "Campi Flegrei", in cui l'incastro delle tessere crea un puzzle scintillante. Tratta dal suo album d'esordio e dedicata al quartiere in cui è cresciuto, è una di quelle canzone che ascolto sempre ad occhi chiusi.
C'è spazio per un gustoso medley, quello di "Abbi Dubbi" che fa l'amore con "Ma che bella città", e sempre dal disco d'esordio sbuca l'altrettanto luminosa "Detto tra Noi", col suo coinvolgente crescendo e quel passaggio programmatico: "Sono uno che vende sogni alla gente": in oltre quarant'anni di carriera ne ha venduti a profusione, senza mai scontentare nessuno. E dire che non è stato facile, lui così irregolare, così in bilico tra impegno e cantautorato spensierato, tra canzoni di protesta e canzonette. Come si fa a inquadrare uno come Ivan Graziani? Come si incasella uno come Enrico Ruggeri? Sono artisti che camminano su nuvole diverse, proprio come Bennato, uno che ha sempre fatto di testa sua, riuscendo a lasciare ai mercanti d'arte le briciole: la sua pazzia per fortuna se l'è tenuta tutta per se.


Molte delle sue canzoni più belle, giri di armonica come carezze, il caldo rock che sprigiona la sua voce, l'inseparabile kazoom e arrangiamenti scarni ma ben calibrati: è solo una raccolta, ma non manca nulla, brillano anche i dettagli. "Franz è il Mio Nome" non è un dettaglio, è storia, quella di un traghettatore di anime da un lato all'altro del Muro di Berlino. Franz, o Franco, che in latino vuol dire "libero" e infatti "Franz è il mio nome e vendo la libertà", e questo si che è un dettaglio, voluto e che fa tutta la differenza del mondo. Una canzone che toglie il fiato, ogni ascolto è un brivido.
Ce l'ho ancora quella musicassetta, è un po' impolverata e non suona da chissà quanto, ma dalla mia libreria non si muoverà mai. In quella cassettina c'è il vecchio stereo che papà nascondeva sotto il sedile, mamma che provava a cantare senza sapere le parole, la Ritmo blu scassata, la guerra a palle di neve e un viaggio di quelli che ricordi per sempre. E li ricordi perché hanno avuto la migliore colonna sonora che potesse esserci.

6 commenti:

Tony76 ha detto...

Beh con Bennato sfondi una porta aperta...so di tirarmi dietro le antipatie di tutti,ma posso asserire che Edoardo in Italia sia l' unico a saper fare musica....

Antonello Vanzelli ha detto...

Felice che piaccia anche a te Tony76. Queste canzoni ce le ho dentro, è uno di quegli album baciati dalla magia, lo ascolti e riascolti e continua ad abbracciarti.

Goemon ha detto...

Ecco, questo è per tornare al discorso......
Se Edoardo Bennato (per carità tanto di cappello) è l'unico che sa far musica, mi chiedo, ma gli altri? No, perchè sembra sempre che fino ad ora ci siamo rincoglioniti!!
Ed il caro Vanzelli non "smuscia" niente, ovvio. Poi domani, io scrivo: il più grande è D'Alessio...e giù di "sculacciate"........

Antonello Vanzelli ha detto...

Goemon, sin quando si mantiene educato può dire quello che vuole. Questo non toglie che la sua crociata stia diventando stucchevole ;-)

Tony76 ha detto...

Gli altri dietro...

Anonimo ha detto...

Bennato,se fosse nato a seattle.si parlerebbe di lui come è piu' di dylan.