10 luglio 2015

LE CANZONI ITALIANE PIU' BRUTTE




Come la ventenne a cui fai il filo che si fidanza con il più idiota della comitiva.
Come il Super Santos che finisce nel giardino del vicino bastardo.
Come un film meraviglioso rovinato da un finale tirato via.
Come la radiolina a cui si scaricavano le pile appena prima di "Tutto il Calcio Minuto per Minuto".
Come la pizza che aspetti da mezzora e ti arriva bruciata.
Come quando apri il frigo e ti accorgi che le birre sono finite.
Come l'amico che ti pugnala alle spalle dopo dieci anni di amicizia.
Come un nuovo singolo che ascolti la prima volta e ti delude talmente tanto che lasciarti sconsolato.

                       SINGOLI SBAGLIATI E DELUSIONI di Antonello Vanzelli

Non serve ribadire che le radio sono standardizzate e passano sempre le stesse cose, spesso imposte dall'alto. Non serve neppure ricordare che per decenni i dischi contenevano due barra tre canzoni buone e fin troppi riempitivi. Serve però dire che di singoli scadenti in radio ne passano troppi e che ogni tanto bisognerebbe avere il coraggio di parlarne, senza nascondere la testa sotto la sabbia. Abbiamo parlato delle canzoni più brutte di Vasco Rossi (a questo link) e di Luciano Ligabue (qui), ora andiamo a punzecchiare un po' di altri big del nostro panorama.

Qualche tempo fa avevo dedicato un articolo a chi riusciva a non sbagliare una mossa. Tiziano Ferro è uno di questi, scelte musicali sempre azzeccate culminate in vendite altissime e in un tour negli stadi. Ecco, diciamo che "E Raffaella è mia" è l'eccezione che conferma la regola. Un pop dance sgangherato ad accompagnare un testo esile come carta velina (e meglio sorvolare sul video...). Non a caso è stato forse il suo singolo di minor successo. Da dimenticare.


Il miglior Biagio Antonacci? Quello di "Mio Padre è un Re", "Chiedimi Scusa" e "Buongiorno Bell'Anima". Ha sempre vissuto una dicotomia nitida, tra il percorrere le orme del cantautorato alla Battisti e un pop-rock più ritmato, accostabile ad alcuni episodi di Vasco. Peccato che ogni tanto abbia perso la rotta, come in "Il Cielo ha una Porta Sola", uno dei singoli peggiori della sua carriera. Quell'iniziale "Oye Como Va" è urticante, e il successivo "Tu mi piaci... Tu mi dici" potrebbe star bene come titolo di un libro di Moccia. Pollice verso.


"Dietro la Curva del Cuore" dei La Crus è un disco da avere e da vivere, ha una delicatezza musicale che raramente ho trovato nel pop italiano. Non hanno mai fatto il grande salto Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti, ma ci ha pensato Gianni Morandi a concedergli cinque minuti di gloria sul palco di Sanremo, meritatissimi vista la bellezza di "Io Confesso". In realtà era l'ultima parentesi del duo lombardo, il "la" alla carriera solista di Giovanardi. Peccato che dopo quello scintillante disco, sia arrivato "Maledetto colui che è solo" col Sinfonico Honolulu, un disco di cover con tre inediti. L'errore - gravissimo - è stato puntare come primo singolo su "Storia d'Amore" di Adriano Celentano: canzone usuratissima che ha affossato il disco. Un'occasione sprecata.


Quando sentii del duetto tra Antonello Venditti e Francesco De Gregori mi brillarono gli occhi. Finalmente si ritrovavano dopo i fasti di "Theorius Campus", loro due, così diversi eppure sfumature di quello stesso opale dai mille colori che è la scuola cantautorale capitolina. Quando però ho ascoltato "Io e Mio Fratello" ho sgranato gli occhi: la musicalità è allegra e ricca di fiati ma noiosa; sul testo preferirei sorvolare altrimenti mi becco una denuncia. "Sono Antonello e questo è mio fratello bello. Sono Antonello e sono questo e pure quello." Sigh... Una delle cose peggiori in assoluto ascoltate negli ultimi trent'anni.


Povia non è stupido, sa benissimo come far parlare di sè. E sa ancor meglio che una canzone mediocre balza agli onori della cronaca solo se crea dibattito e polemiche anche vibranti. Tutto chiaro, tutto giusto, ma preferirei che ciò succedesse con testi impegnati, ma impegnati sul serio, che magari non arrivino da chi cantava che voleva avere il becco e di bambini che facevano oh... E non con "Luca era Gay", la storia di uno che pensava di essere omosessuale e poi no, cavoli, non lo sono più, meno male... Annamo bene, annamo proprio bene.


Laura Pausini ha sempre avuto un gran seguito nei paesi latini, appuntandosi sul petto fior di soddisfazioni. Ad inizio millennio, ai piani alti hanno pensato bene di provare a sfondare anche negli States, con una strategia che nemmeno Napoleone a Waterloo. Decisero infatti di non presentare la Pausini pop che tanto bene ha fatto da noi e sul mercato sudamericano, ma una sua controfigura molto dance, snaturandola completamente. Nonostante l'abbiano scritta quattro grandi autori americani, "Surrender" è proprio bruttina...


Che bell'album "...Le Band Si Sciolgono", mi piacque davvero tanto. E con "Musiche Ribelli" Luca Carboni continuò a farmi star bene. Peccato che poi arrivò un passo falso, sto parlando di "Senza Titolo" del 2011, che è passato quasi inosservato. Musicalità sbilenche quelle di "Fare le Valigie", il primo singolo, ma peggiò andò con "Cazzo Che Bello l'Amore", che le radio giustamente snobbarono. L'artista bolognese si lamentò di una certa censura a causa della parola che potete immaginare, io invece credo che ebbe poco risalto proprio perché lontana dalle sue belle cose del passato.


Il percorso musicale di Alice è un'eccezione nel mondo discografico. E' sempre andata per la sua strada, fregandosene delle mode e del mercato, spalleggiata dal nume tutelare Battiato. Non sempre però ricerca e qualità sono andate di pari passo. Nel 2013 si è affidata a Tiziano Ferro per il suo rientro, ma "Nata Ieri" per quanto elegante non sfonda.


Si, lo so, attaccare Marco Carta è come sparare sulla Croce Rossa, ma vedergli vincere Sanremo con una canzone banale come l'ennesima figura emmè di Renzi non mi è ancora andata giù. Le storture di un mondo in cui le sorti della musica sono nelle mani di Maria De Filippi.


Qualche tempo fa ho attaccato il buon Francesco Renga riguardo "Ferro e Cartone" (qui). Qualcuno penserà: "E allora ce l'hai con lui!". No, è che da uno con quella vocalità mi aspetto molto, moltissimo. L'ultimo disco ad esempio, per quanto sia stato baciato dalle vendite, è molto altalenante. Ma se penso al singolo meno riuscito non posso che pensare a "Un Giorno bellissimo", dell'omonimo disco uscito nel 2010, canzone mediocre e francamente tediosa. E mi viene un fegato grosso come una casa perché è senza dubbio la più brutta di un lavoro meraviglioso, colmo di canzoni che continuo a ascoltare e riascoltare con infinito piacere.


"Non Siamo Più Quelli Di Mi Fist" doveva essere il disco della definitiva consacrazione per i Club Dogo. A livello qualitativo però, i Dogo non sono riusciti a bissare il fortunato "Noi Siamo Il Club", colpa di una certa stanca a livello di composizione. Un esempio? "Sai Zio", che campiona "Overdose (D'Amore)" di Zucchero. Tralasciando la tristezza riguardo l'abuso del termine "zio" nell'ambito hip hop, la canzone è a livello testuale di una povertà imbarazzante: "Nella vita sono in sbattimento frà e lo sai che non ci sto più dentro, inseguendo sti pezzi da 100 frà e non vi odio perché non c'ho tempo." Si, si vede nitidamente che non siete più quelli di Mi Fist...


E rimaniamo nell'ambito hip hop, con una tirata d'orecchie anche per Fabri Fibra, ormai anche lui ben lontano dalle grandi cose di inizio carriera. "Bugiardo" è stato un signor album, colmo di grandi singoli, vedi "In Italia" con Gianna Nannini. Nell'album successivo ha provato il bis - in modo un po' patetico - con "Speak English", sottotitolo "In Inghilterra". Sono diplomatico, diciamo che è poco riuscita e la chiudo qui.


Abbiamo appena citato Gianna Nannini e ce n'è anche per lei. L'ultimo corso della sua carriera mi ha convinto proprio poco, l'anima rock è risbocciata nel recente album di cover, ma era desaparecida da tempo immane, intrappolata in tante ballatine tutte troppo simili tra loro. Il pezzo meno incisivo? Certamente "Mai Per Amore", con quel suo "Quasi mai, quasi mai" che annoia sin dal primo ascolto.


E visto che parlavamo di rock... Poco sopra parlavo dell'eccitazione riguardante il duetto tra Venditti e De Gregori. Ecco, moltiplicatelo per dieci e capirete i brividi provati una volta saputo della collaborazione tra Mina e gli Afterhours. La Tigre di Cremona è sempre stata una grande fan della band di Manuel Agnelli, al punto tale da aver coverizzato la meraviglioserrima "Dentro Marilyn". Per anni ha spinto per una collaborazione, peccato si sia concretizzata nel periodo più modesto del gruppo milanese. "Adesso è Facile" è una nenia insopportabile, delusione cocente come poche.


Se dovessi ragionare sul flop discografico più pesante di Jovanotti, dovrei senza dubbio scegliere "File Not Found". Affossò le vendite di "Lorenzo Live - Autobiografia di una Festa", eppure è una canzone che ho sempre ascoltato con grandissimo piacere. Al contrario di "Per Te": musica ridotta all'osso, testo buonista che annega nell'insipido, una di quelle canzoncine innocue di cui non si sentiva proprio la necessità.


Non amo chi cavalca il successo riproponendo la stessa canzone per anni. Non amo neppure chi studia e cerca di allontanarsi frettolosamente dal passato, con un triplo forzatissimo salto carpiato. Quello che è accaduto con "Eva Contro Eva" di Carmen Consoli, album certamente più maturo dei fortunati predecessori, ma poco a fuoco, infatti nelle vendite andò maluccio (82mila copie contro le oltre 200mila de "L'eccezione"). Il primo singolo fu "Signor Tentenna" e per quanto le parole siano corrosive, è come una bicicletta con la catena a terra, gira a vuoto.


Non è facile per me criticare un mostro sacro come Fiorella Mannoia, uno dei fiori più belli del giardino del pop tricolore. Devo però ammettere che alcune delle sue cover non aggiungono nulla agli originali, anzi spesso tolgono freschezza. Ecco, la sua "Ho Imparato a Sognare" è troppo teatrale e ben lontana dall'originale.


Qualcuno dovrebbe spiegare ad Anna Tatangelo che potrebbe gareggiare alle Olimpiadi, categoria presunzione. Detto questo, dovrebbe andare a lezione da Povia, che sa davvero come far parlare di sè. Perché cantare dei travagli di un amico omosessuale in modo talmente stereotipato da risultare kitsch può colpire al massimo qualche nonnetta che si fa il cicchetto di Jagermeister per addormentarsi serena.


Ho sempre avuto repulsione nei confronti dei tormentoni usa e getta. Uno dei più insopportabili? "Tu Mi Porti Su" di Giorgia feat. Jovanotti (che l'ha scritto).
Lo so che le canzonette estive non brillano per profondità, ma passaggi come "Siamo animali sensibili all'odore e siamo umani in cerca dell'amore." farebbero cadere le braccia anche al più tollerante dei critici. Poi arriva la perla assoluta "L'amore più bellissimo" e allora vai a farti il Jagermeister con la nonnetta, che è meglio.


"Un brano così forte che non si poteva attendere l'uscita dell'album", così recitava il comunicato stampa di presentazione di "Bacco Perbacco" di Zucchero, il primo singolo estratto da "Fly". Dichiarazione ingombrante, che però ascoltando la canzone sfocia nel presuntuoso. E' un pop senza grandi idee, soporifero nonostante i ritmi estivi e danzerecci. Il punto più basso dello Zucchero recente.


Venti canzoni dimenticabili. Qualcuno sarà d'accordo, qualcuno storcerà la bocca, tutto nell'ordine naturale delle cose. Avrei potuto prendere di peggio, attaccare molti altri personaggi discutibili dello star system musicale, ma è solo l'inizio... E voi, quali sono le canzoni che proprio non avete digerito?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

sono praticamente tutte canzoni molto belle invece, se tu hai gusti musicali orribili è un problema SOLO tuo

-Alma- ha detto...

Fortunatamente mi tengo lontana dal pop-tormentone-superfrizzante-brioblu ecc ecc ma non sono riuscita a coprire le mie povere orecchie in molte occasioni rimanendone disgustata a dir poco.

Mi hai ricordato il conato di "gomito" che mi è venuto quando per la prima volta ascoltai "Tu mi porti su" di Giorgia in macchina con mia cugina che se la cantava divertita mentre io la guardavo tipo Bruce Lee prima di un combattimento. Chiunque si sarebbe rotolato dal ridere nel vedere la scena, tranne io. Che poi dico: perchè? Giorgia ha una voce così bella, sprecarla così...

Di Jovanotti non so più che pensare, davvero. Tutti a dire che le sue canzoni sono profonde mentre io le trovo banali e scontate. "A te" non la sopporto proprio più, è diventato il prezzemolo della musica italiana degli ultimi anni.

E se per "Tu mi porti su" mi venne il conato quando ascoltai "Il mio amico" della Tatangelo risi a crepapelle. Perchè della caduta in picchiata di Giorgia mi dispiace, di tutte le pensate di D'Alessio e signora per far affermare una volta per tutte nel music bussiness quest'ultima, no.

Di rapper nell'Italia degli ultimi anni ne nasce almeno uno al giorno e la cosa non mi piace. Come nascono così muoiono. E allora perchè il giorno dopo ne nasce un altro identico a quello del giorno prima? Questo è per dire che strizzo gli occhi ogni volta che mi capita di ascoltarne uno.

"Cambiamenti" di Vasco Rossi. Nomino solo questa e non aggiungo altro.

Emma e Alessandra Amoroso sono troppo anche per questa classifica vero?

E ce ne sarebbero tante altre ma per ora non mi vengono in mente, per fortuna :)


Bravo, Vanz, è un lavoro sporco ma qualcuno deve pur farlo :)

Anonimo ha detto...

Non sono per niente daccordo su alcune canzoni!
Di tanti singoli orrendi usciti in Italia mi vai a mettere tra questi "E Raffaella è mia" di Tiziano Ferro? ahahhaha vabbe va
cavolo ci sta tanta di quella merda in Italia sceglile meglio :')

Anonimo ha detto...

Manco hai citato le canzoni di Moreno

Antonello Vanzelli ha detto...

Sapevo già che un articolo così avrebbe diviso, è normale. Eppure continuo a pensare che "E Raffaella è mia" sia il singolo peggiore di Ferro, peraltro difeso scrivendo che è forse l'unico passaggio a vuoto che abbia avuto.

Moreno? Dovrei prima ascoltarlo per poter giudicare, e no, ne faccio a meno.
Fermo restando che, al netto delle opinioni personali, se riuscite anche a difendere le canzoni inserite, vuol dire che discografia italiana e pubblico sono in condizioni davvero disperate.

Tony76 ha detto...

Penso che i gusti musicali non si possano commentare,ma la differenza da una canzone scritta bene ( dove musica e parole si fondono con "musicalità" ) e una scritta in maniera non consona sia obbiettivo...e penso al mostro sacro come Adriano Celentano con " C'è sempre un motivo " musicalmente urticante e testo banale...non vedo l'ora di leere altri articoli così..col coraggio di dire quello che si pensa senza aver timore di esser attaccato perchè nominato il cantante top del momento!!!

Antonello Vanzelli ha detto...

Scusa del ritardo della mia risposta Tony76 e grazie del tuo commento. Questi articoli di certo non mi rendono celebre, sto tirando su una collezione di insulti niente male :-))) Però capisco bene il talebanesimo di molti fan di questo o quell'artista, alcuni non ce la fanno proprio ad essere obiettivi. Non che io sia Dio eh, però gran parte delle canzoni inserite - per un motivo o per l'altro - sono indifendibili. Come appunto quella di Celentano da te citata, veramente brutta.