3 luglio 2015

NOMADI & OMNIA SYMPHONY ORCHESTRA LIVE 2007




Scusa Luciana, se non ho avuto la pazienza di aspettarti.
Scusami Mina, se non mi sono comportato da uomo. Mi piacevi molto, ma non ero pronto.
Scusami Aileen, per non avere avuto il coraggio di crederci.
Scusami Azzurra, ero ancora un bambino.
Scusami Diana, dicevo di amarti e non era vero.
Scusa Stefania, per non aver preso quel treno.
Scusami Rosa, se non ci fosse stata la differenza d'età, allora... Forse...

                                          OCCASIONI PERSE di A. Vanzelli

Ci sono treni persi, cieli immensi solo sfiorati, spiagge che sarebbero potute essere bianchissime. Qualcuno li chiama rimpianti, io no. Ogni fotografia regala vita al passato e detta la strada al futuro. Inevitabilmente capita di ascoltare dischi che sarebbero potuti essere un 10 perfetto, e invece mancano il bersaglio. A volte un dettaglio può uccidere una poesia, direbbe un grande cantautore. Mi viene subito in mente "Nomadi & Omnia Symphony Orchestra Live 2007". Il gruppo di Beppe Carletti veniva dal successo di critica e pubblico di Sanremo 2006, che aveva lanciato l'ottimo "Con me o contro di me". Dopo i fasti di "Sangue al cuore" e "La vita che seduce", la band - in condizioni smaglianti - stava toccando la Luna, prima che lo scisma-Danilo Sacco rimescolasse carte e futuro.

Musicalmente il doppio album è davvero illuminato, ben 34 brani che rappresentano un sontuoso regalo per ogni fan. La scaletta non manca degli episodi storici della band orfana del grande Augusto Daolio: da "Dio è morto" a "Io vagabondo", passando per alcune perle ripescate dal mare magnum del passato.
Spiccano una splendida "Jenny", resa ancor più grintosa dalla voce di Massimo Vecchi, una trascinante "La collina", e le sempre toccanti "Ophelia" e "Immagini". Insomma, nessuna sbavatura, tutto perfetto, band tirata a lucido e un Danilo Sacco in forma strepitosa, che regala una "Trovare Dio" e una "Con me o contro di me" da brividi: valgono da sole il prezzo del biglietto.


"Un live con un'orchestra sinfonica da 79 elementi è estremamente raro, in Italia. E' una cosa che, per quel che ne so, hanno fatto giusto band come Pink Floyd e Metallica. Senza volerci paragonare a loro, questa è forse la soddisfazione più bella che ci siamo mai presi nella nostra carriera. Realizzare questo sognoè stato per noi tagliare il traguardo più importante, l'apice della nostra storia come gruppo." Beppe Carletti - Intervista a Rockol

Qualche assenza brucia, penso a "Ma che film la vita" e a "Tutto a posto" (eseguite durante il doppio concerto e non inserite in tracklist), ma era nell'ordine delle cose. Il singolo "Ci vuole un senso" non è all'altezza della loro carriera, va detto, ma "La mia terra" è al contrario un episodio molto godibile.
E allora, direte voi? Dov'è l'occasione mancata? E' che questo non è un vero live dei Nomadi, non lo è affatto. Carletti e soci sono una cosa sola col loro fedele zoccolo duro, e in questo lavoro il pubblico si sente a malapena. E' un live freddo, non c'è partecipazione tra il gruppo emiliano e la platea. Se in alcuni live la post-produzione ha maneggiato sin troppo, rendendo il risultato ridicolo (penso ai cori di alcuni live di Iron Maiden e Dik Dik, e scusate l'abbinamento), qui è mancato proprio l'apporto del popolo Nomade, ed è un peccato. Sarebbe potuto essere il live perfetto (come "S&M" dei Metallica appunto), non lo è. E se si pensa al concertone dell'ottobre scorso in Piazza Duomo a Milano (per i 30 anni della Fondazione Exodus) ovviamente aumentano i rimpianti: tanti grandi ospiti, l'orchestra alle spalle e tutto il capoluogo lombardo a cantare all'unisono, che grande serata! Il miglior consiglio che posso darvi è di spendere i vostri soldi per andarli a vedere dal vivo, quello lì si che è il live perfetto. Credetemi, ve ne innamorarete.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Tutto lo decide Carletti il bello e il brutto