9 marzo 2017

I GRANDI ALBUM DEL 1997 - PART I




Il Nobel a Dario Fo e la tristissima storia di Silvestro Delle Cave, trucidato da un gruppo di pedofili dopo ripetute violenze. Il crollo della volta della Basilica di Assisi, filmata casualmente, e la gente che resta sotto le macerie del terremoto. La clonazione della pecora Dolly e la cometa Hale Bopp. La tragica morte di Lady Diana, e quella altrettanto assurda di Gianni Versace. Arriva "Il Ciclone" di Pieraccioni nelle sale e, mentre Pantani sfiora la vittoria al Tour de France, si ritirano Franco Baresi, Alberto Tomba e Carl Lewis. Muore Madre Teresa di Calcutta e il video porno di Pamela Anderson fa il giro del mondo, sacro e profano di un anno colorato rosso sangue, con poche cose davvero felici da ricordare. Eppure, se pensiamo alla musica, Dio quanta bellezza...

                   I DISCHI CHE COMPIONO 20 ANNI - PRIMA PARTE di A. Vanzelli

E cominciamo questa carrellata dei grandi album del 1997 partendo dal britpop, qui all'apice della sua parabola. Gli Oasis escono con il - da loro stessi - discusso "Be Here Now", che con i suoi singoli esplosivi fa il botto (anche se resterà sempre il loro album più stupefacente, a buon intenditor...), mentre i Blur pubblicano il loro omonimo quinto album, che si sposta su sonorità più indie e detona nelle case di ogni appassionato grazie a "Song 2". Ma l'album dell'anno per il genere resta "Hurban Hymns" dei The Verve. La travolgente avanzata di Richard Ashcroft nel video di "Bitter Sweet Symphony", singoli ad alto tasso di godimento come "Lucky Man" e "The Drugs don't Work", oltre all'infinita poesia di "Sonnet" ne decretarono il successo mondiale, facendone l'ottavo album pià venduto del decennio nel Regno Unito. Quando vendite e qualità si incontrano.


Prendete una manciata di David Bowie, mischiatela con Franco Battiato, aggiungeteci una spruzzata dei Decibel di Enrico Ruggeri, dei Depeche Mode e dei King Crimson ed ecco a voi i Bluvertigo, uno dei gruppi migliori di sempre del nostro panorama musicale. Compie due decenni il loro secondo disco "Metallo Non Metallo", album di mezzo della "Trilogia Chimica" (che si chiuderà con l'altrettanto splendido "Zero - ovvero la famosa nevicata dell'85"). La vena creativa dell'eclettico Morgan qui tocca vette altissime, basti ricordare le sempreverdi "Altre Forme di Vita" e "Fuori dal Tempo". Una parabola tanto breve quanto accecante.


E' il 1995, gli Oasis stanno per prendere il treno diretto all'Olimpo musicale e i Chemical Brothers hanno pubblicato da poco il loro primo disco, che è piaciuto molto a Noel Gallagher. C'è stima reciproca e al Festival di Glastonbury, lo stesso Noel propone al duo di cantare una loro canzone per il successivo disco. Sembrava una cosa buttata lì e invece appena Rowlands e Simons mandarono la cassetta, Noel li richiamò. Nacque così "Setting Sun", il gran singolo che aprì la strada a "Dig Your Own Hole", portandolo in cima alle classifiche. E' il momento in cui l'elettronica riesce a calamitare gli amanti del rock, come testimonia il terremoto Prodigy, che scuote le fondamenta del genere con "Fat of the Land". Il gruppo inglese ribalta i sintetizzatori, portando i loro beat al livello super sayan di adrenalina e conquistandosi il posto d'onore ad ogni rave che si rispetti. La voce di Keith Flint è tanto incazzata quanto perfetta sulle trame schizoidi create da Liam Howlett e Leeroy Thornhill e la spettacolarizzazione ad hoc creata dai loro video fa si che "Firestarter", "Smack my Bitch Up" e "Breathe" diventino rocce immutabili nel tempo.


"Ricordati che devi morire!". "Si, si, no... Mò me lo segno...". Ecco, e segnati anche che la canzone italiana del 1997 è senza dubbio "Quelli che Benpensano" di Frankie HI Nrg, terzo singolo tratto dal suo secondo fortunatissimo album. "La Morte dei Miracoli" uscì nel giugno del '97 e ricordo che lo ascoltai per tutta l'estate, perso in un trip di cui non si intravedeva la fine. E non la vedo ancora, incatenato al testo di "Autodafè" (rifatta poi sulla base di "Seven Nation Army" dei White Stripes, un must), alla delicatezza di "Fili" e alla cazzutaggine de "La Cattura". Capolavoro, come il video di "Quelli che Benpensano". E ora venitemi a dire che, ascoltandola, non avete mai mosso la testa a tempo come fanno Frankie HI Nrg e Riccardo Sinigallia nel video...


"La Morte dei Miracoli" me lo prestò l'amico di vecchia data Francesco - ora stimata voce di Radio Deejay -, che ai tempi ascoltava molto hip hop. Ma quando arrivò "Pink" degli Aerosmith entrambi rimanemmo senza parole. Era l'ennesima zampata di una band dalle nove vite come i gatti, forse per questo intitolarono il disco "Nine Lives"? Non lo so, del resto Steven Tyler e Joe Perry - noti per i loro stravizi - sono stati per anni la "toxic twins" del rock, eppure quando c'era da far parlare la musica non temevano confronti. "Hole in my Soul" resta da pelle d'oca, e in più l'album venne anche ristampato con l'aggiunta di "I Don't Want to Miss a Thing", e tanto basta e avanza per consegnarlo alla storia.


Ero alla festa di compleanno di Antonio, un compagno di classe - festeggiava 18 anni - quando Giovanni mise su "Mondi Sommersi" dei Litfiba. Era appena uscito, skippò sino a "Regina di Cuori" dicendo "Questa è la più forte. Spaccherà, vedrete!". Che dire, aveva ragione da vendere. L'album è stato un successo memorabile, non credo sia il loro migliore episodio di studio (lo vedo distante dalla "Trilogia del Potere" ma anche da "Spirito"), ma la commistione tra rock duro e aperture pop di facile presa trova un suo equilibrio. E se prima l'incazzatura trovava ispirazione dal "Black Album" dei Metallica, qui il modello è il primo disco dei Garbage.
L'apporto dell'elettronica è infatti marcato, ma non invasivo e lascia in dote hit come "Ritmo #2" e "Goccia a Goccia", anche se poi il pezzo migliore resta quello più incanalato nella tradizione Litfiba, ovvero "Sparami". Da lì in poi il delirio e la lunga scissione, ma resta un passaggio fondamentale del rock italiano.


Ricordo che gli Stratovarius li conobbi grazie ad una cassetta regalatami da Piero. Dentro c'erano i loro pezzi migliori e me ne innamorai perdutamente. La voce di Timo Kotipelto su atmosfere power metal condite da un'abbondante spolverata di melodia sollazzò a lungo i miei pomeriggi universitari, e pazienza se l'nfluenza dei Black Sabbath in alcuni episodi si sente fin troppo distintamente. Vent'anni fa usciva "Visions", il loro disco della consacrazione, per me il loro migliore insieme a "Infinite", pubblicato tre anni dopo. Sono andato a riascoltarmi "The Kiss of Judas", "Coming Home" e le successive "Infinity" e "Celestial Dream": tanta roba davvero...


Ci sono album che segnano il confine in modo netto, come il primo omonimo disco dei Subsonica. Lo comprai subito, fulminato da "Cose che non ho". Era un qualcosa di diverso, che mescolava elettronica, reggae, pop, dub, rock e suoni metropolitani in un lavoro che fece subito male come un colpo di pistola. Ma era un male dolcissimo, perché quel suono lì davvero non si era mai sentito in Italia. E non c'era solo un suono, perché con gli anni i Subsonica hanno fatto capire anche come si può combinare melodia, qualità e testi di alto livello. I gruppi rimasti nella storia della musica hanno sempre sfondato il vetro infrangibile dell'originalità, loro ne sono un fulgido esempio e pezzi come "Preso Blu" o la trascinante "Non Identificato" continuano a dimostrarlo a vent'anni dalla loro uscita.


I Depeche Mode e quella volta in cui mi sono sentito ignorante. Potrei riassumere in queste poche parole cosa avvenne in quel 1997, quando andai in fissa con "It's no Good", che con quella base ipnotica ed ossessiva mi rapì completamente. Io non li conoscevo, ai tempi del loro precedente album ero troppo piccolo. Poi uscì il video del primo singolo di "Ultra" e sbam, botta devastante! E mentre io guardavo il clip in tv, passò mia madre e disse "Cavoli, belli i Depeche Mode, mi sono sempre piaciuti!". Cioè, io nemmeno li conoscevo, beata ignoranza, e lei li adorava. E come darle torto, infatti recuperai i dischi precedenti, rimanendone estasiato. Il gruppo veniva da un periodo di neri profondi (basti pensare ai problemi di tossicodipendenza di Dave Gahan), ma tracce come "Home" e "Barrel of a Gun" gridano a pieni polmoni "Ehi sbarbatelli, dovete fare ancora i conti con noi!". "Ultra" resta il disco del mio battesimo da "Devotional" e non potrà che avere sempre un posto riservato tra i dischi da ricordare per sempre.


Nella storia della musica italiana è stato un momento epocale. Qualcuno penserà che io esageri, ma il primo posto nella classifica dei dischi più venduti di "Tabula Rasa Elettrificata" dei C.S.I. fu un'anomalia assordante. In quell'anno, i riflettori erano tutti per Ligabue, 883, Bocelli e Giorgia (che collezionarono dischi di platino in serie), eppure poi arrivarono come alieni Giovanni Lindo Ferretti e soci, con le loro scintille rock, e per un attimo il sole sembrò splendere ancora più forte. Battiato ha detto: "Un disco eccezionale. Ritengo che tutti i brani siano molto interessanti, ma soprattutto "Brace", "Tabula Rasa Elettrificata" e "Forma E Sostanza". In "Bolormaa" c'è una frase stupenda: "Monito terrorista che la retta è per chi ha fretta", ed anche "Matrilineare" con il suo innesto di voci è un brano che mi ha colpito. Un disco che appartiene ad una concezione esistenziale nordica, con una idea di rivoluzione non nella sua accezione distruttiva. Un disco rivoluzionario.", e non avrei saputo trovare parole migliori...


L'appuntamento è fra pochi giorni per la seconda parte, con altri 10 album fondamentali del 1997, stay tuned!

                                                                                                                        Vai alla seconda parte

7 commenti:

Leonardo Salvaggio ha detto...

Questo tuo articolo arriva in una settimana in cui ho ricordato con i miei compagni di liceo la gita a Praga del 1997 e stavo considerando di comprare su Amazon un paio di libri su Andrew Cunanan ed è inutile spiegare perché sia stato un personaggio noto nel 1997. Oggi pomeriggio al lavoro stavo sentendo la compilation del 1997 su Spotify proprio per via di questi ricordi, e poi quasi telepatico arrivi tu con questo articolo.

Giusto per aggiungere qualche tassello ne cito qualcun'altro di quell'anno tra quelli che non hai citato tu:

- POP degli U2 - criticatissimo eppure per me l'ultimo album di Bono e soci che meriti di essere ascoltato, da lì in poi solo delle gran banalità

- Spiceworld delle Spice Girls - bel disco di buona musica pop, non un capolavoro ma un bel disco

- Butterfly di Mariah Carey - anche se fu l'inizio della fine per lei, piuttosto scarso nel complesso ma con qualche bel pezzo (tipo la title track o My All)

- No Way Out di Puff Daddy - buon disco di hip hop a metà tra il gangsta e il commerciale

- Lei gli amici e tutto il resto di Nek - primo suo album che ho sentito per intero, non male, un po' pop e un po' rock

- My Soul di Coolio - basta CU When U Get There a giustificarne l'acquisto, bellissima!

Se me ne vengono in mente altri, torno!

MikiMoz ha detto...

Goccia a goccia per me la miglior ballad di sempre. Testo sublime.
Hai notato che molti di questi album contengono il nome del gruppo in un angolino della copertina? :)

Moz-

Leonardo Salvaggio ha detto...

Tra l'altro il 1997 è stato anche un grande anno dal punto di vista musical/cinematografico, nel senso che sono uscite colonne sonore storiche.

- Batman & Robin con alcuni classici come The End is the Beginning is the End degli Smashing Pumpkins

- Space Jam (okay è del 1996, ma in Italia è arrivato nel 1997)

- Men in Black

Antonello Vanzelli ha detto...

Ciao Miki, non ci avevo fatto caso, curioso :-)

Hammer, non stento a crederci, anche a me è venuto di botto quest'articolo, ne ho altri da parte ma questo l'ho scritto e pubblicato così, di getto, preso dal piacere immenso nel ricordare quel periodo. Infatti è un articolo pieno di ricordi e piccoli aneddoti. Però ti è sfuggito che ci sarà una seconda parte con altri dieci album, perché metterli insieme veniva un articolo fiume :-)))
Me ne hai bruciato uno col tuo commento, ma ti perdono dai :-))) Scoprirai qual è nella seconda parte. Ah, quella canzone di Coolio è meravigliosa, l'ho sempre amata!
E Space Jam e Men in Black sono due miei caposaldi assoluti, infatti del primo ho anche il fumetto e del secondo ho la colonna sonora originale che mi portò mio zio dagli States, splendida!

Leonardo Salvaggio ha detto...

No, non me l'ero perso. É che speravo di non averne indovinato neanche uno dei tuoi!

Antonello Vanzelli ha detto...

Poco male, per fortuna ne hai azzeccato solo uno, ma ti assicuro che ci sono altri album davvero importanti in quell'anno. Tu sei andato più sull'hip hop e l'R&B che ho capito essere due dei tuoi generi preferiti, io sono più sul pop e il rock :-)

Leonardo Salvaggio ha detto...

Diciamo che erano i miei generi preferiti al tempo, oggi ho cambiato gusti.