24 aprile 2013

QUANDO I BIG FANNO FLOP






"Lulù è una cosa diversa. Non è il nuovo album dei Metallica nè di Lou Reed. Siamo noi e lui che facciamo una cosa di nome Lulù. Sono sicuro che ci saranno molti fan dei Metallica che penseranno "Questo è il nuovo album dei Metallica: non mi piace, la cosa mi spaventa!". Beh, non è cosi. E'un progetto che ci è stato presentato e nel quale ci siamo voluti impegnare. Ok, ci sono dei grandi riff su questo lavoro e anche molte mie parti cantate. Si tratta dei testi di Lou Reed per i quali noi abbiamo scritto la musica, questo è quello che abbiamo fatto. 
Per alcuni fan sarà difficile da capire ma non possiamo smettere di essere i Metallica, non possiamo smettere di fare quello che vogliamo come artisti. Non vogliamo limitarci. Ma non vogliamo fare questo per dar fastidio ai fan, questo sia chiaro. Se a loro non piace, che aspettino il prossimo disco dei Metallica, al quale stiamo lavorando proprio ora."
James Hetfield - Metallica.

                            I tonfi della musica - Pt. 1

In questo blog si è parlato spesso di dischi che ci hanno cambiato la vita, di canzoni memorabili e di aneddoti gustosi. Stavolta, però, l'argomento è delicato. A nessuno piace parlare dei propri passi falsi ma ogni tanto bisogna anche essere onesti ed ammettere che qualcosa non è andato come sperato, anche perchè di artisti che hanno fatto solo capolavori non ne conosco.
Quando ho visto Lou Reed e i Metallica farsi in quattro per pubblicizzare "Lulù", persino andando ospiti da Fabio Fazio a Rai 3, ho capito che non ce n'era. La warholiana buccia di banana di Lou e dei Velvet Underground li era capitata sotto i piedi ed erano tutti caduti malamente. Lou, James, Kirk, Lars e Robert, tutti col culo per aria.
Il binomio Lou Reed-Metallica era stato salutato con entusiasmo da critica e fan, convinti sarebbe arrivato un capolavoro: niente di tutto questo.
L'attesa è stata subito smorzata dalle anticipazioni messe online a disposizione di tutti: un coro di gente con l'amaro in bocca, come se qualcuno avesse appena salato il cappuccino.
Secondo alcuni, l'autogol è stato proprio nell'aver fatto ascoltare troppo ai fan, che delusi hanno ignorato il lavoro. A mio modesto avviso sarebbe andata nella stessa identica maniera: l'album, certamente ambizioso, è piuttosto pesante all'ascolto. Lunghissimo, noioso e farraginoso, riesce a scontentare contemporaneamente i fan dell'autore di "Transformer" e anche i duri sostenitori dei 'Tallica.
La critica a stelle e strisce è stata poco accomodante, dicendola eufemisticamente.
"L'effetto è quello di Reed che rantola su alcuni demo dei Metallica che non hanno l'ambizione di essere ascoltati da esseri umani."
"Suona come se i Red Hot Chili Peppers avessero fatto le cover delle peggiori canzoni dei Primus..."
"Un fallimento catastrofico a tutti i livelli, che potrà creare un danno irreparabile alla carriera dei Four Horsemen."  
"Lulù" nella prima settimana ha venduto in America qualcosa come 15mila copie. "Death Magnetic", l'ultimo lavoro di studio di Hetfield e company, ne aveva smerciate quasi mezzo milione.
Ecco perchè James Hetfield ha preso le distanze una volta capita la mala parata. Del resto in questo progetto erano dei comprimari ma si sono presi la maggior parte delle critiche, vai a capire perchè. Non è mica colpa loro se su certi ritmi Lou Reed spesso parla invece di cantare e se prova a cantare sembra un citofono. Troppo cattivo? Sarà la delusione...
Massimo rispetto però per il coraggio mostrato. In tempi in cui ci si lamenta di artisti che, pur di vendere, continuano a fare dischi tutti uguali, bisogna spezzare anche una lancia in favore di chi davvero prova a fare qualcosa di differente. Alcuni album vengono rivalutati col tempo, non so se sarà questo il caso ma glielo auguro. E francamente non sarà un passo falso a farmi cambiare idea sui Metallica: se il prossimo album è del livello di "Death Magnetic" non posso che aspettare con ansia. E se non conoscete il video di "The day that never comes", dannazione, cliccateci su: ne vale la pena.

 

Tra le delusioni recenti non possiamo non ricordare "MDNA", l'ultimo album di Madonna. Una volta era quella che anticipava le mode, e in fatto di musica e riguardo ai trend modaioli, scegliendo produttori all'avanguardia e stupendo con trovate sempre differenti. Ora invece, tra Lady Gaghe e Rihanne, sbraccia disperatamente per rimanere a galla, cercando i produttori più in voga (prima Timbaland, poi Martin Solveig e l'italianissimo Benny Benassi) e omologandosi al resto della marmaglia. Risultato? Un album pop dance che suona uguale a tant'altra roba in circolazione, anzi peggio perchè ha un che di ruffiano.
Le sue copie le ha anche vendute ma siamo lontani dalle cifre migliori e di ciò sono contento, magari è la volta buona che la signora Ciccone torni a proporci quel pop di qualità alla "Live to tell" o alla "Frozen" che manca da troppo tempo.


Guardiamo un pò a casa nostra? Anche tra gli artisti tricolore non mancano i flop. Un tonfo clamoroso fu quello di "Autobiografia di una festa", il live di Jovanotti del 2000. Il singolo "File not found" a me non dispiaceva affatto e il video era scanzonato e psichedelico, uno dei suoi migliori in assoluto. Tuttavia il singolo non fece breccia nel cuore della gente ed è infatti caduto nel dimenticatoio. Lorenzo stesso ammise candidamente che "La casa discografica ha i magazzini pieni di copie invendute".
Poco tempo dopo, quando uscì "Il quinto mondo", di questo live disse: "Sapevo che non avrebbe avuto successo. Avevo bisogno di ricreare in me le condizioni per essere combattivo."
Da un lato sono daccordo. Molti artisti riescono a tirare fuori il meglio quando vengono da un periodo buio... Tuttavia, affermare "Sapevo che non avrebbe avuto successo" mi pare francamente una forzatura (per non esagerare altrimenti poi dite che sono cattivo...), visto che lui è sempre rimasto combattivo e vitale nonostante i successi in serie. Al simpatico e bravo Jovanotti però gliela perdono volentieri, la sua carriera parla per lui e il tour negli stadi ne è il meritato coronamento.

Uno degli ultimi casi di insuccesso è stato quello di Enrico Ruggeri con "Le canzoni ai testimoni".
Progetto interessante, consegnare le canzoni del repertorio del Rouge nelle mani di giovani virgulti della musica nostrana o a musicisti già - quasi - affermati.
Ruggeri, con la solita sincerità che lo contraddistingue, poco dopo l'uscita dell'album, ha ammesso sconsolato il tracollo sulla sua pagina Facebook: "Voglio essere sincero: il mio nuovo cd non sta andando bene. Tutti mi fanno i complimenti, tutti dicono di averlo ascoltato ma le vendite sono molto più basse della mia media. Mi sembra strano proprio in un momento in cui grazie a Facebook e Twitter ho instaurato un rapporto continuativo e cordiale con decine di migliaia di persone. Non posso pensare che tutti questi miei amici vogliano solo interagire con me senza aver voglia di sentirmi cantare. E non voglio pensare che tutte queste persone lo abbiano scaricato illegalmente. Cosa ne pensate in proposito?"
Apriti cielo, non l'avesse mai fatto! E' esplosa la rabbia dei fan che si sono scagliati contro il cantautore milanese, reo di lamentarsi in tempi di crisi, lui che è ricco e famoso. No, perchè secondo alcuni, non è mica giusto lamentarsi se si viene derubati del proprio sudato lavoro.
Lo sfogo sembra sia stato tutta farina del sacco di Enrico e che la casa discografica e il suo manager non ne sapessero nulla. Sta di fatto che poi lo stesso ha corretto il tiro, spiegando che se la gente ruba la musica agli artisti affermati come lui, alle case discografiche cominciano a mancare le risorse per produrre i giovani. Questo concetto non è arrivato a tutti, certo non è arrivato ai beceri che di Ruggeri conoscono tre canzoni in croce e le hanno imparate da youtube.
L'album sembra poi si sia rimesso in marcia e abbia venduto le sue copie ma io sono malizioso e dietro intravedo una mossa pubblicitaria per far parlare dell'album e dargli titoli e articoli sulle testate nazionali. Le polemiche sono il sale dello show business e Ruggeri, ma ancor meglio il suo manager, lo sanno bene.
E se devo essere onesto, da fan sfegatato, dico che nell'album (altalenante nel complesso ma con alcuni episodi assolutamente di buon livello) sarebbe stato meglio inserire degli inediti in modo da invogliare i vecchi fan, perchè di raccolte siamo già pieni. E sono sicuro che se il prossimo album "Frankestein" - in uscita il 7 maggio - manterrà il livello del primo singolo "Diverso dagli altri" troverà il suo posto al sole, meritato, in classifica.

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