3 giugno 2013

CINQUANT'ANNI DI STORIE DA RACCONTARE, CINQUANT'ANNI CON NOI






13 Luglio 1994, semifinale dei Mondiali ad USA '94. Ieri, ma in me è come fosse oggi. L'Italia dei Baggio e di Baresi si giocava un posto in finale contro la Bulgaria di Hristo Stoichkov. Gli azzurri vinsero e un'intera nazione si sentì in paradiso. Dopo un premondiale modesto e tante polemiche della stampa, chi l'avrebbe mai detto che saremmo arrivati a giocarci il titolo contro gli dei del calcio del Brasile?
Quel giorno si tramutò in una festa epica, con i caroselli in città per tutta la notte. Ero in macchina con i miei cugini e le clacsonate e le urla di gioia erano accompagnate dal mangianastri che andava a palla. Suonava "Io vagabondo" e "Un giorno insieme" dei Nomadi, suonava la voce di Augusto Daolio, lo strumento più bello di tutti. Li conoscevo da prima ma quello è stato il momento in cui mi hanno rubato il cuore.

   BUON COMPLEANNO NOMADI di R. Viggiano - A. Vanzelli

La prima cassetta dei Nomadi che ho ascoltato è stata "Ma che film la vita" del 1992. Si trattava di un album live uscito dopo la scomparsa del carismatico Augusto Daolio, una raccolta dei suoi concerti prima di salutarci. Ho perso il numero delle volte in cui quella cassetta mi ha fatto compagnia, mi ha tirato su il morale, mi ha dato la forza. Ora non suona più, non ce la fa, ma in me suona ancora, musica e ricordi.
Per ragioni anagrafiche non ho potuto assistere di persona a nessun live di Augusto e quando mi sono appassionato al gruppo, lui non c'era più ma comunque mi mancava, aveva già tracciato un solco profondo in me, un segno indelebile.
Risale al 1996 il primo concerto a cui ho assistito, era il tour di "Quando ci sarai". I Nomadi all'epoca erano: alla chitarra Cico Falzone, Daniele Campani alla batteria, Elisa Minari al basso, voce e fiati Francesco Gualerzi, Danilo Sacco alla voce e alla chitarra mentre alle tastiere l'immenso Beppe Carletti, eterno come la loro musica.

Dio che serata, rimasi incantato e stupito dall'atmosfera di quella sera, dalla fratellanza e dalla sinergia tra il pubblico e l'artista. I Nomadi non si atteggiavano a divinità da venerare, erano persone semplici che si mescolavano con noi fan e si concedevano totalmente, senza alcuno snobismo.
"Con loro puoi farti una chiacchiera oppure foto e autografi senza problemi..." mi sussurrava una persona affianco a me durante il concerto e così è stato.
Nonostante quel concerto fu funestato dal maltempo e arrivai a casa da strizzare tipo straccio per i pavimenti, in viso avevo stampato un sorriso a mò di paresi e per l'adrenalina faticai a prendere sonno.
Quello è stato solo il primo di una lunga serie. Avrò visto una cinquantina di concerti, e tutti speciali a modo loro. Ho conosciuto gente fantastica, il popolo Nomade al quale, con un pizzico di orgoglio, appartengo.
Con queste persone ci si rivede durante ogni esibizione live, c'è una rara forma di amicizia solo nostra e anche se ognuno poi torna alle proprie vite, siamo una grande famiglia.

Tanti artisti si sono susseguiti su quel palco. Elisa Minari e Francesco Gualerzi sono stati sostituiti dal bravissimo Massimo Vecchi che suona il basso e canta; è entrato l'eclettico Sergio Reggioli, polistrumentista, negli ultimi anni, voce. E infine, Danilo Sacco, che dopo aver sostituito degnamente Augusto Daolio per quasi un ventennio, ha passato il testimone a Cristiano Turato, voce dei Nomadi del Terzo Tempo.
Non posso negare quanto mi sia dispiaciuto vedere Danilo abbandonare la nave. Di lui ricorderò sempre la semplicità e la saggezza nonchè le sue strepitose doti vocali. I suoi gravi problemi cardiaci sono stati un colpo terribile per tutti ma la gioia di vederlo tornare come un leone aveva cancellato tutte le paure.
Nell'estate del 2011, però, capii che era finita: durante un concerto lo vidi molto stanco e provato, quel palco cominciava a pesargli.

Quando ho letto il comunicato in cui si rivelava che avrebbe lasciato il gruppo, ho provato scoramento e tristezza ma in cuor mio ormai già sapevo.
Beppe & C. hanno scelto Cristiano Turato e l'hanno presentato al Tributo ad Augusto del 2012. Ho seguito il concerto in streaming a casa e sulle prime sono rimasto sorpreso, sembrava tutto tranne che un nomade. Cristiano, però, mi ha conquistato subito e la conferma definitiva è arrivata conoscendolo di persona. Quelle sue timide parole rivolte a me, semplice fan certo più emozionato di lui, hanno lasciato il segno.
Non mi va di fare polemica ma gli eventi che sono scaturiti con l'avvento di Cristiano nel gruppo non mi sono piaciuti per niente. Il popolo Nomade si è spaccato tra i fan di Danilo e i fan dei Nomadi e l'acredine è stata al solito alimentata dai leoni da tastiera, onnipresenti sui social network. Io farò sempre parte dei secondi ma auguro comunque a Danilo Sacco una radiosa carriera.

Stiamo per festeggiare uno storico traguardo: i Nomadi compiono cinquant'anni, nozze d'oro! Sono la seconda rock band più longeva del pianeta, dietro solo ai Rolling Stones. Chi avrebbe mai immaginato che due sedicenni sarebbero riusciti in un'impresa del genere?
Augusto e Beppe, oltre che due grandi artisti,, sono stati anche dei maestri di vita. Hanno generato un popolo e un movimento e amare le loro canzoni vuol dire soprattutto solidarietà laica tra la gente; lo dimostra il fatto che sotto il palco si è tutti amici e si ha un contatto diverso con gli artisti, anche tramite offerte per le innumerevoli campagne sociali proposte dal gruppo. Invito chi legge ad informarsi a proposito dell'associazione "Augusto per la vita", fondata da Rosy Fantuzzi, compagna di Augusto Daolio. Chi può e vuole può fare una piccola donazione per aiutare persone che ne hanno bisogno.
Ragazzi, tanti auguri per i vostri 50 anni, sempre nel segno di Augusto. Vi auguro di non smettere mai, ogni giorno che passa c'è sempre più bisogno delle vostre canzoni e delle vostre idee per illuminare il buio sempre più nero di questi tempi.

Rocco Viggiano


Millenovecentonovantotto. Avevo diciannove anni ed ero lontano dal potermi definire un uomo. Si usciva nel paese, ci si trovava tra il bar e il monumento ai caduti a proferire cazzate a getto continuo: qualcosa da bere, una partita a carte o a biliardo, le cosce di quella che "come me la farei"... E intanto se la faceva qualcun'altro sul sedile posteriore della sua auto nuova pulita di fresco con l'arbre magique al mango.
Era estate, l'Italia di Maldini era stata eliminata ai rigori dalla Francia e ai campi da tennis di Monteiasi (identificati da tutti così non si sa perchè visto che a tennis ci avremo giocato in tre...) c'era festa, non ricordo, forse era un torneo di calcetto.
Una bancarella con le noccioline, immancabile, uno che arrostiva salsicce e un megaschermo che proiettava Italia-Brasile 1970. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo eppure c'era profumo di cose genuine nell'aria, cose che mi solleticavano l'animo. Una delle poche bancarelle irradiava musica e tra le canzoni, non potrò mai dimenticarlo, c'erano i Nomadi. "Nè gioia nè dolore", che pezzo.
Sul finire dell'estate uscì "Una storia da raccontare", conteneva "Ti lascio una parola (Goodbye)" e ogni volta che l'ascolto sono ancora lacrime, di gioia. I Nomadi non ci hanno mai detto arrivederci, sono sempre qui, un monumento sempre in viaggio. Cinquant'anni di concerti, di emozioni hippie, di canzoni profumate di vita, che ti ricordano qualcosa e ti viene da sorridere, con nostalgia.

Da quell'anno tanta acqua è passata sotto i ponti della mia vita. E i Nomadi sono sempre stati lì a farmi compagnia, come un vecchio amico che ogni tanto perdi di vista e che quando reincontri, è come se non fosse passato un attimo.
Io non c'ero quando Augusto Daolio ci ha lasciati, posso solo immaginare che uomo fosse, quale poesia gentile nascondesse il suo animo delicato e fuoritempo. E' con Danilo Sacco (leggi la sua intervista qui) che mi sono avvicinato alla loro filosofia di vita, una filosofia di strada, di aiuti a chi ne ha davvero bisogno, di happening musicali simili a feste di paese con la salsiccia e i megaschermi con Italia-Brasile.
Li ho visti dal vivo una volta, solo una volta, e mi sono rimasti dentro. Quella sera furono cori all'unisono e buone vibrazioni, esplosioni di brividi e commozione. I Nomadi compiono cinquant'anni, hanno un nuovo cantante a cui facciamo un in bocca al lupo, sempre convinti che altre storie da raccontare verranno, altra acqua passerà sotto i ponti e altri aironi neri voleranno via, ma loro si, loro saranno lì a portare cose buone.
Che bugia Augusto, Noi non ci saremo? No, voi ci sarete, ci siete sempre stati.

Antonello Vanzelli

6 commenti:

iaiaprincess5 ha detto...

davvero bello questo articolo. traspare il vostro amore per la musica, ma ancora di più traspare l'amore di Rocco per i Nomadi. Rocco mi ha portata nel mondo dei Nomadi senza neanche rendermene conto. mi regalò un cd da ascoltare durante il viaggio casa università, e da quel lontano settembre 2006 i Nomadi sono entrati nel mio cuore senza uscirne mai più! ogni concerto un'emozione nuova, ogni brano un brivido lungo la schiena!
SEMPRE NOMADI!!!

Anonimo ha detto...

grande Vanz!!!
rivoglio Danilo Sacco!!!

Antonello Vanzelli ha detto...

Uhhh anche io lo rivorrei tanto. Stamane ho beccato per radio "Con me o contro di me" nella versione con lui, non la ascoltavo da una vita. Bellissima, mi è venuta la pelle d'oca.

Anonimo ha detto...

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Unknown ha detto...

Ciao Antonello io sono molto più vecchio di te pensa che verso la fine degli anni settanta ancora non avevo ventanni ma già ero un fan dei Nomadi tanto è vero che i miei amici quando arrivavo con il mio motorino Mondialino al bar mi prendavano in giro intonando la canzone Dio è Morto. Bene in tutti questi anni macinando tanti ma tanti chilometri in su e in giù per l'Italia non e mai mancata nel mio "Mangiadischi" prima, seguito poi dallo stereo 8 e dal musicassette fino ad arrivare al CD e pennina USB, una canzone un brano o una raccolta dei Nomadi Ho 63 anni ma per me è SEMPRE NOMADI

Antonello Vanzelli ha detto...

Ciao Arcangelo, piacere! E' stato molto bello cominciare questa giornata leggendo le tue parole e i tuoi ricordi, credimi. SEMPRE NOMADI!