19 luglio 2013

UN IMMENSO CAMPO INSENSATO DI MUSICHE SENZA TEMPO




"Quello fu per noi il periodo della grande scelta: o rimanere negli U.S.A. e andare avanti in tournèe per un anno come minimo, e saremmo diventati tra i primi cinque gruppi più grossi al mondo, queste almeno erano le previsioni dei grandi manager che in America equivalgono a previsioni di computer, o tornare a casa. Se tu fai il musicista è il posto migliore per farlo, però ci sono dei problemi perchè tu puoi identificarti nella vita americana ma puoi anche non farlo e allora sono guai."
Franz Di Cioccio - Intervista a Riccardo Piferi (1981)

                                            LA FANTASTICA STORIA DELLA PFM - Pt. 2

Chi non ha mai viaggiato non sa nulla della vita. Resta ancorato al suo guscio di certezze fatte del solito bar dove bere il caffè, della passeggiata domenicale (svogliata) con moglie culona e passeggino, del tran tran ogni giorno uguale, quasi fosse "Ricomincio da capo" di Bill Murray.
Quando torno giù al paese vedo facce sempre più imbruttite, donne sciatte con la ciappa in testa e uomini di trent'anni che ne dimostrano quindici di più.
Ho viaggiato molto, non appena ne ho avuto la possibilità sono andato via da posti che non mi appartenevano del tutto, non a quell'età. Solo stando all'estero ho capito l'importanza di vedere la famiglia quanto più possibile, il piacere della partita a scopa col nonno o della pasta al forno con le polpettine di sua moglie. Ho capito quanta gioia regala risvegliarsi con la donna che ami e stringerla a te. Ho capito quanta gioia dà vedere un amico anche per una semplice birra e il piacere stesso di una margherita o di una diavola, che all'estero ho mangiato in mille modi diversi e sempre indegni.
Ho capito insomma che i soldi aiutano ma non fanno la felicità se sei all'estero e non sai con chi goderteli.
Un giorno l'indianino con cui lavoravo nei paesi arabi mi disse: "Qui io guadagno cinque volte tanto eppure non voglio stare qui, mi hanno obbligato a venire. Fosse per me starei a casa mia, con la mia famiglia e con i miei bambini. Non so che farmene dei soldi se qui passo le serate da solo a bere e a pensare a chi mi vuole bene..."
Si mise a piangere di fronte a me... Lui non poteva scegliere, io si, e ora viaggio solo per piacere.

E' per questo che non riesco a colpevolizzare l'ala della PFM che decise di mollare l'America e di tornare. Qualcuno avrebbe voluto insistere; altri no, erano stanchi e avevano voglia di casa. I componenti pagarono lo scotto di essere stati i primi a battere quelle strade, highway per alcuni, sentieri dissestati per noi italiani.
Nel gruppo c'erano frizioni da chiarire e, opinione personalissima, forse mancava un frontman degno di questo nome per poter sfondare davvero. A turno cantavano tutti ma un maggiore equilibrio lo si trovò con Bernardo Lanzetti, l'ex voce dell'Acqua Fragile.
Curioso il retroscena svelato anni fa dal gruppo: tra i papabili al ruolo di cantante, fu provinato anche un giovane Ivan Graziani. Non fu scelto perchè secondo loro era più adatto al cantautorato e in effetti così fu.

A quel punto la PFM compì il primo errore strategico della sua storia, un errore pesante come un macigno. "Chocolate Kings", il nuovo album registrato solo in inglese, aveva in copertina una bandiera americana strappata e negli States con certe cose non si scherza affatto. Le vendite furono ottime in Gran Bretagna e persino in Giappone, dove impazzirono per i nostri, ma in U.S.A. no. In quel particolare momento della loro carriera equivalse ad un rigore sbagliato a porta vuota.
Andò meglio col successivo "Jet Lag" dove i nostri portacolori riprovarono l'esperienza oltreoceano, macinando chilometri e concerti e portando a casa ottime soddisfazioni.
Intanto però Mauro Pagani aveva lasciato il gruppo, stanco del continuo girovagare e speranzoso di una carriera solista, e  il genere progressive volgeva ormai al tramonto.
Dopo Pagani anche Lanzetti mollò: le nuove atmosfere musicali di "Passpartù", più morbide, non gli garbavano poi tanto. Si trattava infatti di un album ancora differente, più per il mercato italiano, un altro segno che la Premiata Forneria Marconi non amava ripetersi. La loro grandezza è consistita infatti nell'aver cercato sempre nuovi orizzonti, a volte anticipando troppo i tempi, soprattutto in ambito nazionale.

Un esempio? Furono i primi a capire come i cantautori italiani avessero il loro tallone d'Achille nel tappeto musicale. I vari De Gregori, Guccini, De Andrè e compagnia cantante erano infatti rivedibili nelle musiche e negli arrangiamenti e, forti della vecchia amicizia con Faber creatasi ai tempi de "La buona novella", gli proposero un'idea rivoluzionaria.

"La proposta è venuta proprio da noi. Prendiamo l'aereo e andiamo in Sardegna e gli diciamo: "Noi abbiamo un'idea sconvolgente: ti andrebbe di fare un album 'live'?" Secondo noi in Italia un cantautore non l'ha mai fatto perchè ha paura ma si può fare..." Patrick Djivas

"Diceva "Suonate bene ma suonate troppo forte, se cantassi con voi mi uccidereste", e noi giù a rassicurarlo. Comunque gli facciamo sentire i primi arrangiamenti, si innamora e viene fuori questa idea." Franz Di Cioccio

Nonostante le prime remore, De Andrè capisce l'incredibile onda d'urto del progetto. Non lo hanno ucciso suonando troppo forte, gli hanno regalato colore e calore, vestendo "Il pescatore", "Un giudice" e tanti altri suoi capolavori con l'abito migliore possibile. Non credo di esagerare se dico che "Fabrizio De Andrè in concerto - Arrangiamenti PFM" sia uno dei migliori album live mai suonati in Italia.
Sono anni di grande fermento per il combo, tra abbandoni (Flavio Premoli, stanco, lascia) e grandiose new entry (Lucio "violino" Fabbri, eccezionale polistrumentista). E sono anni di nuovi successi: dopo il pienone di pubblico dei live con Faber, arrivano soddisfazioni commerciali anche con "Suonare suonare" e "Come ti va in riva alla città", grazie ad un rock di più facile presa, che apre la strada a Vasco Rossi e a tanti altri. Anche stavolta in anticipo sui tempi, incredibile.
In particolare adoro "Suonare suonare". E' un album che continuo ad ascoltare da anni, grazie alla forza della title track e a gemme come "Maestro della voce" e "Si può fare". Anche "Chi ha paura della notte" dell'album successivo è un evergreen per me.
"Capitani coraggiosi" (singolo del successivo "Pfm? Pfm!") regalò ottimi dati di vendita e nuovi fan ma scontentò la vecchia guardia e col successivo - e meno incisivo - "Miss Baker", il sipario calò.

Non è mai però calato definitivamente, non hanno mai fatto finta di sciogliersi e poi ricomporsi giusto per gonfiare il portafogli. Si sono presi degli anni di riflessione, per tornare sospinti da una rinnovata voglia di musica, di palco e di applausi meritati. Dieci lunghi anni a cui sono infatti seguite nuove opere e nuove sfide.
"Serendipity", album del 2000, è passato quasi inosservato ma avrebbe meritato maggiori fortune. E' un album molto sperimentale, che si apre al futuro - grazie alla collaborazione con Daniele Silvestri - sempre mantenendo un occhio al passato.
Non c'è solo "Mr. Salirò", le collaborazioni con Battiato, Nanda Pivano e Pasquale Panella sono da applausi e, in particolare, "L'immenso campo insensato" continua a suonare da anni in me, non vuole andarsene. Ha preso possesso dell'immenso campo insensato delle mie emozioni e ve la regalo, spero piaccia anche a voi.

Mi sono dilungato troppo. Di questi tempi riusciamo a concedere il nostro tempo giusto ai 140 caratteri di Twitter e a poco altro, ma sentivo doveroso rendere omaggio ad un gruppo che ha dato prestigio e fama alla musica italiana ad ogni latitudine. Loro infatti continuano a collezionare sold-out in ogni parte del mondo, dove dubito chiedano solo "Impressioni di settembre".
Ho avuto modo di gustarmi una breve esibizione di Franz Di Cioccio e Lucio "violino" Fabbri live all'ultimo Salone del Libro di Torino. Che dire, sono rimasto a bocca aperta. E così chiudo l'articolo, a bocca aperta, riascoltando ancora una volta le loro canzoni.

2 commenti:

Massimo Zara ha detto...

Puer essendo delle notizie già note, leggere il tuo articolo mi ha dato ancora una volta delle belle emozioni. Grazie

W La PFM!!

Massimo Zara - Nuoro

Antonello Vanzelli ha detto...

Grazie mille caro Massimo, è un grosso piacere trovare gente come te che continua ad amare la buona musica. Sempre viva la PFM!