11 settembre 2013

LA STORIA DEL ROCK IN UNA CHITARRA E IN UN SORRISO



Massimo era un mio conoscente, uno di quelli con cui si usciva tutti insieme la sera, pizza, patatine e tante chiacchiere alla Luna. Non l'ho mai considerato amico, non c'era confidenza - e forse nemmeno stima - ma era più grande e chiaramente mi calcolava poco.
Feci un passo verso di lui prestandogli la doppia cassetta di "Viva Litfiba", mi sembrava appassionato di buona musica come me ma, come nelle più banali sceneggiature, quelle due audiocassette non tornarono mai indietro. E da quel momento, per me, Massimo cessò di esistere. Tutto bisogna toccarmi ma non i dischi, in particolar modo se riguardano uno dei miei gruppi preferiti in assoluto.
Ho dei flash viscerali se penso ai Litfiba. Le feste di 18anni con su "Mondi sommersi". O "Colpo di coda" ascoltato durante una gita scolastica, circondato da compagni di classe con cui non avevo nulla da spartire. Il loro rock era l'unico respiro in quegli anni grigi di scuola.
Come dimenticare quelle mattine d'estate con "Spirito" e "Desaparecido" a girare nel walkman, quando la spiaggia si animava di vita e di musica tamarra. Bastava la chitarra di Ghigo per stare bene, bastava pensare al suo sorriso caldo, quello di un vecchio amico che non ti fotterebbe mai i dischi.

                            INTERVISTA A GHIGO RENZULLI - LITFIBA

Ciao Ghigo, è un piacere averti qui. Quando è scattata la scintilla per la musica? Come hai iniziato e perchè la chitarra?

Mi è scattata verso i quattordici anni quando vidi in tv l'esibizione al Festival di Venezia dei Vanilla Fudge. Ho iniziato suonando la racchetta da tennis davanti allo specchio di casa mia. La chitarra è uno strumento sexy... 

Poco più che ventenne hai passato alcuni anni turbolenti in quel di Londra. Che ricordi hai di quel periodo? E' vero quel che si legge riguardo le tue notti brave nella City?

Di quel periodo ho una miriade di ricordi, belli e anche un pò brutti ma in ogni caso sempre fortissimi! Ero uno scapestrato supereccitato dall'atmosfera che si respirava in quel periodo. Notti brave? Bravissime (Ride. ndr.).

Nei vicoli della tua gavetta si nasconde la storia dei Cafè Caracas, un gruppo punk-rock in cui c'era Raf alla voce, che all'epoca usava lo pseudonimo di Rib Kirby, storico personaggio dei fumetti. Quell'avventura non finì benissimo, ci furono dei dissapori. Ti va di raccontarci come andarono le cose?

Niente di particolare, i soliti dissapori delle rock band agli inizi. Lì però c'entravano anche le donne, e la mia di quel periodo era molto ma molto particolare, e con un caratterino molto battagliero e manesco.

Quali sono i tuoi chitarristi di riferimento? E quali gli attuali colleghi italiani che apprezzi maggiormente?

Oltre ai classici mostri sacri tipo Hendrix, Page, Iommi, Blackmore etc., apprezzavo particolarmente John Cipollina dei Quicksilver Messenger Service e John Fogerty dei Creedence Clearwater Revival.
Di italiani apprezzo i chitarristi dei Negrita, cari amici miei, e Federico Poggipollini con cui ho suonato tante volte, oltre a Cesareo, il bravissimo chitarrista degli Elio e le Storie Tese.

In un'intervista hai detto "A me sono sempre piaciute le chitarre arroganti": in che senso, direbbe Verdone? C'è una chitarra che non devono azzardarsi a sfiorare che ti parte l'embolo?

Arroganti nel senso che si devono imporre, sia che siano aggressive che morbide, quindi chitarre con personalità che devono forare l'ascoltatore. Niente chitarre da sottofondo da accompagnamento di cantanti pop. Comunque se mi toccano le mie chitarre preferite, si, mi innervosisco un pò.

Una delle tue passioni è la pesca. La reputo una cosa curiosa, dall'adrenalina del palco alla quiete della natura. Come riesci a combinare questi due aspetti della tua vita? Fuori dallo "spettacolo" Litfiba hai bisogno di una vita tranquilla o cosa? E' vero che nell'Arno ormai si pescano solo vecchi scarponi?

Non sono il solo musicista che ama la pesca, ce ne sono molti più di quello che pensi. All'estero poi ce ne sono un'infinità, a cominciare da Eric Clapton, Ted Nugent, il cantante dei Jethro Tull e tantissimi altri. Il primo pesce l'ho preso a sei anni. Penso sia uno sport importante per scaricare l'adrenalina eccessiva e riuscire a pensare, anche per poche ore, a qualcosa di diverso dal tuo lavoro: ti rilassa e ricarica. Non so cosa si prende in Arno, a me piace la pesca in mare.

Bello vederti pescare con tuo figlio, come da foto postata su Facebook. Cosa ne pensa del tuo lavoro? Ti chiede mai qualcosa?

Vuol suonare la chitarra ma un mio carissimo amico, concertista bravissimo di chitarra flamenco e classica, mi consiglia di aspettare gli otto anni e poi farlo iniziare con una tre quarti.

Cosa ti fa davvero incazzare?

In assoluto mancare alla parola data. Io sono terrone, e me ne vanto, e per me la parola data fra uomini è più importante dei contratti firmati e di qualsiasi cosa.

Sui social network posti spesso le tue canzoni preferite. Consigliaci alcuni degli album che non ti stancano mai.

Come si fa? Dovrei elencartene almeno cinquecento...

Cos'è per te la felicità?

Divertirti in quello che fai e avere una bella famiglia.
Ghigo Renzulli - Caricatura di A. Chimenti

Gli artisti che varcano i decenni di carriera alla lunga si stufano dei loro pezzi più famosi a causa dell'abitudine di suonarla ogni sera. E tu?

E io sono come gli altri artisti... (Ride di nuovo. Ndr)

La situazione discografica italiana è un campo di frutti andati a male e il rock è quello che se la passa peggio. Se gli anni '80 e '90 sono stati forieri di ottime band - penso a voi, ai Timoria, agli Afterhours e ai Negrita - oggi i gruppi faticano molto a venire fuori. Cosa ne pensi dell'attuale impasse in cui versa il mercato? I talent show sono un bene o un male?

Qui ognuno dirà la sua e si sentirà nel giusto in quello che dice... Io personalmente penso che i talent levino, ai nuovi artisti validi, la possibilità di fare una sana gavetta che li faccia maturare artisticamente e fare esperienza, prerogativa importante per rimanere. Corrono così il rischio di essere delle meteore sfruttate all'inverosimile dal business e di sparire velocemente come sono apparsi. Per le case discografiche sono una manna dal cielo perchè non spendono soldi in promozione: se poi spariscono, chi se ne frega, tanto ce ne sono altri... Infatti a causa di questo l'arte in Italia, e in maniera minore nel mondo, sta andando a farsi fottere. 

C'è qualche sogno che custodisci segretamente nel cassetto? Più è segreto più vogliamo saperlo...

I sogni sono importanti e non bisogna mai smettere di sognare. E non bisogna neanche calcare la mano altrimenti si perde il contatto con la realtà.

Una persona italiana che stimi?

Ce ne sono tante, soprattutto nel passato, di certo nessuno della classe politica. Ti sembrerà strano ma, anche se non sono credente, ho apprezzato tantissimo Papa Giovanni Paolo II: è stato, nonostante certi suoi bigottismi talebani, un grande uomo che ha segnato un'epoca. 

Un'ultima domanda: la cosa più pazza e rock che hai fatto?

Di norma sono così anche nei miei momenti normali. Rock è uno stile di vita e non il gesto sporadico che puoi fare per fare il figo. I finti e gli atteggiati si comportano così.  Ciao a tutti, Ghigo.

Ciao Ghigo, grazie, e come sempre Lacio drom.


Nessun commento: