2 settembre 2013

LE LEGGENDE METROPOLITANE DELLA MUSICA - "P.I.D."




Rotterdam non è Amsterdam, è una città piacevole ma la vita vera è altrove. Ci ho passato quasi due mesi per lavoro, risiedendo in periferia in uno squallido alberghetto di infima categoria. Le pareti avevano la consistenza dei pavesini e la stanza era grande quanto la cabina di una nave. Una sera i miei vicini, alticci, ci diedero dentro, mancavano solo un buco nella parete e i popcorn.
Per combattere la noia, cercavo compagnia virtuale in chat e conobbi una ragazza campana, spigliata e autoironica: si chiamava Patrizia e aveva 24anni. Passammo diverse serate a chiacchierare online, momenti di sorrisi e buone vibrazioni, e dalla chat passammo presto a Skype. Iniziai a morire di curiosità: volevo vederla. Le chiesi una foto ma lei nicchiò, non se la sentiva. I giorni scivolavano ma nulla, ogni volta trovava una scusa diversa. Era cessa? Aveva un quadro futurista al posto dei denti? O un occhio che guardava a San Giuseppe e l'altro alla Madonna?
Dubbi da piovose notti olandesi in solitudine. Alla fine la foto arrivò ma era vera come una banconota da 8euro: non era lei.
"Ma cosa dici? Quella sono io! Non ti fidi di me, grazie eh... Ciao!"
E chiuse la conversazione. Non mi fidavo e facevo bene. Alla fine sparì, completamente. Non diede più cenni di vita. Passò una settimana e mentre i vicini battevano il record olimpico di karatè kamasutrico, riapparve.

               LA STORIA DELLA PRESUNTA MORTE DI PAUL McCARTNEY


Piagnucolando mi disse che aveva mentito su tutto: non si chiamava Patrizia e i suoi anni erano molti di più. Tutto come previsto. Si chiamava Rosaria ed era sposata con due figli grandi. Aveva avuto paura, non si aspettava che online potesse nascere un sentimento del genere. Mi mandò una foto e lì mi incazzai: era una donna elegante e molto affascinante. Si stava separando, il suo matrimonio era ormai finito e quando tornai dall'Olanda ci vedemmo, e ci vedemmo, e ci vedemmo ancora.
Alla fine però sparii io causa troppo amore, solo suo, e troppa stronzaggine, quella solo mia. Suo marito mi sta ancora cercando. Curioso però che alla fine stiano ancora insieme.

Ogni giorno in Italia spariscono circa 30 persone. Qualcuna muore, qualcun'altra si suicida e non viene ritrovata, altri scappano via cercando una nuova vita ed emozioni diverse.
Non accade solo in Italia. Dopo il crollo delle Torri Gemelle, molti sono stati i dispersi, gente scappata chissà dove. La gente spesso coglie la palla al balzo e scompare dai radar.
Anche la musica ha i suoi "wanted". Penso a Richey Edwards, chitarrista dei Manic Street Preachers, scomparso nel nulla il 1° febbraio del 1995. La sua auto fu ritrovata due settimane dopo vicino ad un ponte sul fiume Severn. In molti pensano si sia suicidato ma il corpo non fu mai ritrovato.
Attraversare la metà oscura nel mondo della musica, come vedete, è semplice come passare da un marciapiede all'altro di Abbey Road. Se ti avvicinassi a Paul, John, Ringo e George ti accorgeresti che c'è qualcosa di strano, di viscido che galleggia in quella immagine. Qualcosa di non detto.

E' la notte tra l'8 e il 9 Novembre del 1966. I bagliori del mattino iniziano a farsi strada. Sono le 5 quando Paul McCartney torna a casa dopo essere stato in studio con gli altri Beatles. Per caso si imbatte in Rita, un'autostoppista piena di problemi che lo distrae, o forse è semplicemente il sonno. Paul non vede il semaforo rosso e tira dritto, finendo sotto un tir. Rita muore sul colpo. Lo stesso accade al musicista, che resta decapitato.
Questo tramanda la leggenda del "P.I.D." ovvero del "Paul is dead": McCartney sarebbe morto in un incidente stradale e sostituito da un sosia, tale William Campbell (foto a destra). La mente dell'operazione sarebbe stato il manager Brian Epstein: meglio far finta di nulla, meglio mettere tutto sotto silenzio, troppi sono gli interessi in gioco. E così accade.
Tre anni, tre lunghi anni e poi qualcosa si muove. E' il 1969, un certo Tom telefona ad una radio di Detroit dicendo di conoscere un incredibile segreto: McCartney sarebbe morto e le prove sarebbero disseminate nelle stesse canzoni dei Beatles e nelle copertine dei loro album. Nasce così la leggenda metropolitana più ostinata della storia del rock.

La storica copertina di Abbey Road nasconderebbe un'infinità di indizi secondo i complottisti. Vediamoli. McCartney è scalzo, l'unico fra i quattro, e, secondo un rituale orientale, ad essere scalzo è il morto. Va aggiunto che il gruppo era appena tornato da un viaggio in India a seguito di un santone. Non è tutto. Il cantautore e polistrumentista è mancino: perchè nella foto tiene la sigaretta con la destra?
E ancora: la targa del maggiolino bianco alle loro spalle recita "LMW 28IF" che potrebbe stare per "Linda McCartney widowed" ("è diventata vedova") e "28 SE" cioè l'età che avrebbe avuto Paul se fosse ancora vivo.
Quello che i complottisti non dicono o non sanno è che lui e Linda non si erano ancora conosciuti e al momento della foto di anni ne avrebbe avuti 27.
Lascia maggiormente da pensare il camioncino della polizia dall'altro lato della strada: è uno di quelli usati per fare i rilevamenti dopo gli incidenti stradali.
Ci sono molte, moltissime altre foto che fanno elettrizzare i dubbiosi. In una, c'è Paul seduto ad una scrivania in uniforme militare (vedi copertina dell'articolo): davanti, in primo piano, c'è la scritta "I was", "io ero", e alle spalle ha due bandiere inglesi messe in segno di lutto.
In una apparizione pubblica, Harrison, Lennon e Starr sono in elegante completo bianco, con una rosa rossa al taschino; McCartney ne ha una di colore nero, luttuosa.
Continuiamo? Se si mette uno specchietto sulla grancassa della copertina di "Sgt Pepper's", il primo dopo la presunta morte, apparirebbe la scritta "I ONE IX HE DIE" ovvero "11 - 9 Lui è morto" dove i primi numeri indicherebbero la data della sua morte, secondo la datazione americana che presuppone il mese prima del giorno.
Sempre su un'immagine dello stesso album (vedi copertina), sul braccio sinistro di Paul compare uno stemma con la sigla "OPD" ovvero "Officially pronounced dead", dichiarato ufficialmente morto. Perchè?
E che dire della copertina di "Let it be"? I visi di Lennon, Harrison e Ringo Starr sono su sfondo bianco, quella di McCartney è su sfondo rosso sangue.
Tutte banali coincidenze?


Passiamo alle canzoni. Poco dopo il presunto incidente, Lennon e McCartney, in "A day in the life" del 1967, cantano:
"Ho letto la notizia oggi di un uomo fortunato che ha fatto strada
e sebbene la notizia fosse piuttosto triste, beh mi è proprio venuto da ridere.
Ho visto la fotografia, si è fatto saltare le cervella in una macchina,
non si era accorto che il semaforo era diventato rosso
e una folla di gente stava lì e guardava..."
Un passaggio che lascia molto da pensare a mio avviso, anche perchè la leggenda non era ancora nata, non potevano esserne stati a loro volta influenzati.
In "I'm so tired", brano del 1968, John Lennon borbotta qualcosa di incomprensibile. Se ascoltassimo il nasto al contrario, ci accorgeremmo di cosa dice in realtà: "Paul is dead man, miss him miss him" ovvero "Paul è morto uomo, mi manca, mi manca" mentre in un'altra canzone direbbe "I buried Paul" ovvero "Ho sepolto Paul".
Anche queste tutte coincidenze? Non lo so, però ora passiamo a qualcosa di difficilmente contestabile.

Qualche anno addietro, la questione "P.I.D." è stata trattata in modo scientifico, studiando con dovizia e metodo il volto di McCartney pre- e post-incidente. L'analisi si è concentrata sulla curva mandibolare, sull'ampiezza del palato e sulla dentatura, su una craniometria e, soprattutto, sullo studio del padiglione auricolare, caratteristica umana che resta immutata per tutta la vita.
A livello mandibolare, la differenza tra il Paul degli inizi dei Sessanta con quello del decennio successivo è piuttosto marcata. Quello che lascia a bocca aperta è che l'immagine del Paul degli anni Settanta coincide perfettamente con quella presente sulla copertina di "Sgt. Pepper's" (post-incidente) e con il viso di Paul dei giorni nostri.
Stesso discorso vale per la dentatura, la cui arcata è completamente differente. Per raggiungere un simile risultato sarebbero serviti trattamenti odontoiatrici che certo non sarebbero sfuggiti a stampa e fans.
Com'è quindi possibile che il McCartney attuale abbia una mandibola e una dentatura diverse da quelle che aveva all'inizio della sua carriera?

E la perizia calligrafica? Altri dubbi grossi come una casa: ha infatti evidenziato differenze decisamente sospette e persino la firma è risultata differente.
Pensate sia finita qui? Buoni, c'è ancora una questione spinosa. All'inizio della sua carriera, i Fab Four stazionarono ad Amburgo, dove tennero parecchi concerti. Lì, Macca frequentò una ragazza del posto. Nel vortice del successo, decise di chiudere la storia ma lei, poco dopo, scoprì di essere incinta. Cercò di farla abortire ma non ci fu verso e, nel 1966, dopo una causa, pagò 30mila marchi per il mantenimento della bimba. Con quel pagamento ammise implicitamente che si trattasse davvero di sua figlia.
Pochi anni fa, le carte sono state nuovamente sparigliate: l'esame del DNA richiesto dalla figlia per togliersi ogni legittimo dubbio ha però dato esito negativo. Cosa è successo? La fidanzata tedesca si godeva i piaceri della promiscuità? Oppure il Paul che aveva concepito e il Paul che ha effettuato il test sono due persone diverse?

Le zone d'ombra si accavallano, creando buchi neri difficilmente illuminabili. E' ormai chiaro che lo stesso Paul abbia negli anni giocato su questa storia, eccovi un esempio. In "Gratitude", canzone pubblicata nel 2007, se ascoltiamo la canzone al contrario, sentiamo "Who is this now?", "chi è questo adesso" e a seguire "I was Willie Campbell", il nome del famoso sosia.
Ed è famoso, si, perchè non credo che Paul McCartney sia davvero morto.
Il meccanico che mise a posto la sua auto quella notte ha affermato che l'incidente ci fu davvero ma lieve, non tale da giustificare una morte o addirittura una decapitazione.
Penso però che lo studio eseguito sul suo volto e sulla calligrafia facciano capire come lo stesso McCartney si sia fatto sostituire in più di un'occasione da un sosia. Si spiegherebbe perchè il test del DNA abbia dato esito negativo e si spiegherebbero così tutti i punti interrogativi di questa lunga vicenda.
L'unica domanda che mi faccio è: chi ammiriamo adesso dal vivo? Paul McCartney o Willie Campbell? Sono vivi entrambi e il giochetto continua o uno dei due è davvero morto?
Non lo so, forse non si saprà mai cosa avvenne davvero quella notte e perchè sia stato necessario ricorrere ad un sosia. La zona oscura della musica si richiude, lasciando aromi acidi e dubbi ma anche una sicurezza: ogni volta che ascolto "I was Willie Campbell" mi vengono i brividi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti per l'articolo! Volevo peró farti notare che, se non ricordo male, paul e linda si erano sposati nell'aprile (o maggio) del '69, mentre la foto di AR é stata scattata ad agosto, quindi é corretta la storia del diventare vedova.

Antonello Vanzelli ha detto...

Ciao, grazie della lettura e dei complimenti. Apprezzo le tue precisazioni, ma, come correttamente riportato da Wikipedia, Paul è nato il 18 giugno 1942 e nell'agosto 1969 avrebbe avuto appunto 27anni, non 28.
Inoltre, nel 1966, la fidanzata di Paul non era Linda, che quindi non avrebbe potuto rimanere vedova di qualcuno che ancora non conosceva :-)

Anonimo ha detto...

Ah, scusa, ero convinto che il diventare vedova si riferisse all'anno della copertina! XD Invece, giustamente, sarebbe diventata vedova di Paul colei che aveva Paul come marito nel '66, ossia nessuno! OK! :)