Una delle tante case in cui ho vissuto nella mia vita era un cadente trilocale in quel della Potenza universitaria. Dividevo la casa con due lavoratori molto più grandi di me.
Uno era un simpatico napoletano, fidanzato con una formosa ricciolona. Si accoppiavano raramente ma quando succedeva, i muri tremavano e partivano i San Gennaro.
L'altro era un nano con la faccia di Gianni Morandi. Nano sul serio, era 1.58cm. Ora, immaginatevi voi un lampione come il sottoscritto - 1.96cm di rara bruttezza - vicino a un Morandino tascabile: sembravamo Schwarzeneggher e De Vito ne "I Gemelli". Povero, era simpatico ma solo come un cane. In un suo cassetto - perchè ero curioso da fare schifo e mettevo le mani dovunque - trovai una lista di donne dell'est da contattare. Di fianco, evidenziata, la loro altezza. Se è riuscito a trovarne una, i muri non hanno tremato, li avrà rasi al suolo: chissà quanti arretrati...
Una sera, ero solo soletto e stavo preparando il piatto tipico dell'universitario sfigato - penne al tonno suicidato direttamente sulla pasta - quando mi avvicinai alla finestra della cucina. Eravamo al quarto piano e guardai fuori, poco convinto. Strabuzzai gli occhi: "Cazzo, ma quella... Si sta spogliando!"
QUELLI CHE LA FANNO FUORI DAL VASO
Nel palazzo di fronte, c'era una procace mora che stava dando spettacolo. Da buon voyer, spensi la luce e mi riavvicinai alla finestra, come un novello Lino Banfi pronto a guardare Edwige Fenech dal buco della serratura. Era in pantaloncini e reggiseno, che nascondevano i seni piccoli ma sodi.
Alle sue spalle il fidanzato che, seduto sul letto, si godeva la scena con un sorriso ebete.
Lei si voltò, dandogli le spalle, e stava slacciandosi il reggiseno quando si inarco e rimase ferma qualche istante. Sulle prime non capii, poi si, chiaramente. Iniziarono entrambi a ridere mentre lui ricadde sul letto tappandosi il naso con una mano e sbattendo l'aria con l'altra. Aveva scoreggiato! Si, lei...
Lui corse ad aprire la finestra, non so se per gioco o per il fetore creatosi. So solo che Edwige Fenech non ha mai fatto un peto in faccia a Lino Banfi.
Uno dei tanti momenti strani della mia vita. Stavolta non ne ero stato il protagonista ma solo un inconsapevole spettatore.
Talvolta sono gli artisti musicali a farla fuori dal vaso, lasciandoti col magone. Da chi cominciamo? Da Marco Mengoni:
"Ho scritto quasi tutte le canzoni, ci ho messo la faccia e se sbaglio sarà solo colpa mia. Sono agitato per quello che succederà nelle prossime settimane. Torno in scena dopo un sacco di tempo e dopo un anno di lavoro su questo disco.
Ho avuto diverse proposte, le ho valutate. Ho rifiutato anche dei duetti. Voglio metterci la faccia in tutto e per tutto. Se sbaglio lo farò da solo senza dar colpe a nessuno." (Intervista a Tgcom)
Parole chiare, sicure, di uno che vuole spaccare il mondo. Peccato che "Solo 2.0", dopo essere volato in testa alla classifica FIMI, è presto caduto in picchiata e sparito dai radar. I singoli sono passati pochissimo per radio e nonostante allo zoccolo duro il lavoro sia piaciuto, è stato un inatteso flop commerciale. La casa discografica gli aveva dato carta bianca ma l'esperienza non la si compra al mercato e Mengoni era ancora acerbo.
Sono volate voci contrastanti, di un Mengoni scaricato (come del resto successo a tanti altri figliocci dei talent...) e di un tentativo per Sanremo 2012, dove sarebbe stato scartato dalla commissione. Voci, appunto.
Alla fine, nel 2013, è arrivata la riscossa. La bella voce laziale si è affidato ad artisti e scrittori affermati che lo hanno aiutato nella composizione ed è stata un'esplosione: trionfo a Sanremo e disco già certificato multiplatino. Ha candidamente ammesso di aver toppato e che la prossima volta si farà i fatti suoi, ascoltando i consigli di chi ne sa di più. Uomo saggio...
Un'altra paladina dei cantanti usciti dai Talent è Giusy Ferreri, che ha inanellato successi su successi. Nonostante il secondo posto ad X-Factor dietro ai già marciti Aram Quartet, il suo primo disco "Gaetana" è stato un exploit clamoroso. Ha venduto 350mila copie, riuscendo persino a entrare nel mercato greco. Gran parte del merito va a Tiziano Ferro, produttore del lavoro, ma non è da trascurare l'impatto della particolare voce della Ferreri e il suo passato da cassiera, che l'ha resa subito simpatica alla gente comune.
E' un cd che ho ascoltato ai tempi, ricco di dignitose e gradevoli sprazzi pop. Penso a "Stai fermo lì", a "The ladder" (opera della grandissima Linda Perry) e a "Pensieri", tutte prodotte e interpretate ottimamente.
Però, c'è un però, anzi due. In un paio di canzoni, la Ferreri valica quel sottile ciglio oltre cui non bisognerebbe mai andare. In "Aria di vita" canta:
"Mi prende per mano e poi mi tortura,
gioca con te e pensi: che mondo di merda!"
Ecco, non è voler fare il bacchettone coi paraocchi extralarge, ma non ce la vedo la Ferreri a cantare "che mondo di merda". Rovina l'insieme e mi sembra fuoriluogo dirlo nel suo momento di massimo successo. Ad onor del vero, l'accusa andrebbe girata a Tiziano Ferro che l'ha composta. Se scrivi una cosa del genere, Tiziano, abbi la decenza di metterci la tua, di faccia. Che poi me la spieghi la tua vita di merda con i dischi d'oro e i soldoni in banca...
Non è solo questo. L'album si chiude con "Il party". A parte il tristissimo e continuo "Come on, come on!" manco fosse Snoop Dogg, ad un certo punto la canzone dice: "Ed è una cura il disco party".
Non ci vuole molto a capire che le parole "disco party", unite, suonano come tutt'altra cosa, anch'essa fuoriluogo, ancor più della precedente, anche perchè con questa il disco chiude il sipario.
Certi giochetti di parole stupidi barra infantili sarebbe meglio tenerseli per le serate di baldoria con gli amici.
Manuel Agnelli, il leader degli Afterhours, è un personaggio particolare. Carismatico, certo, ma negli anni si è creato anche la fama di burbero, soprattutto durante i set live. E' capitato che abbia litigato con i fonici, con i musicisti sul palco, ma quello che è accaduto qualche anno fa va oltre.
Siamo nel 2006, al Fillmore di Cortemaggiore, tour promozionale per "Ballad for little hyenas". Il locale è gremito, la tensione - positiva - è palpabile. Il concerto inizia e la gente resta spiazzata quando parte "La vedova bianca" e Agnelli la intona in inglese. Il pubblico va per la sua strada, cantandola in italiano. La scaletta alterna pezzi in italiano e in inglese, ma la gente si aspetta qualcosa nella sua lingua dall'ultimo capolavoro "Ballate per piccole iene". Alla quinta che Manuel canta in inglese - "There is many ways" ovvero "Ci sono molti modi" - la gente inizia a fischiare. Qualcosa sta scricchiolando. Prima un gesto di stizza del frontman, poi cambia scaletta e inizia "1996", pezzo che inizia con una bestemmia, dedicata - visto il modo perfetto e cattivo di scandirla - agli astanti.
Dopo un breve break dietro le quinte, Agnelli cerca di far capire al pubblico che stanno provando a fare qualcosa di diverso e che bisogna cercar di apprezzare anche i cambiamenti. Un sermone di cui non si sentiva la necessità. Durante la successiva "By bye Bombay", un tizio del pubblico gli tira contro una pallina di carta. Sulle prime reagisce con un gestaccio, poi non ci vede più: molla il microfono e si butta giù, iniziando a picchiare brutalmente il fan, tra lo sconcerto generale. Una brutta pagina.
Ora, non mi si venga a dire che non amo la band, abbiamo appena dedicato loro un sentito omaggio, ma di certe scene non vorremmo mai dover parlare. Il fan che ha lanciato la pallina non ha giustificazioni, ma passare alle mani è qualcosa di inqualificabile. Bisogna sempre aver rispetto per chi paga il biglietto e ti mantiene, perchè una band vive sin quando c'è gente che compra i suoi dischi e paga per sentirla live. Non ti sta bene? Sei nervoso o ti trovi fra piccole iene? Prendi e vai via dal palco, sarebbe stato meglio.
Una tiratina d'orecchi se la merita anche il brillante Daniele Silvestri, di cui ho già avuto modo di parlare pochi giorni fa. Lo reputo uno dei cantautori più brillanti degli ultimi vent'anni, ma ciò non significa che può permettersi cadute di stile come quella presente in "Testardo".
"Però, se ancora un pò mi piaci la colpa è dei tuoi baci
che m'hanno preso l'anima de li mortacci tua."
Senza parole, uno scempio. Io capisco che la canzone è a mò di stornello romano, è volutamente burina e scanzonata, ma con quella chiusura - nel ritornello peraltro - manda tutto a quel paese. Non contento lo ripete anche sul finale. Il suo primo "Best of" si apriva con "Occhi da orientale" e chiudeva proprio con "Testardo": insomma, dalla delicata grazia di uno dei suoi pezzi più ispirati alla caduta di stile di questo - tutto suo - divertissement. Peccato!
Jennifer Lopez è una donna affascinante e intelligente, nessuna gaffe, ma non ha capito che deve fermarsi alla musica. Lei e Madonna hanno più volte cercato di sfondare anche al cinema, collezionando flop in serie. Si è perso il conto dei film andati male in cui appare il fondoschiena più famoso del music business.
Più che Oscar, ha collezionato i Razzie Awards, i premi consegnati ogni anno ai peggiori attori.
In più, prima del fortunato "Love?", i precedenti album erano passati quasi inosservati. Poco male, c'è una dote che in famiglia non manca. A cosa mi riferisco?
Qualche anno fa, la madre della Lopez ha sbancato uno dei Casinò di Atlantic City, vincendo 2milioni di dollari alle slot machines. Evidentemente Jennifer non è l'unica in famiglia ad avere... fortuna.
Qualche anno addietro, la Rai ha mandato in onda una fiction sulla bella ma tragica storia di Rino Gaetano (che abbiamo omaggiato qui). Le ricostruzioni crearono polemiche e la sorella dell'artista si indignò parecchio per alcune scelte effettuate, in particolare riguardo l'abuso di alcool di Rino. Gli autori ci misero del loro per romanzare e annacquare, creando un prodotto commerciale e che scontentò i puristi.
La combattiva sorella si indignò ancor di più quando le arrivarono all'orecchio le parole di Antonello Venditti riguardo lo sceneggiato:
"Me lo sono goduto tutto e trovo che Santamaria sia un grande attore. Anche se la vita di Rino è stata abbastanza diversa, soprattutto nei colori, il senso della persona è stato dato perfettamente. Lui è andato in un mondo che non gli apparteneva e lì ha trovato la morte. Diciamo la verità, l'unica cosa seria di cui si doveva parlare è la cocaina. Un tema che andava affrontato."(Tvblog.it).
Antonello Venditti e Rino Gaetano sono stati grandi amici. Il cantautore romano di "Notte prima degli esami" aveva prodotto "I Love you Marianna", il primo lavoro del folletto di origini calabresi. Questo però non giustifica un'uscita così infelice e gratuita. Si sta parlando di una persona che non può più difendersi, è una mossa meschina. E puntuale è arrivata la querela da parte di Anna.
"Non volevo diffamare Rino Gaetano, che è stato e rimarrà per sempre uno dei miei più cari amici. Intendevo dire che non mi piaceva l'ambiente intorno a Rino, tutto qui." (Tgcom)
Questa la retromarcia di Venditti al polverone creatosi. Non so com'è andata a finire in tribunale, ma Venditti ha sempre avuto la lingua lunga: quest'estate è riuscito a far polemica persino con la tifoseria della Roma riguardo al suo inno "Grazie Roma", parlando male di Totti e compagni. Ma è così difficile stare zitti ogni tanto?
Abbiamo iniziato con i talent, finiamo con i talent. Meteora assoluta è stata Nevruz. Protetto da Elio, arrivò terzo ad X-Factor 2010. Personaggio più che discutibile e sicuramente fuori dagli schemi, portò la sua carica rock e la sua strabordante follia su un palco dove regnano le voci e i caratteri mansueti. La fortuna non è stata dalla sua, ha perso tutto nel terremoto che qualche tempo fa colpì la Bassa Modenese e questo spiace. Sta provando a tornare in pista. Speriamo però che al prossimo live non finisca nello stesso modo...
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