Nelle scorse settimane, ho cercato di pubblicizzare i miei articoli sui plagi in giro per i gruppi di facebook. In poche parole, se l'articolo trattava dei plagi di Lello Mascetti o di Giorgio Perozzi, io andavo nei gruppi del Mascetti e del Perozzi a postarli.
"Eh ma allora sei bastardo dentro! Ovvio che i fan s'incazzino!"
Alt, bastardo ma diplomatico, approcciavo l'argomento con la massima tranquillità e senza cercare la polemica. Ad ogni modo, qualcuno l'ha presa con filosofia, altri sono rimasti allibiti, molti hanno sbroccato alla grande. Sembrava un festival a chi la sparava più grossa. Qualche esempio? Vai col liscio:
- Picasso diceva: i mediocri imitano, i geni copiano. - Ah beh, se lo diceva lui, allora mettiamoci tutti a copiare i successi del passato, tanto poi arriva Picasso a difenderci dalle cause in tribunale...
- Non credo tu sia obiettivo, perchè sei venuto a dirci che xxxxxxx copia (censuro perchè non è bello fare il nome di Zucchero) e a farci la solita morale. - Si, sono un nuovo supereroe: Il Moralizzatore! Pentitevi sporchi peccatori!
- Io trovo disgustoso muovere queste critiche e opinioni verso l'unico musicista maestro cantante e cantastorie che fa sold out ovunque al mondo dalla polinesia alla patagonia - Tralasciando punteggiatura e maiuscole, ormai optional su FB, mi pare giusto che uno bravo e famoso possa copiare a destra e a manca. Come mi permetto io umile mortale di criticare questo personaggio (sempre quello censurato poco sopra) al di sopra del bene e del male e con l'aureola chiaramente ben in vista?
- E' risaputo che "Diavolo in me" è una cover. - Risaputo? La canzone è accreditata solo a Zucchero, altro che cover. Plagio, null'altro.
- Credo che Joe Cocker sappia di questo o no? Se non l'ha denunciato credo che per lui sia tutto apposto giusto? - Joe Cocker lucido è un ossimoro in termini e lo dice lo stesso Zucchero nella sua biografia. Tour insieme e Cocker che sul palco si presenta ubriaco marcio e cade. Joe a malapena sa come si chiama.
E per finire, un grande evergreen: "Si ma le note sono sette." al quale anche Mr. Lapalisse s'è fatto una risata...
I FURBETTI DEL QUARTIERINO MUSICALE
CLAUDIO BAGLIONI - Ecco, questa cosa mi ha lasciato senza parole, e tirarla fuori sicuramente mi inimicherà buona parte dei fan della grande voce romana, ma la questione è piuttosto spinosa. "Poster", brano del 1975, uno dei più importanti della sua carriera, è un plagio evidente di "Valsinha", scritta da Chico Buarque e Vinicius De Moraes e di cui Mia Martini aveva fatto una cover nel fortunato album "Nel mondo una cosa", quello di "Piccolo uomo" per intenderci. E' cosa risaputa da tempo tra gli addetti ai lavori. Come potete ascoltare, la melodia è la stessa:
ed ecco l'originale, risalente a tre anni prima:
Diciamo comunque che "Valsinha" fu un grande successo anche nella versione originale di Chico Buarque e che l'album di Baglioni fu arrangiato dal grande Luis Bacalov, un grande amante della musica brasiliana. Negli anni è forse stato dato per assodato che Baglioni ne avesse fatto una sua cover, ma pare che l'unico autore sia lo stesso Baglioni, mentre Buarque non risulterebbe per nulla accreditato come autore delle musiche. E' uno di quei plagi netti, chiari, ormai finiti sotto il tappeto. Erano altri tempi, lo abbiamo visto spulciando nelle magagne dei grandi del rock, ma certe cose lasciano sempre un pò di amaro in bocca.
MODA' - Mesi fa, per lavoro, andavo spesso a mangiare al Roadhouse, dove regna caparbiamente un'abitudine balorda: tv accesa su una stazione televisiva musicale ma senza audio. Dalle casse arriva musica differente, forse cd preregistrati, non l'ho mica capito. Mangiavo il mio bel controfiletto quando vidi nello schermo Kekko dei Modà e tutti gli altri della band camminare su una spiaggia deserta. "Oh, come il video dei Coldplay...", ho subito pensato, addentando una patatina.
Ecco, quando ho poi ascoltato la canzone, mi sono accorto che la somiglianza non era confinata solo al videoclip:
I dubbi restano, anche perchè video più musica sono due indizi, e in genere due indizi si sa cosa fanno.
Diverso il polverone scoppiato all'ultimo Sanremo, quando il gruppo, per "Se si potesse non morire", fu accusato di plagiare "Dimmi che è vero" di Andrea Noel. Chiii??? Essù, siamo seri, chi lo conosce 'sto tizio? Quante possibilità ci sono che i Modà abbiano ascoltato il suo pezzo su Youtube? Meno di zero, classica mossa pubblicitaria di questo Noel per avere cinque minuti di celebrità prima di tornare all'anonimato. Qualcosa di più lo si riscontra confrontando "La notte" con "Sorry seems to be the hardest world" di Elton John:
Qualcosa in comune c'è, non a caso Le Iene girarono un servizio al riguardo e, di fronte alla iena Elena Di Cioccio (che di musica se ne intende), Kekko ammise la somiglianza e si scusò. E se l'ha ammesso lui...
JOVANOTTI - A scavare nel marcio si rischia sempre di trovare delle voragini. Jovanotti e il marcio non ce li vedo insieme, ma più mi interesso alla questione plagi e più spunta il suo nome. "Tanto", che Jovanotti affermò essere nata da un potente giro di basso del grande Saturnino, ha una struttura musicale molto, troppo simile a "Benessum" di Andrea Mingardi. Può darsi non la conoscessero, o può darsi di si. Il caso più spinoso, tuttavia, riguarda "Un buco nella tasca" (2006). Ascoltiamola rapportata a "Latin Simone" dei Gorillaz di Damon Albarn, anno 2001:
Non so se Jovanotti ha campionato il pezzo dei Gorillaz, se ne ha cavato un loop o se ha preso la base per scriverci su, non ho trovato notizie al riguardo on the net. Se però non siamo in uno dei casi succitati, è uno dei plagi più spudorati in cui mi sono imbattuto sinora.
AVENGED SEVENFOLD - Uno dei fenomeni "hard" del momento, band sicuramente cazzuta. Peccato che il loro ultimo "Hail to the king" abbia lasciato perplessi molti cultori del genere. "This means war" sembra una cover di "Sad but true" dei Metallica (1991). Eccovi il video pronto e fumante:
Anche a voi è partita la smorfietta di tristezza? Vorrei francamente capire però sti geni che vanno a copiare un classico del metal: sperano forse di passare inosservati?
Il problema è che nello stesso album vanno anche a prendere a piene mani dai Guns N' Roses. Ascoltate:
E avrebbero da lamentarsi anche i Megadeth di Dave Mustaine. Sono queste le band che dovrebbero portare respiro alla scena rock metal? Scusate, torno ad ascoltare gli originali...
KING CRIMSON - Questa pesta pesante in quanto davvero inaspettata. La storica band progressive di Robert Fripp ha una macchia sulla coscienza, una macchia particolare. La loro "Epitaph", infatti, ricorda da vicino "Applausi" dei Camaleonti:
I più attenti avranno notato le analogie. Quello che non torna, tuttavia, è che la band britannica uscì con "Epitaph" solo un anno dopo il gruppo beat nostrano. Casualità? Furbata? Discografici attenti a sfruttare una musica che aveva colpito le platee? Non lo sapremo mai, credo. E' bello però pensare che un complesso - come si diceva una volta - italiano, a volte stranamente snobbato, è riuscito a lasciare un marchio anche fuori dai nostri confini.
DAVIDE VAN DE SFROOS - Sanremo 2011 ha decretato il successo di questo cantautore molto amato nel settentrione d'Italia, uno di quelli che ha fatto del cantare in dialetto il suo marchio di fabbrica. La sua "Yanez", godibile pezzo dedicato a suo padre, ha qualcosa in comune con "Me voy", tormentone di qualche anno prima (2006) di Julieta Venegas:
"Yanez" è più mossa e qualcosa che le accomuna c'è, nulla per cui gridare allo scandalo.
ARISA - "Sincerità", il primo successo della cantante lucana, è un variegato cocktail di pezzi piuttosto conosciuti. Primo fra tutti, "Don't take her" di Tracy Bird (1997), a cui fanno da contraltare i Bee Hive (...) e Bobby Mc Ferrin con la sempreverde "Don't Worry, Be Happy" (1988). Tutto qui? No, risuona nelle orecchie anche un'altra hit del passato, ovvero "Vincent (Starry Night)" di Don McLean. Eccole qui, tutte a confronto:
Insomma, come ti confeziono una hit prendendo altrove e rimescolando a dovere. Cocktail si, ma il sapore ha un che di acido.
RENATO ZERO - L'altro giorno, in auto, è partita una melodia molto familiare. "Cavolo, "Basterà" dei DB Boulevard!" ma mi sbagliavo. Ho sempre avuto orecchio per le prime note delle canzoni, soprattutto quelle a cui sono legato, e non è stato bello accorgersi che invece si trattava dell'ultimo singolo di Renato Zero. Ascoltiamole:
ed ecco quella dei DB Boulevard, a Sanremo nel 2004 (di cui abbiamo parlato nella bella intervista ad Alessio Ventura):
Le canzoni vanno per vie differenti ma l'inizio mostra similitudini evidenti, bisogna ammetterlo.
Chi di plagio ferisce, di plagio perisce. A parte la battuta, Zero ha subito un plagio piuttosto evidente da Gigi D'Alessio che, nella sua "Quel che resta del mio amore (Scusami)", riprende la bella "Cercami".
Qualcuno al solito la prenderà con filosofia, altri rimarranno allibiti, molti sbroccheranno alla grande. Fa parte del gioco, ma a me non è mai piaciuto nascondere la testa sotto la sabbia. Come diceva qualcuno, i mediocri imitano, i geni copiano. Certo che genio e Gigi D'Alessio nella stessa frase stanno bene come la Nutella sui tortellini... Au revoir!
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