17 febbraio 2014

UN SANREMO CARICO DI PERPLESSITA'





Cresce la febbre per il Festival. Il sottoscritto continua a rimanere sui 36.5°C come se nulla fosse, ma su social e stampa non si parla d'altro. I media sono già focalizzati su Sanremo, e poco importa se in molti si aspettano ospiti internazionali di spessore per regalare brio e verve ad una kermesse dal cast non proprio eccelso.
Qualche perplessità l'avevo già manifestata in questo articolo, e leggere la lista degli ospiti e i duetti della serata del venerdi ha reso ancora più sbilenca la smorfia che avevo stampata sul viso.
Le prime due serate ascolteremo sette big per volta, ognuno con le sue due canzoni in gara. Al televoto e ai giornalisti della stampa il compito di scremare, scartando il pezzo ritenuto minore. Ospiti? Laetitia Casta torna a Sanremo dopo quindici anni: non se ne sentiva il bisogno, minestra riscaldata se ce n'è una. Non si bramava neppure dalla voglia di rivedere sul palco Raffaella Carrà, Gino Paoli e Claudio Baglioni. Per carità, grandi nomi dello star system musicale, ma non si poteva invitare qualche personaggio meno datato/incartapecorito?
Ci sarà anche l'attore Claudio Santamaria e l'unico artista davvero buono del martedì e del mercoledi, quel Rufus Wainwright che - pur rimanendo nella penombra dello successo - ha scritto grandissime pagine di musica.
Il giovedì? Dalla padella nella brace infuocata, come ospite c'è Renzo Arbore, ahimè. Si riuscirà mai a capire che in una trasmissione vista in mezzo mondo abbiamo bisogno di pubblicizzare la miglior musica italiana del momento e non il classico stereotipo di spaghetti, pizza e mandolini?

                               SANREMO 2014 - OSPITI, DUETTI E COVER

Prima parlavo di smorfia riguardo la serata del venerdi dedicata alle cover e ai duetti. Vediamo quindi le canzoni scelte dai cantanti in gara:
  • Frankie Hi-NRG con Fiorella Mannoia - "Boogie" di Paolo Conte
  • Raphael Gualazzi e i Bloody Beatroots con Tommy Lee (Motley Crue) - "Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno
  • Riccardo Sinigallia con Paola Turci, Marina Rei e Laura Arzilli - "Ho visto anche degli zingari felici" di Claudio Lolli
  • Francesco Renga con Kekko dei Modà - "Un giorno credi" di Edoardo Bennato
  • Giuliano Palma - "I say i' sto ccà" di Pino Daniele
  • Renzo Rubino con Simona Molinari - "Non arrossire" di Giorgio Gaber
  • Noemi - "La costruzione di un amore" di Ivano Fossati
  • Ron - "Cara" di Lucio Dalla
  • I Perturbazione con Violante Placido - "La donna cannone" di Francesco De Gregori
  • Antonella Ruggero con i DigiEnsemble - "Una miniera" dei New Trolls
  • Giusy Ferreri con Alessio Boni e Alessandro Haber - "Il mare d'inverno" di Enrico Ruggeri
  • Francesco Sarcina con Riccardo Scamarcio - "Diavolo in me" di Zucchero
  • Arisa con i Whomadewho - "Cuccurucucù" di Franco Battiato
  • Cristiano De Andrè - "Verranno a chiederti del nostro amore" di Fabrizio De Andrè

Uhmm... Davvero non si poteva fare di meglio? Non mancano i duetti succosi, a braccetto con tanta fuffa. L'acquolina è innegabile se penso alla versione che tireranno fuori Riccardo Sinigallia e le "sue" donne, in una canzone ripescata anche da Luca Carboni pochi anni fa. Gliela produsse e la cantò con lui proprio Sinigallia, evidentemente estimatore dell'originale di Claudio Lolli. Il pensiero corre al delizioso cadeau de "Il solito sesso" che Max Gazzè regalò al pubblico di Sanremo proprio insieme a Paola Turci e Marina Rei. Spero in un bis.
Stuzzica lo strano accoppiamento tra Frankie Hi-NRG e Fiorella Mannoia, due mondi distanti che si sfiorano sulle eleganti note di Paolo Conte. E incuriosisce la scelta di Giusy Ferreri, che porta sul palco due grandi attori, per cercare di rinfrescare la splendida "Il Mare d'inverno", uno dei capolavori tratteggiati da Enrico Ruggeri. Non in molti sanno che Alessandro Haber ha all'attivo cinque album di indubbio spessore, e che ha ben pochi eguali come crooner da locali fumosi e ottimi whisky invecchiati. Per interpretare Ruggeri non avrei saputo pescare di meglio, ma sarebbe bastato lui, Alessio Boni è un di più di cui avrei fatto a meno. Certo, per ora è tutto fumo, bisogna prima ascoltare.

La strana coppia Gualazzi-Bloody Beetroots diventa ancora più borderline grazie alla presenza di uno dei personaggi più folli del rock a stelle e strisce, quel Tommy Lee - il batterista dei Motley Crue - balzato agli onori della cronaca per il suo duetto a letto - altro che musica - con Pamela Anderson. Fosse per me lo terrei dietro alla batteria, strumento in cui è maestro indiscusso, ma pare che canti. Non ricordo con particolare piacere il suo tentativo tra rock e hip hop con i Methods of Mayhem. Mi piace però l'atteggiamento di Bloody Beetroots (che all'estero è molto famoso e vanta uno strepitoso duetto con Paul McCartney) e il perchè hanno scelto Tommy Lee:
"Ormai da quasi mezzo secolo non abbiamo un'interfaccia internazionale, dovremmo cominciare a dialogare in modo diverso con l'esterno, il paese ne ha bisogno più che mai. Io faccio la mia piccola rivoluzione, ma ognuno dovrebbe impegnarsi nel suo specifico." Bloody Beetroots - Repubblica.it
Perfetto, tanto di cappello. La dedico a Fazio, che fa la rivoluzione invitando Arbore e la Carrà.

Punta sull'indie Arisa, che ha chiamato i danesi Whomadewho per mettere mano ad uno dei tanti grandi episodi del maestro Franco Battiato. Per preparare i pezzi sanremesi ha lavorato con un team nuovo, tra cui Dente e Cristina Donà (due signori autori), segno che il mondo mainstream e quello indie sono sempre più vicini, e la cosa non può che farmi piacere.
Strana, molto strana la scelta di Francesco Sàrcina, sia per la canzone scelta (non vedo quel pezzo di Zucchero così adatto alle sue corde ma ha l'appeal giusto per renderla a suo modo trascinante), sia perchè uno come Scamarcio non ha senso di esistere come cantante a Sanremo (anche se il gentil sesso avrà di che gioire per cotanta contemporanea beltà). E non ha senso neppure Violante Placido con i Perturbazione: ero stato felice della sua esclusione dal cast, ma avevo gridato vittoria troppo presto, visto che farà comunque la sua apparizione. Nel mio piccolo rinnovo il mio urlo: con tutti i cantanti che ci sono in Italia, che ci fanno tutti quegli attori sul palco? O siamo al Festival del Cinema di Venezia?

"Credo che una canzone di Edoardo Bennato sia stata la prima che io abbia mai cantato, in seconda liceo. E' un maestro sottovalutato, così ho voluto interpretarlo. Quel che è certo è che non avrò bisogno del gobbo, le parole le so a memoria." da Lastampa.it - Sanremo Club
Ottima scelta quella di Francesco Renga, sono un grande estimatore del primo Bennato: episodi come "Franz è il mio nome" o "Venderò" restano immortali. Quello che non capisco è perchè chiamare Kekko dei Modà. Anzi, lo capisco bene, è solo una mossa di marketing per ingraziarsi le fan dei Modà, e questo - da suo grande estimatore - fa girare le scatole non poco. Renga non ha bisogno di questi mezzucci, voci come la sua non ce ne sono in giro, chissà quando lo capirà...
Mi lascia sorpreso anche la scelta di alcuni di viaggiare in solitaria. Perchè Noemi non ha portato qualcuno a spruzzare di nuovi colori la sua cover?

"'Verranno a chiederi del nostro amore' è una canzone a cui sono particolarmente legato. Avevo dieci anni e venni svegliato da mio padre, che alle cinque del mattino in salotto cantava questa canzone dedicata a mia madre. Lei è scoppiata in un pianto commosso e io ero lì a osservarli." Cristiano De Andrè - TGcom24
Alla lettura della canzone che avrebbe cantato, ho scosso la testa. Leggendo questo stralcio d'intervista, la scelta ci sta, per carità, ma secondo me si dà un'enorme zappata sui piedi, vedi alla voce "Come continuare a vivere in eterno all'ombra del padre".
Non molto fantasiosa neppure la scelta di Ron, ma anche lì posso capirlo. Lui e Lucio Dalla erano una cosa sola e hanno dipinto alcuni dei quadri più belli della nostra musica. Un omaggio doveroso, poco da dire.
Non mi dicono nulla le scelte di Antonella Ruggiero (a cui comunque basterà la sua voce per incantare), di Rubino con la Molinari e di Giuliano Palma, che decide di misurarsi con le tinte mediterranee di Pino Daniele.
Impressioni al volo? Saranno in pochi a guadagnarci da questa serata. O forse sono troppo cattivo io, non lo so, spero di essere smentito su tutta la linea... I dubbi sull'intera kermesse, però, iniziano a diventare troppi, si vocifera persino di un ritorno di Al Bano e Romina, non serve aggiungere altro. Non credo insomma che basteranno Luciano Ligabue, Damien Rice, Paolo Nutini e Stromae a salvare la situazione.
Se Fazio non è stupido, accetterà Beppe Grillo come ospite, il boom di ascolti sarebbe assicurato. A quel punto, l'attenzione al solito si sposterà sul contorno (come fu con Celentano o con Crozza), dando il colpo di grazia a quell'esile ragazzina moribonda che risponde al nome di musica.



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