7 marzo 2014

CALDO, POPCORN E LA NEW NEW WAVE




"Salve, biglietti?"
"Eccoli."
"No, questi non vanno bene", - panico e goccia di sudore ghiacciato lungo la schiena - "ma li facciamo andare bene, altrimenti non partiamo più..."
"Ehm, grazie.", diciamo con un filo d'imbarazzo.
Eravamo alla stazione centrale di Bologna e non avevamo ben capito come arrivare a Casalecchio di Reno.Noi eravamo organizzati per il concerto al Pala Dozza, al centro di Bologna o giù di lì, ma la grande richiesta per l'unica data italiana degli Editors ha "costretto" gli organizzatori a ricorrere alla ben più capiente Unipol Arena.
Siamo arrivati comodamente in treno proprio davanti al luogo prefissato, ma, pur essendo arrivati lì con il giusto anticipo, ci si para davanti una discreta coda.
"Certo, mica come il pienone che c'era per i Depeche Mode la settimana scorsa!", figheggia un tipo dietro di noi.
Entriamo in modo ordinato e, dopo i rigorosi controlli anti tappo di bottiglie di plastica, ci mettiamo in attesa, ingannandola con le giuste dosi di birra, panini, birra, torte e birra.
A farci compagnia ci pensano il caldo e un fortissimo odore di pop corn. Alle 20 muoiono le luci e si parte!

                              EDITORS - BOLOGNA 28.02.2014 di Vito Possidente

Di poco conto gli "A sea of cazzoneso" (per il loro nome chiedo l'aiuto da casa), gruppo che dovrebbe scaldare il pubblico, ma se non ricordo come si chiamano un motivo ci sarà...
Scoccano le 21 e quasi puntuali (comincio a sospettare che il ritardo sia un vezzo tipicamente torinese), Tom Smith e soci si presentano sul palco in un look total black con "Sugar", tratta da "The Weight of Your Love".
In questo ultimo lavoro, hanno trovato il giusto dosaggio tra l'elettronica (inserita nel precedente "In this Light and on This Evening"), i richiami - anche se molto più blad - alla new wave dei primi lavori (facile, anche se qualcuno lo considererà sacrilego, l'accostamento tra la voce di Tom e quella di Ian Curtis), e una dimensione più sporca di "pop".
Come secondo pezzo propongono "Someone Says" da "The Black Room", il lavoro che li ha visti esordire nel 2005, e questo fa presagire un giusto mix tra tutti i loro cd. Come raccontavo nel live dei Massimo Volume, è per questo che prediligo la "seconda tornata" di concerti, come in questo caso, e non quella di presentazione del disco.
Il concerto prosegue alla grande, tra le fiamme - si, autentiche - sparate verso l'alto, fuochi pirotecnici e coriandoli sberluccicanti. Il parterre è gremito (si parlerà di circa 8000 persone), e anche se si sta un pò stretti, ne vale la pena. I successi passati "Munich" e "All Spark" vengono accolti con applausi ed urla di chi scrive e dal pubblico tutto, come le recenti "Formaldeyde" ed "Honesty", con cui si congedano per una pausa di pochi minuti prima del gran finale, in cui interpretano una extended version di Papillon.
Lo spettacolo è coinvolgente e loro zigzagano con maestria tra pezzi più ritmati e momenti "da accendino". Gli Editors confermano la loro attitudine da live band, in un'esibizione senza sbavature, imponente dall'inizio alla fine. Applausi sudati e sinceri a loro.
Dopo l'ultima bevuta per scrollarsi di dosso il caldo e la sete, si rientra a Bologna, e stavolta niente treno, c'è la macchina di due cari amici (un grazie a Guido e Chiara).
A volte la felicità è nascosta in un pò di musica, in una piadina e una birra con gli altri prima di andare a dormire, e nell'intenso odore di pop corn che mi ricorderà una serata da rivivere.

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