7 aprile 2014

IL RITORNO DI CAPAREZZA




"Diciamo la verità. Spesso la scena hip hop italiana non è altro che la pallida copia di quella made in Usa. Alla tentazione dell'hip hop finto povero, che poi si balla nei salotti e nei locali di grido, sfugge il nostro Capa Rezza, di cui tempo fa avevamo recensito un demo.
Ne "La zappa sui piedi", brano d'apertura di questo cd autoprodotto, dice: "Quello che tu chiami hip hop", ripete più volte, "per me è monnezza. Quello che tu chiami rap per me è monnezza..."
Ironia, gusto melodico, senso del ritmo e testi acuti fanno di questo cd autoprodotto un piccolo gioiello da ascoltare con attenzione. Davvero ottima "La gente originale", tutta da ballare e con un paio di frasi geniali: "Non fumo, non mi drogo, non mi canno, non bevo... A volte penso di essere il vero alternativo...". 
Notevole anche l'impatto del beat di "Fuck The Violenza": "Abbi pazienza,", ripete ossessivamente nel ritornello, "tanto se meni e se insulti ti ritrovi al punto di partenza." In tempi di trash gratuito non è poco." Recensione di Gianni Poglio di uno dei demo di Caparezza - Tutto Musica (1999)

                       "NON ME LO POSSO PERMETTERE" - CAPAREZZA

Matt Bellamy, il leader dei Muse, è stato fidanzato sino a qualche anno fa con una ragazza italiana. Quando lei provò a fargli ascoltare qualcosa di italiano partì dai grandi nomi. Di Ligabue disse: "Suona come qualcosa di molto vecchio".
Penso che questo sia un buon modo di spiegare la musica italiana, sempre tre passi indietro rispetto a tutto il mondo. Esportiamo la napoletanità di Renzo Arbore, i reduci incartapecoriti degli anni '80 (in Russia spopolano i Ricchi e Poveri, Al Bano e Romina, Pupo e cosi via), il pop lirico di Bocelli, il blues derivativo di Zucchero e un pò di pop zuccheroso buono per il Sudamerica.
Sono lontani i tempi in cui la PFM e il Banco del Mutuo Soccorso insegnavano il progressive agli americani, ma qualcosa di cui essere davvero orgogliosi c'è anche oggi. Sì, perchè uno come Caparezza dovremmo coccolarcelo.
Lo si capiva facilmente già dai suoi demo, come testimonia il reperto giornalistico - del bravo Gianni Poglio - ritrovato quasi per caso. Era ancora Capa Rezza, staccato, e Michele Salvemini stava completando la sua trasformazione, dall'innocuo Dottor Jekill Mikimix allo scatenato Mister Hide Caparezza.
Non ci mise molto a conquistare il pubblico, grazie a testi al vetriolo, ad un'overdose di ironia e sarcasmo e ad una facilità di scrittura da fare invidia ai maestri americani. I suoi testi grondano giochi di parole, citazionismo e divertimento, ma restano sempre aggrappati con le unghie all'impegno. Perchè "Vieni a ballare in Puglia" è tutto meno che divertente, visto che parlò di Ilva e diossina in tempi non sospetti; perchè "Eroe (storia di Luigi delle bicocche)" parla di un operaio in difficoltà; perchè "Legalize the premier" prende a calci la malapolitica.

I due singoli che aprono la strada al nuovo lavoro mostrano le sue molteplici sfumature. Il cd si chiamerà "Museica" e uscirà il 22 aprile. Il rapper lo ha presentato cosi:
"Museica è il mio museo, la mia musica, il mio album numero 6. E' stato registrato a Molfetta e mixato a Los Angeles (dal pluri-blasonato Chris Lord Alge) ed essendone sia l'autore che il produttore artistico, lo considero come un nuovo "primo" disco. E' un album ispirato al mondo dell'arte, l'autoguida delle mie visioni messe in mostra.
Ogni brano di Museica prende spunto da un'opera pittoria che diventa pretesto per sviluppare un concetto. Non esiste dunque una traccia che possa rappresentare l'intero disco perchè non esiste un quadro che possa rappresentare l'intera galleria. In pratica questo album, più che ascoltato, va visitato.
Che sia anche il mio destino?"
In quest'ottica si pone con perfezione e delicatezza l'opera - meravigliosa - di Domenico Dell'Osso, che farà da copertina.
"Non me lo posso permettere" - lanciato da pochi giorni - è visceralmente Capa-style, in cui la pungente ironia schiaffeggia il sociale, il tutto con l'orecchiabilità pop dei giorni migliori. Ben calibrato il video (e lui di belli ne ha tanti in bacheca). Lampi di genio illuminano la scena: "Credo nell'onestà, la disillusione non me la posso permettere. Sbagliare la curva e tifare lo stesso, non me lo posso permettere."
"Cover" - il primo singolo - trabocca di citazioni dal museo del rock, passando in rassegna le copertine ormai entrate nell'immaginario comune. E cosi il molfettese rende omaggio ai Queen, alla banana dei Velvet Underground, al ragazzino dallo sguardo incazzato di "War" di Bono e soci e ai Green Day di Dookie. E' divertente perdersi nella ricerca dei vari richiami, sino al gran finale:
"Mi metto a pregare, ma dall'84 il mio angelo è fuori a fumare con i Van Halen.
Casomai mi cercaste, sono tra le carcasse di Master of Puppets
ma come uno spettro veglierò su di voi, dalla faccia oscura della luna dei Pink Floyd."
Ecco, nei colori del prisma dei Pink Floyd, in quelli che donano maggior luce alla musica italiana, io ci metto Caparezza. L'appuntamento è per il 22 aprile.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Articolo molto ben fatto: complimenti. Chissà cosa ci riserverà questo 22 aprile!

Antonello Vanzelli ha detto...

Ti ringrazio di essere passato. A me basta sia un album al livello dei precedenti, ovvero l'ennesimo capolavoro :-)