3 aprile 2014

L'ULTIMO CONCERTO DEI BEATLES




Il pugno di un amico che regala il bianco delle nuvole all'occhio destro di David Bowie.
Il maiale volante dei Pink Floyd sulla centrale elettrica di Londra.
Ozzy Osbourne che stacca a morsi la testa a un pipistrello.
Il culo di Bruce Spingsteen sulla copertina di "Born in the U.S.A".
La morte di Cliff Burton dei Metallica o l'uscita dal gruppo - e il rientro - di John Frusciante.
I Muse che si fanno beffe della Ventura a Quelli che il Calcio.
Jimi che incendia la sua Stratocaster.
Freddie Mercury che saluta il pubblico di Wembley in delirio, vestito da regina.
La lite tra i due Gallagher che segna la fine degli Oasis.
Slash che percorre la navata, esce dalla chiesa e splettra lo storico assolo di "November Rain".
I Beatles che si congedano, suonando sul tetto della Apple.

                I GRANDI RICORDI DEL ROCK - IL LIVE DEI BEATLES SUL TETTO

Quando scopri che Babbo Natale non esiste non te lo dimentichi più. E non dimentichi il ragazzino con cui hai fatto a botte, la prima cotta o il gol nel sette nella partita del torneo. Il rock è come la memoria di un bambino, ci sono momenti che una volta entrati non se li porterà via nessuno.
E' il 30 Gennaio del 1969. I Beatles sono sul punto di sciogliersi, dilaniati da una scissione interna sempre più profonda. George scrive canzoni bellissime che Paul puntualmente stronca, mentre l'ombra di Yoko Ono si fa sempre più lunga e irritante.
Vogliono riprovarci, c'è il film "Let it be" da girare e poi lanciare. Sarebbe dovuto essere un documentario, una sorta di diario della band, con immagini del dietro le quinte e del loro lavoro di composizione. Il piano però va fuori giri: le tensioni sono sempre più palpabili e l'idea va a monte.
Perchè allora non improvvisare un concerto sul tetto della Apple, la loro casa discografica? La prospettiva cambia, sembra una buona idea registrare quegli spezzoni live per inserirli in "Let it be".
Cosi, nonostante il vento gelido, poco dopo mezzogiorno i quattro di Liverpool improvvisano un live sul momento, per poche decine di fortunati: sarà l'ultimo della loro incredibile storia.

"Decidemmo di suonare tutte le cose che avevamo provato, e registrarle. Fu molto divertente perchè eravamo all'aperto, che era inusuale per noi. Non avevamo suonato all'aperto per un sacco di tempo. Era una location molto strana, non c'era pubblico a parte Vicki Wickham e pochi altri. Stavamo suonando virtualmente per nessuno, solo per il cielo: era piuttosto bello." Paul McCartney

Londra si ferma, al numero 3 di Savile Row accorrono curiosi, altri salgono sul tetto per assistere da vicino all'evento. Sono solo quaranta minuti, un pò rugginosi causa il freddo e polvere accumulata dall'ultimo concerto tenuto due anni e mezzo prima. Eppure è un piacere sottile rivederli insieme, nonostante gli scricchiolii, ed è ancora più sottile il loro scherzare col - poco - pubblico.
Un genio - non saprei come altro definirlo - chiama le forze dell'ordine a causa del rumore e la polizia accorre a bloccare tutto. John Lennon, stretto nella pelliccia di Yoko Ono, chiude con un sorriso: "Bene! Grazie a tutti da parte mia e del mio gruppo, e speriamo di aver superato questo provino!"
Gli U2, i Red Hot Chili Peppers, persino Homer con i Re Acuti in una storica puntata dei Simpson: quanti li hanno imitati o omaggiati da allora, si è perso il conto...
Sono passati quarantacinque anni, quarantacinque, e quella breve esibizione è entrata nell'immaginario collettivo, uno dei ricordi più belli nella memoria di quel bimbo sorridente che risponde al nome di rock.

4 commenti:

Roberto ha detto...

Un grande, indimenticabile momento splendidamente raccontato.

Antonello Vanzelli ha detto...

Grazie mille Roberto, sempre troppo buono :-)

Nella Crosiglia ha detto...

Bravo Antonello, post da manuale..
Questo evento ha deliziato l'immaginazione e l'inventiva di tutti , dagli addetti ai lavori, ai giornalisti..le fantasie non si sono sprecate e se ne continua a parlare , e ogni volta si scopre qualcosa di nuovo!
Bacio domenicale!

Antonello Vanzelli ha detto...

Grazie Nella, gentilissima! Dei Beatles sul tetto si parlerà per sempre, sono diventati un'istantanea del nostro tempo, quasi fosse un'opera della pop art, una delle più belle.