30 aprile 2014

RUN DMC, FROM QUEENS COME KINGS




Non sono un fan dei Run DMC della prima ora, lo ammetto. Avevo solo una raccolta intitolata "Together Forever" (tra l'altro funestata dalla presenza dei due pessimi remix di Jason Nevins), e l'album "Tougher than leather" che sicuramente non è tra i migliori. Poi un giorno furono ristampati i primi quattro in versione "deluxe", con confezione digipack, quella di cartone calda anche al tatto, e con brani aggiuntivi. Quando andai a ritirarli nel mio negozio di fiducia faceva un freddo boia, era la fine di novembre, e anche per questo corsi a casa ad ascoltarli.
Iniziai dal primo omonimo album e mi accorsi subito che questo trio non si poteva ascoltare solo sulle compilation, perché ogni brano di ogni album meritava di finire su una compilation. Non c'era una sola canzone che non trasmettesse passione e genialità e la molteplicità dei suoni proposti non si poteva certo racchiudere in un frettoloso greatest hits.

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Il disco era uscito nel 1984 e fino a solo due anni prima il rap era basato su melodie funky e disco. Era ancora un genere destinato soprattutto alle feste e alla vita notturna, quando le luci nelle case si spegnevano e si accendevano quelle dei lampioni a cui attaccare un turntable e un microfono. In quell'anno Grandmaster Flash and the Furious Five provarono a portare la musica del ghetto verso sonorità più cupe e tematiche scottanti con il loro primo album "The message", in cui spiccava la title-track, ponendo le basi di quella che sarebbe stata la musica hip hop negli anni a venire.
L'anno seguente, continuando sulla strada iniziata da Grandmaster Flash, i Run DMC pubblicarono il loro primo singolo intitolato "It's like that”, sfornando una musica ancora più ossessiva, basata su una batteria che ripeteva in loop gli stessi suoni e un'unica nota suonata alla tastiera. Su questa base ruvida si incastrava il rap duro dei due vocalist.
I Run DMC sono un trio dall'apparenza stradaiola, ma proveniente da famiglie benestanti di Hollis, nel Queens. Il gruppo è composto dai due MCs che prestano la voce, Run e DMC, e dal DJ Jam Master Jay. Nel 1984 pubblicano il proprio album eponimo che conferma al grande pubblico ciò che il gruppo di Grandmaster Flash aveva provato a suggerire due anni prima: il rap non è più solo un fenomeno basato sui 45 giri ma è un genere musicale in grado di produrre album di livello. E mentre Melle Mel e gli altri componenti dei Furious Five alternano le proprie voci ad ogni strofa, Run e DMC le alternano ad ogni verso e la musica di Jam Master Jay toglie ogni briciola di melodia e resta dura e minimale.
L'album getta una ventata di novità nel mondo dal rap che altrimenti sarebbe rimasto confinato ai ghetti, mentre i Run DMC portano nella musica nera le atmosfere hard rock. I testi si alternano tra brani autocelebrativi come "Sucker MCs" (che già aveva fatto da B-Side a “It’s like that”) o “Here we go”, e alcuni più costruttivi come "Hard times", sull'importanza dell’impegno per guadagnarsi un posto nella società.
Il disco, però, contiene un'altra perla che aprirà una corrente fondamentale all'interno dell'hip hop: quella del crossover. Il brano "Rock Box" è infatti la prima canzone della storia in cui rap e rock si incontrano e si fondono grazie anche alla presenza di Eddie Martinez, chitarrista dei Blondie. Circa quindici anni prima che arrivassero i Limp Bizkit e la lunga schiera di loro emuli. Questo brano ha lasciato una traccia indelebile del mondo della musica hip hop: due anni dopo un altro trio di New York, i Beastie Boys, sfornano il loro primo album tutto improntato sul crossover, attingendo sia per la musica che per le parti vocali dall'esempio dei loro colleghi del Queens. E senza questa prima pietra miliare del crossover neanche i Public Enemy avrebbero spinto all'estremo arrivando a mischiare rap e metal nella loro collaborazione con gli Anthrax.
Se c'è una critica che si può muovere a questo disco è forse quello della monotonia dei suoni proposti, ma non dimentichiamoci che questo è solo il primo lavoro di un trio di ventenni che nei dischi successivi incideranno brani come “It’s tricky”, “Roots, rap, reggae” e la celeberrima cover di “Walk this way” dimostrando di trovarsi a proprio agio con molti stili diversi.
Nonostante nelle ultime tre decadi il rap abbia conosciuto mille evoluzioni, sentito oggi questo disco suona ancora incredibilmente attuale, al contrario di molti altri che sentono il peso degli anni. Resta il rimpianto che i Run DMC non produrranno mai più album di questo livello perché nel 2002 Jam Master Jay è stato ucciso con un colpo di pistola in circostanze mai del tutto chiarite. L'ultimo album dei Run DMC resta e resterà per sempre "Crown Royal" del 2001, che non è un capolavoro ma resta sicuramente uno squarcio di musica di assoluto valore.

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