2 maggio 2014

INTERVISTA AI MEGANOIDI





Quando un amore finisce, sono lacrime e notti insonni a guardare la ragnatela nell'angolo del muro. Ne ho avuti di amori da melodramma. Mi hanno spezzato il cuore in serie: prima i Litfiba e i Ritmo Tribale, poi i Timoria e gli Estra, tutte band che mi hanno sedotto e poi abbandonato. Non sapevo più a che santo votarmi, non mi fidavo più. Mi volevano solo per una cosa e sono finito in cattive compagnie pop. Non facevano per me, no. Volevo schiaffi e graffi, volevo una nuova band che mi portasse altrove. E loro erano lì, ad aspettarmi come un'alba sul porto di Genova. I Meganoidi sono una grande band, ci vorrebbero più persone a gridarlo. Dimenticate lo ska degli inizi, a questo indirizzo ha preso casa il rock.

                                            ROCK AL SALOON DELLE ILLUSIONI

Ho avuto la possibilità di fare quattro chiacchiere con Luca Guercio, chitarra e - maestosa - tromba del combo ligure. Persona di rara disponibilità, mi ha fatto salir ancora di più la voglia di vederli dal vivo.

Se ripensi ai Meganoidi degli inizi, che emozione prevale in te? Che gruppo era quello? E chi sono i Meganoidi oggi?

Noi siamo sempre gli stessi, sicuramente maturati, ma l'indole è la medesima, quella di divertirsi approfondendo il nostro stile compositivo. Sicuramente oggi siamo più maturi, ma la matrice è sempre la stessa.

Il primo periodo è stato quello della solarità, a cui è seguita una fase dalle tinte più cupe, tra progressive e Pink Floyd. Come mai? Rispecchiava il personale o è stato solo un seguire la vostra maturazione in modo naturale?

Il nostro percorso artistico è stato contrassegnato da una nostra ricerca interiore, basata sulla curiosità e sulla consapevolezza che mettersi in gioco non è un rischio, ma un'esaltante prova di libertà.

Dopo aver alternato testi in italiano e in inglese, vi siete stabilizzati solo sulla nostra lingua. C'è una motivazione di fondo? Il rock e l'italiano non vanno metricamente molto d'accordo...

E' vero, ma la lingua italiana è stupenda e sicuramente riusciamo a comunicare meglio e in modo più diretto quello che vogliamo.

Ho notato che, a differenza di tanti altri artisti che amo, la vostra scelta del singolo sia quasi sempre stata perfetta. "Zeta reticoli", ad esempio, non è immediata, ma quando entra resta lì e fa solo del bene. 
Come avviene la scelta della canzone che faccia da lancio al disco? Aiuta l'essere indipendenti e non vincolati dalle scelte di marketing di una major discografica?

Beh, la libertà di scegliere più liberamente certo aiuta per alcuni aspetti, ma a volte il lato negativo di questo metodo sta proprio nella difficoltà di arrivare ad una conclusione in tempi brevi. Abbiamo sicuramente fatto delle scelte azzeccate in alcuni periodi e più discutibili in altri momenti. 

Immagino che cinque teste abbiamo gusti musicali variegati. Muovendovi nel piccolo mare del rock italiano, quali sono stati i vostri modelli, se ce ne sono stati? Qui e là affiorano Litfiba e CCCP...

Siamo degli onnivori di musica e abbiamo molti artisti nel cuore. Una delle nostre fortune più grandi è proprio questa, il fatto di avere molte influenze e di essere riusciti a trovare un nostro modo di esprimerci musicalmente. Amiamo la musica e alcuni dei nostri ascolti influenzano il nostro approccio compositivo. I miei modelli, personalmente, vanno dai Pink Floyd a De Andrè, dai Porcupine Tree a Ivano Fossati, da Miles Davis a Prince.

"Ci sono giorni che finiscono prima del buio, ci sono notti che non hanno fine neanche col sole", cantate in "Scusami Las Vegas". Quali sono state le notti più belle della storia dei Meganoidi? State festeggiando i quindici anni di carriera: ti va di fare un breve bilancio di questa bella avventura?

La storia dei Meganoidi di questi primi 15 anni di attività è piena di sorprese, ma il futuro lo sarà ancora di più. Questo non per mettere curiosità su ciò che verrà, ma semplicemente per affermare che siamo nel pieno della fase "innovativa", perchè da questi anni di attività abbiamo capito molto, e imparato sulla nostra pelle moltissimo. Se devo fare un bilancio di questa prima parte di strada, non può che essere positivo: siamo riusciti a creare il rapporto con il proprio pubblico più bello che una band possa desiderare. 

Genova - che cantate in "Luci dal porto" - per tanti anni ha significato cantautori, e che cantautori... E poi ci siete voi, una scheggia impazzita che dallo ska è maturato sino ad un rock impegnato e sfaccettato. 
Cosa vi ha dato Genova e cosa musicalmente vi ha tolto? L'avete mai sentita troppo stretta o quello ha funto come ulteriore propellente?

Ogni luogo lo puoi sentire stretto quando ci vivi, quindi Genova non è esente da questo sentimento. La cosa che rende Genova speciale è proprio la sua capacità di farti sentire sia accolto che totalmente fuoriluogo allo stesso tempo. E' una città che in alcuni momenti ti tiene sulla soglia per ore, per giorni o per anni, ma ad un certo punto ti fa entrare dentro il suo cuore e ti chiede ossessivamente "Quando torni?" tutte le volte che provi ad allontanarti da lei. A Genova si respira poesia e musica in ogni quartiere, in ogni angolo e in ogni sapore della sua cucina tipica.

C'è qualcosa che i fan non sono mai riusciti a capire e intercettare dei Meganoidi e della loro musica? E se si, cosa?

Sicuramente gli amanti di un genere piuttosto che un altro hanno capito in parte i Meganoidi, perchè noi non abbiamo genere, noi facciamo "musica Meganoidi", quindi alcune persone non hanno voluto approfondire l'ascolto della nostra musica. Invece, chi come noi ama l'ascolto della musica nella sua completezza, ha subito capito che non eravamo un gruppo che voleva fare di un genere il proprio stile, bensì del proprio stile un genere.

"Io non mi sento italiano", cantava Gaber. Cosa vi fa rodere il fegato e cosa invece vi fa ancora sentire orgogliosi di essere italiani?

Siamo orgogliosi di essere italiani grazie ad artisti come Gaber, ma soprattutto grazie a tutti gli italiani invisibili, quelli che conosci solo se li incontri, che grazie al loro lavoro e alla loro onestà permettono ancora a questo paese di stare in piedi. Mentre il nostro fegato è compromesso irrimediabilmente dai corrotti, dalla mafia e dalla classe politica, che ha tagliato le gambe alla speranza. 

"Ciao collera" è uno dei miei pezzi preferiti. Che rapporto hai con la tua collera? Cosa ti fa davvero incazzare? E cosa provoca scazzi nel gruppo? Mettere d'accordo tutti non dev'essere facile...

La collera è un sentimento orribile, infatti proprio nel brano che ho scritto, guardo in faccia la "collera" dicendogli apertamente che la persona che sta cercando non sono proprio io.
La collera e il rancore impediscono di risolvere i problemi perchè ti rubano la lucidità. Le cose che mi fanno incazzare sono tante e tendo ad essere pure piuttosto iroso con una schiettezza disarmante. Ma sono molto sincero e corretto, quindi compenso il mio carattere di merda.
Nei Meganoidi ci sono sempre momenti in cui ci prenderemmo a testate, ed è giusto così, perchè è proprio dalle discussioni e dalla nostra passionalità che sono nati dei dischi e delle canzoni che hanno fotografato perfettamente il nostro stato d'animo, con i nostri pregi e i nostri difetti. Mettere d'accordo tutti non è semplice, ma abbiamo una passione comune che è la musica, che ci rende uniti e forti nelle decisioni che prendiamo. 

Visto dall'interno, che mondo è il vostro? Nel corso degli anni siete riusciti a trovare degli amici tra le altre band o ognuno coltiva il proprio orticello, cosa tipicamente italiana?

Io sono molto amico di molti musicisti e addetti ai lavori del settore, ho conosciuto persone meravigliose e che mi hanno dato tantissimo non solo professionalmente, ma soprattutto umanamente. I cretini, però, sono ovunque, pure nell'ambiente musicale, dove probabilmente c'è un terreno molto fertile, perchè vengono su grandi, forti e pieni di sè, quindi non cambia molto rispetto agli ambienti di altri settori...

Sogno proibito: con chi fareste una collaborazione?

Io la farei con Steven Wilson.

In quale programma televisivo andreste a spaccare tutto, suonando poi sulle macerie? So che la lista sarebbe lunga, ne basta uno.

La lista, hai ragione tu, è molto lunga, ma sicuramente suonare sulle macerie di un programma come "Uomini e donne" potrebbe essere utile per segnare per lo meno l'inizio di una ripresa culturale nel nostro paese. 

E' in uscita un cd-dvd live celebrativo (di cui appena sotto trovate un gustoso assaggio). C'è un nuovo album in preparazione? Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?

Siamo già lavorando ai nuovi brani e posso anticipare che stupiranno ulteriormente il pubblico, perchè l'evoluzione dei Meganoidi non è per niente terminata, anzi, è appena cominciata.


I Meganoidi sono in tour, ecco le prossime date:

24.05 - Siena - Mojito Fest
31.05 - Nerviano (MI) - Big Bang Music Fest
11.06 - Latiano (BR) - Mariolino Day
14.06 - San Giorgio in Bosco (PD) - Aibol Music Festival
18.07 - Varallo Pombia (NO) - Varallo Pop
19.07 - Mariano Comense (CO) - Rockavilla Festival
20.07 - Montecampano (TR) - Festa Paesana
14.08 - Cogorno (GE) - Festa della Musica

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