30 maggio 2014

L'AFFAIRE GRIGNANI-PEDRINI






E' passato qualche giorno. Ho lasciato che la superficie dell'acqua tornasse la tavola che era, dopo che i moralisti hanno dato sfoggio delle loro peggiori parole. Tanti hanno detto sull'affaire Grignani, additando, offendendo, bacchettando, e molti altri gerundi uno più superfluo dell'altro.
Non sarò l'ennesimo, non mi ci sono mai trovato bene nei panni del giudice, ma non c'è nulla da giudicare. Gianluca Grignani era visibilmente alticcio, ha esagerato, ma non ha ucciso nessuno, mi pare. Non ha preso a morsi un pipistrello vivo, non si è calato degli acidi o i pantaloni in pubblico, non ha ucciso di botte la compagna, non ha bestemmiato o strappato la foto del Papa. Si stava divertendo ad un concerto, cosa che accade a tante altre persone.
Non voglio difenderlo, sia chiaro, è grande e vaccinatissimo da tanti altri accadimenti simili del passato. Non mi sono tuttavia stupito: Grignani è cosi, prendere o lasciare.

                           PAROLE FUORILUOGO NEL PAESE DEL ROCK

Anni fa, all'università, avevo un amico che alzava spesso il gomito. Esagerava, diventava molesto, non mi piaceva. Una sera andammo a ballare insieme ma poi lo perdemmo di vista. Il giorno dopo mi raccontò, abbattuto, di essersi svegliato la mattina dopo con i jeans addosso e null'altro, se non parecchi lividi. Non ricordava che fine avesse fatto la sua maglietta e la sua giacca, non ricordava nulla.
E Grignani è identico, a volte libera le briglie, senza rendersi conto di non essere una persona normale, e che i riflettori sono sempre pronti a saltargli addosso e sbranarlo.
Foto di Giancarmine Fiume
Ne ha fatto i conti il povero Omar Pedrini, che voleva festeggiare alla grande - nella sua Brescia - la sua prima data in elettrico dopo tanto tempo e il successo del suo ultimo album. I problemi di salute lo avevano costretto a set unplugged, e finalmente poteva dare sfogo al rock che gli batteva dentro.
Questo incidente ha stravolto la scaletta, ma non ha tolto gioia e serenità a quella che doveva essere - ed è stata - una grande festa. Il concerto è stato splendido ugualmente, ma nel polverone seguitone, tutti si sono sentiti in diritto di dire la loro, quasi fosse un'elezione politica.
E a me non sono andate giù un paio di cose.
Punto Primo: qualcuno, oltre a sparlare dell'uomo Grignani, ne ha messo in dubbio l'indiscusso talento. E' gente che non ha la minima percezione della sua discografia: i suoi primi tre album bastano a cancellare tre quarti dell'attuale panorama italiano.
Punto Secondo: mi ha parecchio infastidito vedere molti fan di Grignani dare addosso a Pedrini, l'unica vittima di questa situazione. Cornuto e mazziato? Mi pare troppo.
Pedrini ha persino cercato di sdrammatizzare, come testimoniato nel servizio de Le Iene. Io capisco l'essere fan e cercare di difendere il proprio beniamino, ma in questi momenti bisognerebbe mantenere la lucidità e magari prendersela con quei giornalisti che in queste cose ci sguazzano. Invece sulla pagina Facebook ufficiale di Grignani ho letto commenti ai danni del rocker bresciano da far accapponare la pelle. Perchè prendersela con Pedrini lo sanno solo loro...
Dovrebbero anche pensare a chi si è fatto centinaia di chilometri e si è trovato una persona ubriaca a non ricordare le parole della canzone più importante della serata.
Grignani non ci ha fatto una grande figura, lo hanno accompagnato fuori affinchè il live potesse continuare, a detta dei presenti andava tirato già dal palco molto prima. Ma capita, chi conosce Grignani sa perfettamente che lui è così, è e rimarrà sempre "il più fragile", perchè quei suoi tic e queste sue divagazioni nascondono un malessere che nulla riesce a colmare, nemmeno il rock. Per me non cambia nulla, assolutamente. Non si accorge però, che così facendo dà da mangiare alla sua acerrima nemica, "La fabbrica di plastica".

1 commento:

Anonimo ha detto...

live forever....