Era una di quelle notti che non finivano mai. L'inverno potentino era un gomitolo di cui non si vedeva la fine, tra nevicate debordanti e gente altrettanto gelida. Avevo appena litigato con il mio coinquilino, mi feci una doccia calda e mi buttai a letto. La riccia che mi piaceva non rispondeva ai miei sms, persa a correre dietro l'ennesimo tipo troppo più figo di me e troppo fidanzato. Accesi la tv, c'era Sanremo.
Samuele Bersani, con i suoi labirinti di parole in "replay".
Alice, con i suoi quadri raffinati.
Carmen Consoli, con i suoi ricordi pop-rock "in bianco e nero".
Max Gazzè, che mischiava ghirigori musicali e poesia.
E poi c'erano loro, i Subsonica, dei marziani su quel palco. Si presero la luce e il successo, e se li portarono via, insieme al futuro.
SUBSONICA - MILANO - 1 LUGLIO 2014
Non li avevo mai visti dal vivo, colpevolmente, uno di quei buchi neri che bisognava colmare in fretta. Quando poi ho saputo che si sarebbero esibiti gratuitamente all'ombra del Duomo di Milano, ho capito che il destino mi stava facendo l'occhiolino: non potevo mancare.
Ho percorso la scalinata della metropolitana, rivivendo istantanee dimenticate: il primo omonimo cd, comprato in offerta al centro commerciale di Taranto e consumato a furia di ascolti; "Daitarn III" subsonicizzata, scaricata dal fu WinMx e che ballavo a oltranza; le cassettine che mi mandava Stella, colme del suo amore per Samuel e soci; "Andata+Ritorno", divertente film con la colonna sonora dei Motel Connection; la mia ex, lasciata ascoltando "Abitudine", quella che aveva colpito al cuore la nostra storia, e via dicendo.
Quando la scalinata è finita, ho visto il mondo con me, ad aspettarli. Il cuore di Piazza Duomo batteva di gente, ansiosa di ballare assieme ai propri beniamini. Non mi sarei mai aspettato così tanta affluenza, il mare di fan ondeggiava, scaldandosi col saluto di Eugenio Finardi, altro grande del nostro panorama.
Meravigliosa la location, la terrazza al fianco della Galleria Vittorio Emanuele, un colpo d'occhio strepitoso. E se l'esibizione dei Beatles sul tetto rimane negli annali, questa vince la palma come la più suggestiva.
Sono quasi le 20.30 quando Samuel, Boosta, Max, Bass Vicio e Ninja appaiono. Erano dei marziani a Sanremo, e volano anche qui, dieci metri in alto, quasi si stessero librando su di noi e sul tappeto di loro canzoni senza tempo.
"Questo non è un concerto, è una festa!", grida Samuel, e la piazza diventa una discoteca, la splendida "Discoteca Labirinto", a cui segue la neonata "Lazzaro", il nuovo singolo, qui al suo svezzamento live. Davvero niente male, dal vivo ha un ottimo tiro; insomma, lascia ottime impressioni.
Nelle intenzioni, doveva essere un live/greatest hits, con una serie di hit sparate in serie. Se avessi dovuto scegliere io, sarebbe stato difficile fare meglio. Si, perché arriva subito la mia amata "Liberi tutti", e poco importa se non c'è Daniele Silvestri a reggerli il gioco. Meravigliosa.
Arriva poi "Il diluvio" e l'ondata perfetta cantata sono sempre loro, che si abbattono sul muro umano con una pioggia d'adrenalina impetuosa. Boosta balla con le sue tastiere, mentre Samuel continua a sporgersi dal parapetto, tornando poi a prenderci per mano. "L'errore", e poi "Colpo di pistola", di cui ricordo perfettamente l'istante in cui vidi il video per la prima volta. Altra istantanea riportata a riva dal mare dei ricordi.
E' il momento di "Nuvole rapide" e tutta Milano canta, dall'inizio alla fine, mentre i palloncini colorati si alzano al cielo, battendo al ritmo della musica. E con "Nuova ossessione" è puro delirio, un dance floor a cielo aperto sotto gli occhi felici della Madunina.
I Subsonica sono riusciti a crearsi una nicchia tutta loro, non c'è nessuno - musicalmente - come la band torinese in Italia. E quella nicchia è diventata una voragine, perchè continuano a galleggiare sull'acqua, piazzando un successo dietro l'altro, anche quando si tratta di una cover. E infatti tocca a "Up patriots to arms", riuscitissima rivisitazione del classico del maestro Battiato. Difficile riuscire a non risultare patetici o noiosi al cospetto di una canzone tanto illuminata. Ai Negramaro con "Un amore così grande 2014" non è riuscito, a loro si.
E' il momento dei saluti, e loro si congedano regalando nuovamente "Lazzaro", mentre il pubblico continua a cantare, sognante.
Non ho dimenticato "Tutti i miei sbagli", l'ho tenuta volutamente per ultima. Quando è partita, ho rivisto quel ragazzino che ero, e quella camera in disordine dell'università. Ho rivisto le cartoline attaccate all'armadio e il poster dei Metallica. E ho visto il palco di Sanremo illuminarsi nella mia piccola tv. Quella sera i Subsonica mi rubarono il fiato, lasciando solo brividi. Gli stessi provati ammirandoli dal vivo, affogando nella loro musica per respirare. Perché, si sa, la fortuna è cieca, ma la felicità ogni tanto si volge da questa parte, regalandoci un'emozione.
2 commenti:
Li apprezzavo agli inizi.Ma, opinione personale, non fanno un disco decente dal secolo scorso.:)
Sei un po' troppo ingeneroso. Negli ultimi tempi, hanno avuto qualche piccolo passaggio a vuoto, ma restano una splendida cometa. Hanno colmato una mancanza a livello musicale italiano, ad avercene di band così :-)
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