22 luglio 2014

RAPSODIE, TESCHI ED EMOZIONI




L’Associazione benefica BDK ha organizzato anche quest'anno una serie di concerti gratuiti per raccogliere fondi per i più bisognosi. Il complesso sportivo di Cenate di Sotto (Bg) ha accolto cosi i numerosissimi fan che, accorsi da ogni parte d’Italia, hanno partecipato alla due giorni di Metal for Emergency. Da innamorato del genere quale sono, non potevo certo perdermelo e cosi, senza pensarci una volta di più, sabato pomeriggio sono partito alla volta del paesino bergamasco. Appena arrivato mi ha subito colpito la perfetta organizzazione dell'evento, con parcheggi messi a disposizione per gli spettatori, servizio cucina e bancarelle colme di gadget. Un vero e proprio “Gods of Metal” in miniatura, che mi ha subito caricato di adrenalina per affrontare le quasi sette ore di metallo!

  METAL FOR EMERGENCY - 19 LUGLIO 2014 - CENATE (BG) di Antonio Chimenti

Al mio arrivo si erano già esibiti i milanesi Aloud, che hanno scaldato il palco agli Evenoire, band cremonese che alterna elementi di metal sinfonico e sfumature celtiche e gotiche. Non li conoscevo, lo dico in modo schietto, ma sono rimasto colpito dalla forte presenza scenica della singer Lisy Stefanoni, dalla voce sinuosa e potente. Il gruppo ha due album all’attivo e le premesse lasciano presupporre che di strada ne farà tanta.
Dopo un’ora con gli Evenoire, arriva il momento dei White Skull, combo veneto con alla voce un’altra donna. Il palco sembra un campo di guerra, con mirini e colori mimetici a far da padroni, insieme ad un grosso scudo con un teschio capelluto sull’asta del microfono. L’impatto è devastante e Federica “Sister” De Boni si dimostra condottiera, spalleggiata dalla chitarra di Danilo Bar e dai suoi assoli, sparati a raffica. Grande esibizione!


I fan non ancora sazi di metallo sono caldi per i prossimi in scaletta, ed è una band da leccarsi i baffi. E’ infatti la volta della - e non degli - “Strana Officina”, formazione italiana che, nonostante numerosi cambi di formazione, ha mantenuto il suo stile inconfondibile, fatto di suoni poderosi e testi graffianti. Degni di nota sono i soli dell’indomabile Dario “Kappa” Cappanera, che ha lasciato a bocca aperta tutti gli spettatori, insieme al pesantissimo tambureggiare di “Rola” Cappanera. I due sorseggiavano tranquillamente del whisky "sequestrato" ad un loro accanito fan in prima fila, mantenendo comunque una precisione di note incredibile.


Il buio cala, non la voglia di metal. Arriva il turno degli headliner della manifestazione: i Rhapsody of Fire. Dopo l’intro di "Vis Divina", ecco la band apparire sul palco, seguita dal frontman per eccellenza Fabio Lione, e il pubblico esplode. La sua voce si mostra subito scintillante e potentissima e la chitarra e la sessione ritmica preannunciano un concerto da grandi occasioni. Non appena intonano "Lamento eroico" l’emozione ribolle e invece di accompagnare la band come sempre, i fan si bloccano in un incredibile silenzio, per godere appieno dello spettacolo che si sta vivendo e non sciupare l'emozione del momento.
La scaletta è un continuo alternarsi tra i brani storici della band e quelli dell’ultimo lavoro "Dark Wings of Steel", sino ad arrivare alla chiusura con "Reign Of Terror" e "Emerald Sword".
Durante l’esibizione, Lione ha rammentato le difficoltà delle band nostrane, che pur non invidiando nulla ai gruppi stranieri, continuano ad avere difficoltà nel mietere consensi e successo in patria. Triste verità, che ha costretto anche i Rhapsody of Fire a costruirsi una carriera costellata di live in tutto il mondo, con pochissime date in Italia. Quella di stasera infatti è un’occasione rara per noi per poter assistere ad un loro concerto, ma è indubbio l'orgoglio di sapere che, grazie a loro, un pezzetto della "migliore" Italia viene esportato e fatto conoscere al di fuori dei nostri confini. Grazie ragazzi!
Che dire? E' stata una gran bella giornata all’insegna della buona musica e soprattutto della solidarietà. Personalmente l’aspetto che mi ha maggiormente stupito è stato vedere fan giovanissimi, forse nemmeno maggiorenni - mescolati ai più anziani come me - che cantavano a memoria dei vecchi pezzi scritti almeno venti anni fa. E' sempre emozionante vedere come la magia della musica resti intatta, e non faccia mai distinzioni di età, di razze e ceti sociali. Al prossimo concerto!

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