14 luglio 2014

SBALLI RAVVICINATI A SAN SIRO




A me, come a tanti altri fan, quel magone non è mai andato giù, dopo che l'ultima data dello scorso tour, Vasco arrivò con un'ora di ritardo sul ruolino di marcia e non apparve in forma, per i problemi alla schiena, dimezzando la scaletta, anche per colpa del Comitato San Siro.
Da lì scaturivano tutte le mie perplessità, in un mix di paura e speranza sul suo essere ancora quell'animale da palcoscenico che tutti conoscono. In questa nuova avventura, però, non ha deluso: Vasco è tornato!

                 VASCO ROSSI - 10 LUGLIO 2014 - MILANO di Piero Chimenti

San Siro si presenta gremito, ma è quasi superfluo dirlo quando il Blasco passa da queste parti:  quattro sold out su quattro date non è cosa da tutti, ma con lui diventa regola. In attesa dell'ora X, i fan  - in un'aria di festa e aggregazione - intonano cori da stadio (che durante il concerto riusciranno anche a commuovere il padrone di casa9, sino all'immancabile "Chi non salta Ligabue è!".
Alle 20.45 inizia lo show! Prima, in mezzo all'ovazione del pubblico, arriva alla spicciolata la band, che registra l'ingresso di due nuovi componenti: alla chitarra ritmica Vincenzo Pastano (che non fa rimpiangere il predecessore Maurizio Solieri) e alla batteria Will Hunt, preso in prestito dagli Evanescence e che per grinta ricorda Daniele Tedeschi.
E poi arriva lui, il Komandante, tirato a lucido, con i capelli rasati, occhiali da sole, una giacca argentata e la sua verve di sempre, per due ore e mezza di concerto di energia travolgente e indescrivibili emozioni, che mi hanno lasciato senza voce e senza parole...
Dopo l'intro, si parte con il giro di basso di "Gli Spari Sopra", che scioglie l'emozione degli oltre 50mila spettatori presenti e dà il via all'evento dell'anno, impreziosito da suoni, arcobaleni di colore ed effetti pirotecnici, che si scateneranno soprattutto nel gran finale. Il palco è sontuoso, immenso, con tre passerelle (ai lati e centrale), che permettono al rocker di Zocca e alla band di andare di qua e di là per tutta l'esibizione, in un abbraccio ideale col suo pubblico.


Per il ritorno ai live, Vasco "riscopre" alcuni brani che non interpretava da anni, penso a "La strega", "Muoviti" e "Sballi ravvicinati del 3° tipo", in cui Will Hunt libera le briglie, sparando un assolo di batteria da Festival hard rock. Così come all'Heineken Jammin Festival del 1998, è "Siamo solo noi" che dà il via alla presentazione della band.
Tra i pezzi invece scartati, qualche scelta dolorosa: mancano le recenti "Eh Già" e "L'uomo più semplice", e le classiche "Canzone" (che in genere veniva almeno accennata per ricordare l'amico scomparso) e "Bollicine", in cui si divertiva a far cantare i suoi fan...
L'interludio - esaltato dalla vocalità di Clara Moroni e dall'estro del nuovo chitarrista - inframezza il concerto, facendolo scivolare piano da sonorità più arrabbiate alle hit che hanno fatto la storia. Inutile poi aggiungere che tutto si va poi a concludere - come sempre - con "Albachiara", rendendo omaggio (per voce di Diego Spagnolo) a Massimo Riva, prematuramente scomparso quindici anni fa.
Gli scettici e i detrattori avranno di che masticare amaro, Vasco è sempre Vasco, e nonostante i problemi fisici che lo hanno limitato artisticamente nel recente passato, dimostra di essere in ottima forma, affrontando un palco e una platea che a più di qualcuno avrebbero fatto tremare le gambe e la voce.


Le sette date del “Cambiamenti Live Kom 2014” che hanno richiamato circa 402mila persone, sono solo un piccolo anticipo del mega tour che sicuramente animerà le estati italiane 2015, per pubblicizzare l'album di inediti in uscita il prossimo 4 novembre.
Non so quali soprese ci preparerà il Blasco, dato che molte cose bollono in pentola, ma sono sicuro che potremmo contare ancora su di lui. L’impressione che ho avuto è che la scelta di fare un tour con meno date gli abbia dato la possibilità di rifiatare, tenendo sempre alta la qualità dei live.
E - scusate il campanilismo - spero di poter nuovamente acclamare il mio concittadino Vincenzo Pastano, che da Grottaglie a Zocca ne ha fatta di strada, tutta meritatissima. Un grande in bocca al lupo a lui!
Vi ho raccontato solo in minima parte quello che Vasco mi ha fatto vivere nella serata di giovedì a San Siro, ma ogni parola è superflua e non potrebbe mai descrivere quello che si prova nei suoi show. Come per tanti ragazzi, le sue canzoni accompagnano da sempre la mia vita e ogni pezzo, ogni brano, ogni nota fa riaffiorare alla mente lontani episodi del passato. E’ come una seduta di psicoanalisi….tu solo dentro la stanza e tutto il mondo fuori!
Non mi resta che salutarvi con l'invito che il nostro fece alla consegna della sua laurea: "Credete in voi stessi perché nessuno lo farà per voi!".

1 commento:

king68 ha detto...

Vasco e' semplicemente un mito...
vorrei tu facessi una recensione dell'ultimo singolo