Il mio negoziante di fiducia mi aveva detto: "Devi assolutamente ascoltare il nuovo di Jay Z! Pensa che è rimasto per 5 settimane al numero uno delle classifiche USA. Però l’ho terminato, mi ritorna martedì." Peccato che quel martedì avessi 39 di febbre ed ero stravolto, anche perché la mattina, nonostante la febbre, avevo fatto l’esame di Analisi 2. Fortunatamente un carissimo amico che abitava nel mio stesso condominio doveva andare a comprare un cd anche per sé - non ricordo cosa - e colsi l’occasione per chiedergli di ritirarmi e portarmi quello di Jay Z. Fu un'ottima medicina.
VOL. 2... HARD KNOCK LIFE - JAY-Z di Leonardo Salvaggio
Era il primo album di Jay Z che ascoltavo e appena me lo trovai tra le mani, capii che era qualcosa di diverso da ciò a cui ero abituato. Anzitutto un adesivo sulla plastica protettiva confermava ciò che mi aveva detto il negoziante: "AMERICA’s No.1 Album for 5 WEEKS!". In secondo luogo la copertina era su sfondo bianco, strano considerando che 2Pac, Snoop e molti altri sceglievano costantemente sfondi neri. E poi nella foto di copertina Jay Z era ritratto con un abito elegante appoggiato a una Bentley. Niente abbigliamento eccentrico come la gran parte dei rapper faceva, e fa tuttora. Almeno in copertina, all’interno del libretto, o nei video come scoprii dopo, non mancavano catene e magliette da football.
Lo capii ancora prima di ascoltarlo: qualcosa di nuovo, e nuovo sul serio, era arrivato nel mondo del hip hop.Vidi subito che la lista degli ospiti era lunghissima, come succede spesso nel mondo hip hop, e una volta inserito il CD nello stereo fu chiaro fin da subito che mi trovavo di fronte a un capolavoro.
L’album "Vol. 2… Hard Knock Life" era uscito verso la fine del 1998. La titletrack è basata su un coro cantanto da bambini tratto dal musical "Annie" dell’82, a cui sono alternate le strofe rappate di Jay Z. Gli altri brani si alternano tra sonorità dure, minimali e ripetitive, come "If I should die" o "Money, cash, hoes" che vede la presenza come ospite di DMX, e altri più melodici in cui i ritornelli sono affidati alle voci femminili di Foxy Brown (rapper newyorkese che trae il suo nome d’arte da un famoso film della Blaxploitation) e Amil, quest’ultima ospite in due brani.
Al tempo in cui uscì questa pietra miliare del hip hop ogni domenica notte MTV trasmetteva una trasmissione intitolata "Yo!" grazie a cui era possibile vedere alcuni dei video tratti da questi brani che in Italia non sarebbero mai passati ad orari destinati al grande pubblico. Potei così scoprire che a causa del turpiloquio i testi dovevano essere pesantemente adattati per essere diffusi in televisione o in radio. Quindi il ritornello di "Can I get a..." passava da "Can I get a 'fuck you'" presente nel disco a "Can I get a 'what what'" e il brano "Nigga what, nigga who" diventa "Jigga what, jigga who". E se nel primo caso il cambio di testo è stato ottenuto con un effetto digitale, nel secondo le parti cantate da Amil hanno dovuto essere del tutto reincise.
Due sono anche i brani presenti su questo album che sono tratti da altrettante colonne sonore. La già citata "Money, cash hoes" è infatti contenuta nella colonna sonora di "The corruptor", mentre "Can I get a …" dal più noto "Rush hour" con Jackie Chan e Chris Tucker.
Oltre ad essere un vero pezzo fondamentale della storia del rap questo disco ha segnato l’avvio di una nuova, e breve, tendenza: quella di aggiungere cori di bambini ai brani hip hop. Ci ha riprovato lo stesso Jay Z l’anno seguente con il brano "Anything" tratto dall’album "Vol 3… Life and Times of S. Carter". Ci ha provato con esiti decisamente scadenti Busta Rhymes con il brano "Get out!!" dall’album "Anarchy". E lo stesso, con risultati questa volta eccellenti e un brano da pelle d’oca, ha fatto anche 2Pac - o meglio i suoi produttori - nel brano "My block" dall’album postumo "Better Dayz". Lo stesso brano di 2Pac era stato registrato in versione demo '95 e in quell’incisione le voci dei bambini mancano del tutto.
Nel 1998 il rap era da poco rimasto orfano. 2Pac e Notorious B.I.G erano morti a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro in circostanze poco chiare e nessuno nel panorama hip hop sembrava in grado di raccogliere la loro eredità. Dopo un album eccezionale Snoop si era assestato su lavori buoni, ma non ottimi, Busta Rhymes non è mai stato all’altezza dei due grandi scomparsi e i Wu Tang Clan vedevano le loro uscite soliste solo come dei riempitivi tra un disco e l’altro della band, senza intenzione di affermarsi come singoli. Ma grazie a "Vol. 2… Hard Knock Life" Jay Z passò dall’essere un buon rapper allo status di superstar, di nuovo dominatore del hip hop e improvvisamente il vuoto al vertice fu colmato. Il rap aveva trovato il suo nuovo re.
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