13 novembre 2014

GLI SCHERZI DI MISTER DESTINO




Sara è una mia vecchia amica, una di quelle che vedi poco ma sai che c'è e tanto basta a renderti più sereno. Quando l'ho conosciuta ero in Germania per lavoro, dalle parti di Wittingen. Dov'è preciso? Lasciate perdere, meglio un soggiorno tutto spesato sulla Salerno-Reggio Calabria.
L'inverno era talmente rigido che ogni mattina dovevo fare la respirazione bocca a bocca alla batteria della mia vecchia Polo e le serate le passavo a guardare vecchi film o a chattare. E' così che ci conoscemmo e nacque subito una bella amicizia. Era strano vedere come fosse facile parlare di tutto sin dall'inizio. Ed era strano come, pur non vedendolo, il suo sorriso riusciva a riscaldare.
Ci regalammo ricordi, confidandoci le nostre vite con semplicità, e difficilmente dimenticherò quello che sto per raccontarvi.
Poco tempo prima di me aveva conosciuto un'altra persona su internet. C'era del feeling, irrobustito dalla passione comune per le moto. Si diedero appuntamento proprio in moto, a metà strada: lui però a quell'appuntamento non arrivò mai.
Lo aspettò e aspettò, ma nulla, lui correva già verso un altrove privo di contorni: aveva avuto un incidente. Riuscì a incontrarlo solo al suo funerale. Fu traumatico dover dare le condoglianze al suo fratello gemello, identico in tutto e per tutto all'uomo per cui aveva iniziato a provare qualcosa.
Non è una trama hollywoodiana, solo uno scherzo di pessimo gusto di Mister Destino, che però non ha scalfito la sua gioia di vivere. Sara ora è felice, circondata dall'affetto della persona giusta e da quello dei suoi cani. Basta sorridere sempre e il ciel t'aiuta, e la mette a quel posto al destino.

                         GLI INCIDENTI NELLA MUSICA di Antonello Vanzelli

Non so dove Alex Baroni stesse andando, ma anche lui ci ha lasciato con un incidente motociclistico. E' il marzo del 2002 quando il cantante di "Cambiare" e "Onde", in giro per le vie di Roma, si scontra con un'auto che sta facendo un'inversione di marcia in un punto in cui tale manovra è vietata. Viene sbalzato dal mezzo e investito da un altro veicolo che sta sopraggiungendo a velocità sostenuta.
Ricoverato immediatamente, le sue condizioni appaiono subito disperate. E' sempre stato una persona timida ma solare e gli amici e i colleghi accorrono. Ci sono Renato Zero, Ambra Angiolini, Silvia Salemi. Elio passa a trovarlo appena può, avevano cantato insieme in "Abitudinario", era nata un'amicizia.
Ma la vicinanza di chi lo ama non basta. Baroni perde la sua battaglia con la vita, dopo oltre venti giorni di sofferenze.
Quello che fa rabbia è che l'anziano che fece l'inversione di marcia causandone la morte ne è uscito pulito. Indiziato per omicidio colposo, viene assolto in primo grado perchè secondo le indagini, Baroni viaggiava a velocità troppo elevata. Mi pare giusto, uno fa inversione dove non potrebbe, uccide una persona, ma continua a guidare come se niente fosse, magari uccidendo qualcun'altro. Viva l'Italia.

"La morte di Alex, dentro di me, io ce l'avrò per sempre. Piangevo perchè avrei voluto morire anch'io con lui. Poi qualcosa dentro di me ha deciso di resistere."

Queste le parole di Giorgia a Vanity Fair, rimastra straziata dal dolore e che a lui ha poi dedicato l'intensa "Marzo". Avevano avuto un'intensa storia d'amore durata due anni e il loro rapporto era rimasto bello, pulito. Lei lo aveva lasciato e non stavano più insieme ormai da un anno. Deve essere stato difficile per la cantante romana ascoltare "La distanza di un amore", uscita dopo la sua morte e chiaramente dedicata a lei.

"Sei rimasta dentro me nel profondo delle idee
come il pezzo di una vita che non c'è,
come un ago nelle vene o una splendida bugia,
la ferita che oramai non va più via e non guarisce mai,
e non mi passa mai. 
Ogni giorno mando giù le mie lacrime per te,
ogni notte il letto è così grande che io scrivo ancora un pò
e lo so che non dovrei, che mi devo liberare
dalla trappola di questo amore.
Perchè non vivo più, perchè mi manchi tu
e questo cielo blu non lo posso sopportare."

Molto toccante. Una dichiarazione postuma, parole che entrano e che fanno male. Chissà se Giorgia lo amava ancora, lui sicuramente si.


Quando giriamo in auto, io e il caro Antonio Chimenti siamo monotoni, o si parla di musica o si parla di musica. Io ho gusti più morbidi ed è spesso lui a farmi ascoltare robe nuove, più hard. E' successo così con gli Alter Bridge, con i Volbeat e anche con i Gotthard. Ecco, gli ultimi non li avevo mai sentiti neppure nominare, eppure sono ticinesi e fanno ottima musica sin dal 1992. Il 2010, però, riserva una brutta, bruttissima stonatura al gruppo.
Il cantante Steve Lee sta finalmente coronando il suo sogno, quello di attraversare gli Stati Uniti in moto, cavalcando una Harley Davidson. Sul sedile posteriore c'è la sua nuova fiamma, al suo fianco il bassista della band Marc Lynn, e un'altra ventina di amici bykers.
Inizia a piovere e il gruppo si ferma per indossare le tute impermeabili. In quel momento sopraggiunge un mezzo pesante che, a causa dell'asfalto viscido, comincia a sbandare. Perde il controllo del rimorchio che finisce per urtare le moto ferme al bordo della strada. Una di questa schizza e colpisce Lee, incredibile. Per lui non c'è nulla da fare, inutili sono i venti minuti passati a tentare di rianimarlo. Una morte stupida e rocambolesca. Erano vicini a Las Vegas, il destino ha fermato la roulette prendendosi i soldi del banco e anche la vita di un grande vocalist.


Anno 1987, un anno come tanti altri, in Italia quando non ci sono Mondiali o Europei di calcio è una data qualunque. Quell'anno uscì "Renegade", uno degli ultimi lungometraggi di Terence Hill. Il regista era il fedele E.B. Clucher, ovvero Enzo Barboni, creatore del mito di Trinità e dietro alla macchina da presa di molti dei successi dell'accoppiata d'oro Bud Spencer & Terence Hill.
E' grazie a questo film che mi innamorai dei Lynyrd Skynyrd, uno dei più grandi gruppi di southern rock di sempre: nella colonna sonora figuravano "Simple man" e "Call me the breeze", due pezzi senza tempo.
Gli Anni '70 furono il loro decennio, dall'esplosione con l'evergreen "Free bird" al tour come opening act degli Who, a cui rubarono la scena: una sera il gruppo di Roger Daltrey si rifiutò di suonare perché la gente continuava a chiedere a gran voce il ritorno sul palco dei Lynyrd Skynyrd.
La loro incredibile storia continuò con "Sweet Home Alabama", altra hit piantata nel cuore del tempo, che sancì la fine dell'epoca d'oro. La band subì dei cambi di formazione e gli album successivi ebbero meno successo.

Fu nel 1977 che il destino passò a ritirare con gli interessi ciò che aveva dato loro. Il 20 ottobre un volo charter che stava trasportando la band in Louisiana per un concerto, a causa di problemi di carburante, si schiantò in una palude a Gillsburg (Mississippi). Oltre ai piloti, furono in quattro a rimanere sul campo, tra cui il cantante Ronnie Van Zant, il membro più carismatico: fu sbalzato fuori dal velivolo a causa dell'impatto violentissimo col terreno, ma morì poco dopo per le ferite riportate. Gli altri cinque si salvarono per puro miracolo, con gravissimi danni.
Non in molti sono a conoscenza del fatto che su quel volo sarebbero potuti esserci gli Aerosmith. Tyler e Perry avevano valutato se prendere quel Convair C-300 come loro aereo personale, ma si erano accorti che non era in ottime condizioni, troppo malandato. E si erano salvati. I Lynyrd Skynyrd non erano stati altrettanto lungimiranti.
Anche dopo la reunion, avvenuta dieci anni dopo, il fato è stato avverso e si è portato via membri ufficiali ed ex componenti della band. I Lynyrd Skynyrd sono sicuramente stata la band più traviata dalla sfortuna e sfiorarli non ha mai portato troppo bene. In Renegade, al fianco di Terence Hill, recitava anche suo figlio Ross. Tre anni dopo averlo girato, Ross incrociò una maledettissima lastra di ghiaccio e terminò la sua corsa contro un albero. Aveva solo sedici anni.
Il destino è un tir impazzito, tira dritto incurante, portando il presente con sè. Tranne la musica, quella resta, come i sorrisi, e se ne frega anche del destino.

1 commento:

Anonimo ha detto...

o parliamo di musica..o parliamo di musica!! ahahah....è vero!! bell'articolo Vanz!! Antonio