7 novembre 2014

LA SCELTA DEL SINGOLO




Questo è un articolo inutile. E' come un giorno piovoso di Novembre o una donna in ballerine. Parlare della scelta dei singoli è così, sono sillabe a perdere. Chi non ha mai detto "Ah, se avesse scelto quella canzone come singolo, l'album avrebbe venduto uno sfracello"?
Io si, sempre, soprattutto quando vedo dischi splendidi vendere tre copie perché il singolo di lancio era una delle più mosce della tracklist, o una delle più commerciali, il che spesso coincide.

      IL DESTINO DI UN ALBUM, TRA SINGOLI E TALENTO di Antonello Vanzelli

Il metro di paragone nella scelta della canzone di lancio in Italia è sempre stato Tiziano Ferro. Ricordo ancora quando "Xdono" deflagrò nelle radio e di lui non si conosceva neppure che faccia avesse. Era un completo sconosciuto e riuscì ad esplodere a costo zero, senza programmazione sul lungo periodo, senza un soldo di pubblicità e di gavetta. Bastò semplicemente il suo talento cristallino per lanciarlo. "Xverso" non fu altrettanto detonante, ma fu seguito da "Sere Nere", "Non me lo so spiegare" e "Ti voglio bene", e questi titoli parlano da soli.
Ebbi qualche perplessità durante i primi ascolti di "La differenza tra me e te" e invece, dannazione, alla lunga quella canzone entrò pian piano, in punta di piedi, per poi rimanere on air per mesi e mesi: aveva ragione lui! E' appena uscita "Senza scappare mai più", avete qualche dubbio che diventerà l'ennesimo evergreen? Io no, è un signor pezzo, ritmo incalzante e testo dei suoi. Applausi.


Medesimo discorso vale anche per i miei adorati 883. "Hanno ucciso l'uomo ragno" dal nulla vendette settecentomila dischi, un successo assordante, e nessuno sapeva che faccia avessero Max Pezzali e Mauro Repetto.
"Senza un video, senza nessuna promozione, le canzoni cominciavano a farsi strada, soprattutto alla radio. (...) E noi siamo diventati una specie di fenomeno misterioso: quelli che nessuno aveva mai visto in faccia. Eravamo primi in classifica, avevamo il pezzo dell'estate, ma non ci conosceva nessuno." Max Pezzali - I Cowboy non mollano mai (ISBN Edizioni)

A quei tempi, pensarono fosse un bene...
"In quel momento storico era inconcepibile che due come noi andassero in televisione. Se non hai carisma e non sei un animale da palco, muori, questo era il mondo dello spettacolo. E noi eravamo solo due stronzi qualunque." Max Pezzali - I Cowboy non mollano mai (ISBN Edizioni)

A posteriori però, quello che il loro produttore Claudio Cecchetto non aveva intuito era che la forza di quel duo era proprio nel loro essere due stronzi qualunque, due come tutti noi. E che la musica va oltre una faccia, se poi hai il talento pop di Max Pezzali, uno che è in classifica con "Max 20" da 74 settimane, dico settantaquattro.


Odio quando un album che amo floppa a causa di un singolo sbagliato. Odio vedere Pippo Baudo che a Sanremo scarta "Sole spento" dei Timoria, per poi invitarli lui l'anno dopo con la minore "Casa mia".
Odio che Enrico Ruggeri proponga singoli sempre troppo simili tra loro, quando invece i suoi album brulicano di pezzi meravigliosi, che ammiccano al tango, al jazz, al rock di una volta o al progressive.
E odio vedere che Gianluca Grignani sbagli singolo per l'ennesima volta. "Non voglio essere un fenomeno" è andata alla grande, aprendo la strada al nuovo disco, disco che ho ascoltato e davvero merita. Perché allora scegliere "A volte esagero" come secondo singolo? E' una canzone molto elegante, ma davvero poco radiofonica. E lo stesso errore Grignani lo fece con "Natura Umana", singolo di gran classe che però affossò l'album.
Da quando ha lanciato il secondo singolo, l'album prima è sceso al 33esimo posto della classifica FIMI, precipitando ora alla 98esima posizione. Male, molto male. Spero che il singolo si riprenda, ma ne dubito. La cosa positiva è che nell'album c'è solo l'imbarazzo della scelta. Io punterei su "L'uomo di sabbia" o sull'intima "Madre".


Se parliamo di singoli sbagliati, l'ultimo Sanremo - a parte Francesco Renga - è un tasto dolente. Quasi tutti i sanremesi hanno completamente cannato le scelte post-Festival, in modo quasi imbarazzante. Noemi - dopo la piacevole "Bagnati dal sole" - ha lanciato una canzone di un brutto raro, "Don't get me wrong", che non sono mai riuscito ad ascoltare per intero. "Made in London" è riuscito comunque a vendere bene, probabilmente più per il passato di Noemi e per il traino della partecipazione a "The Voice".
Arisa si è persa, resuscitata solo dai Club Dogo, e nel frattempo è riuscita a battibeccare sui social con i suoi fan: flop commerciale e caduta di stile, bella accoppiata.
Rubino e Gualazzi-Bloody Beetroots spariti dai radar, com'era facilmente prevedibile. Non ha pagato la scelta di Francesco Sarcina, su cui avrei puntato a occhi chiusi: "Giada e le mille esperienze" aveva un ottimo ritornello, ma una strofa forse poco accattivante musicalmente. Strano non sia arrivata alla gente, a me piace molto.
Altro flop - previsto dal sottoscritto - per Giuliano Palma, che proprio non ce la fa a entrare nel novero dei grandi, ma l'unica per cui davvero mi dispiace è Giusy Ferreri, che ha fatto un ottimo disco e ha scelto un singolo coraggioso, come "La bevanda ha un retrogusto amaro", che in Italia è come dare perle ai porci.


Prima di chiudere ci tenevo a parlare di Riccardo Sinigallia e del suo "Per Tutti". A Sanremo era stato un tulipano bianco in mezzo a tanti papaveri scoloriti. L'album ha confermato quelle belle premesse e dimostra che, singoli o non singoli, gli album belli arrivano. E restano.

3 commenti:

-Alma- ha detto...

Mi chiedo come mai molte volte le case discografiche (che non sono formate da una sola persona) non riescano a fiutare un successo che magari è sotto gli occhi di tutti facendo un clamoroso buco nell'acqua. In fondo è il loro mestiere e ci perdono un sacco di soldi.

Leonardo Salvaggio ha detto...

Un paio di esempi inspiegabili (almeno per me).

- In Monster dei Kiss è stata pubblicata come singolo Long Way Down (bella, ma niente di eccezionale) mentre io avrei scelto All for the Love of Rock & Roll che è molto più bella. Forse perché è cantata da Thayer e non da Stanley o Simmons?

- In Get Rich or Die Trying di 50cent è stata pubblicata in singolo la pessima P.I.M.P. invece della molto migliore Back Down.

Antonello Vanzelli ha detto...

Cara Alma, ma basta vedere negli anni quante brutte canzoni sono passate da Sanremo. Molti sono gli artisti che si sono bruciati la carriera per scelte sbagliate. Ormai discografici e lungimiranza sono parole che non vanno granchè d'accordo, del resto negli ultimi due decenni dietro le scrivanie spesso ci sono state persone che di musica ne capiscono pochissimo.

Concordo Hammer, ma potrei allargare il discorso a "Get on your boots", con cui gli U2 si scottarono non poco, oppure ad alcune scelte recenti di Madonna. La lista insomma sarebbe lunghissima...