25 novembre 2014

ROCK DAL SANGUE REALE




Ascolti "Royal Blood" e capisci subito il fulminante successo di questi ragazzotti di Brighton e la stima guadagnata da pubblico, critica e carichi da 90 come sua maestà sir Dave Grohl o gli Arctic Monkeys. Prendete i Rage Against the Machine, fateli rimbombare con suoni e volumi stoner-friendly in versione mid-tempo e singhiozzante, metteteci la voce falsettosa di Matthew Bellamy, poi aggiungeteci un pizzico di vezzosità brit-pop che non guasta… Bene, ora togliete una chitarra, anzi, toglietene due e già che ci siete togliete anche il basso (che tanto non serve) ed ecco, il piatto è servito!

                                      "ROYAL BLOOD" di Fabrizio Giussani

Eh già, perché i Royal Blood sono un power duo, minimalista come tanto va di moda ultimamente, ma certo più atipico: basso effettatissimo e plettrato, che nemmeno sembra un basso, e batteria, rigorosa e secchissima.
E’ un album ad alta densità di qualità, 10 tracce coinvolgenti, mai noiose, che ti entrano in testa e catturano da subito, anima nera e ritmiche post funk/crossover, con chitarroni (o meglio bassoni) degni dei migliori Black Sabbath, su una vocina tanto sdolcinata quanto graffiante: tutto questo e di più sono Mike Kerr e Ben Tatcher nel loro riuscito ed originale mix.

Si passa da tempi dispari con pause - messe li apposta per non farti ballare - dello spiazzante pezzo d'apertura "Out of the black" a portentosi 4/4 in crescendo, o agli sporchissimi levare dell’ultimo singolo "Ten Tonne Skeleton", da cui capisci la dichiarazione di intenti: tecnica, dinamica, varianza, aggrappati alle radici britanniche dell’hard rock più classico e psichedelico, e del post-punk più sporco, messe bene in evidenza.
Band insomma assolutamente da vedere dal vivo, meglio in un locale piccolo, stretti e sudati, da pogare con dignitosa compostezza inglese; ed è di questo - e ora veniamo alle note dolenti - che starei parlando ora se la data di Milano non fosse stata annullata (insieme alle due in Spagna e Portogallo), all’ultimo secondo, per problemi di salute dei nostri eroi... La cosa mi è valsa una serata fuori programma al cinema per “Intestellar”. Grazie ragazzi, vi aspetto al varco per farvela pagare cara!

1 commento:

Blackswan ha detto...

Derivativo al massimo, ma un gran bel disco, davvero cazzuto.