16 dicembre 2014

IL MISTERO DELLA MORTE DI BRIAN JONES




Un uomo, il suo uomo, è lì. Sgrana gli occhi e lo vede, vicino al bordo della piscina, con le braccia larghe come se fosse in croce. Si muovono solo i suoi boccoli biondi cullati delle acque. Anna, la fidanzata di Brian Jones, grida. Il panico vibra veloce nelle vene, poi si tuffa, mentre quell’uomo, Frank Thorogood, rimane quasi impassibile. Lo porta in superficie, il cuore del polistrumentista e mente creativa dei Rolling Stones non batte più. Quando arrivano i soccorsi, Anna sta provando la respirazione bocca a bocca, dice che sente ancora il battito, continua, continuano anche loro, ma per l'uomo non c’è più niente da fare. Com’è morto Brian Jones? E’ stato davvero un incidente? E chi è Frank Thorogood?

                           INCIDENTE O ASSASSINIO? di Antonello Vanzelli

Brian Jones non era già più nei Rolling Stones, la band che aveva creato. Lo avevano sbattuto fuori, a causa di quel caratteraccio al limite del bipolarismo, acuito dall’abuso di ogni sostanza possibile e immaginabile. Era ormai un’entità a parte nella band, sempre più emarginato e sempre più emarginatosi.
Certo, non aveva aiutato vedere Anita Pallemberg, la sua donna, scappare con Keith Richards durante un suo ricovero in ospedale, una bastardata mica da ridere da parte di quello che riteneva un amico.

I titoli di coda arrivano il 3 luglio 1969 intorno alla mezzanotte. Il coroner dirà: "Morte accidentale per annegamento dovuta all'alta temperatura dell'acqua e all'abuso di alcool e barbiturici". Io però alla tesi dell’incidente non ci credo, non ci ho mai creduto. Quella sera, in piscina, c’era Brian con Anna Wohlin, ma anche il direttore dei lavori di ristrutturazione della sua casa, Frank Thorogood appunto. I due uomini hanno avuto accesi diverbi sullo stato dei lavori, l'operaio è risentito, a causa del trattamento di Jones, che passa dai modi gentili a sfuriate eccessive. Il musicista però ha le sue ragioni, i lavori procedono a rilento e con esiti discutibili (una trave cascata dal soffitto per poco non colpiva Anna). Quella sera Jones avrebbe voluto chiarire, ma le discussioni continuano. Ad un certo punto però le cose paiono rassenerarsi e i due giocano in acqua. Anne si allontana, c’è un suo amico al telefono e torna in casa. Non rivedrà mai più vivo il suo uomo. Sente delle urla, corre in giardino e davanti ai suoi occhi appare quello che una donna innamorata non vorrebbe mai vedere. Thorogood dice che si è sentito male mentre nuotava, ma perché non lo ha aiutato?


E se avesse avuto un attacco d'asma in piscina? Non convince. Terry Rawlings, che lavorò alla Decca, assicura che lì, nella prima casa discografica degli Stones, si sospettava da sempre l'omicidio. Qualcosa non quadra. Jones, ad esempio, era un nuotatore provetto. E poi, perché il corpo non galleggia, come se avesse bevuto molto e in pochi minuti? E perché è a bordo piscina? Troppe tessere fuori posizione in un puzzle tinto di sangue.
Concentriamoci su Thorogood. Era un uomo rigido, indurito dal passato militare e irretito dalle ricchezze degli Stones. Aveva lavorato già nelle ville di Mick Jagger e di Keith Richards, rubando qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Arrivò persino a rubare una delle chitarre dello stesso Richards, che quando si accorse di che persona avesse in casa decise di scaricarlo. L’uomo però finì per lavorare a casa Jones, ma anche lì non perse il suo vizietto. Alla fine anche lui decise di liberarsene, ma non era facile liberarsi di un uomo pericoloso come Thorogood, e dei suoi amici. Si, perché sulla scena sembra ci fossero anche i suoi operai (con le loro fidanzate) passati a bere qualcosa, gente poco raccomandabile e che ce l’aveva con Jones. Testimoni - due amici di Brian - raccontano di esser passati li e di aver visto degli uomini assembrati intorno alla piscina. Gli operai di Thorogood che stavano dando una mano a tenere Jones sott’acqua? E il giorno dopo la morte, dalla casa di Jones sparirono soldi, mobilio e la sua collezione di chitarre...


Negli anni qualche tessera è sembrata andare a posto, ma siamo nel campo delle parole non dette, di rivelazioni sussurrate da persone senza un nome e spesso finite solo nei libri e nelle biografie musicali. Sembra infatti che Thorogood in punto di morte (avvenuta nel 1993) abbia confessato a Tom Keylock (all'epoca road manager degli Stones) che non si è trattato di un incidente, anche se poi i suoi familiari hanno ovviamente ritrattato. E sono fioccate le ammissioni da parte di chi c’era.
Mick Jagger, Marianne Faithfull e Brian Jones
Pare che quella sera di alcool ne sia girato tanto e qualcuno degli operai si sia fatto prendere la mano, accecato dalla gelosia, visto che le loro fidanzate erano attratte dal fascino di Jones. Volevano spaventare il musicista, tenerlo sott’acqua per poi farlo riemergere, ma il crudele gioco è sfuggito di mano, colorandosi di morte. Questo spiegherebbe perché il corpo di Jones avesse ingerito così tanta acqua.

La polizia ha chiuso il caso frettolosamente, e non c’è mai stata una nuova inchiesta, nonostante la faccenda puzzasse di pesce marcio e uova andate a male. Una brutta storia, chiusa troppo presto. Mick Jagger un giorno aveva detto a Brian: "Tu non arriverai a trent’anni". Lui rispose: "Lo so". Quel giorno Mick Jagger rimase con Marianne Faithfull, che decise tramite l’I-Ching di scoprire qualcosa sulla sorte dello stesso Jones. Il primo responso fu "Morte in acqua". I due rimasero senza parole. Riprovarono nuovamente e il responso fu sempre lo stesso: "Morte in acqua". Questo avvenne due settimane prima della sua morte. C’è da perdere il respiro a pensarci.

George Harrison ha detto: "Non c’era niente nei suoi problemi che un po’ di amore in più non avrebbe curato. Io penso che non abbia avuto abbastanza amore e comprensione." e questo non depone a favore di chi avrebbe dovuto stargli vicino invece di scaricarlo.
La maledizione del "Club 27", ma qui non è come con Jimi Hendrix, con Amy Winehouse o Janis Joplin... Quale incidente, Brian Jones è stato ucciso. Ogni tanto ripeteva la frase "Non giudicatemi troppo severamente", paradossale se si pensa che chi lo ha tenuto troppo sott'acqua non è mai stato giudicato. Quello che resta è una canzone triste che non si aprirà mai in un bel ritornello rock, una piscina che puzza ancora di cloro gusto omicidio e una pietra che ha smesso di rotolare troppo presto.

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