Il concerto dei P.G.R nel 2006.
Le testate di Giorgio Canali al microfono e i Rossofuoco.
"Quo Vadis baby", con Angela Baraldi.
Maroccolo che suona con i Marlene.
Maroccolo che produce i primi Marlene.
Canali che produce i primi Verdena.
Canali che produce e suona nel primo album de Le Luci della Centrale Elettrica.
Pogare all’Estragon di Bologna sulle note di Mi ami.
Sarei mai potuto mancare al concerto degli Ex CSI?
EX CSI - TORINO 22.01.2015 di Vito Possidente
Facciamo un po di ordine. Nel 2013, con lo spettacolo "30 anni di Ortodossia", messo su da Massimo Zamboni con Angela Baraldi (che già con Canali aveva portato in giro per i palchi le canzoni dei Joy Division), si hanno le prime avvisaglie di una reunion. In seguito, con il ritorno di Canali, Maroccolo e Magnelli, quello che non era previsto accadesse, accadde.
Non entrerò nel merito del "Ferretti si - Ferretti no" e a chi dice che senza Giovanni Lindo non ne vale la pena, rispondo che si sbaglia, e alla grande. I CSI sono l'arrivo a maturazione del progetto CCCP, anche grazie agli innesti toscani (Maroccolo e Magnelli) e le chitarre distorte di Canali, forse il meglio che l'Italia ha avuto negli 'Anni 90. L'abbandono del leader scalfisce solo marginalmente, le radici sono solide e fertili (la classe dei musicisti del resto è cristallina), e la nuova frontman - che evita scimmiottamenti - è di pregio e ha un'ottima presenza scenica.
Arriviamo dalle parti di Via Bossoli 83 con un pelo di ritardo, tant'è che tra biglietti e guardaroba, non abbiamo neanche il tempo di arrivare al bancone per una birra che partono le note di "A tratti". Lite con il buttafuori per riavere il biglietto (che per far prima voleva trattenere), e via a cercare una buona postazione.
Gli Ex CSI per la prima data del 2015 di "Ciò che non doveva accadere, accade" si presentano così schierati: Angela Baraldi di nero vestita al centro con Zamboni alla sua destra, Magnelli un po’ defilato dietro di lui, Canali con lunghi capelli biondi e maglietta dei Joy Division alla sinistra, Maroccolo quasi nascosto alle spalle e sorridente (con barba quasi del tutto imbiancata) e Simone Filippi alla batteria. Dopo la traccia d'apertura arrivano in serie "Forma e Sostanza", "In Viaggio" e "Unità di produzione", un potente e bellissimo biglietto di presentazione (come se ce ne fosse bisogno).
La sala dell'Hiroshima Mon Amour è piena e il pubblico, al contrario di quello che ci si aspetterebbe, è molto variegato: dalla coppia di quarantenni accorsi a godersi i propri idoli di gioventù, alla ragazzina un po' ubriaca che salta, urla e si esalta per le canzoni, tant'è che finiranno per litigare: i primi volevano sentirsi le canzoni in pace, l’altra divertirsi e saltare. Scontri generazionali sotto il palco.
La Baraldi, chiamata ad un compito difficile, risulta affascinante e magnetica. La sua gestualità rispecchia pienamente l'attitudine punk e fa da contraltare alla quasi pacatezza di Zamboni, interprete di una bella versione di "Del Mondo", mentre a Giorgione viene lasciato il compito delle seconde voci, con lo stile urlato che lo contraddistingue.
C'è spazio per un momento dedicato alla resistenza partigiana, un tema sempre caro, e l'annuncio di nuovo lavoro che verrà presentato il 25 aprile dal titolo "Breviario Partigiano", di cui ci donano "Il Nemico", un'anteprima ben gradita. C'è spazio anche per un tributo, reinterpretando, come fecero venti anni fa ("Adesso vi facciamo una cover che non è molto famosa" diceva Ferretti in "In quiete", live del 94), "Lieve" dei Marlene Kuntz, band che tanto deve a Gianni Maroccolo, che per primo credette in loro.
"Linea Gotica", una splendida "Annarella", "Occidente", "Maciste Contro Tutti" sono solo alcuni dei titoli, CSI ma anche CCCP. E senza quasi accorgercene ci accompagnano verso il finale, con Canali che annuncia: "Questa è l'ultima canzone e poi ci saranno i bis, ma non scenderemo dal palco perché siamo vecchi e non abbiamo voglia di fare scenette, perciò non rompete i coglioni!"
Pochi altri pezzi - ce ne sarebbero stati da cantare, ma il tempo è tiranno - e dopo una tirata "M’importa una sega", arriva il gran finale con "Emilia Paranoica" e la Baraldi che si congeda salutandoci con "Grazie Torino paranoica."
Due ore intensissime di concerto, ricordi che illuminano, emozioni in serie, e un'ultima birra, quella che ti fa capire che per fortuna alcune volte quello che non deve accadere... accade!
3 commenti:
Menomale che esistono ancora gruppi così!
Canali è un grande :) Maroccolo è carinissimo, sempre sorridente, felice di suonare. Un mito per me.
Articolo "eccezziunale veramente" :)
Grazie :)
Si, Maroccolo è un grande, sembrava un bambino con in mano il primo basso, e Canali è davvero rock!
Hai ragione, è una fortuna che gruppi così siano ancora in giro!
Grandissimi davvero! Peccato non esserci stato, non aver "pogato" a "scoppio" con un Mojto in mano, quanto ti invidio amico mio. Ora non ho più l'età e mi devo accontentare di farlo di nascosto, in solitudine, io e la loro musica a manetta. Per me dopo Vasco, è l'unica band ancora in vita che mi "trastulla" tutto. Grandi! A propò, sarebbe stato un azzardo riproporre "Punk Islam"? Sai di questi tempi......Ciao Valium
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