11 maggio 2015

QUELLA VOLTA CHE GEORGE HARRISON...




Ho sempre avuto un debole per quelli che restano dietro le quinte anche se meriterebbero il centro del palco. George Harrison è stato uno di quelli, suonare al fianco di due fottutissimi geni come Paul McCartney e John Lennon gli ha tolto luce e carati. Lui, così schivo e introverso, costretto a giocare a pallone nella stessa squadra di Maradona e Platini. "Non deve esser stato facile per lui lavorare con due egomaniaci come me e Paul" ammise Lennon. Chi conosce la musica, però, sa che grandioso chitarrista fosse George Harrison, canzoni come "Something", "While My Guitar Gently Weeps" e "Here Comes The Sun" dicono più di tanti articoli come questo. Molti però non sanno che anche lui ha rischiato di finire proprio come John Lennon, assassinato da un folle...

                   ...VENNE AGGREDITO DA UN FOLLE di Antonello Vanzelli

La storia di Harrison coi Beatles era cominciata non proprio sotto i migliori auspici. Brian Epstein aveva appena fatto fuori Pete Best (forse il più grande tra gli ultimi) rimpiazzandolo con Ringo Starr e i fan stavano manifestando il proprio risentimento per quella decisione. Così accadde che al primo concerto con Ringo al Cavern, un esagitato fan di Best piazzò un terrificante pugno in faccia al povero Harrison. Quello che però accadde nel 1999 fu molto più drammatico...

Il millennio è agli sgoccioli, e George e sua moglie sono andati a dormire tardi, dopo aver visto un film. Il sonno però dura poco: si sente il rumore di vetri infranti e l'ex chitarrista dei Beatles accorre trafelato. Si trova davanti una statua a pezzi, una finestra distrutta e un uomo, con le cuffiette: servono a coprire le voci nella sua testa.
"Ho visto una persona correre verso di me con un coltello e una sbarra, e fermarsi nel mezzo della stanza, gridando qualcosa come: ‘Mettiti in ginocchio, sai cosa ti aspetta’. Ho pensato di gridare anch’io, per distrarlo e confonderlo. Ho urlato: ‘Hare Krishna, Hare Krishna’, poi sono corso al piano di sopra, ma ad un certo punto mi sono visto bloccato, quindi ho deciso di attaccarlo per difendere mia moglie e mia suocera." George Harrison - Testimonianza in Tribunale
L'attacco però è inutile, la rabbia del pazzo lo raggiunge con numerose coltellate e anche il tentativo della moglie Olivia si rivela sulle prime infruttuoso.


"Ho un ricordo vivissimo del coltello che mi raggiunge al petto e del sangue che schizza sulla mia bocca. Sentivo le forze che mi abbandonavano e sentivo il rumore dell’aria che usciva dal mio petto. Ho pensato che sarei morto. Lui è riuscito a rotolare su di me e mi accoltellava, ed io mi difendevo con le mani. C’era sangue ovunque." George Harrison - Testimonianza in Tribunale

L'aiuto della consorte rallenta la foga del folle e la colluttazione dura pochi lunghissimi minuti, sino all'arrivo della polizia, appena in tempo per evitare il peggio. Harrison viene ricoverato in condizioni molto gravi, ha subito una decina di coltellate, ma voci bene informate diranno che le coltellate sono state molte di più. Una è arrivata ad un centimetro dal cuore.
L'assalitore si chiama Marc Abram, all'epoca aveva 34 anni e seri problemi mentali: si sentiva posseduto dall'ex Beatles e voleva liberarsene, convinto che così facendo le voci che rimbombavano  nelle pieghe della sua mente se ne sarebbero andate. Ad andarsene però è stato Harrison, appena due anni dopo quella drammatica aggressione (che velocizzò la malattia) e a soli 58 anni.
Resta il mistero sul perché queste cose abbiano colpito spesso i Beatles, prima John e poi George, e non nel periodo di massima fama, anzi. Poco cambia, artisti come loro sono ancora nell'aria che ci gira intorno, nei riflessi più belli della sera, nei colori d'arcobaleno di una cascata. Perché poi metti un loro disco ed ecco che arriva il sole...

3 commenti:

-Alma- ha detto...

Non sapevo di quest'aggressione. La prima cosa che ho pensato è che l'aggressore di Lennon si chiamava Mark, quello di Harrison Marc, entrambi con gravi problemi mentali. Brutto scherzo del destino?

Grazie, instancabile Vanz :)

Valium ha detto...

Ciao amici😃 Non conoscevo Harryson e dubito di conoscerlo in futuro. I Beatles non mi hanno mai preso: "I Beatles sono pop, scrivevano le canzoni con gli urletti e i coretti. Gli Stones sono sberleffo, provocazione, sesso. Quando senti Elvis non puoi stare fermo, i Beatles li puoi ascoltare addormentandoti. Tu pensa Elvis, il re, che aveva inventato il rock'nroll e l'aveva fatto diventare grande, che si vede arrivare questi quattro ragazzetti carini di Liverpool, con i capelli a caschetto, che cantavano e tutti diventavano pazzi e gli rubano il mazzo dalle mani: capisco ora perché abbia cominciato a drogarsi". V.R.
Però è innegabile che le curiosità sfornate dal mio amico Vanz, appunto mi incuriosiscono.....Ma tutti i canali che ho in possesso, mi dicono che l'aggressione subita da George Harryson fu ad opera di tale Michael Abram...e non Marc.
E aggiungo, così per completare, che il folle era convinto che i Beatles fossero dei demoni al pari degli Oasis, i quali, sarebbero sicuramente stati le sue prossime vittime se non fosse stato scoperto ed arrestato...
Un abbraccio. Valium

Antonello Vanzelli ha detto...

Grazie a te Alma. Sei tu l'instancabile, leggi tutti i miei deliri musicali :-)))

Valium, l'opinione del Blasco è forzata, e vale solo per i primi Beatles, quelli più rassicuranti. Poi però sono diventati tutt'altra cosa, una delle più belle di sempre, nulla da invidiare ad Elvis, anzi.