28 marzo 2013

DUE COME NOI




"La fortuna dei nostri primi dischi fu che raccontarono la vita vera di due coglioni di Pavia adoperando l'arma di una musica davvero sfacciata per quei tempi. Tra quei solchi, se ci pensi bene, c'era un pò di tutto: hip hop, pop elettronico, hard rock, chitarre punk, la primissima house, un grande amore per i Run DMC e i Beastie Boys, ecc. Il primo album non era carino: divideva brutalmente il pubblico. Gli 883 o li adoravi o desideravi prenderli a sassate.
I dischi e il successo rappresentarono la rivincita del nerd che, fino ad allora, pativa quella che io chiamo accademicamente l'esclusione atavica dalla figa..."
Max Pezzali - 12 Giugno 2012, Rolling Stone.


                   NORD SUD OVEST EST - 883 di A. Vanzelli - A. Chimenti

Quella del 1992 fu una splendida estate. Gli amici e le partite di pallone in spiaggia, la sabbia che ti scotta i piedi e la salsedine sulle labbra, le sgommate in Bmx sullo sterrato e le sfide in sala giochi. La magia dei 13anni.
Le radio suonavano "Mare mare" di Luca Carboni, "Non m'annoio" di Jovanotti, gli Elii e  la dance degli Snap. E c'erano anche gli 883, duo formato da Max Pezzali e Mauro Repetto di cui ignoravo persino il volto, ma non gli diedi troppo retta. Quando però uno della mia compagnia, quello più carismatico, cominciò a parlarne bene, tutti noi lo seguimmò a ruota.
Per ascoltare il primo album per intero, però, dovetti aspettare qualche anno dopo, quando mio zio comprò "Nord sud ovest est". Conoscevo i loro singoli più famosi e, da amante dei fumetti, rimasi subito affascinato dalla copertina: il logo in stile comics americani, i colori vivi, la moto e il viaggio, il deserto alla "Tex Willer" e lo storico "...continua?", a creare quel banale ma simpatico mistero sul loro futuro.
Gli chiesi subito di prepararmi una cassetta, ero troppo curioso. Me la diede pochi giorni dopo e la consumai in infinite rotazioni sul walkman. La copertina la disegnai io a mano con dei pennarelli Carioca: un obbrobrio mai visto ma la conservo ancora oggi, geloso, vicino al cd originale.


IL PAPPAGALLO è un inizio inconsueto. Per ripartire dopo "Hanno ucciso l'uomo ragno", uscito appena l'anno prima, non hanno certo scelto un pezzo scanzonato.
Riecheggiano prepotenti i Beastie Boys e il testo, attualissimo, attacca l'informazione televisiva, quella che "parla anche di ciò che non sa, ti guarda dallo schermo e una lezione ti dà...".
Alcuni suggerirono volesse riferirsi a Vittorio Sgarbi ("casinista, le risse pagano..."), in quegli anni famoso per la sua baruffa con D'agostino da Giuliano Ferrara.
A distanza di anni, uno dei pezzi che hanno retto meglio e che ascolto con più piacere.

Con SEI UN MITO, singolo che anticipò l'album, entriamo nel giardino degli evergreen. Ebbe subito successo, rimanendo prima nella "singles chart" per ben 9 settimane, grazie alla coinvolgente base dance e ad un video malizioso (il primo in assoluto del gruppo) costellato da ammiccanti fanciulle in fiore (si, lo so che ora lo cercherete su youtube con la bava alla....ehm con curiosità).
Il testo - la storia di un ragazzo che è riuscito a scucire un appuntamento alla donna dei suoi sogni più peccaminosi e che viene invitato a salire da lei a fine serata - è basato su una episodio realmente successo a Max Pezzali: una storia estiva di sesso senza paranoie, nata solo dalla "voglia di stare bene tra noi, anche se soltanto per una sera appena".

NON CI SPEZZIAMO: torna il rap, in modo prepotente, per cantare dei momenti duri a scuola o con le donne. E' uno dei classici esempi in cui gli 883 se ne sono sbattuti altamente della metrica tradizionale: "La nostra filosofia era: "Non ci sta? Noi ce la facciamo stare lo stesso! Era la logica della Punto Turbo. La Fiat non ha mai prodotto una vettura del genere ma, se avesse avuto gli 883 a Mirafiori, stai pur certo che noi ci avremmo ficcato dentro il turbo!"
Altro pezzo che è riuscito a tenere bene i suoi anni: anche lui non si è spezzato. 

COME MAI "fu scritta nel 1991 sotto forma di un esperimento un po’ cazzaro. In pratica volevamo provare a scimmiottare i cantanti tradizionali sanremesi, quella gente lì. Una volta inciso l’abbiamo buttato in uno scatolone e non l’abbiamo neanche preso in esame per il nostro disco di debutto. Solo che un bel giorno Cecchetto ascolta per caso "Come Mai" e ci fa: ‘Ragazzi, questa è una canzone fortissima! Dobbiamo assolutamente pubblicarla!’. E noi: ‘Dai, Claudio, è solo una presa in giro: non la vogliamo sul nostro disco...’. Risultato? Cecchetto fece finta di darci retta e poi la mise comunque sull'album."
La prima volta che la ascoltai fu alla finale del Festivalbar '93. Trionfarono ed ero contento: avrei potuto riascoltare "Nord sud ovest est", la canzone dell'estate. No, decisero di non ricantarla e presentarono il nuovo singolo, "Come mai". Io, deluso, pensai: "Mah, non mi convince: troppo moscia..."
Manco a dirlo aveva ragione Cecchetto, il pezzo esplode e resta un caposaldo della musica italiana: non a caso lui è un grandissimo produttore ancora oggi e io scrivo amenità (banalità?) su questo blog. Tanto di cappello!

ROTTA X CASA DI DIO, in cui appare il mitico Cisco (amico reale dei due), narra una delle storie più comuni per un ragazzo di vent'anni: la mitica festa piena di gnocca, il tragitto in auto per arrivarci, gli amici eccitati, poi un bivio sbagliato e va tutto a puttane. Però, pur senza donne, la serata finisce lo stesso in bellezza, a ridere tutti insieme con birra e panini.
Simpatico il video girato negli States; certo stride l'accostamento tra i grattacieli e le luci della notte americana con il Camogli e l'Autogrill.

NORD SUD OVEST EST fu il pezzo di lancio del lavoro. Brano allegro, subito orecchiabile, divenne ben presto un tormentone. Alla vivacità mariachi delle musiche, fa da contraltare un testo malinconico, che cerca il senso della vita, del cercare se stessi quasi fosse un viaggio (a seguito di una liaison andata male) del quale non si conosce meta e destinazione.

Curiosita: Di questo pezzo è stata fatta una cover dai Kairo, un gruppo messicano: "En los Espejos de un cafè", molto simile all'originale, fu molto apprezzata in America latina e in Spagna. 

MA PERCHE' è una canzone basata sullo "sputasentenze", personaggio presente in ogni paesino o cittadina d'Italia, uno che, più che vivere, preferisce elevarsi ad un livello superiore tutto suo e giudicare con malignità chiunque gli passi a tiro. E' un concetto ricorrente nei loro testi, basti pensare a "Gli avvoltoi".
Altro pezzo decisamente attuale se rapportato al mondo dei social network, dove tutti si fanno i fatti altrui invece di viversi davvero la vita. Probabilmente lo sparasentenze oggi direbbe: "Che triste quello lì! Non esce mai e resta a casa a mettere "Mi piace" alle cazzate degli altri", questo chiaramente scritto su Facebook dal divano di casa sua.

WEEKEND: è uno di quei pezzi che potrebbe aver scritto pensando a me. L'idea di un loop continuo, di un vivere aspettando sempre il venerdì sera, per poi trovarsi la domenica sera depressi per aver vissuto l'ennesimo fine settimana uguale a mille altri.
I due di picche il sabato sera, le partite alla radio, le vasche in centro a guardare le ragazze degli altri, la pizza con gli amici e i gol della Domenica sportiva prima di andare a dormire: se l'avessi scritta io, non avrei saputo trovare istantanee migliori. Sicuramente la mia canzone preferita di NSOE.

CUMULI, canzone molto amata dai fan degli 883, parla di tossicodipendenza. 
"Moto da cross, tu eri capace io no... Zundapp su in due io e te
cercando la tettona a Barona che non c'era mai..." oppure
"A casa mia, io e te a ridere dei porno di mio papà..."
 Un'amicizia che pian piano si sfalda a causa della droga.
"Cumuli di roba e di spade, per dividere le linee tra noi,
cumuli di brutte storie, il vecchio figlio di puttana dov'è?" ,
di un viso amico che non riconosci più e che viene da te solo a chiederti soldi per la dose.
Racconta la storia di Ye-Ye, uno della compagnia di Max e Mauro, eroinomane per anni, alla fine, dopo la riabilitazione, ne è uscito: una mosca bianca.

NELLA NOTTE: Altro pezzo molto conosciuto, dai ritmi allegri, racchiude in sè una sceneggiatura fatta di mille piccole storie di una notte in discoteca: le ragazze tirate e snob che non ti considerano e poi restano da sole al bancone; le coppie che scoppiano dopo un'ora; la tipa carina che ha già chi la accompagna a casa e quello che passa la sera appoggiato al muro con lo sguardo da duro; quelli col macchinone che vanno in bianco e quelle che scoppiano in lacrime per la buca dal tizio che aspettavano.
Mille piccole immagini di una sceneggiatura a fuoco, ennesimo ottimo testo di quegli ottimi sociologi della provincia che erano i primi 883.

Max Pezzali e Mauro Repetto di nuovo insieme - Caricatura Antonio Chimenti

"Per me Mauro, se solo avesse voluto, avrebbe anche potuto imparare l'arma birmana! Solo che nella vita ha sempre cercato la via più contorta per raggiungere la felicità. Da qui l'idea di prendere lezioni di danza e di inventarsi quei balletti assurdi. E di dare l'impressione (errata) che lui si trovasse negli 883 quasi per caso" (Max Pezzali - RS).

Per anni la prima domanda che hanno fatto a Max Pezzali è stata: "Che fine ha fatto Mauro Repetto?"
Le nuove generazioni non sanno chi sia, ma non c'è nessuno cresciuto nei '90 che non si ricordi del tizio pirandelliano che ballava dietro Max, che ballava e basta, senza cantare, senza suonare: insomma il primo velino della storia.
No, non si trovava per caso negli 883. Aveva scritto tutti i testi insieme a Pezzali, era la metà più attiva, più scanzonata, più autenticamente tamarra e spudorata, quella che arrivava a dire:
 "Andiamo a troie!" - "Come vuoi andarci scusa? Siamo senza auto!" - Chiamiamo un taxi!"
Un genio. Lasciò la band dopo questo album per correre dietro alle gonne di una modella e la sua mancanza, negli anni, si è sentita tutta.
Con Max avevano intercettato i gusti di un'intera generazione di "coglioni di provincia" come loro, cantando le nostre cazzate, i due di picche e i weekend troppo simili tra loro, i nostri chiaroscuri e le disillusioni. Insomma, avevano scoperto l'acqua calda e la bevevamo tutti con piacere perchè in quell'acqua c'eravamo noi. E ci siamo ancora.
Che fine ha fatto Mauro Repetto? E' sempre qui, non se n'è mai andato.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

bella recensione dell'album NSOE! :)

Antonello Vanzelli ha detto...

Come direbbe Max: Grazie mille! :-))

Anonimo ha detto...

883 la mia vita

Antonello Vanzelli ha detto...

Come darti torto. Hanno accompagnato generazioni intere...