27 maggio 2013

ONE SHOT BAND





Il 1998 mi porta sempre alla mente odori familiari, odori di prati e di buono. Era estate, ogni tanto uscivo a Grottaglie con i compagni di scuola ma, perlopiù, me la facevo al paese.
Mio padre lavorava, mia madre e mia sorella andavano a mare e io poltrivo sino a tardi, avendo poi casa libera. Cazzeggiavo amabilmente e spesso mi raggiungeva Ivan, un caro amico, siamo cresciuti insieme.
Quell'estate era single, si era lasciato da non molto, e nella compagnia c'era fermento perchè cresceva una reciproca simpatia tra lui e una ragazza del gruppo. Lui veniva da me a confidarsi, parlavamo per ore, risate e ricordi in naftalina.
Era combattuto, non sapeva se proporsi, impaurito da un rifiuto. Io lo tranquillizzavo, gli facevo coraggio (come se ne avessi mai avuto...) e gli dicevo di farsi avanti che sarebbe andato tutto bene. E così fu, tempo qualche giorno e scoppiò l'amore. La storia non durò, a causa di minchiate che non centravano proprio nulla col loro sentimento, ma oggi poco importa. Credo che tutti ricordino con piacere quei giorni d'estate, tra sinceri battiticuore e vita che entra.

                                         LE METEORE DELLA MUSICA

A quei momenti è facile associare una canzone e Ivan sarebbe daccordo con me. Veniva a casa mia e voleva ascoltarla e riascoltarla, l'avevo registrata da Videomusic su una videocassetta e riempivamo la stanza con quelle note. Si trattava di "The way", singolone dei Fastball.
Piaceva ad entrambi, un gradevole pop rock dal ritornello contagioso, e divertiva molto anche il video, un cortometraggio venato di nonsense fatto come Buddha comanda.
Gli occhi da clown triste del cantante possono fare concorrenza a quelli di Bill Murray in "Lost in translation", un salto nel vuoto del chitarrista folle, poi ci sono movimenti di bacino e le immancabili gnocche che ballano: riusciranno mai in America a fare un video senza galline sculettanti?
La canzone fu un successo e proiettò al top la band, che bissò con il singolo successivo, "Out of my head".
Da lì in poi, però, le tracce della band si diradano e il singolo dell'album successivo, "You're an ocean", pur orecchiabile, non riuscì appieno a fare breccia.
Bisogna dire che mantennero una coerenza stilistica apprezzabile e non si misero a 90° sull'altare del successo ma da lì in poi le cose andarono sempre peggio e negli ultimi dieci anni hanno dato alle stampe solo due lavori da studio, nessuno dei quali ha lasciato segni.
Un peccato, speravo che "occhi da clown triste" e "chitarrista folle" regalassero altre perle. Magari un giorno io e Ivan ci reincontreremo e dallo schermo usciranno anche loro, per farci tutti insieme quattro chiacchiere sul tempo che è passato. Troppo, e a volte i ricordi non bastano.

Ognuno di noi associa i propri ricordi migliori a delle canzoni: la prima cotta, il primo bacio, la prima vera limonata, le cazzate fatte con gli amici. Viene ancora più facile associare le estati più divertenti a delle canzoni simbolo. Chi non ricorda Corona, con le sue treccine e la sua allegra "Rhythm of the night". Quasi nessuno sa che non la cantava davvero lei, era solo un personaggio di facciata che faceva finta di cantare. Questo cambierebbe il bel ricordo di qualcuno? Non credo. Quante notti passate a ballarla in spiaggia...
Oppure la bella Gala, che spaccò l'airplay radiofonico con "Freed from desire" e con "Come into my life", pezzoni dance che ancora ricordo con grande piacere.
Sono cadute nel dimenticatoio, dance spesso usa e getta. Stesso destino è capitato alla sensuale Maire Claire D'ubaldo, salita al successo grazie alla coinvolgente "The rhythm is magic", pezzo pop danzereccio del 1994. Pieraccioni, uno che ha sempre fatto ottime colonne sonore, ci vide lungo quando pochi anni dopo la ripescò per inserirla nella colonna sonora de "Il Ciclone", campione al botteghino, con i suoi 75 miliarducci di vecchie lire. E infatti ogni volta che l'ascolto ripenso al film, non ci posso fare nulla.
E penso alle ballerine che si scatenano sull'aia, a Ceccherini che da il ramato e che vorrebbe farsi chiudere nella bara perchè è sicuro che non si porterà a letto nessuna delle gnocche spagnole. E penso a Pieraccioni che si schianta col motorino.
Io non ce l'ho mai avuto un motorino e si, ero sfigato proprio come Ceccherini.
Maire Claire D'ubaldo ha avuto una discreta carriera come autrice di canzoni per altri e nel 2009 ha tentato di tornare alla ribalta con un nuovo album. Qui, manco a dirlo, non se l'è filata nessuno ma nella mia storia cambia zero: anche lei ha ormai un posticino al caldo alle pareti della mia memoria.

Anche alcuni cantanti pop inglesi si sono giocati male le proprie carte. Penso a Jamelia, che arrivò al successo con "Superstar", hit clamorosa del 2004  usata anche in un famoso spot televisivo nostrano. A quel singolone non seguirono altri pezzi altrettanto riusciti e lei fu scaricata dalla casa discografica, senza troppa cortesia.
E' un bel pò che non pubblica qualcosa ma le sue cosce di marmo che sgambettavano a Top of the Pops continuano a popolare i miei sogni erotici.
Uno dei film a tinte rosa che continuo ad amare molto è, manco a dirlo, Notting Hill, la storia d'amore tra l'imbranato Hugh Grant e la dolce Julia Roberts.
Una delle tante cose baciate dalla grazia del Signora in quel film è la colonna sonora. Dovrebbero erigere un monumento a chi ha scelto le canzoni. C'è "Ain't no sunshine" nella doppia versione di Bill Withers e dei Lighthouse Family, squisite entrambe. Ci sono i Pulp e i Texas, c'è Al Green e quella farfalla dalle ali delicate che è "She" di Elvis Costello". E c'è anche quell'altra perla pop che è "When you say nothing at all" di Ronan Keating. Ad essere sinceri si tratta di una cover di Keith Whitley (altra cosa che sanno in pochi...) ma come arrangiamento non c'è paragone fra le due canzoni. Detto questo, visto l'inizio folgorante del biondo dopo l'uscita dai Boyzone, ci si aspettava molto di più invece la sua carriera solista è stata costellata da alti e bassi. E c'è stata persino una reunion coi Boyzone, cosa che lascia da pensare... Nel mondo le sue copie le ha vendute e forse è una forzatura inserirlo in questo articolo, ma da noi non ricordo altre canzoni di successo da molto tempo a questa parte.


Dammi tre parole... Dove sei finita? Eccole le tre parole, cara Valeria Rossi. Si, perchè dopo averci tormentato per tutta l'estate del 2001 e aver venduto un fottio di copie, non ha ripetuto l'exploit. Pochi anni dopo uscì "Osservi l'aria" che mi rimase in mente non per le canzoni quanto perchè il titolo è l'anagramma del suo nome, curioso.
La Rossi è finita nel dimenticatoio, a causa, opinione personale, anche di un non spiccato carisma. Ora continua a lavorare come autrice, sperando di scrivere qualche nuova hit. Chissà...

Scivolando come sempre tra le onde della nostalgia, ricorderei Caterina, meteora dei '90. Abbiamo elogiato Cecchetto per ciò che ha fatto con gli 883, lo abbiamo bacchettato per il film "Jolly Blu", ora francamente non so che dire. Fu lui a scovarla e a pomparla con il singolo "Aeroplano" cantato sempre col generoso Pezzali, uno che in quanto a duetti non si nega proprio a nessuno. Dopo i buoni risultati del suddetto singolo,  un passaggio al Karaoke e un duetto con Fiorello, della giovanissima cantante si persero completamente le tracce.
Strano per uno come Cecchetto che quando annusa il talento va a fondo fin quando non lo sbrodola a tutti. L'inizio era stato promettente.
Ho cercato notizie su Caterina Rappoccio - questo il suo vero nome - ma nulla di nulla. Forse ha deciso lei di mollare, ogni ipotesi potrebbe essere quella corretta.


E' andata maluccio anche agli Sugarfree, band esplosa con "Cleptomania", singolo dall'indubbio appeal radiofonico. Sembra una vita fa ma sono passati si e no otto anni. Disco d'oro, passaggi al Festivalbar e una buona canzone portata a Sanremo ("Solo lei mi da").
Loro non sono propriamente una one shot band, in fondo hanno avuto successo anche con la colonna sonora del vomitevole "Scusa ma ti chiamo amore" (scelta rinnegata dal vecchio frontman) ma il declino è stata identica, forse colpa di problemi interni alla band. Infatti oggi la line-up è completamente rivoluzionata rispetto agli esordi e Matteo Amantia, il primo cantante ha intrapreso la carriera solista. In bocca al lupo per il futuro, vi servirà.

Non posso esimermi dal terminare con gli One shot per eccellenza, visto che sul dizionario ormai c'è la loro foto alla voce "Meteore". Si, sto parlando ovviamente dei Jalisse, la coppia che sbancò Sanremo con "Fiumi di parole" nel 1997.
La vittoria fu osteggiata dalla critica, loro partivano dai giovani e passarono tra i big a Festival in corso grazie ad un discutibile regolamento. La canzone era di talmente rapida presa che fece subito breccia. Non so se vinse con merito, quell'anno il livello del cast non era elevatissimo. Però ricordo "Confusa e Felice" di Carmen Consoli, "A casa di Luca" di Silvia Salemi (altra desaparecida...), l'evergreen "...E dimmi che non vuoi morire" dell'algida Patty Pravo o "Laura non c'è" di Nek, tutti pezzi che sono rimasti nella storia della musica italiana.
E in più "Fiumi di parole" ricordava da vicino "Listen to your heart" dei Roxette quindi le polemiche della critica, a mio modo di vedere, erano sacrosante.
I Jalisse si sono tolti delle belle soddisfazioni all'estero e continuano a lavorare nel sottobosco musicale con profitto. Certo, bisogna anche essere sinceri, nessuno ne sente la mancanza...

 

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