6 maggio 2013



QUANDO I BIG FANNO FLOP



"Dopo Mellon Collie, tutti aspettavano che arrivasse il nuovo album degli Smashing Pumpkins a salvare il rock. Ma eravamo tutti stanchi dopo un doppio cd in cui abbiamo espresso tutto quello che avevamo da dire sull'argomento. Cosi abbiamo cambiato direzione. E adesso che non abbiamo più tutta quella pressione addosso perchè Adore ha scontentato quel tipo di pubblico, possiamo tranquillamente fare un disco che può sembrare un ritorno al passato. E che invece non lo è affatto. Ma sono cose che non amo spiegare perchè chi ha abbastanza intelligenza può capirlo da solo".
Billy Corgan - Smashing Pumpkins (Tutto Musica)


    QUANDO GLI U2 E GLI ALTRI HANNO PESTATO UNA.... BUCCIA DI BANANA

Mai abbandonare la strada conosciuta. Sembra la morale di Cappuccetto Rosso ma è invece l'amara lezione di chi ha cercato di cambiare genere, più o meno radicalmente, in ambito musicale.
Uscito a metà anni '90, "Mellon Collie and the Infinite Sadness" arrivò come un meteorite a tagliare i cieli del rock mondiale. 10 milioni di copie nei soli States e singoli lucenti come "Tonight tonight" e "1979" elevarono il gruppo sull'Olimpo degli dei della musica.
Quando tre anni dopo uscì "Adore", il meteorite si schiantò al suolo, distruggendo il loro posticino al caldo in quell'Olimpo.
La stanchezza, la morte della madre di Corgan e l'uscita di scena del batterista Jimmy Chamberlin, uno dei motori della band, portò ad un suono diverso, elettronico, più ombroso e malinconico, che scontentò non poco i fan.

"Devo dire in tutta franchezza che sono rimasto molto sorpreso dalla velocità con cui il mondo ti volta le spalle. Nel momento in cui la tua roba non va più, il vento diventa di colpo gelido."
Billy Corgan - Intervista a Neil Strauss

Corgan è sempre stato un personaggio particolare. Dopo il flop di "Adore" (album comunque da 3milioni di copie nel mondo), ha provato a tornare indietro con "Machina / The machines of God": altro flop di vendite, licenziamento dalla Virgin e band alla deriva. L'avesse fatto uscire dopo Mellon Collie, avrebbe cementato le fondamenta della sua casetta vicino ai grandi. Niente, ha fatto di testa sua. Però a me Adore non dispiace affatto.
Ogni tanto i fan sono come i cavalli, hanno i paraocchi caro Billy... E no, talvolta non hanno abbastanza intelligenza per capire certe cose.


All'inizio del nuovo millennio, Tommy Lee, all'epoca ex-batterista dei Motley Crue (e poi rientrato all'ovile), si presentò al pubblico del Gods of Metal con la sua nuova creatura, i Methods of Mayhem, un incrocio di hip-hop, elettronica e schitarrate alla Rammstein.
Risultato? Stanno ancora contanto le bottigliette e la frutta che il pubblico gli lanciò: dovetterò abbandonare il palco dopo una sola canzone, tra le bestemmie del vocalist Tylo che fecero ancor più incazzare gli astanti.
Durante un'intervista ad una rivista musicale italiana, Lee disse:
I Motley Crue
"Quando cambi dopo tanto tempo, c'è sempre qualcuno che ci rimane male. L'ho messo in conto.
Ma l'era Motley Crue è finita e non tornerà più. Per quasi vent'anni ho suonato le stesse canzoni, ascoltato lo stesso fottuto suono di chitarra e indossato gli stessi abiti di scena... Una noia incredibile!"
Dopo due album solisti poco fortunati, Tommy è rientrato - non c'erano dubbi - nei Motley Crue: chissà come si sta annoiando!

Ai reduci degli anni '80 non sembra in effetti essere andata molto bene. Perry Farrell, voce degli Jane's Addiction, si giocò molta della sua credibilità con "Song yet to be sung", disco dalle sonorità smaccatamente dance che a qualche critico piacque (a me proprio no). I fan non gli diedero retta, mollandolo senza problemi. Dopo una reunion, ora Farrell sta lavorando ad un nuovo progetto, vedremo che strada seguirà.
Prima di tornare con gli Europe, andò male anche a Joey Tempest (di cui abbiamo già parlato in Quelli che resistono). Il biondo scandinavo provò la carriera solista con modesti album di pop acustico che rimasero a mangiare polvere sugli scaffali dei negozi.

Anche la coerenza non sempre è garanzia di successo. I Blink 182 hanno sempre mantenuto una loro razionalità stilistica, crescendo con gli anni. All'inizio però il loro pop-punk commerciale e scanzonato non piacque a tutti, certo non ai puristi del genere. Cosi', sul palco dell'Indipendent Days Festival il risultato fu simile a quello di Tommy Lee: bottiglie e fischi...

In ambito pop le cose non sono certo differenti. Robbie Williams ha sfornato bestseller in serie, vendendo una tonnellata di dischi ma ciò non è bastato a far apprezzare alla gente il controverso "Rudebox".
"Rudebox è l'album in cui sono io più che in qualunque altro disco io abbia mai fatto prima o dopo, era autentico, è come sono io nella mia testa."
Robbie, volevi sperimentare, posso capirlo, ma ne è uscito qualcosa di davvero indigeribile. L'hip hop lascialo a chi lo sa fare davvero, thanks!

L'eccezione alla regola è rappresentata dai Kiss. Non ebbero problemi a provare arrangiamenti più commerciali con "I was made for lovin' you" che, pur scontentando i fan della prima ora, rimane comunque il loro maggiore successo, e che successo.


Il primo disco in assoluto che ho comprato? Qualcuno storcerà la bocca ma è stato "Pop" degli U2, forse il loro album più controverso.
Era il 1997, io avevo ricevuto in regalo il tanto agognato lettore cd e non avevo nulla da farci girare. E' come avere una mirabolante giostra da 1 euro che ti aspetta, un bigliettone da 50euro in tasca e nessuno che te li cambia. Vagavo per gli scaffali dell'Ipercoop di Taranto (si chiamava ancora "Mongolfiera") ed ero indeciso su cosa prendere.
Ero cresciuto con la musica dei miei, la mia conoscenza musicale era piuttosto limitata. Meglio andare sul sicuro, pensai; degli U2 conoscevo le loro canzoni più famose e quindi, dopo mille tentennamenti, decisi di prendere "Pop". E no, non mi sono pentito.

I puristi a quel tempo rimasero spiazzati dalla piega di quell'album, anche perchè il primo singolo fu "Discoteque", marcatamente dance, ma io non sapevo ancora cos'erano stati e cosa c'era stato prima, per me era un gruppo come un altro.
E infatti mi piacque molto, era orecchiabile, era rassicurante, era pop. Solo col tempo ho realizzato. Era un suono di plastica, il suono ideale per una Madonna o per i Backstreet Boys, non per gli U2. Mi chiedo come arrivarono a scegliere Howie B  e Flood come produttori, bravi nel loro campo di trip hop ed elettronica ma che con gli U2 centravano come Gigi D'alessio con Ludovico Einaudi.
Hanno dovuto spalancare la loro mente, aprirsi ai samples e ad un nuovo approccio alla musica. Sono certamente cresciuti ma per quanto ascoltabile, il brano migliore risulta quello con sonorità classiche, ovvero "Staring at the sun", seguita dall'altra ballatona "If God will send his angels".
E infatti gli stessi Bono Vox e soci non rimasero contenti del risultato finale:

"Pop è un compromesso, alla fine. Dovevamo mixare tutto, e insieme finire di registrare e cominciare a ragionare sul nuovo tour, fu un periodo folle. Se avessimo avuto due o tre mesi in più per lavorare, noi avremmo fatto un disco molto molto diverso. Un giorno mi piacerebbe rimettere mano a queste canzoni e dare loro l'attenzione e il tempo che meritano."
The Edge - U2

Come ha detto qualcun'altro, forse in quell'album misero mani in troppi. O forse la voglia di aprirsi all'elettronica gli sfuggì di mano. Ma The Edge è stato di parola e le canzoni sono state ritoccate per il Best of 1990-2000.
Evidentemente però gli U2 non hanno fatto granchè tesoro degli errori perchè anche "No Line on the Horizon" ha patito problemi durante la produzione. Ci sono stati attriti con Rick Rubin, accantonato per tornare ai soliti Brian Eno e Daniel Lanois. E il primo singolo "Get on your boots" è quanto di più brutto ho mai sentito cantargli. Per fortuna ci ha pensato "Magnificent" a rimettere tutto in ordine ma non ritengo l'album qualcosa di memorabile.
A settembre dovrebbe uscire il nuovo album, "10 Reasons to exist". Il produttore sarà Danger Mouse, lo stesso dei Gorillaz e Gnarls Barkley, brividi. L'unica cosa che mi tranquillizza è che ha anche prodotto il piacevolissimo "El Camino" dei Black Keys. Staremo a vedere, anzi, a sentire.




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