Il primo giorno delle scuole medie fu una follia. Io e Mimmo prendemmo l'autobus da Monteiasi per andare a Taranto. Io avevo occhi da bimbo in una mente da bimbo, pensai "Meno male che c'è Mimmo", era molto più smaliziato di me, o semplicemente più maturo.
Non avevo mai preso l'autobus, avevo le scuole elementari dietro casa. Ero spaesato, c'era così tanta gente e io odio la folla, mi ha sempre creato ansia. Fortuna che c'era Mimmo...
"Non preoccuparti, so io la fermata." disse con fare sicuro. Io mi fidavo.
"Eccola, è questa, dobbiamo scendere", sempre sicuro. Io continuai a fidarmi e scesi tranquillo.
Quando realizzai fu troppo tardi. Eravamo all'ingresso di Taranto, al parco Cimino: la fermata non era assolutamente quella, panico! A mezzora dall'inizio delle lezioni del primo giorno di scuola, eravamo a QUATTRO chilometri dall'istituto Cesare Battisti.
Gocce di sudore colavano dalla fronte e, con l'ascella sempre più pezzata, vedevo Mimmo chiedere informazioni a destra e a manca alla vicina stazione dei bus urbani.
I minuti passavano, l'orologio ci guardava e si faceva due risate, accellerando.
Mentre provavo a chiedere informazioni ad un autista, Mimmo sparì. Controllai ovunque ma niente, volatilizzato. Le gocce che scivolavano dalla fronte aumentarono, l'ascella divenne un lago fetido e l'orologio iniziò a scompisciarsi: mancava un quarto d'ora. Mio padre mi uccide.
LE METEORE DELLA MUSICA
Un autista della tratta urbana mi rincuorò, "Stiamo per partire, tranquillo". Si, tranquillo un par di palle!
Avanzava lungo via Cesare Battisti senza dannarsi e a metà strada vedemmo un ragazzino che correva quasi fosse inseguito da un orso infoiato. Sorrisi, scuotendo il capo. Chiesi all'autista di fermarsi e avere pietà di lui.
L'autista clacsonò e Mimmo si girò spaesato. Mi guardò e sospirò, fermandosi col fiatone di chi ha visto la morte in faccia, ovvero la cinghia di suo padre.
Arrivammo a scuola tre minuti dopo la campanella, puzzando come cani bagnati. La professoressa inarcò il sopracciglio mentre la classe si bloccò a guardarci. Io odio la folla, mi ha sempre creato ansia. Fortuna che c'era Mimmo...
Mimmo è stato un buon amico ma è sempre stato più maturo di me e questo ha creato disequilibri. In amicizia come in amore, il filo corre su binari particolari, di somiglianza e di alchimie interne. Con lui sapevo già che ci saremmo persi. Ma va bene così, ogni persona arriva al momento giusto e poi trova la sua strada. Non sempre c'è un autista ad aiutarti e Mimmo ha sempre corso più veloce di me.
Nella musica sono stati parecchi gli amici passati a salutare, rimasti per una birra e un pezzo di sfoglia alla crema e poi spariti nel nulla. Quanti lampi, quante stelle diventate meteore...
Gli anni '90 sono stati una carneficina, eppure molti nomi ce li ricordiamo ancora oggi, con un sorriso. Alzi la mano chi non si ricorda di "Brutta", tormentone commerciale di Alessandro Canino... Era il Sanremo del 1992, io stavo appunto finendo le medie: è passata veramente una vita.
Eppure Canino, col suo faccino pulito da ragazzo di cui le mamme si fidano subito, non lasciò altre tracce. Altre due partecipazioni a Sanremo con canzoni di minor presa e poco altro. Ha lavorato anche nel mondo televisivo e come autore, e sta cercando di rientrare nel giro: dopo un singolo pubblicato nel 2011, ad inizio giugno uscirà il suo nuovo album. Credo che il treno sia già passato ma non possiamo che augurargli che mi sbagli.
In tempi più recenti, mi duole parlare di Laura Bono. Ai più questo nome non dirà nulla e questo già la dice lunga ma a me ricorda il mio arrivo a Doha, in Qatar. Era Natale e in televisione davano uno dei suoi singoli, in rotazione continua. Ma facciamo un passo indietro...
Laura Bono vinse Sanremo Giovani del 2005 con "Non credo nei miracoli", canzone proprio buona buona a mio parere. A seguire arrivò un altro singolo decisamente accattivante, sto parlando di "Tutto ha una spiegazione", dalle tinte decisamente rock. In effetti la sua ispirazione principe è sempre stata Gianna Nannini e la lezione sembrava averla imparata a dovere. Quel suo primo album ebbe ottimi riscontri e fu pubblicato anche all'estero, dove vendette molto persino in Finlandia.
Tra soddisfazioni all'estero, una canzone in un film Disney e la partecipazione a Music Farm su RaiDue, gli anni però passano e in Italia cominciano a dimenticarsi di lei. Infatti, dopo il discreto riscontro in Italia di "Splendido incubo", singolo del 2007, il terzo album passa quasi inosservato. No, non è un errore, in Italia si è passati direttamente dal primo al terzo album: il secondo è stato pubblicato solo in Finlandia dove la Bono continua ad avere successo. Non so cosa i finlandesi capiscano di italiano, vorrei andare ad Helsinki solo per chiederglielo...
Ci sono canzoni di cui il potenziale non viene capito neppure da chi le scrive. Sono bombe carta pronte ad esploderti tra le mani. A volte restano nascoste nei vicoli degli album: quante volte avete pensato: "Ma perchè non hanno fatto uscire questa come singolo?", io tante.
Altre volte invece la bomba carta la lanci prima che esploda, e la fai deflagrare seduto in poltrona godendoti popcorn e birra ghiacciata. Questo è capitato agli Hoobastank, band americana che ha la parola "meteora" stampata in fronte col pennarello indelebile.
Era il dicembre del 2004 e Babbo Natale era ancora più buono del solito perchè consigliò a questi ragazzi di puntare su "The Reason" come secondo singolo dell'album. Vorrei che anche a me facesse regali da 2 milioni di copie nel mondo, da concerti da tutto esaurito, da fan in delirio per una ballata tanto semplice quanto piacevole. Non un capolavoro ma una bel pezzo si, quello senza dubbio.
Peccato che Babbo Natale poi abbia girato al largo - come dicono negli States: "Una volta è festa a Palagiano!" - e che le bombe successive siano scoppiate in mano al gruppo. Il singolo dell'album successivo - "If i were you" - scimmiottava palesemente "The reason" e si sa, la gente non è fessa. I 2milioni di copie hanno perso uno zero, diventando miseramente 200mila. Un flop, a cui ne sono seguiti altri, a cui sono seguiti defezioni importanti e cambiamenti nella band.
Curioso come l'ultimo album abbia avuto più successo in Giappone che negli U.S.A., sarà la stessa sindrome che ha colpito i finlandesi per Laura Bono...
Ci sono canzoni come bombe pronte ad esplodere, lo si è già detto. Ci sono anche artisti come bombe, ma dalla miccia lunghissima. O, più prosaicamente, ci sono crisalidi che diventano farfalle.
Al Sanremo '97 c'era una crisalide tenera tenera, si chiamava Mikimix e portò "E la notte se ne va", una canzone rap inoffensiva e tranquillizzante come Carosello e Pretty Woman.
Non c'erano capelli, non c'era cattiveria, c'era dimestichezza con le rime e una canzone orecchiabile, una di quelle che ricordai a lungo con piacere. Almeno sino a quando non scoprii che Mikimix era stato sepolto e che non l'avrei più sentito. Ci rimasi male, avevo anche trovato a Taranto il suo singolo "Vorrei che questo fosse il paradiso".
Quando però scoprii cos'era nato da Mikimix, capii. La crisalide Mikimix era diventata la splendida farfalla Caparezza, una farfalla dalle ali ripiene di rime taglienti e di musica cazzuta con pochi eguali nella penisola italica.
Mikimix era andato via verso Màlinconia senza nemmeno salutare, però "Fuori dal tunnel" era spuntato un nuovo amico, più brioso e scanzonato. Ciao Mikimix, grazie della compagnia, perdonami ma preferisco Caparezza.
3 commenti:
pazzesco sto fatto di Mikimix alias Caparezza...peraltro me lo ricordo bene quando partecipò a Sanremo...
forte stu caz di mimmo.!!!; )
Mimmo è sempre stato una forza della natura...Fortuna che c'era,e stavolta non sono ironico :-)
Posta un commento